FARE LE COSE TANTO
Io sono “una che fa le cose tanto”. Oh, sì.
Fare le cose tanto. Quelle che piacciono. Non risparmiar(si). Non contare, non frenarsi. Non usare la bilancia per le dosi, regolarsi ad occhio. Anzi, a pancia. Dire ancora, volere ancora.
Parlare tanto, quando i discorsi sono acini d’uva e uno tira l’altro. Quando il tempo si frulla e magicamente diventa liquido e tre ore hanno la leggerezza di tre respiri. Quando è bello trovarsi e mescolarsi un po’, come gli impasti delle torte marmorizzate.
Sentire tanto, dare tanto, amare tanto. Non conosco altro modo, perchè agli altri modi manca il sale (e il sole), mancano le mandorle a decorare, manca la spolverata di cannella. Manca l’anima. E l’anima non vuole il “q.b. – quanto basta”, ma il “a piacere”, come vale per le indicazioni per gli ingredienti.
Fare le cose tanto non significa non avere il senso della misura o esagerare, il tanto non è il troppo. Significa semplicemente lasciarsi andare. Essere come si è. E come ci va di essere.
Lasciarti essere te
tutta intera
vedere che tu sei tu
solo se sei tutto ciò che sei
la tenerezza e la furia
quel che vuole sottrarsi
e quel che vuole aderire
chi ama solo una metà
non ti ama a metà ma per nulla (Erich Fried)
Cucinare tanto, nei giorni in cui c’è una fame particolare di cosedivita, quando una sola non sazia e in tavola si desidera (ap)poggiare più ciotoline, più sapori, più emozioni, più incastri.
Capita, dunque, che oggi vi troviate più ricette in un solo post, colorate d’autunno, di viaggi speziati e di piccoli fiori croccanti che sbocciano anche in ottobre.
Io sono “una che fa le cose tanto”. Oh, sì.
Ecco la prova.
CRACKER DI CECI AL DUKKAH (con hummus di zucca, paprica e sesamo)
Per il dukkah:
Mandorle o nocciole
Pistacchi
Semi di sesamo
Semi di coriandolo
Semi di cumino
Semi di finocchio
Pepe nero in grani
Paprica dolce
Cristalli di sale
Tostate a secco la frutta a guscio in una padella a fuoco medio, mescolando spesso. Lasciate raffreddare e trasferite in un mixer o nel frullatore. Mettete nella padella il resto degli ingredienti, tranne la paprica e il sale. Tostate a secco e trasferite nel mixer o nel frullatore, insieme agli altri ingredienti. Aggiungete la paprica e il sale e attivate il mixer o il frullatore, fino a ottenere una preparazione densa. Non lavorate troppo a lungo, dovrete avere una consistenza simile a una polvere.
* Io ho provato anche a mettere direttamente tutti gli ingredienti nel mixer, senza tostarli. L’aroma si sprigiona leggermente meno, ma viene bene ugualmente
** La ricetta dei crackers di ceci al dukkah è tratta dal libro “Cracker” di Sue Quinn (Biblioteca culinaria)
*** Il dukkah è un condimento speziato mediorientale, che si accompagna bene con uova e verdure. Si conserva per diverse settimane in un contenitore ermetico.
Per i cracker:
200 g di ceci già lessati
60 g di farina di ceci (o un po’ di più)
Sale
Un albume
Dukkah
Preriscaldate il forno a 180°. Frullate i ceci fino a ottenere una composto non troppo liscio. Metteteli in una ciotola (o nel robot) insieme alla farina, al sale, all’album leggermente sbattuto e al dukkah (1-2-3 cucchiaini, secondo i vostri gusti). Mescolate bene. Se necessario, se il composto risulta colloso, aggiungete altra farina di ceci. Stendete l’impasto a 2-3 mm di spessore tra due fogli di carta da forno leggermente infarinati. Staccate il foglio superiore, spennellate leggermente d’acqua l’impasto e distribuite sopra un po’ di dukkah. Formate i cracker, usando uno stampino per biscotti. Fate scivolare la carta sulla teglia da forno e cuocete per 25-30 minuti, o fin quando l’impasto sarà dorato. Lasciate raffreddare su una gratella e poi rompete i cracker, seguendo le incisioni della formina.
Per l’hummus:
100 g di ceci già lessati
200/250 g di zucca già pulita
Uno spicchio d’aglio
Paprica dolce (q.b.)
Semi di sesamo (q.b.)
Olio extra vergine di oliva
Sale
Semi di zucca (facoltativi; per decorare)
In una padella, cuocete la zucca tagliata a pezzi, con un filo d’olio e l’aglio. Frullatela insieme ai ceci, aggiungendo anche la paprica, il sesamo e un pizzico di sale. Mettete l’hummus in una ciotolina, irrorandolo con l’olio e decorandolo, se volete, con paprica e sesamo.
52 Comments
Anna
9 Ottobre 2016 at 20:50
…Tanto di te, qui.
Tu che non conosci il q.b., non negli impasti di vita. Quelli che sono incontro, e diventano legame… Quelli che toccano l’anima, ogni volta.
Non è mai troppo, il tanto; è darsi a piacere, liberamente, senza paura, sapendo di atterrare tra mani pronte e calde… Riempire vuoti, colmare distanze, placare rughe di dolore… Questo è il tanto che ci piace, che dobbiamo cercare e inseguire e proteggere e difendere. E diffondere. Come fai tu…
Tre ore che volano con la leggerezza di tre respiri. Descrizione perfetta di quel tanto che regala battiti al cuore…
Cara Francesca, lasciati (e continua ad) “essere te tutta intera”.
Quella che è TANTO, non troppo…
Buona settimana!
Anna
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 0:09
… Tanto di me, sì. La me che si sta conoscendo e definendo sempre meglio.
Hai saputo cogliere tutto il senso del mio pensiero anche stavolta, come se non ci fosse bisogno di spiegare altro, perchè senti e sai benissimo di cosa sto parlando… e ci tengo a sottolineare una frase: “darsi a piacere, liberamente, senza paura”… esatto, Anna, proprio così! Poterlo fare, abbassando muri e difese, trovando chi condivide lo stesso modo di vivere le cose… non è facile, gli incastri d’anima sono rari. Ma quando avvengono, beh, le ricette hanno tutto un altro gusto… un gusto pieno, completo. Come complete dobbiamo sentirci noi, ossia più appagate e apprezzate, sapendo di non reprimere nulla e di mostrare chi siamo davvero… e c’è da vivere tanto. Anzi, tantissimo.
Alice
9 Ottobre 2016 at 20:51
Il tuo dukkah mi riporta alla mente alla mia crociera sul Nilo, lo servivano con le uova, lo trovavi spesso anche nel buffet della colazione, mentre l’hummus…io lo adoro, ricordo che in Libano ne mangiavo tonnellate semplicemente con il loro meraviglioso pane !
Grazie per la ricetta del dukkah !
baci e buona settimana
Alice
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 0:13
Alice, non conoscevo questo condimento ma appena ho letto gli ingredienti mi sono detta “è per me, lo faccio subito”! E, infatti, il giorno dopo aver preso questo libro sapevo già quale ricetta fare per prima… 🙂
L’hummus l’adoro e voglio farlo di tutti i colori! Non potevo che cominciare dall’arancione-autunno, ma ho in mente anche varie sfumature di viola… 😉
Tatiana
9 Ottobre 2016 at 21:24
Si fanno le cose tanto quando si è entusiasti della vita, quando si ama senza riserve, quando si è convinti che credendoci si arriva ovunque, che gli ostacoli sono fatti solo per saltarvi oltre; io sono una che fa sempre le cose tanto, per carattere, e quando non me la sento di farle in questo modo mi preoccupo perchè so che c’è qualcosa che mi sta spegnendo l’entusiasmo. Bisogna essere affamati di vita per fare le cose tanto, morderla a bocconi decisi e poi gustarsela lentamente e senza perdersi nemmeno una sfumatura di sapore ed è per questo che io da sempre amo le spezie nei cibi, i profumi speziati sul corpo, l’odore delle spezie nell’aria, perchè se sei passionale non puoi non amarle come non puoi non fare le cose tanto! E solo leggendo l’elenco degli ingredienti ho sentito che queste sono i cibi che sento vicini al mio modo di essere, tra sesamo, coriandolo, cumino, paprika e pepe… spettacolare… un mix che sa di tramonto in riva al mare, così caldo e rosso (sì, a me sa di rosso perchè c’è la paprika, perchè è un mix così esotico…), così perfetto che non poteva non essere “tanto”!
Un abbraccio tantissimo a te!
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 0:27
Tatiana, potrei usare parecchie frasi del tuo commento per completare e arricchire il mio post, sai? Conoscendoti da qui, immaginavo fossi anche tu una donna “che fa le cose tanto”, seguendo la passione, lanciandoti, dedicandoti a ciò che ami senza riserve… da felina annuso chi è così, mi basta poco per capirlo!
Fare le cose tanto vuol dire anche regalare attenzioni, parole, ascolto, tempo… saper(si) donare, saperci essere. Ecco, noi ci siamo. Sappiamo essere presenti tanto, perchè sappiamo che è importante. E’ una delle caratteristiche che noto di più, nelle persone. In amore, in amicizia… e persino qui, nei nostri spazi culinari. Tu ci sei (tanto). Da sempre e sempre. E questo, credimi, per me ha un valore grandissimo! Per ringraziarti posso riempire una valigia di dukkah… 🙂
(provalo a fare, lo userai… ovviamente tanto!)
Virginia
9 Ottobre 2016 at 23:47
Crescendo ho capito che la moderazione va bene in alcune circostanze, mentre in altre è giusto lasciarsi andare e permettere al cuore di battere forte, senza mettere freni. Io lo avevo intuito che sei una ragazza che nelle cose ci mette tutta sè stessa, senza risparmiarsi e soprattutto senza dosare con cautela il sentimento. A proposito, sai come chiamo io i q.b.? Di solito dico “a sentimento”, espressione molto vicina a quella che hai citato tu 😉
L’anno scorso avevo preparato un hummus con la zucca arrosto e vedere una cremina arancione qui da te, insieme a quei crackers che parlano da soli, mi fa venire voglia di ridurre a crema il pezzo di zucca che ho nel frigorifero! I semi di zucca sull’hummus sembrano due foglioline di basilico, e con quel colore così solare e il sapore caldo e speziato del dukkah mi sembra che l’estate sia ancora qui 🙂
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 0:44
Sono contenta che abbia capito la mia indole, vuol dire che io mi sono resa “decifrabile”, ma anche che tu sei stata sensibile a cogliere questo lato…
Mettere se stessi in tutto è rischioso, ti fa esporre e ti rende anche un po’ vulnerabile, un bersaglio più facile per le delusioni… ma sai a che conclusione sono giunta? Che non importa, tutto insegna e da tutto si riparte, ma almeno so di aver agito “a sentimento”, che è l’unica cosa di cui non mi pento, mai… 🙂 E da adesso in poi, quando scriverò “q.b.” ti penserò in modo complice, ehehe!
Dovremmo organizzare un pranzetto con piatti stranieri, alla parte orientale pensi tu, io ci metto il calore del Sud… 🙂 Soia, spezie e verdure, non ci facciamo mancare niente! Neanche la fantasia e la poesia, perchè se hai visto nei semi di zucca delle foglie di basilico significa che siamo entrambe delle “visionarie” che usano (tanto) l’immaginazione! 😉
Ileana
10 Ottobre 2016 at 9:33
Tu riesci sempre a trovare le parole giuste, anche per me.
Fare le cose tanto. Quanto mi ritrovo in queste tue parole.. se la timidezza va via vuol dire che ne vale la pena, vuol dire che c’è sintonia, che c’è qualcosa che va oltre…e allora sì, mi lascio andare e divento una gran chiacchierona, perché non ci sono vie di mezzo.
Fare le cose tanto. Con l’anima, le mani, la pelle e il cuore, non c’è nulla di più bello, autentico, sincero…senza misure.
..e allora non fermiamoci, perché la vita è qui, ora.
Mi piacciono queste foto, così calorose…:)
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 22:56
Sì, Ile, è proprio così… noi selezioniamo molto, ma quando “scegliamo” sappiamo aprirci tanto ed è bello vivere tutto senza limiti! Le vie di mezzo, negli affetti, non danno soddisfazione… è come mangiare solo metà hummus, mentre ci piace finirlo tutto e godercelo in pieno! 🙂
“La vita è qui, ora” va tenuto sempre a mente… io me lo ripeto ogni giorno e voglio che il presente sia ricco di spezie, ognuna diversa che sprigiona il suo aroma! Mi aiuti a raccogliere altre ciotoline e mi porti anche le tue? 🙂
Vanessa
10 Ottobre 2016 at 11:28
E per me tutte queste ciotole, questi profumi e questi colori, piacciono proprio tanto! Così tanto che mi piacerebbe averli qui, per assaggiare tutto e sentire tutto! Non cambiare mai: continua a “fare le cose tanto”, che ti riesce davvero bene! Un abbraccio!
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 23:09
Vane, bentrovata! Se apri lo sportello del mobile dove tengo le ciotoline, ti rendi conto che faccio le cose tanto anche durante lo shopping, ahaha!
Prometto di non cambiare, anche perchè le rare volte in cui ci ho provato ho fallito… quindi meglio non snaturarsi e seguire la propria inclinazione! 😉
Emanuela
10 Ottobre 2016 at 16:13
la mia gattina oggi mi fa piangere, sai? io che sto cercando disperatamente di fare le cose “tanto” .. confusamente, stringendo i denti per essere ancora qui… a leggere e scrivere… quanto mi riconosco in queste tue parole.. quell’hummus arancione che assomiglia al simbolo della pace .. e che grazie alla paprika e ai semini sembra un viso che fa un bel sorriso… Dio mio Franci… tu… io non ti conosco… ma quanto mi piaci….io piano piano.. affronto il mio “tanto”verso di me.. perché se per gli altri faccio “tanto” e mi offro… per me… ancora poco.. ed invece… piano piano.. allento resistenze..assaporo colori…e gusto i sapori che sono anche momenti…ooohh Franci…è bellissimo essere “tanto” .. a poco a poco diventare “tanto” liberarsi….
Grazie mille…
devo uscire.. ma torno perché non ho finito…
Manu.
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 23:18
Manu, io adoro i puntini di sospensione e riesco a capire ogni pausa che fai, ogni frase, ogni concetto che si ferma sul foglio, così personale… tu “senti” me per lo stesso motivo, perchè riconosci l’autenticità e l’emozione degli stati d’animo che dettano le parole che metto in fila ogni settimana, qui…
Il fare le cose tanto a volte è anche faticoso, servono energie, serve entusiasmo… ma è come una spinta, è il cuore che non si accontenta di avere di meno e vuole – pretende – di essere libero, senza catene… è importante fare tanto anche per noi stesse, certo, è un percorso e un viaggio che io ho iniziato già da un po’, seguimi, vienimi dietro, ogni tanto ci riposiamo su una panchina a fare merenda con i cracker e poi si riparte, verso nuove avventure di cui le protagoniste siamo noi… noi!
Torna quando vuoi e grazie… io, con le mie ciotoline, sono sempre qui! 🙂
Emanuela
11 Ottobre 2016 at 15:26
Gattina, sono tornata, di nuovo qui in questo piccolo angolo, una cuccetta…quella “stanza tutta per me” ….
… è difficile quando per tanto, anzi troppo (qui ci sta!), tempo sei stata, come dire….MOLTO POCO …
quando hai cercato nel rigore, nelle regole, nella ristrettezza e nel controllo di … mantenere tutto sotto controllo…è difficile diventare “tanto”, smollare e smollarsi, lasciare la presa e lasciarsi prendere (anche dal nulla), provare e provarsi, sperimentare e sperimentarsi … perché non ti conosci, non sai come reagisci ed hai una ENORME PAURA, perché …. se poi è bello? se poi ti piace? se poi stai bene? ….
ecco…. io mi sono fermata al “se poi?” terrorizzata e …non ho concluso, come quando hai un dolce che lievita in forno e ti salta la corrente … sto ora cercando di andare oltre al “se poi” .. me le tiro dietro tutte quelle paure che credevo mi proteggessero ed invece mi hanno ingabbiata…
come si fa che..”un acino d’uva tira l’altro, che un buonissimo e burroso angolo di crostata si scioglie in bocca e …. come si fa che una fetta di pane tostata la mattina con sopra del burro ti fa venire le lacrime agli occhi, oppure che piangi sorridendo se la trota salmonata si abbina alla ricotta anche se vaccina .. ” come si fa? si fa che…vai … smolli .. e piangieridi assieme come assieme mangi pesce e formaggio,si fa che al pezzetto di crostata ne fai seguire un altro se ti va..che se chiama l’amica e tu avevi pensato di smarmellare ti scapicolli per vederla, che RESPIRI, che NON TI PREOCCUPI, che RICAMI, che CUCINI, SMARMELLI, RAMBUSCHI…CANTI e SORRIDI… CHE VIVI… PIANO PIANO A PICCOLI PASSI…MA VIVI….
torno ancora, ma diventa lungo tutto in uno…
Francesca P.
11 Ottobre 2016 at 22:53
La paura incastra e ingabbia, lo so… ti tiene lì col freno a mano tirato e ti leva anche lo slancio di correre, però ho imparato che si può vincere piano piano, senza pretendere troppo da noi stesse, senza il “tutto e subito”, ma giorno per giorno, facendo un percorso che è come un lavoro personale… e funziona, e poi ti senti meglio nel vedere che fare un passo dietro l’altro è piacevole, che la conquista verso il lasciarsi andare porta frutti dolci come quelli che usi per le marmellate, che ci meritiamo di essere come ci viene, senza autoimporci una rigidità che limita la libertà… migliorar(si) poco alla volta, seguendo il ritmo della stagioni interiori, abbattendo muri… si può, si può… Si può.
saltandoinpadella
10 Ottobre 2016 at 17:07
Tesoro io adoro le tavole piene di ciotoline con tante delizie diverse. La tua tavola è stupenda, questo colore solare così caldo fa davvero tornare l’estate. L’hummus di zucca mi ha davvero conquistato, anzi ha conquistato proprio la mia pancia. E se ha conquistato la pancia ha conquistato tutto 🙂
Io sono sempre stata una che decide di pancia, magari rimugino tanto sulle cose, penso e ci ripenso e poi finisco invece sempre per decidere di pancia, d’istinto. L’istinto è la nostra miglior guida.
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 23:22
Elena, immagino cosa accadrebbe se tante di noi svuotassero le credenze e tutte insieme unissimo le nostre coppette e ciotoline… immagina la quantità, immagina che tripudio di forme e colori! 🙂
Sono felice che il mio arancione ti abbia fatto venir fame, anche per me la pancia decide cosa mangiare, cosa provare, cosa volere, cosa scegliere… è la diretta consigliera del cuore e il cuore è il diretto consigliere dell’istinto, quindi è una catena emotiva bellissima! 🙂
Anna
10 Ottobre 2016 at 19:04
Fantastico, proprio oggi ho comprato i ceci pensando: chissà cosa farò!ho già provato a farne una crema, con nocciole tostate e poi inserita in degli involtini di foglie di cavolo cappuccio ed erano davvero buoni, ma ora non mi resta che provare la tua ricetta!
Adoro le tue ciotoline così ben disposte, e i taglieri, e i cucchiai, e i colori, e i sapori..arrivoooo 😀
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 23:25
Anna, mi piace l’idea dei tuoi involtini… quasi quasi ti rubo la ricetta, ahaha! I ceci li mangio spesso e il bello degli hummus è che puoi unirli a tante verdure, così loro non si sentono soli e noi mangiamo con più gusto! 🙂
Per i taglieri ho una vera passione, come per i vassoi… ma d’altronde non c’è un props di cucina di cui non farei collezione, sono fissata un po’ con tutto! 😀
zia consu
10 Ottobre 2016 at 21:09
In cucina sono proprio come te, x me è vita quindi oserei dire che “viviamo le cose tanto” 🙂
Bella questa voglia di appagare le papille gustative e l’anima con un mix di sapori e profumi come questo 🙂 Già so che me ne innamorerò <3
Buona settimana <3
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 23:51
Tu, Consu, fai tanto, tanto pane! 😀 Io ne faccio meno ma abbondo con il frullare tutto quello che posso, ahaha! E quando trasformo in crema l’arancione, mi sembra di mangiare il tramonto… e quindi lo faccio ancor più volentieri! 🙂
Grazie, buona settimana a te… se ti servono spezie per qualche ricetta, prendi pure da qui!
m4ry
10 Ottobre 2016 at 21:25
q.b. ?! E che significa? 😛
Ricordo che ero ancora un’adolescente quando mia mamma mi ha gridato dietro: “Mary, tu i limiti non li conosci!”. Mi è rimasto impresso quel momento, nonostante siano passati anni. Il fatto è che mia mamma aveva ragione. Faccio fatica a dosare. Seguo l’istinto, la pancia, il cuore, l’anima e non mi risparmio. A volte non mi fermano nemmeno le porte sbattute in faccia. So mettere da parte anche l’orgoglio…ho imparato a farlo. Lascio sempre che i sentimenti prendano il sopravvento e quando mi sento ferita piango…ma poi mi rialzo. Ma non mi risparmio nemmeno con le lacrime. E’ che se le cose non le sento sulla pelle, davvero, mi sembra di vivere a metà…e io a metà faccio fatica a vivere. Ma allo stesso tempo faccio fatica a lasciar andare. Faccio fatica a non incasinarmi il cervello con pensieri ingarbugliati e faccio fatica con i q.b.. Sono terrona…e noi terroni siamo veraci, fatti soprattutto di cuore 🙂
Mi piacciono i colori, la luce e gli ingredienti che hai usato. AMO questo risultato così pieno di vita <3
( Fra…oggi a pranzo mi sono preparata hummus…e l'ho fatto proprio come il tuo :P)
Francesca P.
10 Ottobre 2016 at 23:58
Amica, in privato ti dirò come nasce la frase “io faccio le cose tanto”, anche nel mio caso si va indietro nel tempo… non me la sono più dimenticata e mi accorgo che fa sempre più parte di me! Anzi, di noi… perchè tutto ciò che mi scrivi lo condivido al 100%, anche noi facciamo come gli impasti delle torte marmorizzate e ci mischiamo i pensieri e il carattere! Siamo terrone entrambe e Leonesse nell’anima… dici che dipende (anche) da questo? 🙂 L’orgoglio fa danni, quando viene messo prima dei sentimenti… io credo che se tutti imparassimo ad ascoltare le emozioni e a dar loro la priorità, eviteremmo di mettere muri, di farci bloccare dalle paure, di non avere la forza di osare… ma si sa, certe azioni le fanno solo le persone temerarie e passionali, fiere di essere così, che non ci provano neanche a essere diverse o a reprimersi… e non prevalgono…
E se adesso condividiamo anche gli hummus, beh, chissà cosa ancora dobbiamo aspettarci… 🙂
Simo
10 Ottobre 2016 at 22:04
Quello che faccio lo faccio con tutta me stessa, dando sempre tanto, tutto. Anche io vivo di pancia e di cuore…poi a volte ci sto male, perchè mi rendo conto che son sempre quella che si butta a capofitto nella vita, nei rapporti, negli affetti (a differenza di qualcuno che vive di rendita)….e magari prende pure delle belle tranvate, ma non posso essere diversa da così.
Mi piace un sacco questo tuo piatto sai?! E poi le foto sono così luminose, ricche di vita e colore..
Un baciotto cara e buona serata
Francesca P.
11 Ottobre 2016 at 0:06
Simo, negli anni ho imparato a capire un po’ come sei fatta e la tua generosità traspare… le tranvate non si evitano mai, purtroppo, ma chi è al riparo dalle delusioni? Solo chi non vive… e allora no, non fa al caso nostro…
Grazie, la luce di questi primi giorni d’ottobre mi sta regalando parecchi scatti caldi, speriamo che duri!
Chiara
11 Ottobre 2016 at 7:29
hummus anche da me in questi giorni….Io parto avvantaggiata , sono tanta già di mio….Ma a volte esserlo non ti protegge dalla vita, le spalle forti non bastano ,dare tanto a volte troppo sfianca. Vorrei avere la bilancia dei sentimenti , dare il giusto, dare quello che ognuno merita ma non sono brava a valutare e la bilancia devo ancora trovarla….Un caro abbraccio
Francesca P.
11 Ottobre 2016 at 22:48
A volte vorrei averla anche io quella bilancia, Chiara, sai? Ma l’indole non si cambia… sono diffidente di natura, ma quando “scelgo” le persone che faccio avvicinare mi viene spontaneo essere aperta e dare tanto… lo so, al riparo dalle delusioni non si è mai e a volte è stancante, diciamo che continuo a fidarmi dell’istinto, che non è infallibile ma posso farmi dare qualche lezione dai miei gatti per affinarlo ancora meglio… 🙂
Antonella Pagliaroli
12 Ottobre 2016 at 10:11
” Fare le cose tanto” è un’espressione bellissima, come tutto quello che esprime 🙂 E vorrei poterlo dire anch’io, ma spesso (con il lavoro per esempio) mi trovo a fare le cose con ben poco entusiasmo e vorrei poter tirare fuori tutte le ernegie e la dedizione che dedico alle cose che amo 🙂 Come sempre lasci spunti per riflessioni importanti cara Fra 🙂 Bellissime le foto e magnifiche le ricette, io preparo spessissimo l’hummus e lo adoro, devo provare anche i cracker di ceci al dukkah, mi sa che sarà amore al primo assaggio 🙂 Un abbraccio e…sentiamoci!
Francesca P.
13 Ottobre 2016 at 15:53
Anto, mi piace quando arrivi qui a sorpresa… 🙂 Lo so, dobbiamo sentirci e aggiornarci, sapessi quante sere mi sono detta “ora le scrivo”… conto di farlo presto, senza rimandare più, la voglia di parole aumenta e dopo tutto questo tempo sarà per forza un “fare le cose tanto” anche su Messanger, ahaha!
Il dukkah ha un profumo intenso, tengo un vasetto vicino al sale, a portata di mano, per spargerlo quando sono ispirata… e sì, potrebbe piacere anche a te!
Grazie mille, ero indecisa se fare un set bianco o scuro ma poi ha prevalso il desiderio di chiaro… però puoi sempre allestirlo tu, dato che ti riesce così bene! 🙂
Melania
12 Ottobre 2016 at 16:25
Non riesco a dirla sempre questa frase. Me la porto dietro. La tengo nelle tasche per le buone occasioni. Quelle in cui la timidezza prende il sopravvento.
Alcune volte, riesco. Altre meno.
Certamente so che è una bella sensazione “fare le cose tanto”
Ci si sente liberi. Il cuore scoppia di gioia, gli occhi sorridono e pure noi.
“Fare le cose tanto” è un’espressione che sempre più ti si addice. Lasci trapelare questo lento incedere ed il tuo lasciarti andare. Poco per volta.
Un po’come le pietanze da te preparate. Sono tante e profumano di nuovi incontri.
Ciao Franci!
Francesca P.
13 Ottobre 2016 at 16:07
Io ho deciso che voglio dirla, farla capire… liberarla, questa frase. Senza vergogna. Perchè in un mondo in cui molti (trat)tengono per sè, si frenano e chiudono le porte alle emozioni, io vado – fiera – controcorrente. Anche se è rischioso, anche se posso leccarmi poi qualche ferita. Ma essere Me, cioè essere Noi stesse, Melania, è la ricetta più riuscita per essere vere… e farci amare, ma solo da chi è capace di farlo. In quel modo.
Mi sto lasciando andare, sì. Ma nel senso che mi sto sempre più ritrovando. E la strada prosegue, con dei cracker nelle tasche per la merenda, durante le soste! 😉
larobi
12 Ottobre 2016 at 18:55
ma quante belle ricette! mi piace il tuo “fare tanto” 🙂 e poi ha il colore di tarallino, vero? quindi il tutto è ancor più bello…(anche se il mio preferito è sempre lui: ulisse!) baci cara (mi sa che prenderò il libro sui cracker!)
Francesca P.
13 Ottobre 2016 at 16:13
Ci sono giorni in cui la cucina diventa un laboratorio creativo che segue l’interiorità… se sono in vena e ho voglia di esprimermi, chiamo a raccolta ciotoline, cucchiaini di legno, verdure e taglieri e sparisco per un po’, tra spezie, farine da conoscere e tempo per me… solo per me…
L’autunno è la stagione di Tarallino, vedrai quanto altro arancione apparirà! 😉
Mimma e Marta
12 Ottobre 2016 at 22:24
adoro i dip da spalmare sui crackers! Non sono mai abbastanza per me…tutto delizioso!
Francesca P.
13 Ottobre 2016 at 16:14
Sono assolutamente d’accordo! Ogni volta che frullo qualcosa mi sento meglio, è più forte di me, ho proprio un debole per tutto quello che è morbido e vellutato… e tanto colorato! 😉
Rebecka
13 Ottobre 2016 at 9:52
Forse già l’avrò scritto e già l’avrai letto, ma a dicembre organizzo sempre una tavolata a casa mia con gli amici più cari per festeggiare Yule. Quello che più mi piace di quelle tavolate che si ripetono periodicamente anche in occasione di altri festeggiamenti come Samhain o Imbolc, è il fatto che in tavola finiscono puntualmente tanti assaggi. Creme di ogni tipo, da hummus a babaganush, alla crema di cannellini, di melanzane, peperoni arrostiti, crema di lenticchie, polpettine veg, generose cucchiaiate di colcannon. Di tutto davvero!
Forse per questo motivo, in questo post mi trovo più che mai “a casa”. Vedere sul tagliere quella ciotolina alla quale poter attingere, mi piace molto.
Poi l’hummus con la zucca è fantastico e mi fa sorridere, perché se anche in versione leggermente differente, è in programmazione sul Cottage. 😀
Un baciotto
Francesca P.
13 Ottobre 2016 at 19:12
Reb, mi hai messo una curiosità – e una fame! – leggendo di questa cena… so quanto amore ci metterai nel prepararla e ci sono dei piatti che non conosco, quindi assaggerei tutto curiosa! Quasi quasi mi autoinvito, ehehe… 🙂
Spesso l’hummus, se avanza, lo finisco a cucchiaiate, come fosse una vellutata… e adorandolo, aspetto il tuo per unire i nostri due arancioni! Come unite siamo noi, che tra casette nel bosco, innamorati sotto le foglie autunnali e foto parigine da sogno ci coccoliamo (anche) così, con piccoli grandi pensieri che colorano la giornata…
Rebecka
14 Ottobre 2016 at 15:18
Sarei felicissima di ospitarti e ti piacerebbe, sì…ti piacerebbe tutta l’atmosfera natalizia che qui si respira in queste occasioni. <3
Francesca P.
14 Ottobre 2016 at 22:45
Non ho dubbi, so che saresti una padrona di casa (e cuoca) perfetta! :*
ipasticciditerry
13 Ottobre 2016 at 15:43
Eccone qua un altra: presente! Anche io faccio le cose tanto … mio marito, quando mi ha conosciuta, è rimasto stupefatto dalla mia energia, dalla mia caparbietà, dal mio voler fare tre cose alla volta. Per non parlare dei sentimenti! Nonostante tutte le scarpate in faccia, anche lì do’ sempre tanto, non riesco a contenermi. Io mi butto a capofitto, sono generosa, sono altruista e a volte certi slanci si pagano. Si rimane male, si resta delusi ma fa niente; si alza la testa e si gira lo sguardo da un altro lato. La vita è bella e va vissuta e goduta appieno. Perchè risparmiarsi? Perchè pesare le azioni e i sentimenti? Io, prima del blog, non pesavo nemmeno gli alimenti, figurati! E mi ritrovo in te, nella tua generosità … due ricette, trenta foto … una più bella dell’altra. Le tue foto sanno di luce, di colore … quello che vorrei tanto vedere anche fuori dalla mia finestra. Invece vedo grigio … tanto grigio e nuvole e pioggia. Ma fa niente. Ora vado in cucina che il profumo della mia torta sta invadendo la casa. Molte interessanti le tue ricette, sarei molto curiosa di assaggiarle ma dovrai invitarmi tu perchè nella mia cucina certi alimenti sono vietati … finirei per dovermeli mangiare da sola. Mio marito è di una noia mortale in cucina!! Ti abbraccio amica, buona giornata.
Francesca P.
13 Ottobre 2016 at 19:19
Terry, sottoscrivo tutta la prima parte del commento… le delusioni fanno diventare un po’ più scaltre e attente, ma non bloccano di certo la nostra indole e la nostra inclinazione al dare, al fare, all’avere, al vivere… anzi, la rafforzano ancora di più, con la voglia di indirizzare al meglio le nostre energie, senza sprecare tempo quando non ne vale la pena!
Il clima romano inizia a fare scherzi, oggi fa freddo e l’hummus andrebbe trasformato in una vellutata calda, ma appena esce un raggio di sole io sono pronta ad immortalarlo e metterlo in un piatto o dentro una scatola, così posso regalartene un po’… 🙂 E affare fatto, “le tante cose strane” che non puoi mangiare a casa le trovi qui, le preparo spesso, mi diverto! E credo proprio che si veda…
Paola
13 Ottobre 2016 at 23:06
E’ inutile che mi esprima, perché conosci il mio tanto che a volte diventa troppo. E sai quanto il troppo a volte mi faccia tacere.
Oggi il troppo è che sono troppi i giorni che non lasciavo qualcosa di me nel mio posticino preferito.
Ps. mi sa che è anche inutile dire che amo tanto questa ciotola arancio autunno 🙂
Francesca P.
13 Ottobre 2016 at 23:56
Il confine tra tanto e troppo a volte è sottile, ancora più sottile della pasta fillo… si può infrangere o scavalcare, ma l’importante è rendersene conto e ristabilirlo. E curare ogni ferita spalmandoci sopra un po’ di hummus… 🙂
La strada verso i posti preferiti non si dimentica, si può smarrire per un attimo, ma le briciole di cracker la fanno ritrovare… 🙂
Silvia
15 Ottobre 2016 at 9:09
Buongiorno e buon sabato Franci! Perdonami se arrivo un po’ in ritardo! Bello questo post sul non limitarsi nelle cose che piacciono…ce ne dovrebbero essere tanti di momenti così,da scoprire e assaporare come questa tua nuova delizia dal gusto orientale e speziato! Quella ciotolina è un sole in un tramonto d’autunno e ben vengano tutti i momenti come questi, in cui ci si scalda col tepore delle cose che ci danno conforto! Dentro le ciotoline e nei cucchiaini sento che ci sono gli ingredienti giusti per (ri)prendersi la vita è tutto quello che possiamo gustare! Un abbraccio forte
Francesca P.
16 Ottobre 2016 at 0:50
Io voglio fare collezione di questi attimi, tanto ormai ho capito che la serenità è fatta di piccoli assaggi e bagliori da mettere vicini, come quelle ciotoline di spezie e semi… è dalla loro somma che si sprigiona il profumo e la bontà, è l’insieme che conta…
Le attese, per tornare al discorso del tuo ultimo post, possono essere migliori quando ci sono scorte di colore e morbidezza… e allora dai, che l’autunno è appena iniziato e possiamo frullare tutto ciò che ci piace, in modo libero… 🙂
Peanut
15 Ottobre 2016 at 11:13
Non aggiungo altro, prendo queste parole e le metto nel barattolo dei semi, così da avere tutto a portata di mano per le decorazioni finali..;)
E oggi è più chiaro che mai che un legame, di qualsiasi natura sia, ci deve proprio essere: ho fatto proprio l’altra settimana dei biscotti, ma dolci, con i ceci frullati, e pure la dukkah!:D
Che stessi prevedendo un utilizzo di questa a breve termine? In ogni caso, so già cosa devo fare: cuocere i ceci in abbondanza, e fare tanto di tutto! <3
Francesca P.
16 Ottobre 2016 at 0:55
Sister, mi piacciono queste affinità speziate! Io non conoscevo il dukkah, ma appena ho letto gli ingredienti mi sono fiondata a prepararlo… lo avrei fatto anche se l’avessi scoperto grazie a te, è stato amore alla prima “annusata”, adoro il suo profumo!
Ci mangeremo i giorni a venire come ceci, non c’è pericolo di stufarci, possiamo anche preparare delle polpette dopo aver finito i tuoi biscotti! Attendo curiosa la ricetta, la versione dolce mi stuzzica e la parola “tanto”, quando si tratta di novità, mi piace anche di più! 🙂
Margherita
16 Ottobre 2016 at 5:39
Ma come mai arrivo sempre tardi? Io che magari ti leggo fra le prime la domenica visto il fusorio. Me la sono posta diverse volte questa domanda, ma ancora non ho trovato un risposta. Forse perché anche io sono “una che fa le cose tanto” ma che a volte sa che alcune di queste vanno fatte a modino e non “tanto per fare”. Voglio darmi questa come spiegazione, credo che sia calzante. Venendo a te alle tue mille spezie – che mi ricordando un libro molto amato- ai “tuoi”colori avvolgenti e relativi sapori di conforto, lo potrei dire dal numero di bellissime foto che pubblichi per ogni post, o per ogni persona che non ti dimentichi di passare a salutare che sei una che le cose le fa e le fa tanto, ed é questo il tuo fascino.
Ps ancora una volta “ci siamo passate il quaderno delle ricette”, é buffo che sia una volta un colore, un ingrediente o una ricetta, a farmi sentire vicina se pur cosi lontana…
Francesca P.
16 Ottobre 2016 at 22:32
Mi piace chi aspetta per avere la qualità del tempo… meglio esserci senza fretta, quando si può, o quando si è ispirate… lo apprezzo di più e ti apprezzo perchè so come sei fatta! 🙂 E quindi mi trovi sempre qui, mi voglio “illudere” che almeno nei blog la vita non corra forte come nella quotidianità!
Sono contenta che abbia capito la mia indole, Marghe… forse è vero che parliamo con tutto, anche con foto e comportamenti che dicono tanto di noi… oltre che con le ricette! Ad esempio io e te ci diciamo la stima reciproca e l’intesa quando abbiamo voglia delle stesse ciotoline! 😉
ricettevegolose
21 Ottobre 2016 at 20:04
Che deliziosa ricetta, i crackers poi hanno proprio l’aspetto di quelle cosine della serie “uno tira l’altro” 🙂 Apprezzo sempre tanto le tue parole ed oggi una frase su tutte, che mi ha fatto prendere una decisione: voglio essere una torta marmorizzata <3 Un bacione cara felice we :*
Francesca P.
23 Ottobre 2016 at 0:02
Sì, uno tira l’altro! Infatti i cracker sono durati pochissimo, giusto il tempo delle foto e del pranzetto successivo e… puf, poi spariti, come per magia! Prossima volta raddoppio le dosi, tanto il dukkah mi è avanzato! 🙂
Viva le torte marmorizzate, che accolgono lo scambio e vogliono divertirsi un po’, aprendosi al nuovo e rendendo più pieno e gustoso l’impasto…