VENEZIA E I NOSTRI “CIAO, A PRESTO”
Io conosco lei, lei conosce me. Ci siamo scoperte anno dopo anno, viaggio dopo viaggio, aggiungendo sempre nuove puntate al nostro rapporto. Avevamo un appuntamento fisso, un ciao, a presto detto con il sorriso da chi sa che è vero e non solo una frase di circostanza.
Io tornavo, lei mi aspettava. Che fosse tra maschere e coriandoli o ombrelli per il sole e vestiti leggeri, a febbraio come a giugno, stava lì, al suo posto. Ma mai immobile e uguale, perchè sapeva che mi avrebbe mostrato ogni volta un pezzo diverso di sè.
Sapeva che non mi fermo mai al primo strato e alla prima calle. Che la visuale più comune, mi interessa poco. Che i miei occhi vengono colpiti da ciò che non è per tutti e proprio quello cercano.
Come le persone che vuoi andare a trovare e ri-vedere, perchè sai che il legame così non si spezza, sono passati via via 3, 5, 10, 15 anni. Di passeggiate, di fotografie, di fritture di pesce, di spritz al tramonto, di fondi di carciofo, di panchine rosse, di finestre ridenti, di omaggi al mare, di gondole che assomigliano a spicchi di luna (di)stesi sulla schiena.
Io tornavo, lei mi aspettava. E l’ha fatto anche negli ultimi periodi, quando la salutavo solo di corsa, a settembre, sfiorandola per lavoro e rimandando un abbraccio più lungo, come ai vecchi tempi. Ma si ricorda bene di me, Venezia: sa che sono affidabile. E che se voglio bene, ci sono. E che se assicuro presenza, ci sarò.
E con calma, finalmente, dopo un bel po’ di acqua sotto ai ponti e vari paia di ballerine indossate, ci siamo ritrovate. Ed è stato un piacere riparlarci. Dialogare come se fosse ieri. Mostrarci a vicenda sia punti fermi, sia cambiamenti. Capirci. Sentirci familiari.
Rivivere quel feeling tra chi si mette in posa con naturalezza e chi scatta felice, ancora più di prima.
La mia storia di oggi si è intrecciata alle storie degli altri, la mia vita a quella di altre vite, anche solo per un attimo, quell’attimo che adoro rubare…
E storie accanto e parallele, le hanno raccontate i muri…
Ed ecco dove vanno a dormire tutte le storie di sempre, il luogo che le accoglie…
Breve ma intenso. Così è stato il click di maggio, fotografico e d’anima, con questa città. Che mi ha donato anche una barchetta, del mio colore preferito, per farmi ri-approdare appena si può…
Ciao, a presto… ce lo diciamo ancora, io e te, Venezia!
56 Comments
Anna
28 Maggio 2017 at 19:55
“Ciao Fra`!”, Venezia ti saluta…
Bentornata, Francesca!, e ti saluto anch’io, rimasta (im)paziente ad aspettarti…
E l’attesa non è stata vana.
Una lettura veloce al post, uno sguardo che corre alle fotografie, e il cuore mi dice che tornerò, magari una volta al giorno per i prossimi giorni…
Come se dovessi prendere la mia medicina quotidiana: non una pillola amara però! Una piccola pasticca che sa di buono, e di bello.
Mi rotolano dentro, e mi riempiono, sensazioni ed emozioni, e vorrei dire tanto, forse troppo… Non so nemmeno da dove cominciare, forse la sensazione più netta è che, in questo post, in ogni riga e in ogni scatto, ci sei tu.
Anzi, SEI tu.
Tu col capo chino e i capelli scompigliati dal vento, a rincorrere sogni riscaldati dal sole e dalla luce.
Tu che catturi, in egual modo, panni stesi al sole e poesie che “gridano” la vita.
Tu che non ti fermi mai al primo strato e alle prime calle, o alle prime cellule…
Tu che indossi ballerine per posare passi sicuri.
Tu che vuoi bene, e ci sei… E, credimi, si sente.
Ecco, Francesca, questo e tanto altro mi brulica oggi nel cuore…
Ed è grazie a te, alla generosità che che non trattieni, mai…
“Non vorrei
lasciar sola
la mia solitudine”…
Buona settimana,
Anna
Francesca P.
28 Maggio 2017 at 23:00
Ho sempre messo me stessa nella fotografia e più il tempo passa, più avviene… la cosa bella è restituire il mondo attraverso il mio sguardo e vedere quanto la realtà possa essere plasmata dalla visione personale! Quindi sì, cara Anna, qui ci sono io… la me di adesso, che ritrova Venezia e la fa ancora più sua, con gli occhi di oggi che sanno molte più cose e sono sempre più affamati di luce e di colori… tra tutte queste, c’è una mia foto preferita, sai? Volevo dirlo e postarla separata, ma poi l’ho messa insieme alle altre, in compagnia… ma secondo me tu riesci a capire quale è! Anzi, sono certa che sarà così, che saprai “sentirla” quanto me… e hai indovinato intanto il motivo per cui indosso le ballerine! Quella sicurezza, quel senso di comodità, quel camminare che può diventare anche volare, come intensità…
Ci sarebbe tanto altro da dire, ma credo che tante cose che le comunichiamo con una silenziosa intesa, io e te… e con le sensazioni, solleticate dallo stesso vento che gioca coi miei capelli…
Anna
29 Maggio 2017 at 10:25
Un balconcino fiorito, appeso tra altri spogli.
Un bacio che si posa lieve e delicato, a dire “Io ci sono, accanto a te, dietro di te, per sostenerti quando vacillerai con passi incerti, quando gli occhi si veleranno per la malinconia, quando il panorama si offuscherà per gli inciampi della vita. Io ci sono, e ci sarò con la potenza di un amore forte e semplice al tempo stesso. Io ci sarò per volgere con te lo sguardo al nostro futuro, qualunque sorpresa ci riservi. Sono dietro di te, per accoglierti ogni giorno, per contenere meglio la grandezza di noi”…
Questa la fotografia che sento più tua, su cui avresti potuto cuci(na)re un racconto da farci vibrare l’anima.
Forse mi sbaglio, ed attendo in tal caso che il segreto ci venga svelato…
Certo che, ogni volta che la riguardo, “sento” i tuoi pensieri che diventano miei… Ed è un filo che corre da me a te.
Buona giornata, Francesca!
Anna
Francesca P.
29 Maggio 2017 at 20:53
Sì. Sì. Sì. Lo dico 3 volte, senza aggiungere altro. La bellezza di certe sintonie. Speciali.
Bello ciò che passa tra (di) noi. In questo modo.
Virginia
29 Maggio 2017 at 0:21
Penso spesso che dovrei dare un’altra possibilità a Venezia, una città che ho visto solo due volte e che per ragioni diverse non ho affrontato lasciandomi guidare dal mio cuore. La prima volta ero una bambina e la seconda in gita scolastica, in un periodo in cui capire le dinamiche di classe era complicato… per questo la città ha fatto da sfondo a momenti di felicità alternata a sconforto e solitudine. Però nel mio piccolo sono convinta di non averla vista nel modo giusto, camminando con lo scopo di perdermi, inseguendo i colori e il profumo del fritto di pesce all’ora di pranzo. Rimango affascinata dai colori, dai dettagli delle tue foto e da quegli istanti rubati alla quotidianità di vite parallele catturati dal tuo occhio vigile e sensibile. La ricetta di questa sera ha come ingredienti il rosso, il giallo, il turchese e il rosa mescolati al suono dolce dell’acqua che culla la città e alle promesse fatte con lo scopo di mantenerle. Si capisce tanto dalle tue foto e in particolare quelle di stasera raccontano molto di più delle parole. Le tue foto toccano i tasti sensibili di chi le guarda, catturano lo sguardo ed è come se sapessero chi hanno davanti… Tornerò a guardarle e a rivivere la Tua Venezia, sognando di rivederla presto con occhi diversi 🙂
Francesca P.
29 Maggio 2017 at 21:00
Virginia, devi assolutamente tornarci, per costruire un ricordo del tutto nuovo! La percezione cambia in modo radicale con il tempo, le gite scolastiche sono una parentesi di vita del tutto a parte… la vera donna che guarderà ogni calle, ogni ponte e ogni finestra è sbocciata ora, con tutto il suo mondo dentro! Sono emozionata per te, nell’immaginare quando ci metterai piede e già fuori dalla stazione, scendendo le scale, spalancherai gli occhi e ti batterà il cuore! Sono certa che accadrà, perchè credo di conoscerti un po’ e perchè questo è l’effetto che fa Venezia alle persone poetiche e sensibili! Spero potrai organizzare presto un viaggetto, da Genova è fattibile… 😉
Grazie per le bellissime parole sulle foto e su quello che esprimo, ogni giorno di più mi accorgo di quanto voglio catturare “a modo mio” quello che vivo e ho intorno… per fermarlo, per dargli un’impronta, per imprimerlo bene nella mente e nella memoria e per riuscire a stupirmi sempre! Questa città poi ispira in modo particolare, ogni angolo ha qualcosa da immortalare… e quando sarai lì, capirai cosa intendo! 🙂
Melania
29 Maggio 2017 at 2:12
Io questo post l’aspettavo! Ed arrivo ora, che è tardi, mentre (quasi) tutti dormono ed io non riesco.
Arrivo adesso per goderne ogni parola, ogni scatto, ogni piccola cosa che parla di te.
Si, perché io ti vedo. Oltre le foto, oltre le lettere stampate su un foglio che se ne stanno appese ad un muro. Quasi per non dimenticare.
Sei in tutti quei colori. Nei panni stesi, negli occhi di chi non smette mai di stupirsi. Di chi ha il coraggio di alzare lo sguardo ed afferrare l’azzurro immenso del cielo. Sei in quelle panchine che aspettano gli amori passeggeri e quelli che hanno il coraggio di restare.
Sei nella dolcezza di chi si sfiora pur non toccandosi.
Sei nei passi non più vaghi, ma fermi e decisi di chi ha camminato tanto, ma adesso sa dove andare.
Ci sei tu cara Francesca! Perfino in quella buffa solitudine che non lasci mai sola, ma tiene sempre con te.
C’è un pezzetto di me lì a Venezia. E voglio resti lì, non per riprenderlo, ma per incontrarlo la prossima volta che andrò.
“Un suono battente, come tamburi avvolti da seta e ridono, ridono di una gioia vera”
Francesca P.
29 Maggio 2017 at 21:07
Eccoti qui… sapevo che saresti arrivata subito a vedere, assorbire e commentare. Perchè si può viaggiare anche attraverso gli occhi degli altri e sentire il battito delle vene accelerare… magari quando si riconosce, o quando si ricorda, o quando si tocca quella corda che non desidera altro che essere suonata…
Questo weekend è stato molto mio, sì. E leggendo ciò che scrivi, mi pare di capire di essere riuscita a trasmettere il concetto. Non era solo il dito a premere sul “click”. D’altronde, non saprei in che altro modo scattare… e “sentire”. Solo questo mi veste bene, solo questo mi piace e mi appaga, ora. Ora che quei colori non sbiadiscono. Ora che i passi sono vitali, sempre di più. E quanto si cammina bene, quando non si ha paura di andare… buon proseguimento, dunque, a me, come a te. E la prossima volta, sarò io ad aspettare con ansia il tuo post lagunare… 🙂
Emanuela
29 Maggio 2017 at 7:11
Io non credo di essere profonda, di arrivare al cuore come Anna riesce a fare..di capire giù, giù, giù fin dentro alle viscere della vita, che sa riconoscere anche il più sottile particolare, che si accorge delle farfalle che dalla persiana entrano in casa e vanno a svegliare quelle dello stomaco…. riesco solo ad immergermi in questa meraviglia di luce e di vita e a bere avidamente come se fossi stata giorni interni nel deserto…
Percepisco una freschezza leggera e bella, sorrido a veder il bimbo in piazza assieme ai piccioni perché ho stampata davanti a me l’immagine di mio fratello a 3 anni che fa la stessa cosa; mi innamoro sul balcone assieme ai due fidanzati, gusto un pezzo di pizza seduta al tavolo assieme ad una coppia di signori..cammino a passo lento ed ascolto la sapienza dei due anziani, metto il mio musetto curioso tra i fiori sui vasi dei davanzali, mmi fermo ore davanti ai braccialetti colorati….cerco anche io di stare in equilibrio sulla panchina…allungo la mano per toccare le lenzuola, metto un piede in acqua…
Faccio tutto questo e molto altro, grazie a te….questa mattina giro venezia, ci cammino e la respiro grazie a te….
io semplicemente questo…
grazie… Fra.
Manu
Anna
29 Maggio 2017 at 10:40
No, cara Manu, tu capisci tanto…
Tu senti la vita, per averne sperimentato gli anfratti più duri.
Un abbraccio, semplicemente un abbraccio…
Anna
Francesca P.
29 Maggio 2017 at 21:15
Manu… tu capisci tanto! E vibri insieme alle cose che guardi e leggi con la tua visione fantasiosa e ricca di spunti! Sei assolutamente recettiva e profonda, le emozioni ti attraversano e sai comunicarle… e la prova sai quale è? Hai citato alcune foto che sono tra le mie preferite, senza saperlo! Io fotografo da sempre bambini con i piccioni, adoro quelle scene, ricordo gli scatti nelle piazze siciliane, o nella piazza magica di Siena, o nei parchi della mia Roma… ah, quanto amo quel soggetto! E lo stesso vale per le coppie e per ogni gesto d’amore, che mi fa palpitare e non mi vergogno ad ammetterlo… quel balcone pieno di sentimento lo porto dentro, è rimasto qui con me!
Facciamoci una bella passeggiata insieme, nel sole e nella luce, con tanto di sosta in quel panificio con i muffin in vetrina e poi su una panchina bella rossa e passionale… 🙂
Emanuela
30 Maggio 2017 at 7:33
ooohhhh, siiii… una bella passeggiata di sole! due chiacchiere col gondolero lì seduto (magari gli portiamo un muffin! 😉 ) che aspetta proprio noi… e poi una scivolata sull’acqua trasportate dalla gondola violetta…
vorrei sol riuscire ad arrivare al cuore..come il calore del forno all’interno di un arrosto, che entra piano e riscalda al punto giusto permettendo una cottura uniforme e giusta, morbida e delicata al punto giusto…rosata…
io cerco di andare oltre, perché anche grazie al mio vissuto, e al mio vivere (perché è lì dietro la porticina che fa capolino come quel gatto dagli occhi luminosi e terribilmente felini), ho capito quanto ci sia “AL DI LA’ del….”
e quanto questo sia importante e faccia la differenza..conti davvero….
lo so che ho questo modo infantile anche di esprimermi, come un cartone animato magari, che è come se fossi sempre con la testa tra le nuvole, ma voglio sognare….evadere….un pochino….
ora, in questo preciso momento guardo fuori dalla finestra spalancata…e … mi(ti) immagino mentre con la tua amata macchina scatti una foto….perché quello che vedo è semplicemente una favola..è proprio da foto….uno scorcio di strada in salita che si fonde con il campo in discesa lavorato dal color nocciola, in lontananza i riccioli verdi arruffati delle chiome degli alberi boschivi, con qualche macchietta di giallo delle ginestre..più vicino a me un grande fico assieme ad un melo..ecco poi che avanza uno spicchietto di tetto del forno a legna del giardino con le tegole rosse, la ringhiera del terrazzo con un piccolo vaso mi dice che sono quasi entrata..poche mattonelle bianche e sono dentro….da qui…faresti uno scatto magnifico….
io sono così…
Manu
Francesca P.
30 Maggio 2017 at 10:26
Sei fatta bene… e devi proseguire questo scavo e questo cammino dentro di te, come una caccia al tesoro delle tue potenzialità e caratteristiche più vere! E l’incanto fanciullesco è legato tanto alla poesia, quindi non va mai perso… a volte anche io mi sento “infantile” nelle mie metafore o associazioni, ma è la parte più innocente e speranzosa che vive e combatte… e aiuta tanto! Arrivo a scattare questa foto che mi hai “offerto”, la appendi sul frigo, poi? 😀
silvia
29 Maggio 2017 at 9:23
Io non ho mai le parole giuste per esprimere l’emozione intensa che mi lasciano le tue fotografie, perché credimi davvero, ogni volta ho gli occhi lucidi! Non è semplicemente una raccolta di foto, ma è proprio il tuo modo di vedere le cose che a me piace da impazzire! un talento veramente meraviglioso! Venezia la visitai ormai molti anni fa, ma ero poco più di un’ adolescente… non avevo ancora questa passione forte per la fotografia, è cresciuta col tempo, quindi lascio la porta aperta alla possibilità di ritornarci con nuovi occhi, che poi questa è la vera conquista! Vorrei farti una domanda tecnica se posso, ma in questo tipo di fotografia che obiettivo utilizzi? A breve vorrei fare un investimento su un nuovo corpo macchina e obiettivo per gli esterni che non ho…se posso ti chiedo consiglio! Ho seguito con piacere tutti questi angoli segreti e più li guardavo e più mi saliva una voglia pazzesca di fare viaggi! Grazie di aver condiviso questi scatti meravigliosi e queste parole che toccano sempre il cuore!! buona settimana
Francesca P.
29 Maggio 2017 at 22:10
Silvia, grazie mille! Sorrido perchè parecchie foto le ho scattate dopo la nostra conversazione… e sono così andata a sfogare tutta la mia anima da persona altamente sensibile, ahaha! A Venezia saresti rapita e anche tu noteresti dettagli e scorci meno turistici… e anche tutto il rosso che c’è! Non ricordavo che questo colore fosse così presente, è stata come una scoperta attuale! Quando ci tornerò, prometto di portare maglia abbinata… e oggi ti ho pensata quando ho comprato un pantalone largo a righe bianche e rosse, che volendo può sembrare anche da gondoliere! 😀
Il mio obiettivo è un 18-200, un tele ottimo per la street e per i viaggi, di fascia media anche come prezzo, un giusto compromesso, ecco! Il tele secondo me è perfetto per certe foto, le ottiche fisse non rendono allo stesso modo… se poi vuoi più informazioni, ci sentiamo in privato e ti aiuto meglio! 🙂
silvia
30 Maggio 2017 at 10:20
Hai fatto benissimo a scovare tutti questi angoli, non potevano rimanere segreti! Vedi…un colore inaspettato…vedrai che tirerà fuori una parte di te più energica! grazie per il consiglio, per ora è sufficiente, io ho ancora l’obiettivo in dotazione il 18-55 che però povero è tremendo, cercavo proprio un tuttofare per i viaggi, in maniera da avere un obiettivo comodo da portare con sè!! a presto e grazie ancora
Francesca P.
30 Maggio 2017 at 10:24
… chissà che prima o poi non prenda anche delle ballerine rosse… mai dire mai, in questa fase di vita! 😀
m4ry
29 Maggio 2017 at 9:33
Un sorriso disteso, rilassato e sognante davanti a tutta questa bellezza poetica. La bellezza che resiste nel tempo e che si mostra sempre, soprattutto a chi è capace di coglierla, farla sua e poi donarla agli altri, proprio così come hai fatto tu, con i tuoi scatti MERAVIGLIOSI! Tutto frutto di quel che i tuoi occhi guardano e di come lo sanno guardare. Grazie amica per questo viaggio insieme a te :*
Francesca P.
29 Maggio 2017 at 22:14
Amica mia, mentre ci scrivevamo ero nel Campiello delle erbe che vedi in foto… quella foto quindi è nostra! E non a caso profuma, anche di tutti i passi che stiamo facendo insieme, a filo diretto, mentre una spalleggia e incita l’altra… 🙂
Sei pronta per un reportage pugliese a 4 occhi e 4 mani? 😀
roberta morasco
29 Maggio 2017 at 9:51
Lo sai che Venezia è la mia città, ci sono nata, cresciuta e ora che non ci abito più appena posso torno li a perdermi tra le calli, nei percorsi meno turistici, a godermi la bellezza che sa offrire.
Foto meravigliose amica, davvero belle, hai descritto in immagini la vera Venezia, quella che non tutti riescono a vedere, ‘nascosta’, quella più reale e da amare, nel profondo.
Ma una volta che ci torni mi chiami vero? 😉
Un abbraccio strettissimo, Roby
Francesca P.
29 Maggio 2017 at 22:18
Robi, mi sono sempre chiesta come sia abitare proprio a Venezia… credo che un posto così resti nell’anima per sempre, anche se ci si stacca… conserva intatta la sua magia e quando scopri gli angoli più isolati, lasci perdere ogni itinerario turistico! Mi sono concessa Rialto ma non San Marco, ad esempio… 😉
Sì, una volta che torno con calma ti avviso e mi porti magari a mangiare qualcosa di davvero tipico, andando sul sicuro!
Un abbraccio a te e quando ho nostalgia, per favore, pubblica qualche foto tu! 😀
Tatiana
29 Maggio 2017 at 10:48
Oh ma quanto tempo è trascorso dal mio ultimo passaggio a Venezia e quanto ci tornerei volentieri, soprattutto visto che ce l’ho a due ore da casa: in questo post mi hai mostrato degli angolini mai notati prima, ma si sa che con il tempo anche lo sguardo cambia in maniera sostanziale ed oggi noterei ciò che ani fa passava inosservato! Però c’è una foto c’è mi ha colpito al cuore, quella con la scalinata e i libri… ti prego, sai dirmi dov’è che l’hai scattata? Vorrei tanto poterla vedere alla prossima occasione in cui tornerò a Venezia…
Un bacio e…. non è che la prossima volta magari passi a Trieste? E’ talmente vicina che potrei pure raggiungerti a Venezia 🙂
Tatiana
29 Maggio 2017 at 10:49
* anni (scusa, scrivo di volata e di getto)
Francesca P.
29 Maggio 2017 at 22:23
… solo due ore, Tatiana? E allora che aspetti a correre subito in cerca di quella libreria stupenda?! 😉 Si chiama libreria dell’Acqua Alta, sta vicino Santa Maria della Formosa, in zona centralissima… io ho scattato solo a quell’angolo all’aperto, ma ha varie sale con libri dentro le gondole e anche qualche gatto che gironzola… non ti svelo altro per lasciarti la sorpresa dello stupore, la tua anima da paroliera si gaserà! 🙂
ps: a Trieste voglio venire da tempo, prima o poi accadrà!
Tatiana
29 Maggio 2017 at 22:49
Grazie mille, ci andrò di sicuro ora che so dov’è (confina con il sestiere di San Marco, quindi la trovo!). Solo due ore… sia in macchina che in treno, e siccome devo ritirare il divano nuovo vicino Venezia chissà… magari è la volta buona! E poi scatto una vagonata di foto e te le mostro una ad una 🙂 Libri compresi!
Francesca P.
30 Maggio 2017 at 10:23
Mi raccomando, fallo davvero, appena puoi… quei libri ti aspettano! 😉
saltandoinpadella
29 Maggio 2017 at 22:03
Ohhhh si direi proprio che Venezia ti stava aspettando da tanto tempo. E appena ti ha visto arrivare ti ha accolto a braccia aperte, bella come ci si fa belle solo per le grandi occasioni, per le persone che ti fanno battere il cuore e che sono parte integrante del tuo cuore. Ti ha donato il suo cuore e il suo amore. E tu l’hai ripagata con altrettanto amore e dedizione cogliendone la vera essenza e la sua speciale magia.
Francesca P.
29 Maggio 2017 at 22:28
Mi piace la tua lettura, Elena… è romantica e sentimentale! Anche con i luoghi può nascere l’amore, è assolutamente così! Ci sono feeling naturali che non si rompono… e anzi, forse più cresco e più apprezzo la poesia di Venezia, come se scavasse ancora più a fondo… vediamo quando tornerò ad abbracciarla, ma se intanto facessi un pic nic a bordo della barchetta verdeacqua? 🙂
Alice
29 Maggio 2017 at 23:54
Venezia è indiscutibilmente una città bellissima, con quella sua aurea un pò magica e un pò snob da vecchia signora elegante. Con le tue foto meravigliose, ricche di dettagli rubati e colme di sentimento e di emozione, colorate e luminose, le hai reso un omaggio perfetto.
e come lei anch’io ti dico : Ciao Frà e a presto!
baci
Alice
Francesca P.
30 Maggio 2017 at 10:29
E’ una città tanto vintage, che mostra i segni del tempo con fierezza e non li nasconde… mi piace anche per questo, ha assorbito milioni di storie e di acqua, un continuo fluire, un andare e venire di anime che non si placa mai… anche se a me piace andare negli angoli più vuoti, dove regna il silenzio! 🙂
A presto, Alice, certo!
Alberto
30 Maggio 2017 at 9:33
Sai.. Venezia è un pesce.. nuota nei secoli. E’ una città che.. sa cose.
Sa condurti e chiamarti, sa farti sorridere e farti arrabbiare, sa stupirti e distruggere i piedi.
Sa quando stai sbagliando strada e ti fa incontrare chi saprà indicarti la via verso il tramonto di S. Marco.
Sa quando ti presenti al suo cospetto, terrorizzato, indossando la maschera del dottore della peste, per tenere a distanza il mondo che vuole accoglierti e scoprirti nella tua umanità e ti pone davanti chi distrugge quella maschera. Arrabbiata ti chiede un voto di fiducia, di tornare da lei per un saluto veloce, stavolta senza maschere, per mostrarti come sei e per insegnarti che le paure del giudizio esistono solo dentro di noi e nel nostro pensiero.
Venezia è così: folle, romantica, passionale, misteriosa, estremamente intricata, amica, un po’ bambina nell’animo, sorniona e una grandissima rompipalle. Eppure lei sa tutto!
E’ città che se sai guardare oltre le maschere, dentro la sua anima, sa farti scoprire un universo di canali, calli e campielli, ciascuno con una storia da raccontare.
Dai tuoi scatti capisco che hai il classico occhio di chi Venezia non la visita, ma la vive, la guarda negli occhi e ne scruta l’anima nel profondo. Venezia è decisamente parte di te e son felice di poter vedere come la racconti. Questo lo so perché Venezia, fin da bambino, è parte di me e compare spesso nei sogni e nei miei scatti ad indicarmi la via e quando la riabbraccio mi piace lasciarmi accarezzare il volto dalla sua brezza.
E’ una città che se ti fidi di lei, lei ci sarà sempre e ogni volta diversa da come l’hai lasciata 🙂
Francesca P.
30 Maggio 2017 at 10:35
Venezia ha più volti, d’altronde come spesso capita con alcuni luoghi e con le persone… a me piace conoscerne il più possibile, per avere un’idea completa e non vedere solo una parte del quadro… la visione d’insieme che poi si stringe nel particolare e nel dettaglio, lo stesso metodo che applico alla fotografia, quando l’occhio inevitabilmente dal grandangolo si stringe sui 50 mm e si avvicina… e mette a fuoco ciò che merita più attenzione!
Trovo affascinante tornare in un posto tante volte nell’arco di una vita, vedere come cambia lui e come cambiamo noi, ritrovare certezze e scorci che non vanno via, ma anche gioire per il nuovo che avanza, come un’evoluzione… tanti i pensieri e le considerazioni, che farò ancora, andando nei miei angoli preferiti, come alle Zattere, con faccia rivolta al sole e gabbiani che guardano curiosi…
Laura e Sara Pancetta Bistrot
30 Maggio 2017 at 11:44
“Ciao Frà” è bellissima!
E’ proprio vero che in fotografia, così come in altre cose, contano l’occhio e l’anima di chi sta dietro…e tu Venezia ce l’hai raccontata attraverso i tuoi occhi che non sanno guardare e basta, ma scrutano, assorbono e leggono non solo ciò che sta davanti, ma anche e soprattutto quel che è nascosto. I tuoi scatti raccontano di storie d’amore e di segreti, di risate e di voci, di battiti d’ali e gesti rubati e per questo emozionano.
Venezia sta aspettando anche me, devo tornare…
L.
Laura e Sara Pancetta Bistrot
30 Maggio 2017 at 11:44
PS: bellissima tu!
Francesca P.
31 Maggio 2017 at 20:55
Quando ho visto quella scritta, ho sorriso! Sembrava davvero un “bentornata” diretto a me, l’ho letto come un segno! 🙂
Gli occhi da gatta, in posti così magici, sono più aperti che mai… e se è vero che non sanno dove guardare per quante cose belle ci sono, è altrettanto vero che vengono catturati quasi sempre da un dettaglio preciso e questo è il tipo di fotografia che amo… trovare in ogni click il singolo protagonista dello scatto!
Torna anche tu a Venezia quanto prima, Laura, già pregusto un tuo reportage coloratissimo! 🙂
Rebecka
30 Maggio 2017 at 12:52
Ogni luogo ha la sua luce personale. Ogni città. E quella luce che c’è solo lì e non trovi altrove, fa sì che ogni luogo sia in qualche modo un universo a parte.
Come le persone.
Come te. Non c’è un’altra Fra. Non ci sono altri occhi che possono cogliere il dettaglio nel modo in cui fai tu.
Con la leggerezza nel cuore e la promessa di cose belle a venire.
Ti abbraccio
Francesca P.
31 Maggio 2017 at 20:58
Mi piace quando la luce interiore di una persona si unisce a quella del posto in cui si è… ed avviene la fusione. In quel momento, è lì che l’incanto si compie. E va creato quante volte si può, perchè è così vitale e si sente proprio uno scambio di energie positive! Prima o poi dovrò conoscere la luce del tuo bosco e delle tue valli, insieme alla tua… si prevedono grandissimi bagliori, Reb! 😀 Considerala una promessa di cose belle a venire, ecco…
ipasticciditerry
30 Maggio 2017 at 13:26
Oggi mi fai un regalo, lo sai? Anzi me lo hai fatto ieri, quando sono venuta a leggere e guardare le tue stupende foto ma non avevo il tempo di scrivere e sai che mi fa piacere farlo con calma. Venezia è una città che porto nel cuore, quello intimo, segreto. Anzi ti dico che un pezzettino del mio cuore è sempre lì … Ci abitava una mia zia (che ora non c’è più) e gestiva, insieme al marito e al cognato, un osteria, proprio sotto l’ospedale di San Giovanni, a fondamenta nove. Abitavano anche nello stesso quartiere e io avevo la mia cameretta che potevo usare quando volevo. Quanti giorni, belli e brutti, che ho passato da loro. Quanti ricordi, quante risa, quante lacrime … Le tue foto mi hanno catapultata indietro di un paio di decenni, quegli angolini nascosti che conosce solo chi è del luogo. Quella libreria che conosco benissimo. Secondo me, la più bella del mondo! E i gatti che mi facevano compagnia e si lasciavano accarezzare da me. Sentivano l’odore dei miei gatti, che avevo lasciato a casa. Venezia la conosco con il sole, con la pioggia, con la nebbia, con l’acqua alta … che affliggeva mia zia che aveva una casa su due piani. Le ore passate a controllare la marea, che non salisse sopra il metro e venti, altrimenti le entrava in casa e non puoi fare niente per fermarla. Una città indimenticabile, fuori da ogni paragone con nessuna città al mondo. Ora manco da tre o quattro anni ma tu me l’hai tornare prepotentemente agli occhi, con questi tuoi scatti. Aspettava anche te, secondo me, lo sai? Si è fatta trovare piena di sole, colorata, piena di luce. Ho anche io una foto della mia bambina, forse treenne, attorniata dai piccioni, mentre li guarda incuriosita e per niente spaventata. Dolce amica mia, torno su, a guardarmi di nuovo le tue foto, di certo più belle delle centinaia di foto di Venezia che conservo nelle mie scatole di scarpe vecchie …
Francesca P.
31 Maggio 2017 at 21:06
Terry, chi l’avrebbe mai detto che avrei scatenato tutti questi ricordi preziosi e che il tuo destino fosse così legato a questa città?! Incredibile come i fili e le vite si possano intrecciare… immagino l’emozione, quando hai scoperto la meta del mio viaggio! Felice di averti regalato una fetta di stupore, in modo del tutto inconsapevole… e così ho scoperto ancora un’altra parte di te, un altro pezzo della bella anima che hai, che si è formata anche attraverso certe parentesi di vita… che hanno segnato, scavato, arricchito e dato tanto, nel bene e nel male, come vale per tutte le cose! Chissà quando tornerai in quei luoghi… emotivamente non deve essere facile ma sono certa che sarebbe un impatto importante, da vivere! E pensa l’effetto anche nel rivedere quella libreria… è unica, non so come abbia fatto ad andarci solo ora ed essermela persa per tanti anni! Si vede che oggi era il momento del nostro incontro… e che l’attesa aveva un motivo, così l’ho potuta apprezzare ancora di più! La foto del bambino coi piccioni l’ho fatta a Campo San Polo, un punto che amo… con la mente, sediamoci su una di quelle panchine rosse e perdiamo di vista l’orologio per un po’, ti va? 🙂
ipasticciditerry
1 Giugno 2017 at 9:36
Sarebbe bellissimo … magari gustandoci un bombolone appena scolato dal fritto e riempito di tanta crema … li facevano in un piccolo laboratorio che ora non c’è più. Però possiamo sempre andare da Rizzardini, lì li fanno ancora buoni, non unti … Grazie amica mia, buona giornata
Francesca P.
1 Giugno 2017 at 11:07
Al solo leggere la parola “bombolone” mi viene l’acquolina in bocca… ma alta alta, come quella di Venezia, ahaha! Mi piace come futuro appuntamento e promemoria, Terry! 🙂
Claudia
30 Maggio 2017 at 19:59
Eheheh…sorrido perché ho trovato un sacco di cose familiari nelle ultime foto, nonostante a Venezia non vada da quand’ero bambina! Quelle poesie, che vedo anche sui muri della mia città adottiva (sì, quel Movimento per l’Emancipazione della Poesia è molto attivo anche sui muri di Siena!), quei tasselli di un mosaico che mi ricordano tanto quelli di un’artista di strada parigino, quella scala con tutti quei libri, che hanno fatto da sfondo ad una fotografia mandataci di recente da un socio della nostra cooperativa e che ero certa provenisse dall’altra parte del mondo…incredibile rivederla qui e poterla contestualizzare, è una su un milione!
Bello il tuo sguardo, come sempre!
Francesca P.
1 Giugno 2017 at 11:10
Dai, Claudia, davvero quei fogli sono appesi anche a Siena? Sarebbe bello rintracciarli in tutta Italia e scandagliare i muri delle città, per fare un bel reportage dedicato a chi crede ancora tanto nel potere delle parole, della poesia e della comunicazione! Ecco, stavolta Venezia mi ha stupito con questo: parole ovunque, a cielo aperto e nelle librerie, come molliche da seguire… non a caso. E se a te è arrivata quella fotografia, un motivo ci sarà: devi tornare in laguna e vedere tutto dal vivo! 😉
zia consu
30 Maggio 2017 at 21:03
Queste foto rubate sono meravigliose! Mi hai fatto vedere degli angoli di Venezia incredibili e fuori dalle normali rotte turistiche! Grazie Fra di questo viaggio e un bacio alla TUA Venezia!
Francesca P.
1 Giugno 2017 at 11:12
Quanto amo certi furti, Consu! Mi sento proprio una ladra professionista, ahaha!
Grazie a te, ho cercato di scattare più cartoline possibile da mandare a tutte voi, con tanta scelta! 🙂
Anonimo
1 Giugno 2017 at 9:00
Hai gli occhi di vede altrove, Venezia dietro le tue lenti ha un’aria intima, lontana dal racconto comune…quella foto del bacio sul balcone mi ha stretto il cuore, che bella Fra!
Le persone come i posti, i sogni ci aspettano sempre, quando sanno che la lontananza è solo una parentesi tonda. Che se guardiamo bene poi, è come una luna, o una gondola, stesa sull’acqua ad aspettare.
Bella la tua Venezia :*
Francesca P.
1 Giugno 2017 at 11:15
Manu, chissà perchè non sono affatto meravigliata che ti abbia emozionato proprio la foto della coppia in balcone… è LA foto di questo viaggio, per me… è la MIA foto tra tutte! Non serve che ti dica il motivo (anzi, i motivi), tra noi è tutto chiaro e leggibile… e naturalmente affine! 🙂
Presto la nostra parentesi tonda accorcerà le distanze, non sarà a Parma ma è solo un “ciao, a presto” rimandato, anche con te!
Margherita
1 Giugno 2017 at 15:17
Le due ultime volte che sono stata a Venezia, purtroppo ormai 5 anni fa, era ottobre se non novembre. Me la ricordo grigia, con la nebbia, ma cmq bellissima. Ri-vederla attraverso la luce e i colori bellissimi delle tue foto non solo mi sembra ancora più bella, mi sembra IRRESISTIBILE (esattamente come lo spritz al tramonto). Un abbraccio e buon weekend!
Francesca P.
2 Giugno 2017 at 13:58
Conosco entrambe le facce di questa città e per quanto Venezia piovosa e nebbiosa possa avere un suo fascino, la mia anima solare la preferisce con un clima più “festoso” e assolato… così i colori risplendono al meglio e tutto (mi) appare più ridente! In primavera e in estate poi il tramonto dura a lungo e si possono bere spritz su spritz… 🙂
Serena
1 Giugno 2017 at 16:38
Che incanto questo post, attraverso le foto e questi colori vividi che sprigionano appunto vitalità e calore sembra di essere catapultati nelle foto. Grazie di questo squarcio di bellezza raccontato attraverso la tua capacità di cogliere lo scatto giusto e..quel feeling di cui parli si percepisce tutto. Bravissima
Francesca P.
2 Giugno 2017 at 14:04
Grazie a te, Serena, per aver viaggiato con me ed esserti lasciata (tras)portare dal mio reportage! E’ visivo ma soprattutto emotivo, perchè emozioni e occhi sono strettamente connessi e neanche io ormai so più dove finisce il confine… 🙂
Ileana
2 Giugno 2017 at 9:01
Una cosa che ti dico sempre è che adoro guardare attraverso i tuoi occhi, oggi però sento di doverti ringraziare un po’ di più.
Sono stata un paio di volte a Venezia e non è mancato solo il tempo, ma anche la voglia di conoscerla meglio. Non c’è mai stato quel feeling… ora però ti leggo e riesco a cogliere tutto quello che non ho voluto vedere. Lei ha fatto la sua parte, ma spesso sono gli occhi di chi guarda a fare la differenza e in questo caso, per me, è così. I tuoi occhi e il tuo saper cogliere le piccole cose, il tuo esserci e farlo sentire. Rimango qui ancora un po’…
Francesca P.
2 Giugno 2017 at 14:15
Sono sicura che adesso Venezia saprebbe colpirti come prima non è avvenuto… perchè tu avresti un approccio diverso, perchè a camminare e a guardare tutto sarebbe la Ile di oggi, che ha scoperto tante cose nuove di sè e non si lascerebbe sfuggire l’occasione di fare amicizia con questa città, trovando una sintonia giusta! Certo, dovresti andare in alcuni luoghi più appartati per apprezzare il suo lato migliore, ma sarei felice di guidarti e di prenderti per mano… 😉
Resta pure, panchine comode ce ne sono…
Chiara
2 Giugno 2017 at 17:30
i miei ricordi più belli di Venezia risalgono a tantissimi anni fa, ero bambina e con la mia famiglia andavo a trovare un’amica che abitava lì.Nel corso degli anni ci sono ritornata con mio figlio, avevamo affittato un appartamento nella zona dell’arsenale e avevamo scoperto angoli incantati fuori dalle rotte turistiche.Adesso che è cresciuto figurati se ci vuole ritornare con me, hehehh , ci ritornerò per conto mio…
Francesca P.
4 Giugno 2017 at 12:28
Le città accolgono tutte le nostre tappe di vita e di crescita… noi assistiamo ai loro cambiamenti in successione e loro ai nostri! Venezia sarà contenta di riaverti ora, anche da sola, per quella che sei oggi, vedendo come sei diventata… 🙂
sandra
5 Giugno 2017 at 9:01
quante belle foto Francesca, quanti attimi fermati, quanti sentimenti inquadrati, quanta bellezza!
come potrebbe non aspettarti Venezia se la ami così tanto?