M’innamoro degli attimi, quelli fuggenti ma non sfuggenti, che hanno la voglia e la forza di posarsi. E di restare. Come un’impronta, una matita, una nota, un accento, un timbro, una spezia: per lasciare un segno.
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Mi chiedo se sia più una meta o una compagna di viaggio, la semplicità. Se sia un traguardo, un obiettivo ambito, un mirino da centrare o qualcosa che sos-tiene e sup-porta, durante il cammino. Se sia ombra larga di un albero per il riposo finale, o acqua che rinfresca nelle pause.
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Mi piace scrivere, comunicare, esternare. Ma anche interiorizzare alcune cose, lasciarle coperte sotto il panno insieme ai lievitati, (trat)tenere qualche segreto, proteggere l’intimità di alcuni pensieri. Mi piace condividere, aprire la finestra, accogliere. Ma anche vivere i miei momenti, avere a volte la serranda un po’ abbassata, ridefinire spazi come quando si sistemano e si…
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Luglio ha appena aperto gli occhi e vedo già i riflessi di luce nell’iride. Con il primo sguardo, ci siamo comunicati tanto. Non è un’estate come un’altra, questa. Lo so io, lo sa lui. E ce lo siamo detti, con un sorriso reciproco.
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La scatola degli acquerelli era nel cassetto di destra della scrivania, un po’ in fondo, nascosta e protetta, come si fa con le cose a cui si tiene di più. Non era un gioco come un altro, quello.
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A volte la vedo di spalle, seduta alla scrivania, con i capelli sciolti e il maglione celeste, intenta a scrivere su uno dei tanti diari, immersa nel suo mondo di parole e prime scoperte, da raccontare a se stessa fermando tutto sulla pagina.
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Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque. (Erri De Luca, “I pesci non chiudono gli occhi”) Mantenersi. Man-tenersi. Tenersi per mano. Tenersi (per mano). Tenerci. Tener-ci.
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La continuità ci dà le radici; il cambiamento ci regala i rami, lasciando a noi la volontà di estenderli e di farli crescere fino a raggiungere nuove altezze. (Pauline R. Kezer)
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Io sono “una che fa le cose tanto”. Oh, sì. Fare le cose tanto. Quelle che piacciono. Non risparmiar(si). Non contare, non frenarsi. Non usare la bilancia per le dosi, regolarsi ad occhio. Anzi, a pancia. Dire ancora, volere ancora.
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È una gran cosa quando realizzi di avere ancora l’abilità di sorprenderti. Ti fa chiedere cos’altro puoi fare che ti sei dimenticato (dal film “American Beauty”) Questo luglio è arrivato quasi senza farsi sentire. Non ha parlato troppo e si è tolto le scarpe, per avere un passo lieve. Forse non voleva farsi notare, o…