MAN-TENERSI
Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque. (Erri De Luca, “I pesci non chiudono gli occhi”)
Mantenersi. Man-tenersi.
Tenersi per mano. Tenersi (per mano).
Tenerci. Tener-ci.
Una parola con un mondo dentro. Un mondo di quelli soffici, dove non si sente freddo. Dove gli spifferi sono coperti da cuscini colorati e dove il vuoto è riempito da brodo caldo, come un piatto di tortellini.
Mantenersi in piedi. Mantenersi lucidi. Mantenersi in equilibrio. Mantenersi vivi.
Tenersi per mano, non mollare la presa. Intrecciare le dita, fortificare l’incastro. Stringere più forte, quando serve.
Tenere anche la nostra, di mano. Guidarci, difenderci, proteggerci. Perchè, in fondo, chi tiene di più a noi… siamo noi.
Io tengo per mano dicembre, quasi a coccolarlo, perchè è un mese delicato, che ha meno vita facile degli altri undici che lo hanno preceduto: arriva alla fine, porta sulle spalle il peso di un anno intero, quando tanto è stato già fatto e detto. Ma come ogni epilogo, può avere in tasca il colpo di scena, o il fuoco d’artificio più bello, o la gioia del goal all’89.mo minuto, o il sapore più buono dell’ultimo boccone.
Per chiudere il piatto, lasciatevi una stellina di polenta, quella su cui ha nevicato più parmigiano, o un alberello, innaffiato da qualche goccia d’olio in più… può portare fortuna e stupire, come ogni finale.
TORTA SALATA DI POLENTA CON BACCALÀ “IN ROSA” E OLIO AL PESTO
Per la torta:
185 g di farina di mais o di polenta Valsugana
700 ml di acqua
400 g di baccalà
5-6 pomodorini
Uno scalogno
Olio al basilico (io ho usato l’olio al pesto Zucchi)
Latte (facoltativo; q.b.)
Parmigiano o pecorino grattugiato (q.b.)
Basilico fresco (per decorare)
Sale
Per decorare la torta:
185 g di farina di mais o di polenta Valsugana
700 ml di acqua
In una casseruola dai bordi alti, mettete l’acqua, salatela e appena inizia a bollire versate a pioggia la farina di mais, mescolando bene con un cucchiaio di legno. Continuate a mescolare finchè la polenta non avrà raggiunto la giusta consistenza: deve essere soda e cremosa, ma non liquida. Se usate la polenta Valsugana, sarà pronta in pochi minuti.
Adagiate la polenta in una pirofila da forno o in una teglia, distribuendola in modo uniforme e livellando la superficie con il dorso di un cucchiaio o una spatola. Lasciate raffreddare completamente.
Ripetete di nuovo, dall’inizio, la preparazione della polenta, che servirà per la decorazione della torta.
Lavate il baccalà e tagliatelo a pezzi. In una padella, fate soffriggere lo scalogno, unite i pomodorini tagliati a pezzetti e poi il baccalà. Cuocete per circa 10 minuti, o finchè il baccalà sarà tenero. Assaggiate e regolate di sale.
Frullate il baccalà e i pomodorini, insieme all’olio al pesto. Se necessario, se il composto fosse troppo denso, unite un po’ di latte.
Distribuite la crema di baccalà “in rosa” sulla polenta ormai fredda e solidificata della prima pirofila, spalmandola bene in ogni punto e facendo uno strato consistente.
Con una formina per i biscotti (scegliete la vostra preferita), incidete la polenta della seconda pirofila e “staccate” la decorazione, che sistemerete come più vi piace sulla torta.
Irrorate la torta con un filo di olio al pesto e cospargete con una spolverata generosa di parmigiano o pecorino. Mettete la torta nel forno già caldo a 180°, per circa 15 minuti, o finchè la superficie sarà leggermente dorata. Prima di servire, decorate la torta con qualche foglia di basilico fresco.
39 Comments
Anna
11 Dicembre 2016 at 20:30
Stavo leggendo “Tienimi per mano”, di Hermann Hesse, un istante prima di passare a trovarti…
Coincidenza che mi regala un sorriso; e il cuore, per un attimo, si adagia…
“Tienimi per mano”, mantenersi, man-tenersi.
Pensavo a un’Amica. Che mi ha tenuto saldamente per mano, con la forza travolgente del suo essere una sopravvissuta…
Che mi ha tenuto con la delicatezza di chi conosce il vuoto e il buio…
Che mi ha preso per mano, ed è stata tutta una scoperta, un viaggio. La scoperta che esiste, oh se esiste!, il dono gratuito… E ha avuto inizio il viaggio, io e lei, verso la (mia) risalita… È bastato un attimo,un incontro, e sarei stata una folle, a riuciarvi.
Mi ha ridato piedi ed equilibrio, lucidità e luce. Mi ha permesso cadute soffici, ha riempito il mio vuoto di calore e colore.
E, ora, il regalo più bello è TENERSI per mano. Diventa uno scambio, un camminarsi accanto. Lei afferra la mia mano, quando ne ha bisogno…
Perché ora, io per prima, mi tengo per mano. Ho imparato a farlo, ed è stato questo il viaggio in cui lei mi ha condotto… Mi difendo, mi proteggo, mi stimo, mi regalo la gioia di intrecciare mani, purché sappiano condividere…
Grazie, Francesca… Sono certa, anzi… CERTA: tu sai man-tenere. Fa parte di te…
Ti regalo un abbraccio, lo lego a queste Stelle che mi sorridono…
Anna
Francesca P.
11 Dicembre 2016 at 21:12
Le mani per me sono importantissime. Guardo la forma, cosa trasmettono, il loro tocco. Come si muovono nell’aria, come sanno stringere, il loro calore, i loro segni. Tenere le mano e tenersi per mano, due concetti che si sfiorano come dita, sono tra i gesti più intimi e confidenziali… e preziosi. Sono contenta che pensi con tanta convinzione che io sappia man-tenere, perchè… è così. Sì, so farlo. E lo dico senza presunzione. Lo so fare perchè ho capito il valore di una stretta, salda, vera, sincera. Mi piace darla, mi piace riceverla. Fisicamente proprio, ma anche moralmente. E quando trovo anime profonde come la tua, la stretta diventa abbraccio, l’abbraccio diventa vicinanza, la vicinanza diventa affetto e l’affetto diventa costanza. Quindi eccoci qui, cara Anna… stella dopo stella, anno dopo anno, dicembre dopo dicembre…
Anna
11 Dicembre 2016 at 20:31
Una ricetta perfettamente dicembrina, no? che meraviglia non avevo mai pensato alle formine di polenta, ma può essere un’idea anche per i più piccini..chissà che più in là non la metta in pratica 😀
Bella parola mantenersi, con tanti significati a seconda della parola che segue..e tenersi per mano è una delle cose più belle del mondo!
Francesca P.
11 Dicembre 2016 at 21:19
Io mangio la polenta e il baccalà tutto l’anno, ma a dicembre unirli e farli incontrare è un must qui! 😉 Questa volta ho voluto profumare l’inverno con un po’ d’estate, dato che avevo un olio al pesto buonissimo da abbinare alla ricetta… ed ecco che ho trovato l’antipasto per il cenone del 24! 🙂
Hai ragione, fare le formine con la polenta è un gioco bellissimo per i bambini, vedrai tra qualche anno, avrai la cucina piena di stelline, alberelli e animali vari, ehehe!
silvia
11 Dicembre 2016 at 21:22
Lessi anche io,qualche tempo fa, la frase tratta dal libro di Erri De Luca e ne rimasi colpita, “man-tenersi”, è un lungo sodalizio, un’amicizia che resiste, è quella sensazione di conforto che non ci abbandona, è l’intreccio di tutte quelle cose che camminano insieme, fianco a fianco e che si sostengono…è proprio un bel verbo effettivamente! E così man-teniamo un segreto, dei rapporti, man-teniamo viva la curiosità e così via! … vedo che hai preso anche tu per mano Dicembre, così stavolta non può perdersi, può soltanto man-tenere la promessa di sorprenderci con qualcosa di bello, perché sono certa che quando saluterá l’anno che sta per andare, noi saremo lì a ricordarci tutti i momenti più significativi! E con un set carino così la strada la trova per forza! Io adoro tanto la polenta e a forma di stellina secondo me è anche più buona e il baccalà, da me è sinonimo di Natale!!
Francesca P.
11 Dicembre 2016 at 21:30
Quel verbo contiene tante sfumature e mi piace che tu l’abbia associato non soltanto alla dimensione sentimentale, perchè riguarda vari aspetti della nostra vita, tutti importanti… mantenere viva la curiosità è la molla che ci fa andare avanti anche quando si zoppica un po’, la fiammella del “ciò che sarà” alimenta tutto ed è proprio come una mano tesa, da prendere…
Il 2016 è stato un anno particolare, voglio vedere cosa saprà fare-dire-portare, nel colpo di coda… il tempo dei bilanci non è ancora arrivato, per quello avremo il post dopo le feste! 🙂 Intanto godiamoci questo mese, la polenta che non manca mai neanche qui in questo periodo e il profumo di spezie nell’aria che ci unisce… 😉
m4ry
11 Dicembre 2016 at 21:47
“Mantenersi”, nello slang pugliese popolare è usato anche con il significato di non eccedere, di limitarsi: “mantieniti a mangiare!” ahahahah! E si sa che a dicembre, bisogna “mantenersi a mangiare” che se no si finisce l’anno rotolando! ahahah! Dai, stasera sono in vena di scemenze. Scherzi a parte, “mantenere” è un verbo che piace molto anche a me, dà il senso del preservare, del curare, dell’accudire, del prendersi cura…e hai ragione, siamo noi che teniamo ( o dovremmo tenere) a noi stessi più di tutti. E’ sempre un piacere leggerti amica mia…ed è un piacere assaporare piano i tuoi piatti colorati, profumati, bellissimi e ricchi di sapore. Piatti che ti somigliano molto, perché sono un misto di carattere e delicatezza, proprio come te <3
Francesca P.
11 Dicembre 2016 at 23:10
Le Leonesse sono così… hanno carattere e forza, sanno tirar fuori anche gli artigli e ruggire, se necessario, ma se sono serene diventano gattine delicate e buone, che vogliono solo mani che le accarezzano… chi ci fa arrabbiare merita la parte più “graffiante”, chi ci sa man-tenere invece si gode tutto il nostro calore, che è tanto… come se ci mettessimo anche noi dentro al forno insieme alla polenta! 😀 Avevamo già detto quanto la pancia parli al nostro posto e di come sia difficile dosare… temo di non essere capace a mantenermi con il cibo, alla pugliese, ma mantenermi vicina a te sì, in quello riesco bene e mi piace! 😉
Chiara
11 Dicembre 2016 at 23:32
mantenersi per me ha anche il significato di fare da sè, senza chiedere nulla agli altri, essere autosufficienti… ma spesso una mano data ha un significato più delicato, quasi una carezza che ti sfiora e che ti dice sono qui se hai bisogno…Belle le stelline di polenta , le avevo fatte anche io, portano allegria in tavola !
Francesca P.
11 Dicembre 2016 at 23:40
Sì, Chiara, quando ho scritto che dobbiamo tenere noi la nostra mano intendevo proprio questo… dobbiamo contare sulle nostre forze, sulla nostra individualità e sul nostro essere il/al centro di tutto! Questo va applicato come idea di base, ma se poi si trovano mani altrui giuste da stringere, allora camminare in due può essere piacevole… 🙂
Adoro fare le formine di polenta, torno un po’ bambina!
Emanuela
12 Dicembre 2016 at 7:47
ciao Gattina… oggi arrivo di mattina…
ieri sera mi sono addormentata con la crostata in forno! fortuna mia mamma! ero stanchissima, avevo fatto prove di ricette perché mamma mi ha chiesto dei pensierini per le sue clienti ed allora ho scartabellato diverse “blog-casette” per trovare biscottini vari… e alla fine so’ crollata… io mi chiamo E-MAN-uela (notare la E maiuscola, che coccolo come i miei capelli rosso.rame 😉 ) e nel mio nome il prefisso MAN- è intrinseco, intrecciato come le dita che si stringono ma come i rami di venco per fare i cestini .. mi son venuti in mente e ho visto/visualizzato proprio dei cestini leggendo “Tenersi per mano, non mollare la presa. Intrecciare le dita, fortificare l’incastro. Stringere più forte, quando serve.” e ho pianto (Come mi capita spesso qui) mentre leggevo la riga sopra “mantenersi IN PIEDI, IN EQUILIBRIO, LUCIDI, VIVI” .. piango perché traballo ..perché nella mia risalita le mani strette hanno una presa leggera, perché mi abbandonano ed io mi trovo “in bilico, tra santi e falsi dei…e resto li sul filo di un rasoio…” allora uso le mani per AFFERRARE da sola quei rami che sporgono dalla terra come quando devi arrampicarti lungo una costa o un greppo (ehm sai cosa è un greppo???? ) dove rovi, siepi rami e fogliame sporgono e tu per salire… gattoni e afferri, afferri e gattoni ….
hai ragione dovremmo essere noi a “tenerci di più .. a noi” “guidarci, proteggerci …” io lo sto imparando o almeno cerco…
ma faccio fatica ..perché sono una che invece potrebbe applicare il verbo “mantenersi” a tutti gli ambiti della vita come fossi pugliese .., ergo “trattenersi” e quindi per una che trattiene, tiene stretto e forte tutto non si lascia e non lascia, non si smolla e non smolla .. è difficile; anche io sono leonessa e forse quando trovo la mano che a me pare giusta mi ci abbandono troppo nel suo calore e quindi quando è lei a mollare cado con un tonfo enorme…. hai ragione che noi leonesse siamo generose, forse troppo, io lo sono questo si.. a prescindere ..prima gli altri poi me,..offro la mia MANO SEMPRE ..
oddio ehm.. sono uscita dai binari…mi sa.. perché cavolo finisco con lo sproloquiare di me così tanto porca peppa che mica me ne accorgo… scusa..
ah! ho fatto la tua torta con le pere intere anche lì… quel post..quelle parole così giuste al momento giusto… quanto vorrei incontrarti…gattina..
Manu Manu .. e scusa,..se son logorroica..
ps: le formine di polenta son troppo belline le rifaccio sicuro sicuro… un bacio.
Francesca P.
13 Dicembre 2016 at 23:21
Una donna che ha nel nome il MAN usa le mani per fare biscotti, per aggrapparsi alla vita, per intrecciare cestini, per fare le ombre di animali sul muro, per sentire tutto con intensità e per afferrare ogni occasione futura… io la sento la tua forza, so che la hai anche se non ti conosco dal vivo, perchè vedo quanto stai combattendo per te stessa e per il tuo bene e questo, col tempo, viene premiato… traballare, oscillare e persino cadere va messo in conto, ma ti sei già rialzata varie volte e adesso sei più consapevole di cosa vuoi e sei… “trattenersi” alla pugliese lo faccio anche io, prima di fidarmi… è una difesa e credo sia giusto, perchè bisogna essere certi di donare bene il cuore e il nostro sorriso… non tutte le mani meritano di essere strette, ma quelle che sanno man-tenere si riconoscono subito, un po’ dal tatto, un po’ dall’odore, un po’ dalla presa… e quando teniamo la nostra, di mano, saldamente, è anche più semplice offrirla agli altri… c’è più sicurezza, perchè al timone ci siamo noi… e se brillano in cielo delle stelle, a fare luce, forse forse sono di polenta e le ho messe io lì, apposta… 😉
Tatiana
12 Dicembre 2016 at 8:41
Ecco il verbo del mio quotidiano: mantenersi, al riflessivo, mantenersi in equilibrio tra mille guai nel mio caso… ci sono quei periodi in cui te ne capita una al giorno e non ti rimane che sorridere e cercare di ignorare il problema con molta filosofia zen, un po’ fingendo che tutto vada bene e un po’ con la rassegnazione che se anche ti incavoli le cose non cambiano, a parte il fatto di esserti arrabbiato per nulla 🙂
Mi mantengo in equilibrio già da un po’, con la consapevolezza che non può piovere per sempre e allora aspetto pazientemente, percorrendo la mia strada senza perdere d’occhio la mezzeria della carreggiata, almeno per non rischiare pericolose sbandate sull’asfalto sdrucciolevole, mantengo un minimo le redini su dicembre, lo faccio anch’io pur senza grosse pretese nonostante le mille idee che mi frullano per la testa e che non riesco a realizzare per mancanza di tempo e di vita. Mi mantengo in equilibrio con la consueta tranquillità e imperturbabilità che contraddistinguono il mio costante ottimismo, il mio considerare il famoso bicchiere costantemente pieno a dispetto di tutto, mi mantengo così come sono, me stessa, anche se c’è chi mi vorrebbe trasmettere il proprio pessimismo, ma io non ci sto e non mi faccio smontare da nessuno.
Mi piace questo piatto: lo sai che hai utilizzato gli ingredienti tipici delle mie zone? La polenta e il baccalà, un must nella mia città, la perfetta unione tra la pianura e il mare… mi ha incuriosita questo tortino così particolare, che esce dai consueti schemi tradizionali, quasi quasi da provare, sono certa mi piacerebbe 🙂 Anche questa volta per mantenere il contatto con il mare… Lo vedi quanto spesso ricorra questo bellissimo verbo?
Un abbraccio bella Franci!
Francesca P.
13 Dicembre 2016 at 23:29
Mantenersi in equilibrio è una delle sfide più grandi, perchè ci sono sempre ostacoli o motivi che ci fanno ondeggiare e quasi cadere giù dal filo su cui camminiamo… ma donne come noi ci sono abituate, adesso siamo più preparate a tutto, abbiamo imparato a mettere un piede dietro l’altro e procedere, anche se lentamente, anche se a volte dobbiamo allargare le braccia per restare dritte…
Quando mi parli di te e di come affronti i tuoi guai, penso sempre che ti ammiro… vedo la voglia di farcela, vedo una donna che non si abbatte e che si prende ciò che merita dalla vita, oggi… ed è importante, perchè va bene farsi in 4 per gli altri e dedicarsi a chi ha bisogno di noi, ma conta anche il man-tenere noi stesse al centro…
Immaginavo avresti gradito il baccalà, io l’ho riscoperto da poco e adesso lo cucino spesso in tanti modi… adoro ridurlo in crema, per condire la pasta o vestire a festa la polenta, come in questo caso! Che dici, ci possiamo fare anche un abitino rosa per Capodanno? 😀
Alice
12 Dicembre 2016 at 9:24
Trovare qualcuno che nella vita ti tiene per mano e da tenere per mano è una cosa meravigliosa che ci arricchisce nell’anima e nel cuore. Bellissime le tue foto come sempre perfette per il clima natalizio, sfiziosa e assolutamente da provare questa originalissima torta salata!
baci e buona settimana
Alice
Francesca P.
13 Dicembre 2016 at 23:32
Alice, è vero… trovare le mani giuste è fondamentale, perchè possiamo affidarci, farci guidare e rilassarci… ogni tanto serve abbandonarsi alla stretta altrui! E con le nostre, di mani, possiamo fare le formine di polenta! 😉
Grazie mille, un abbraccio!
Ileana
12 Dicembre 2016 at 9:46
“Tenere anche la nostra, di mano. Guidarci, difenderci, proteggerci. Perchè, in fondo, chi tiene di più a noi… siamo noi.”
Io oggi abbraccio queste parole, perché dovrebbe essere il nostro primo pensiero, eppure a volte passa in secondo piano.
Ora non più.
Ci pensavo proprio in questi giorni sai.. la scorsa settimana è stata una settimana molto intensa, complicata sotto tanti aspetti, eppure ogni giorno, quando finivo a letto stanchissima mi dicevo soltanto una cosa. Grazie. Lo ripetevo a me stessa, perché noi per prime dobbiamo tenerci per mano…
Mi mancava passare qui a chiacchierare con te, perché parlare con te vuol dire parlare anche un po’ con me…:*
( non so se te l’avevo già detto, ma certe cose preferisco ripeterle, sempre! )
Francesca P.
14 Dicembre 2016 at 0:11
Il nostro primo pensiero, eh sì… certe cose si capiscono fino in fondo solo con il tempo, esperienza dopo esperienza, anche passando dentro quelle meno positive… arriva un momento in cui (ci) diventa chiaro che siamo noi il fulcro di tutto e quel tutto parte dal volersi bene, dal prendersi per mano, dall’ascoltarsi e dal darci tutta l’attenzione – e lo spazio – che meritiamo…
Adoro parlarti anche io. E lo sai! :*
ipasticciditerry
12 Dicembre 2016 at 16:34
Man-tenersi … e mi vengono in mente due mani che spesso mi cercano. Una piccolissima, che si perde nella mia ma si affida fiduciosa, facendosi portare dove serve. L’altra grande, dove si perde la mia mano stavolta, che mi tiene, ogni volta che usciamo e passeggiamo per strada. E mentre quella piccola si affida a me completamente, quella grande mi sorregge ma vuole anche essere sorretta, a volte. E allora ecco che spero che questo dicembre dia davvero un colpo di coda finale e ci regali quel goal che stiamo aspettando ormai da troppo tempo. Sono certa che se quel goal arrivasse, le nostre mani grandi andrebbero più serene incontro al nuovo anno che sta arrivando. Questo per me è stato un anno pesante, credo il terzo consecutivo e le mie spalle cominciano a incurvarsi per il troppo peso … quando vengo da te mi viene facile aprire il mio cuore, tu mi stimoli pensieri e parole ed ecco che tracimano da questa tastiera e volano verso te, dolce Frà ♥ il piatto? Un idea golosa che certo ti copierò, io adoro la polenta e, sopratutto d’inverno, la faccio spesso. Io preferisco quella bianca, che cuoce in un ora e non di meno … la trovo più delicata e digeribile. Il baccalà mi piace ma non so perchè non lo cucino spesso. Devo rimediare. Un grande abbraccio a te e una carezza a chi sai tu
Francesca P.
14 Dicembre 2016 at 0:22
Che bella, Terry, l’immagine di quelle due mani… una grande, una piccola, una da proteggere, una che ci sorregge… quanti incastri di mani importanti ci sono, quante strette ci hanno aiutato o persino salvato, quante passeggiate insieme, fianco a fianco, a decidere insieme l’andamento dei piedi e quando è meglio rallentare o accelerare…
Spero davvero che il 2016 possa portarti quel goal e che soprattutto il 2017 sappia essere migliore degli ultimi tre, perchè meriti quella leggerezza che fa vivere più serenamente i giorni… il 2016 a me ha lasciato qualcosa di costruttivo, lo ricorderò come l’anno della rinascita emotiva… forse è ancora presto per fare bilanci, ma è inevitabile tirar già le somme e sono contenta dei passi avanti che ho fatto, come li avessi messi in fila come stelline di polenta… quella bianca qui si usa poco, l’ho mangiata spesso in Veneto, proverò a cercarla, perchè sai che quel colore mi piace! 🙂 Il baccalà è un pesce tutto da riscoprire anche per me, dagli nuove opportunità e vedrai che ti sorprenderà!
Un abbraccio a te, da tutti noi!
ipasticciditerry
15 Dicembre 2016 at 15:45
E comunque l’ho fatto oggi; buonissimo! Grazie dell’idea
Francesca P.
15 Dicembre 2016 at 17:56
Dai, che gioia! Mi fa piacere! :*
saltandoinpadella
12 Dicembre 2016 at 17:15
Ti confesso che le mani sono una delle prime cose che guardo in un uomo subito dopo agli occhi. Raccontano tante storie e regalano atti indimenticabili. Tenere le mani delle persone care, stringere saldamente quelle dei bimbi per infondergli sicurezza e amore, giocherellare con le zampotte pelose dei nostri amici, gesti che riempiono di gioia e fanno tornare il sole anche in queste giornate nebbiose.
Proprio come le tue tortine, un vero raggio di sole. La decorazione è assolutamente deliziosa, te la copierò sicuramente perchè sono sicura che le bimbe se ne innamoreranno al primo sguardo
Francesca P.
14 Dicembre 2016 at 0:37
Elena, ti confesso che vale anche per me… 😉 Guardo la forma delle dita, la grandezza, se esprimono senso di sicurezza, se sono curate, come gesticolano… hanno un linguaggio tutto loro e anche una stretta di mano può dire tanto della persona…
Sapessi quante volte prendo la zampetta di Ulisse e la metto nella mia mano, quando siamo sul divano… mi fa tenerezza quell’unione e siamo capaci di tenerci per mano/zampa anche per tutto un film! 🙂
Sì, sono certa che le nipotine si divertiranno molto a fare le formine di polenta, anche a me è sembrato di avere 10 anni mentre le ritagliavo! 😀
Melania
12 Dicembre 2016 at 17:42
È un verbo che per lungo tempo mi ha fatto paura. Quasi faticavo a pronunciarlo. Tuttalpiù a viverlo. E mi nascondevo quando all’improvviso spuntava.
Adesso lo sento mio. Lo sento dentro forte. È un verbo che mi accompagna e quando non c’è son io che vado a cercarlo.
Quel verbo oggi, non è solo una mano stretta forte, è un abbraccio, una parola sussurrata. È la voglia di esserci senza più paura.
Mi piace l’atmosfera che respiro qui. Natale si sente sempre più e la tua preparazione è una delizia Franci!
Francesca P.
14 Dicembre 2016 at 0:42
Mantenere è saper accogliere, abbracciare, dare sostegno. E’ saperci essere, è non andare via. E’ darsi. E’ parente del restare, del fare durare qualcosa di bello o che ci piace. Ci vedo dolcezza ma anche decisione… perchè alcune strette di mano devono essere così: dolci e decise, allo stesso tempo. Devono trasmettere sicurezza, ecco… per me questo è fondamentale…
Io e il Natale ci stiamo annusando, o meglio, io annuso lui e lui annusa la polenta al forno… 😛
Virginia
12 Dicembre 2016 at 17:51
Questa frase di Erri De Luca è molto illuminante e mi spinge ad approfondire il libro da cui è tratta. Mi piace molto anche la sfumatura che ne hai ricavato, man-tenere sè stessi… Spesso tenersi per mano sembra più difficile di tutto il resto, sapersi ascoltare e qualche volta assecondarsi anche quando il dovere o “il giusto” porterebbero in un’altra direzione. Dicembre ha una bella responsabilità, perchè tante volte si giudica un anno solo dal suo finale solo perchè più fresco nella memoria. A me questo mese è sempre stato simpatico, per cui lo tengo dall’altra mano e insieme corriamo verso il nuovo anno 😉
Questo piatto è ridente, sia per le formine di polenta sia per i colori brillanti! Sono sicura che sia buono almeno quanto è bello e per non sbagliare seguo il tuo consiglio: tengo la stellina più golosa per la fine, per terminare il piatto in bellezza 😉
Francesca P.
14 Dicembre 2016 at 0:48
Virginia, se ami De Luca non puoi perdere questo libro! Mi è stato regalato perchè avevo espresso il desiderio di averlo, dato che sono stata colpita da alcune frasi, compresa questa… appena l’ho letta, il primo pensiero è stato “quant’è vera” e il secondo, invece, “la userò come spunto per un post sul blog”! 😀
Ascoltarsi è necessario… spesso tante risposte che cerchiamo sono già dentro di noi e aspettano solo di essere comprese, capite… e tirate fuori. Forse qui c’è legato un altro concetto importante: il mantenersi fedeli a ciò che sentiamo…
Non avevo mai fatto una torta di polenta, ma abbinarla al baccalà è un grande classico, così ho voluto preparare un piatto che fosse “mio” e che mi rispecchiasse… e quindi stelline, colore e rosso passione! 🙂
Monica
13 Dicembre 2016 at 15:58
La polenta, quel piatto che sa di casa e famiglia. Per me un piccolo pacco di polenta grezza rappresenta il riassunto del Natale, degli affetti vicini, della condivisione di un pasto e del calore di una casa vissuta.
Mi piace questa torta salata, i colori vivi e i sapori ricchi, e poi quella voglia di tenersi, di stringersi per mano e di non lasciarsi andare. Sempre splendida tu e le tue parole.
Francesca P.
14 Dicembre 2016 at 0:51
Immagino quanta polenta tu possa mangiare al caldo della tua montagna, per me era un must ordinarla nei rifugio, con tanti funghi e il formaggio fuso! Ah, come mi mancano certi pranzi ad alta quota… ecco, al mio elenco posso aggiungere anche il mantenere vivi i ricordi…
Grazie mille, Monica, tu mi man-tieni per mano con i tuoi commenti sempre affettuosi… :*
Claudia
13 Dicembre 2016 at 17:33
Mi piace questa coccola a dicembre, se la merita tutta. E’ un mese importante, il mese del buio e della fine, che già racchiude luce e un nuovo inizio. Il Natale non è messo lì a caso 🙂 A me delle sorprese le porterà, già lo so, e già non vedo l’ora di conoscerle!
Francesca P.
14 Dicembre 2016 at 0:55
Ho un rapporto ambivalente con questo mese, non lo amo tanto per le feste ma mi piace che concluda un ciclo e sia legato a bilanci, a capitoli da chiudere e ad altri da scrivere… è l’ultimo step prima di un nuovo salto…
A proposito di salti, sappi che io sono qui a Natale e quindi se tra un neonato e qualche pacco da scartare riesci a trovare il tempo per un tè, a me farebbe molto piacere, così finalmente a voce parliamo di tutto! 🙂
larobi
13 Dicembre 2016 at 17:58
ma che bella idea questa polenta! bellissime le stelline! Giusto per non perdere le abitudini volevo dirti che abbiamo gli stessi nastri adesivi 😉 con i quali sto decorando pacchetti e pacchettini!
Questo dicembre porta un grandissimo peso…la mancanza di una persona importantissima per me : il mio papà la settimana scorsa è mancato…quindi saranno feste difficili e tristi pur con la consapevolezza che è stato meglio così e che comunque, così è la vita… con lui mi tenevo spesso per mano, anche “da grande” :ho dunque apprezzato molto le tue considerazioni sulla parola “tenere”. Mi fai sempre riflettere, mi fai sempre rintanare nel tuo angolo quieto in cui mi ritrovo. Grazie. un abbraccio
Francesca P.
14 Dicembre 2016 at 0:59
Robi, mi dispiace tanto… ti voglio sentire in privato, ti scrivo prestissimo, ma intanto apprezzo che mi abbia confidato qui la notizia… per adesso ti abbraccio forte, non ci sono mai parole adatte a commentare simili eventi, ma so che saprai guardare nei miei occhi (verdini!) e ci capiremo con uno sguardo, anche a distanza, anche attraverso un monitor…
Certe mani non smetteranno mai di tenerci, questa è una certezza che non cambia le cose ma sicuramente consola tanto… e mantenere vivi, vivissimi gli affetti si può…
larobi
14 Dicembre 2016 at 14:48
volevo dirtelo ma non volevo farlo attraverso i social. qui mi sembrava comunque più discreto (pochi si prendono la briga di leggere i commenti degli altri) e meno “pressante” di un annuncio privato…so che mi capisci e mi sei vicina! ti abbraccio forte. grazie
zia consu
13 Dicembre 2016 at 18:29
..io sono qui che spero di terminare l’anno nel migliore dei modi..la speranza è l’ultima a morire! Per me dicembre è sempre un mese faticoso e quest’anno più che mai, meno male che ci sei tu a portare un po’ di luce in questi giorni faticosi 🙂
Vorrei essere una stellina di polenta per abbracciare quella mousse rosa confetto 😛
Francesca P.
14 Dicembre 2016 at 1:02
Consu, prepariamo tante stelline e aspettiamo che cadano, così possiamo affidare i desideri di momenti migliori a questa fine dell’anno! E confidiamo anche nel rosa, il colore dei sentimenti e delle mani…
Un abbraccio! :*
fausta lavagna
18 Dicembre 2016 at 19:21
Francesca, che bell’idea hai avuto per rinfrescare un piatto della tradizione veneta (ma non solo)! E alberelli e stelline per una versione natalizia. Questo piatto mi piace. Dicembre, il dicembre di un anno pesante, per me, un anno che si è fatto sentire. Ma come dici tu, il finale può sempre stupire! Man-tengo ferme le mie speranze e non le lascio scappar via… come hanno fatto, credo, le tue creaturine pelose di cui noto, e patisco, la mancanza. Un abbraccio forte amica mia e, se non riuscirò a passare ancora, già da ora: Buon Natale!
Francesca P.
18 Dicembre 2016 at 20:20
Ci vogliono tante stelline, che esaudiscano desideri vecchi e nuovi… e tanti alberelli, con rami forti e solidi, su cui si può poggiare la neve e qualche uccellino curioso che porta fortuna…
Anche per me dicembre non è stato – e non è – un mese facile, quindi colorare la polenta di rosso mi è venuto spontaneo, per avere un po’ di carica! Confido nel nuovo anno, che sappia essere gentile con le speranze che nutriamo e che hanno bisogno di ossigeno e di luce…
Grazie del commento, cara Fausta… gli auguri di Natale ce li faremo per bene, nei prossimi giorni!