DOVE CI SENTIAMO (PIÙ) VIVI
Certezza e carezza fanno rima. Non per caso. La prima ha un tronco robusto che regge tutto l’albero, la seconda ha una piuma sulla schiena che solletica. Eppure si toccano, si incrociano. Si trovano.
Certezza e carezza iniziano con la lettera “c”. Come cuore, come cielo, come credere, come cerchio. Come calore. Come cura.
Certezza e carezza non sempre camminano insieme, ma quando la carezza diventa una certezza avviene l’incontro più bello. Più forte e più morbido, allo stesso tempo.
Certezza e carezza hanno qualcosa l’una dell’altra: la certezza può essere lieve come una carezza che si posa leggera, la carezza può essere profonda come una certezza che lascia il suo segno.
La certezza è una verità conquistata, una consapevolezza acquisita, una realtà confermata. La carezza è il conforto, è il respiro di due volti vicini, è un filo rosso che tiene uniti senza stringere.
La certezza è conoscenza, la carezza è scoperta. La certezza è la meta, la carezza è il viaggio. La certezza è l’approdo, la carezza è l’onda che (tras)porta.
La certezza rassicura, la carezza calma. La certezza dà sicurezza, la carezza dà desiderio. La certezza libera, la carezza avvolge.
La certezza è quello che dicono i nostri occhi senza parole, la carezza è quello che dicono le nostre mani attraverso gli anni.
Certezza e carezza fanno rima. Non per caso. La prima è un fuoco che divampa alto, la seconda è la scintilla che accende. Per questo si toccano, si incrociano. Si trovano.
Come strade che convergono, che si intersecano e che portano inevitabilmente in un punto: dove ci sentiamo (più) vivi.
Non sono gli anni che contano nella vita, è la vita che metti in quegli anni.
(A. Lincoln)
PLUMCAKE SOFFICE AL MAIS CON “STRADE” DI CONFETTURA
125 g di farina 0
125 g di farina di mais fioretto
3 uova
130 g di zucchero di canna
250 g di yogurt bianco
100 ml di olio di mais
1 bustina di lievito per dolci
Confettura di frutta (quella che preferite; a piacere)
Zucchero a velo (per decorare)
Preriscaldate il forno a 180° C.
Montate le uova con lo zucchero, fino a raggiungere un composto gonfio e spumoso. Unite lo yogurt e l’olio e amalgamate. Aggiungete le farine (setacciate insieme al lievito) e amalgamate bene.
Mettete il composto in uno stampo antiaderente o ben imburrato o oliato o rivestito di carta da forno, distribuendolo bene. Con un cucchiaio o una spatola, disegnate delle “strade” con la confettura, ossia adagiandola a zig zag o in modo irregolare, solo in alcune parti. Premete un po’ queste “strade” nell’impasto, livellandole leggermente con il dorso del cucchiaio.
Infornate per 40/50 minuti, facendo la prova stecchino per regolarvi con la cottura. Sfornate e fate raffreddare prima di affettare.
37 Comments
Anna
4 Novembre 2018 at 19:43
Anche quest’oggi, sei la mia domenica sera sul divano… e provo a descrivertela un po’!
Un toast veloce (facciamo anche due 😂), poi mi spalmo sul sofà e digito sul cellulare “Lagattacolp…” e subito mi appare, subito appari tu…
Questa sera sei nel sole che occhieggia nella fetta di plumcake, tu che il sole lo cerchi e trovi e crei ovunque!
E sei nelle strade che vi hai disegnato. Strade dove affondano le nostre certezze, i passi fatti per essere, per esserci. Strade da accarezzare, perché sono noi, siamo noi, con le nostre rughe e, al tempo stesso, con il segno del sorriso sul viso. Strade di certezze, e di carezze… certezze da cercare, talvolta, e carezze di cui riempirsi le mani, gli occhi, il cuore… Strade che mi evocano il cammino, gli incroci, gli incontri… Strade che le guardi e sembrano scivolare, lì sul pendio dorato, e invece vi si aggrappano…
Leggo e rileggo le tue parole, vi (s)corro dentro con gli occhi, e anche questa domenica sera, spalmata sul mio divano, resto incollata allo schermo. Chiedendomi come… come è possibile che tu sappia scrivere così, ed essere ancora (solo) qui?
In questo luogo che è stato, da subito, una certezza per me e, al tempo stesso, molto più di una semplice carezza…
“ma quando la carezza diventa una certezza avviene l’incontro più bello”. Ecco, appunto, avrei voluto dirlo io così, forse non si era capito! 😊
Buona settimana, Francesca, a presto!
Anna
Francesca P.
4 Novembre 2018 at 20:06
Anche io leggo e rileggo le tue parole, due righe in particolare, che finiscono con un punto interrogativo… io “sento” te e tu “senti” me, è così da sempre ed è una certezza che è andata rafforzandosi col tempo e che ha la stessa dolcezza di una carezza, una carezza che abbraccia, che comprende… e che incoraggia a fare quello che si vorrebbe, che a volte non si dice (a voce alta) ma che batte dentro, quel desiderio/bisogno/piacere che si culla e che non passa, nè muore… sarò mai (anche) altrove, dunque? In questo periodo, Anna cara, sapessi quanto è attuale questo pensiero… e tu non fai altro che soffiarci sopra, che insinuarti nello spiraglio giusto al momento giusto, centrando il punto e toccando proprio lì… e non per caso, ecco che lo scrivo per la terza volta, in questo post! Forse alcune persone si incontrano per uno scopo preciso e vengono a noi come un disegno, come l’unione di più strade? Ho aggiunto altre domande… ma le fette di sole sono tante, possiamo sederci e risponder(ci) con tutta calma…
(e la prossima volta due toast “gourmet” te li preparo io!) 🙂
emanuela
4 Novembre 2018 at 21:27
La certezza è una consapevolezza acquisita, la carezza un conforto,( una speranza)…
Quando hai la certezza di una cosa, all’inizio ti paralizzi, ti blocchi, quasi risuoni dentro di te l’imperativo “è così e basta, rassegnati”, ma se arriva la carezza, se la cerchi disperatamente, la tua certezza si addolcisce, si ammorbidisce, è come se diventasse più lieve quell’imperativo dentro di te, perchè è arrivato uno spiraglio di dolcezza (che fa rima con certezza e carezza)…
Poco prima di arrivare qui, ho avuto la mia carezza questa sera, il mio conforto, la mia speranza…
Non mi sono mai celata qui, non ho mai nascosto nulla di me qui, di quello che sono, del mio problema e di quello che mi porto dietro fisicamente per questo…le mie cicatrici, quei segni indelebili che sono lì a ricordare la strada percorsa…. la mia certezza è quella di avere una struttura fisica fragile, anzi fragilissima e questo, per un folletto ruspante come me, è devastante; oggi però ho ascoltato una cosa che mi è arrivata proprio come una piuma sulla schiena, come una carezza..ovvero che forse non è tutto perduto, e che forse qualcosa si può ancora fare.. ed allora, con le lacrime agli occhi ho sorriso e ho detto “voglio provare,voglio tentare”… forse non servirà,o forse sì, ma “quando la certezza diventa una carezza, avviene l’incontro più bello “..
Ecco…sono giorni più difficili di altri questi per me, dove la paura si fa sentire forte, dove lo sconforto prende ancora di più e oggi sorrido un pochino….
Scusa Fra, alla fine parlo sempre di me e mi sfogo sempre qui….
perdonami…
farò questo cake gioioso in questi giorni bui e traccerò strade di marmella scura, ma dolce e decisa…
Ti abbraccio forte
Manu
Anna
4 Novembre 2018 at 22:02
Cara Manu, questa sera hai dosato (e posato) qui le tue parole in un modo diverso, senza il brio dei tuoi “sproloqui” ma con una dolcezza tale che accarezza… E sei tu che accarezzi noi, mentre ti sveli con una semplicità disarmante, tu che non hai nessuna remora a mostrarci anche le tue cicatrici…
Qui “…avviene l’incontro più bello”, Manu, tra la tua certezza nel sentirti a casa, dalla Gatta, e la nostra carezza a te…
Come calore. Come cura.
Come il caso che ha voluto che le nostre strade si incrociassero.
Un abbraccio!
Anna
emanuela
5 Novembre 2018 at 16:22
Qui si, Anna, mi sento a casa e … non provo vergogna, non più…. e posso aprirmi con certezza, senza paura,posso togliere gli abiti che uso per proteggermi e stare così, nuda davanti a voi come davanti ad un camino acceso che (ri)scalda più e più volte …
Perchè il vostro calore affettuoso e carezzevole arriva …. sempre …. e mi commuove …. sempre ..
Grazie per la tua mano così dolce e delicata, che non lo sai, ma asciuga sempre ogni mia lacrima…(piango pure ora..)..
Che bello averti incontrata qui.
un abbraccio a te <3
Manu
Francesca P.
4 Novembre 2018 at 23:46
L’insieme delle carezze segna la strada, Manu… carezza dopo carezza, passo dopo passo, pure quando ci fermiamo un po’, è così che si va avanti. E le carezze, in primis, dobbiamo farcele noi. Le mani sono le nostre, le stesse che impastano, che tagliano frutta, che miscelano farine, che spalmano confetture, che apparecchiano la tavola… quelle mani tenaci e forti che sanno lottare, costruire e toccare quelle cicatrici, passando il dito sopra… ci rendono uniche e bellissime, sai? Anche loro sono certezze… fanno parte di noi, vanno amate e indossate a testa alta, perchè essere come siamo è motivo di gioia… credimi! A volte ti lascio canzoni, oggi ti lascio il titolo di un libro: “Il sole e i suoi fiori” di Rupi Kaur, la stessa autrice di “Milk and honey”, una piccola grande donna che devi assolutamente leggere… prometti che avrai sul comodino queste pagine, se ti fidi di me?
Metti tanto mais nella torta, dipingi tutto il giallo che serve, è lì apposta… come le persone speciali… 🙂
emanuela
5 Novembre 2018 at 16:44
“L’insieme delle carezze segna la strada”… Sai che fa il mio “qui e ora” quando ci vediamo? mi abbraccia e poi delicatamente mi (ac)carezza ogni singola vertebra della colonna.. la mia strada che si mostra (a lui) così fortemente nodosa e sporgente… “E’ bellissima”, mi dice sempre…. poi prende la mia mano e mi fa sentire la sua di strada..”Vedi, anche la mia sporge un po’ ” “Senti, anche io scricchiolo un po’”… “Stai tranquilla” mi dice sempre, mentre io tremo ed ho paura…paura che l’osteoporosi mi blocchi proprio ora che sento la linfa della vita dentro…proprio ora che mentre mi guardo allo specchio , mi vedo bellissima Franci..bellissima… non me lo dico mai, forse non me lo sono nemmeno mai detta, ma mi vedo bellissima, mi sento bellissima e non perchè me lo dice il mio meraviglioso (anche se non proprio mio, vabbè) “qui ed ora”, ma perchè sono i miei occhi a parlare … Non sono ancora perfettamente completa, nel senso clinico del termine (diciamo che me mancano ancora un paio forse 3 chiletti), ma io mi vedo così..con le mie forme che piano piano tornano, i miei capelli color rame ed il mio collo lungo…
Eppure, è come se sentissi di non (sor)reggere il col(r)po.. e questo mi spaventa… Lo fa più ora di quando ero quasi al limite …
Certo che mi fido di te e avrò quelle pagine sul mio comodino presto…lo metto nella letterina per Babbo Natale ..(se riesco anche prima… )
Ti abbraccio forte….
Grazie infinite.
Manu
Francesca P.
5 Novembre 2018 at 19:04
Rupi con il suo libro ti saprà dire tante cose belle, forti, importanti, corpose, vere, spiazzanti e anche liberatorie… lascio dunque parlare (anche) lei, perchè so che ti faranno bene quelle pagine, che ne berrai il succo e prenderai la forza che serve per continuare così! Non ho detto iniziare, ma continuare… sei già a buon punto! E “sei bellissima” dobbiamo dircelo sempre, sempre… un esercizio giornaliero!
Ipasticciditerry
5 Novembre 2018 at 11:06
Che combinazione … oggi usciamo entrambe con un dolce con la farina di mais, non è curioso? Le tue parole oggi per me sono rassicuranti: certezza e carezza, due parole che mi rassicurano e coccolano. La vita non è sempre piena di certezze e nemmeno di carezze. Ma fortunatamente le seconde ho la fortuna di averne in abbondanza, nonostante tutto. Più delle certezze di sicuro. Del resto con troppe certezze la vita potrebbe essere un po’ noiosa, non trovi? Mentre le troppe carezze non annoiano mai, almeno a una coccolona come me. Ti abbraccio stretta e ti auguro una buona settimana, senza dimenticare le mie carezze per chi sai tu ❤️
Francesca P.
5 Novembre 2018 at 16:11
Abbiamo indossato il giallo tutte e due, se il sole si nasconde lo andiamo a stanare… o inventare! E lo omaggiamo, per invitarlo a tornare… la certezza è che non va mai via del tutto nè ci abbandona, si nasconde soltanto… e la carezza è quello che facciamo a noi stesse in sua assenza, quando sforniamo torte così!
Le certezze che amo non sono dogmi o cose troppo rigide, sono solo una meta che si tocca dopo un cammino, dopo tutto un percorso… è bella la strada fino a lì, ecco! Le carezze fanno compagnia sempre e chi ama i gatti lo sa quanto sono importanti anche per calmare… 🙂
Un abbraccio a te, vediamo quando Tarallino si farà immortalare di nuovo, a ‘sto giro ha lasciato la scena a Ulisse!
Serena
5 Novembre 2018 at 13:29
Non avevo mai associato la certezza alla carezza, qui da te si prendono spunti non solo nel cibo ma anche nelle tue riflessioni profonde. Com’è vero che le carezze danno slancio alle certezze perchè niente più di un abbraccio o una carezza infonde la sicurezza che conduce alla certezza. In questo lunedì grigio mi servirebbe una fettina di questo dolce e una carezza per trovare la certezza che nonostante il tempo e la malinconia che provo sarà comunque una bella settimana. Una carezza per te Francy, buon lunedì
Francesca P.
5 Novembre 2018 at 17:19
Serena, che bella cosa mi hai detto, grazie mille! Intrecciare discorsi, cucina, vita, emozioni, esperienze, riflessioni… stiamo parlando di un’unica ricetta in cui si fonde tutto! Mi piace che avvenga questo, qui, perchè io sono così e amo la profondità, lo scavo, l’introspezione e l’analisi di ciò che siamo e viviamo… ci trovo dei bellissimi ricami e rimandi, parlarne insieme è interessante, lo scambio e il confronto di questo tipo per me arricchisce ed è argomento prezioso durante una merenda, un pranzo o una cena… siediti pure, che c’è tanto da dire ancora 😉
Sandra
5 Novembre 2018 at 16:25
Hai presente quando “comprendi” una cosa, quando ti si illumina il cervello come un albero di Natale, quando l’evidenza di quanto hai capito è così letale che non può essere che vero, ecco, quello è l’incontro di una certezza con una carezza: un’esplosione di energia. La ricetta la leggo dopo e mi godo le fotografie, ora avevo urgenza di fermare questo pensiero per te.
Francesca P.
5 Novembre 2018 at 17:24
Sandra, hai fatto benissimo a fermare questo pensiero quando era ancora in volo! Lo afferro con piacere, per trattenerlo e farne altro spunto di riflessione… l’energia è ciò che ci manda avanti, si sprigiona quando due cose o due persone entrano in contatto e non puoi fare nulla, se non goderti il calore e la spinta!
Ti ri-aspetto dopo, se tornerai… tengo in caldo il plumcake e dico a Ulisse di non andarsene da lì… 🙂
Virginia
5 Novembre 2018 at 18:17
Che bello quando la carezza è anche una certezza, e viceversa… Alcune certezze sono leggere, a volte alleviano qualche problema e ci confortano come una carezza 🙂 Passo all’ora della merenda dopo essere mancata a tantissimi appuntamenti e ritrovo con piacere il tuo bianco, una tocco di viola nella confettura e gli occhi vigili di Ulisse. Tutto questo è una certezza che accarezza il cuore e lo riscalda… Mi fai compagnia mentre finisco la mia fetta di torta? 😉
Francesca P.
5 Novembre 2018 at 19:12
Ecco, mi piace pensare che questo blog possa essere una certezza, una nicchia accogliente che segue i mutamenti del tempo ma non cambia nella sostanza e in ciò che trasmette… come una certezza sono alcune persone con cui il legame non si spezza, che sono presenti anche nell’assenza e che basta un attimo ritrovare al proprio posto, come non si fossero mai alzate dal tavolo 🙂 Bentrovata, Virginia, hai da recuperare parecchio e quindi resta a lungo, quanto vuoi!
Silvia
5 Novembre 2018 at 18:59
Certezza è sapere che si può contare su una presenza costante, è poter restare in piedi senza paura di cadere quando ci sbilanciamo un po’, è forza, è speranza che si fa più resistente. Carezza è una mano che ti tiene compagnia nei momenti più fragili, quello sbilanciarsi di prima che però può lasciarsi andare senza dubbi, è tenerezza di cui oggi il mondo ha bisogno più che mai. Carezza, quando è vera, è anche certezza, ma la certezza oggi è ancora in cerca della sua carezza…almeno la mia! Una merenda così le unisce entrambe e quelle “strade” dolci che attraversano il plumcake ne sono la prova! Il tempo delle tazze di tè fumanti è tornato, godiamoci questi bei momenti. A presto Franci
Francesca P.
5 Novembre 2018 at 19:22
Noi donne siamo brave a giocare con le certezze, anche quando non le possediamo andiamo a cercarle, oppure le spezziamo per trovarne di nuove, un percorso di continuo rinnovamento! Lo stai facendo anche tu, mentre vai da Malta a Dubai a distanza di pochi mesi… perchè quando si inizia a volare, sia fisicamente, sia metaforicamente, non si smette più, eh? 😉 Ogni viaggio che organizziamo è una carezza, ogni pensiero che ci dedichiamo, ogni sfizio che ci togliamo, ogni coccola che ci facciamo, ogni regalo che ci concediamo… abbiamo tanti modi per accarezzarci e tante strade da imboccare ancora… e tanti tè che ci aspettano 🙂
alice
5 Novembre 2018 at 21:10
Come mi piace questo post, tra certezze e carezze. E mi piace tanto anche questo plumcake, con le sue strade che chissà dove porteranno. Intanto io inizio a percorrerle… 🙂
Francesca P.
7 Novembre 2018 at 13:44
Il bello dei viaggi è che in parte si compiono a occhi chiusi… ma in questi casi, con le papille gustative aperte oltre alle pupille! 😀 Certezze e carezze le troviamo tutte le volte che ci apprestiamo a cucinare qualcosa che amiamo, o che ci incuriosisce… che siano ricette fidate che danno certezze o sperimentazioni che accarezziamo per la prima volta 🙂
m4ry
6 Novembre 2018 at 7:29
Le carezze mi piacciono da sempre, non solo quelle che sento sulla pelle, ma anche quelle che sento sul cuore. Quelle che riesco a sentire a distanza, nonostante ci siano chilometri tra i corpi. Anzi, forse sono proprio le seconde quelle con maggior intensità, perché le senti anche senza contatto. E che dire delle certezze… Il mio rapporto con loro è cambiato. Un tempo pensavo di averne tante, ma poi, ho realizzato che no, che non è così. Che certezze vere non ce ne sono o che perlomeno, non durano in eterno. Sono certezze del momento che poi possono svanire perché lo voglio io o qualcun altro. O perché lo decide la vita, con le sue dinamiche strane e imprevedibili. Ho imparato a fare senza. A vivere con la consapevolezza che tutto può succedere da un momento all’altro e che ogni certezza può essere effimera. Forse perché davvero è così. Forse perché i fatti della mia vita me l’hanno insegnato. E’ che l’unica mia certezza, sono io. Ecco. So che io ci sarò sempre per me stessa e mi prenderò cura di me.
Il tuo plumcake sembra un sole luminoso… chissà che non sia di buon auspicio per questo brutto tempo che sta devastando l’Italia. Ti abbraccio amica mia <3
Francesca P.
7 Novembre 2018 at 13:53
Sì, amica, noi siamo amanti delle carezze… da dare e ricevere. In modo concreto, quando si può, o anche solo col pensiero. Perchè basta poco, lo sappiamo, per sentirsi vicini, annullare distanze e regalare presenza. Per non parlare delle carezze che si sentono anche nell’assenza, ma sai che la mente è lì…
Alcune certezze, secondo me, esistono. Poche, rare, ma ci sono. Anche solo se durano in quel momento, quando possiamo chiamarle e sentirle tali. Ma hai ragione, una cosa sola è veramente certa e veramente nostra: noi stesse! Tutto è in noi… esiste consapevolezza più bella? Esiste scoperta più sorprendente? Le strade fatte ci hanno portato a capirlo… magari non erano fatte di confettura e non erano così buone da percorrere, o non sempre, ma l’importante è stata la meta, no? 😉
Il sole abita in alcune farine e in alcune persone… ecco perchè molti tendono a “rubarlo”, ma noi ce lo teniamo stretto e riusciamo a fare foto anche con poca luce… anzi, forse diamo il massimo proprio in quelle circostanze 🙂
Melania
6 Novembre 2018 at 13:48
Eccola l’altra “Coccola” di cui mi avevi parlato. Anche questa con farina di mais e non sai il mio entusiasmo nel vederla! Quelle insenature ricoperte di marmellata, quel colore all’interno così acceso, quasi rassomiglia al sole che, manca ormai da settimane.
Prendo nota sappi anche di questo cake che spero di poter ripetere al mio rientro.
Per il resto, non so, se certezza e carezza camminino di pari passo. Quel che so però è che, delle carezze vorrei non poterne mai fare a meno.
Francesca P.
7 Novembre 2018 at 14:15
Grazie alle tortine che adesso sono anche un po’ tue, mi si è risvegliata la voglia di indossare di nuovo questo giallo… e devo dire che ha aiutato a stanare il sole in quei giorni piovosi e cupi che spero siano finiti! Se però dovessero continuare, il plumcake va fatto e rifatto, come un dolce, dolcissimo consiglio (tra)vestito anche da necessità! Puoi provare a disegnare strade arancioni con la marmellata di arance, che ne pensi? 😉 Le carezze che non devono mai mancare sono (anche) queste…
zia Consu
6 Novembre 2018 at 20:44
“Certezza e carezza fanno rima. Non per caso.” e l’una chiama a gran voce l’altra, direi che l’una senza l’altra non potrebbero avere lo stesso valore!
Certezza di una ricetta che sa di casa e la conseguente carezza al palato mentre si assapora! Bravissima Franci, una ricetta perfetta x iniziare la settimana con il sorriso <3
Un bacino da me e dal mio piccolo <3
Francesca P.
7 Novembre 2018 at 14:27
Quando le cose sembrano distanti, è lì che il punto di contatto è in realtà vicino… e va solo notato, scoperto e valorizzato! Il cibo lo sa, solo sperimentando e mettendo le mani in pasta capiamo quante intese inaspettate possono esserci… e le strade, così, si uniscono 🙂
Un bacio a te, che hai un sorriso speciale accanto!
Kitchenclue
6 Novembre 2018 at 23:42
Che delizia!!!
Maria
Francesca P.
7 Novembre 2018 at 14:29
Grazie mille!
saltandoinpadella
7 Novembre 2018 at 22:26
Carezze e certezze…sarebbe bello avere la vita piena di certezze e carezze. Carezze che trovano strade invisibili nel nostro cuore. Mi piace da morire l’idea di creare strade di dolcezza che si fondono alla sofficità del plumcake. Queste strade mi hanno affascinato, voglio scoprire dove portano 😉
Francesca P.
8 Novembre 2018 at 15:35
Le carezze trovano sempre la strada, se la lasciamo libera e sgombra… e aperta, a nuove direzioni, nuove scoperte, nuove panchine. Se seguiamo la via del sole, secondo me non ci sbagliamo mai e ovunque si arriva sarà un bel posto… 🙂 Cammina con me, Elena, la curiosità felina fa accelerare il passo!
Mile
12 Novembre 2018 at 14:39
Carezza e certezza, certezza e carezza che vanno insieme che vanno insieme mano nella mano come un rapporto d’amore forte 🤗
Francesca P.
12 Novembre 2018 at 19:22
… fatto anche di contrasti, diverse angolazioni e cose che non si danno mai per scontate… 🙂
Ile
13 Novembre 2018 at 9:59
In questo ultimo periodo avevo proprio bisogno delle mie certezze, dei miei luoghi, dei miei silenzi, di quelle piccole cose che oggi mi appartengono più di ieri.
Avevo bisogno di sentire le carezze sulla pelle e sul cuore, di un abbraccio a fine giornata, di una camminata in riva al mare al tramonto nelle giornate più intense.
Sono rimasta in silenzio per un po’, ma questo posto continua ad essere una certezza – in continua evoluzione -proprio come noi.
“Certezza e carezza non sempre camminano insieme, ma quando la carezza diventa una certezza avviene l’incontro più bello. Più forte e più morbido, allo stesso tempo.”
Quanta bellezza c’è qui, nelle tue parole, nel tuo modo di vedere le cose…
Ti abbraccio Fra :*
Francesca P.
13 Novembre 2018 at 20:20
Ci sono silenzi muti e vuoti, ma anche tanti altri che sono invece pieni e vivi, anche nell’assenza di parole… sono silenzi interiori, di quando si ascolta solo la voce del tempo, quel tempo che scorre fuori e dentro di noi, a cui prestiamo ascolto, a cui diamo attenzione perchè sappiamo che ci parla, anche in questo modo… fai bene a prendere tutta l’aria che (ti) serve, a stringere solo ciò che vuoi stringere, a scegliere bene cosa è meglio per te, a decidere liberamente le luci da seguire, chi tenere per mano e da chi tornare… io sono qui, per le persone speciali, in questo posto che è il mio posto ma è anche di chi non perde mai la strada… come te 🙂
Un abbraccio, piccola donna in continua crescita :*
Anonimo
13 Novembre 2018 at 10:44
“C” come casa, anche questo è un approdo, è una Certezza, è il Centro del Calore, è il Cuore di una persona, è quella che io identifico sempre con il profumo del Camino che riscalda l’intimità che ci accoglie al nostro ritorno da una giornata di lavoro… lo vedi come è simpatica questa bella lettera tondeggiante e cicciotta? E’ una Consonante Confortevole, vero? 🙂
Hai reso alla perfezione l’idea proprio azzeccando la ricetta perfetta: un plumcake con la confettura, ma è una meraviglia! Lo sai che stavo cercando un dolcino facile e Confortevole da infornare questa sera? Ho tutti gli ingredienti, per una volta non mi manca nulla… apporto qualche modifica (giusto per far fuori qualche farina che mi avanza) e poi ci scambiamo una fetta, tanto per vedere se son buoni tutti e due? 😉
Un bacio!
Tatiana
13 Novembre 2018 at 10:45
Ovviamente l’anonima qua sopra sono io, paroliera ma distratta nell’inserire i dati necessari ad identificarmi…. 🙂
Francesca P.
13 Novembre 2018 at 20:32
Ma sai che ero quasi certa fossi tu? Ormai ti riconosco dal modo di scrivere ed esprimerti… 🙂 Mi piace anche abbia messo le maiuscole a quelle parole, hanno tutte una grande importanza, un profumo forte che accompagna la nostra vita… ed è vero, la “c” è un mezzo abbraccio, cinge, racchiude, protegge! Siamo paroliere proprio per notare certe cose, no?!
Sono felice di farti compagnia, se rifarai il dolce con la confettura che preferisci e il tuo estro… e so che (di)segnerai bene le strade, alcune più dritte, altre con delle curve per scoprire cosa ci aspetta dopo, ma tutte con un solco profondo in cui affondare i piedi… e la bocca, quando si assaggia! 🙂 E che tu taglierai fette generose non ho dubbi!