LA PRIMAVERA È QUI, CON I SUOI NIDI
Mi chiedo se sia più una meta o una compagna di viaggio, la semplicità. Se sia un traguardo, un obiettivo ambito, un mirino da centrare o qualcosa che sos-tiene e sup-porta, durante il cammino. Se sia ombra larga di un albero per il riposo finale, o acqua che rinfresca nelle pause.
Se sia una tasca interna, o un bottone. Se, di questo bottone, sia l’asola che regge e comprende, o il filo che tesse e cuce. Se sia un aquilone da far volare in alto, o un palloncino da legare al polso. Se sia una penna con un tratto deciso, o una matita che lievemente incide. Se sia un’agenda quotidiana in cui si segna tutto, o un diario che accoglie solo confidenze più private.
Se sia la scodella da riempire come base, o il mestolo con cui versare la zuppa, per rendere possibile il pranzo. Se, del limone, sia il succo che bagna e irrora o la scorza che connota e insaporisce. Se somigli più a una mela, o a un pomodoro. Se sia il quaderno storico delle ricette di famiglia o il nostro, che cresce ogni giorno.
Se vada cercata, o si lasci trovare. Se, tra i giochi, sia più una caccia al tesoro o il “nascondino”. Se sia una foto in bianco e nero senza tempo o la macchina che l’ha scattata, con il rullino a imprimere l’attimo.
La semplicità, percomelavedoio, è spogliarsi di orpelli, maschere, filtri. È il viso, la sera, senza trucco. È essere se stessi, come si è. È accettarsi, così come si è.
È levare il superfluo, in nome dell’essenza. È capire cosa vale, nel (pro)fondo. È apparecchiare la sincerità, con la tovaglia stirata e pulita. È l’autentico, condito solo con olio e sale.
Non è mai banalità, la semplicità. Anzi, è quanto di più creativo – e schietto – possa esserci. Spesso siamo più bravi a complicare, che a semplificare.
Capirlo, anche in cucina, aiuta… ad essere leggeri. Un piatto semplice, magari anche di facile e rapida esecuzione, può avere molte marce in più. Stupire con poco, per me, è una risorsa.
E anche un talento, che le uova conoscono bene. È il loro momento, la Pasqua è vicina.
E la primavera è qui, con i suoi nidi. Semplici e veri.
“La semplicità e la verità sono le sole cose che contano veramente. Vengono da dentro. Non si può fingere”.
(Audrey Hepburn)
NIDI DI PANE AL FORNO CON UOVO, PROVOLA E SPINACI
Ingredienti per ogni nido (monoporzione):
1 o 2 fette di pancarrè o pan brioche salato
1 uovo
Provola fresca (a piacere)
Spinaci o spinacini (a piacere)
Semi di lino o i semi che preferite (facoltativo; per decorare; a piacere)
Olio extra vergine d’oliva
Sale
Pepe e/o sale nero di Cipro (facoltativo)
Parmigiano o pecorino grattugiato (facoltativo)
Prendete le fette di pane e sistematele in una cocotte o in una ciotolina che possa andare in forno: adagiatele sul fondo, rivestendo le pareti e modellando delicatamente la forma (se dovessero rompersi un po’ al centro, mentre le piegate, non vi preoccupate: lì andrà il ripieno).
Riempite con la provola tagliata a dadini e le foglie di spinaci. Irrorate con un filo d’olio. Mettete l’uovo, facendo attenzione a non romperlo, mentre lo sgusciate.
Aggiungete un pizzico di sale in superficie e qualche altro dadino di provola. Se volete, decorate con i semi.
Cuocete in forno preriscaldato a 180° C per 15-20 minuti, finchè le uova si saranno cotte e l’albume si sarà rappreso.
Servite i nidi ancora caldi, se vi piace con una spolverata di pepe e/o sale nero macinato al momento e del parmigiano o pecorino grattugiato.
*L’ispirazione dei nidi con l’uovo viene dal sito del Cucchiaio d’argento
VI AUGURO BUONA PASQUA, CI RIVEDIAMO DOMENICA 8 APRILE!
30 Comments
Anonimo
25 Marzo 2018 at 21:45
Avevi ragione!! in qualche modo ritrovo qui non solo il panbrioche salato, ma anche l’arancione e il verde, e l’idea di primavera che questi nidi portano con sé. Sono delle cocottine bellissime!! Adoro tanto la semplicità anche se poi nella vita mi ritrovo ad avere un carattere complesso e per nulla semplice, che è quasi una contraddizione. Eppure di lei mi piace vestirmi, sentire, guardare tutto ciò che è essenziale; anche per me è uno spogliarsi dai vestiti pesanti, un ritratto di quello che siamo veramente. Il semplice non è scontato, anzi, è raffinato. Lei è qualcosa da cui non so separarmi perché parte di me. La ritrovo sempre da te la semplicità, e quelle tue mani delicate ne sono un esempio. Una margherita, un uovo liscio e nudo, una stoffa con i bordini ricamati, un dettaglio pulito. Sono cose che amo, tutte, per la loro poesia! 😍
Silvia
25 Marzo 2018 at 21:47
Mi scordo spesso di compilare i campi…così poi compare un “anonimo…sono io 😅
Francesca P.
26 Marzo 2018 at 15:52
Arancione e verde ci faranno compagnia, da oggi in poi… i tramonti che ci godremo nei prossimi mesi assomigliano tanto ad un uovo e di erbe ed erbette saremo circondate! E quel levarsi i vestiti pesanti sarà non solo una questione climatica, Silvia, più si va avanti, più capiamo l’importanza di avere e tenere con noi solo l’essenziale, il nucleo più puro… il concetto di semplicità complessa è come quello della profonda leggerezza, non ci vedo contraddizione, solo il giusto equilibrio tra due aspetti agli antipodi ma che imparano a prendersi per mano e a bilanciarsi! A volte “semplice” non fa neanche rima con “facile”, anzi, credo che sia alquanto difficile toccare le vette della semplicità senza nessuno sforzo… proprio perchè per natura tendiamo a complicare o a vedere le cose peggiori di come sono! Ci vuole impegno, per essere semplici…e lasciarsi andare a questo, ad un approccio più minimal ma più intenso! 🙂 La cucina, come sempre, sa essere una grande maestra… dopo aver ascoltato la voce del cavolo viola, sentiamo anche cosa ci dicono questi nidi! 😉
Cristina
25 Marzo 2018 at 21:48
Come far amare l’uovo anche a me, che non lo amo: con semplicità 🙂
A volte è più facile creare sovrastrutture, per difendersi, che accettare la semplicità delle cose, quelle piccole, che sono però la parte più importante, perché compongono, pezzo dopo pezzo, la nostra vita.
Grazie Francesca di avermi ricordato quanto possa essere bello accettare e accettarsi semplicemente per quello che si è e niente altro..
Buona Pasqua a te!
Francesca P.
26 Marzo 2018 at 15:57
Cri, cosa ti ha fatto di male l’ovetto? Come mai non ti piace? Se l’albume che resta “molliccio” può essere un motivo, metti tutto in forno e vedrai come si rapprende bene! 😀 Io sono cresciuta mangiando uova, mia nonna materna abitava fuori città, aveva il pollaio e ci passava le uova direttamente da lì… ho visto per anni mio padre bersi a colazione l’uovo crudo, con un’immagine così non posso non amare questo ingrediente! Peccato non poter avere le galline in balcone insieme alle piante, ahaha!
Semplicemente, così com’è, sta arrivando anche il momento del nostro “vis à vis” ma intanto buona Pasqua a te! 🙂
Ile
25 Marzo 2018 at 22:13
E’ bello tornare qui e leggere tutto questo e, non ci crederai ( o forse si! ), ma in questi giorni ci pensavo un sacco alla semplicità.
Riflettevo sulla mia vita e pensavo proprio a questo, a quando ho imparato a spogliarmi senza avere paura di apparire banale e pensavo proprio che sia bello raggiungere questo traguardo. Che poi, come accade per tutte le cose, tutto è un traguardo e un nuovo punto di partenza…e questo è solo l’inizio.
In cucina, così come nella vita, semplicità è valorizzare pochi ingredienti e scegliere solo i migliori, un po’ come facciamo con le persone, no?
Con questi nidi poi mi hai conquistata ancora di più, sappilo! :*
Ti abbraccio forte…
Francesca P.
26 Marzo 2018 at 16:20
Ci credo, ci credo… eccome se ci credo, Ile! Le nostre menti sono spesso collegate, perchè il sentire è comune… e torniamo entrambe a battere su argomenti che ci stanno a cuore e su un punto fondamentale: la nostra serenità. Non è un caso che faccia rima con semplicità, perchè spesso, quando riusciamo ad essere più semplici, siamo anche più serene. Come quando il cielo si pulisce e le nuvole camminano via… gli inizi sono sempre promettenti, mettono carica e fanno stare sulle spine per quello che arriverà, perchè si sente il fermento, il fremito sottopelle, vero? “Stiamo lavorando… per noi”, ecco il cartello che è appeso accanto a quello di “open” della nostra cucina… 🙂
Scegliere il meglio, sempre… concordo! Infatti siamo qui, reciprocamente, dopo anni e anni… 😉
Sara
26 Marzo 2018 at 12:52
Ti ho letta ieri sera, più di una volta ma non sono riuscita a scrivere nulla… Ho cominciato una, due, tre volte ma poi cancellavo.. Eppure si parla di semplicità… Mah… sono bloccata in questi giorni.. Forse sto risentendo troppo della mancanza di caldo e luce…Però ho salvato la ricetta dei nidi… Un abbraccio cara…Sorry 🙁
Francesca P.
26 Marzo 2018 at 16:25
Sara, succedono momenti così, ci si sente un po’ “incartati”, con i giri bassi al motore… ma sappi che non ti devi frenare con me, puoi scrivermi ciò che vuoi senza cancellare, perchè alcuni pensieri vengono giù di getto, a istinto… e quindi meritano ascolto! I nidi hanno la forma giusta per accogliere e proteggere le parole e le sensazioni… 😉
Elena
26 Marzo 2018 at 14:39
Io penso che la semplicità sia una conquista!!!! Un conquista faticosa ma un traguardo bellissimo, io non ci sono ancora arrivata ma tendo a questa semplicità che è un grande dono…. Semplicità nel modo di vivere, nel modo di pensare, semplicità nei sentimenti che non va confusa con la stupidità… La semplicità del cuore, che bella…. Semplici questi nidi ma proprio perchè sono così sono perfetti. In fondo la semplicità è la virtù di San Francesco, ne ha fatta la sua vocazione e non è il primo stupido che è passato sulla terra 🙂 un bacione e buona Pasqua a te mia cara!
Francesca P.
26 Marzo 2018 at 16:31
Sai che io festeggio l’onomastico il 4 ottobre, il giorno di San Francesco? Dici che c’è un collegamento? Ahaha! La semplicità che amo non è privazione o assenza di cose, credo sia una questione di scelta, di sapere e capire cosa portare con noi, qualsiasi viaggio si compia… la semplicità della “purificazione”, di ciò che è essenziale per noi… e mettere questo in luce, valorizzarlo! Se noti, i miei set di food non hanno tanti oggetti, il cibo è assoluto protagonista, l’attenzione è su di lui e non c’è altro a distrarre… il cuore, voglio il cuore! Sempre e comunque… anche di un uovo o di un fiore… 🙂
saltandoinpadella
26 Marzo 2018 at 17:25
La semplicità per me è sinonimo di autenticità. Forse è per questo che non amo truccarmi, anzi non lo faccio mai anche se mia mamma non fa altro che dirmi che non mi valorizzo abbastanza 😉 Ma il valore è in te stesso, sei tu il valore, non conta di certo il trucco. La semplicità è bellezza, è eleganza, è anche amore. Io sono profondamente affascinata dalla semplicità, anche quella in cucina. I piatti semplici e genuini, con pochi ingredienti di qualità trattati con amore, regalano le più grandi emozioni
ANNA
26 Marzo 2018 at 17:39
Non ho gomme per cancellare nel mio astuccio, e nemmeno mi servono, ora.
Perché io credo che la semplicità s(t)ia in ogni singola parola che hai usato per immaginarla e descriverla.
Un traguardo ambito e, al tempo stesso, sostegno e supporto durante il cammino.
Senza, non potrei stare.
È profonda, la semplicità, non nasconde l’essenza, tutt’altro, la svela… Pronta per essere toccata, inseguita, cercata…
Le persone semplici, quanta ricchezza nei loro sguardi, nelle loro mani, nelle loro parole…
La semplicità, come uno sbuffo di zucchero a velo, una nuvola di dolcezza che “riempie” il cuore…
Riempie, pur essendo priva di fronzoli e orpelli.
Come qui, nella tua casa, fra le pagine di questo bistrot, c’è “tanto”, pur essendoci “poco”: poco rumore, poco clamore, poche luci della ribalta…
Ci sei tu, semplicemente tu, e questo basta, perché si torni in punta di piedi.
Buona settimana, Francesca, anche a te gli auguri di una serena Pasqua.
Io aspetto, semplicemente ti aspetto…
Anna
Francesca P.
27 Marzo 2018 at 23:28
Cara Anna, alle luci della ribalta preferisco di gran lunga la luce naturale, quella che entra spontaneamente da una finestra e che abita dentro, che non ha bisogno di interruttori nè di prese o artifici… la luce del sole, sincera e diretta, che lascia anche le sue ombre ma almeno è più vera, così… rumore e clamore non mi appartengono, il palcoscenico non mi attrae e sono sempre stata una che sceglie i cinema d’essai, le nicchie, i tavoli agli angoli, il posto laterale sul divano, il tono basso di voce, la poesia delle piccole cose… e anche il modo in cui vivo e gestisco il blog lo (di)mostra… e lo difendo, questo modo! Ma se tu sei qui, ogni settimana, da anni, è perchè lo sai… mi hai capita e hai capito tutto questo… semplicità chiama semplicità, un gioco di sguardi e di affinità… quel sentire comune che è la chiave dei legami speciali… e per certi legami, niente fuochi d’artificio: meglio il fuoco di un camino o di un fornello… 🙂
Buona Pasqua e a presto… solito posto, solito giorno, solito sorriso!
m4ry
26 Marzo 2018 at 18:30
La semplicità è talmente semplice da essere difficile…lo so, è uno strano giro di parole, ma è così. La semplicità è pulita e lineare…è quel che è. Non ci sono trucchi o inganni. E’ lei…in purezza. Ci sono tante cose talmente semplici, da sembrare banali, come i sentimenti, e invece per tanti sono incomprensibili e ingestibili. Anche io sento uno strano bisogno di semplicità, che poi, da qualche parte, dentro di me, l’associo alla leggerezza. Sarà la stagione, sarà il momento…ma vorrei semplicità e linearità, anche nei pensieri…
Questi nidi sono così carini…accoglienti, avvolgenti, coccolosi e anche molto fotogenici 🙂 E naturalmente, mettono appetito solo a guardarli 🙂
Bacini amica :*
Francesca P.
27 Marzo 2018 at 23:36
La semplicità, come tutte le cose pure e sincere, è difficile da raggiungere perchè disarma, non ha sovrastrutture, significa arrivare al nocciolo, non fingere, non “coprire” e considerare solo ciò che conta… non è scontato averla, nè apprezzarla e come la tenerezza, non è per tutti: è per chi lotta, per chi guarda le cose dritte negli occhi, per chi non si spaventa di avere poco, consapevole che quel poco è invece tanto, perchè scelto, voluto, goduto! Forse anche per essere semplici serve coraggio… coraggio di togliere, alleggerire, lasciare andare, leggersi dentro…
La leggerezza nei pensieri è una sfida notevole, per chi pensa, pensa, pensa come noi… ma può essere un buon proposito di primavera, da fare insieme al cambio dell’armadio… 🙂
Ipasticciditerry
26 Marzo 2018 at 19:18
La semplicità è forse il mio tratto più distintivo ed è la cosa che apprezzo di più negli altri. Amo le cose semplici che non vuol dire banali, come dici tu. Come queste uova, che replicherò quanto prima, magari personalizzandole. Amo le uova e le cucino sempre troppo poco. Buona settimana dolce Fra e buona Pasqua. Una carezza a chi sai tu
Francesca P.
27 Marzo 2018 at 23:42
Terry, credo che la semplicità sia una tua dote: sei ricca interiormente, ma semplice nell’anima! Secondo me, è questa la vera meta… nel mio viaggio personale, è una tappa importante, è ben segnata sulla mappa! 😉
Sarei contenta di vedere questi nidi rivisitati con il tuo gusto, anche io personalizzo tutto… è mettere la firma, esprimere chi siamo e liberare quella semplicità che in cucina è spesso l’arma vincente!
Buona Pasqua a te, chissà con quanti ovetti di cioccolato giocherà Tarallino… ti saprò dire 🙂
zia Consu
26 Marzo 2018 at 20:53
Amo la semplicità anche se spesso viene interpretata come banalità..niente di più lontano dal vero!
Meravigliosa la tua interpretazione che si mescola con armonici movimenti alla Primavera e alla Pasqua in arrivo..una poesia a portata di cocotte ^_^
Francesca P.
27 Marzo 2018 at 23:47
La banalità è assenza di fantasia e di idee, due cose che proprio non ci mancano, insieme ad una notevole scorta/collezione di cocotte! 😀 La banalità è piatta, la semplicità è viva… e quanta voglia di Vita c’è nell’aria, eh? E anche nella tua bella pancia… :*
Chiara
27 Marzo 2018 at 23:53
Essere semplici non è facile, essere finti/semplici è facilissimo….mi piacciono le tue cocotte monoporzione, penso di rubarle e mangiarle con gran gusto ! Buona Pasqua a te e alla tua famiglia umana e pelosa, insomma a tutti quelli che hanno la fortuna di averti vicino, un grande abbraccio
Francesca P.
29 Marzo 2018 at 12:07
Chiara, hai fatto una bella distinzione! Hai ragione, c’è differenza… e si nota. L’autenticità è la linea di confine, ma secondo me si capisce quando è vera e quando è artefatta… le uova non fingono mai, in qualunque modo le cuciniamo il tuorlo ci osserva vigile… 🙂
Buona Pasqua a te… grazie per gli auguri e soprattutto per l’ultima riga! 🙂
Alice
31 Marzo 2018 at 20:50
Un periodo pienissimo di lavoro mi allontanato un pò dal PC ma non potevo non passare per lasciarti i miei augurio per una Pasqua piena di allegria, buon cibo e tanto cioccolato! E speriamo che il sole decida di farci compagnia!
baci
Alice
Francesca P.
3 Aprile 2018 at 15:58
Alice, di solito i periodi prima e dopo le feste sono sempre frenetici, se in più ci si mettono anche altri impegni… spero ti sia goduta il weekend lungo, così adesso si ricomincia a pancia piena ma con più energia! 🙂 Le scorte di cioccolato le abbiamo, no?!
Vanessa
6 Aprile 2018 at 20:42
Ciao 👋 piacere di conoscerti! Ho scoperto il tuo blog grazie a un tuo commento sul blog di Robi Neltempoliberofaccioilgatto. Anch’io adoro i gatti e cucinare!😊 Questo nido di pane deve essere squisito!😋 Mi iscrivo come lettrice fissa del tuo blog. Se vuoi farmi visita o ricambiare ➡ http://gattaracinefila.blogspot.it/
Francesca P.
8 Aprile 2018 at 20:54
Ciao Vanessa! Se conosci Robi, entri di diritto a zampette spiegate, qui dentro… 🙂 Gli istinti felini vanno sempre assecondati… come le passioni comuni!
Spero di rileggerti, intanto benvenuta!
Virginia
15 Aprile 2018 at 18:15
La semplicità è un lusso di cui non riesco a privarmi e per me è una conquista fatta con l’età: oggi la cerco costantemente, in tutto quello che faccio, al punto da risultare estrema in alcune circostanze. Compro pochi oggetti per lasciare spazio a quelli che davvero mi dicono qualcosa (o a quelli utili…), ma sono ancora in conflitto con la Virginia accumulatrice di qualche anno fa… Oggi preferisco collezionare ricordi, soddisfare il bisogno di spazi vuoti e di paesaggi in cui lo sguardo può raggiungere l’infinito 🙂
I tuoi nidi di pane mi renderebbero felice a qualunque ora del giorno e penso che rispecchino la mia idea di comfort food 🙂
Ultimamente sono una frana, ma pian piano recupero tutti i post :-*
Francesca P.
15 Aprile 2018 at 19:46
Questo tipo di estremo secondo me è lecito… è frutto di una ricerca personale e di una consapevolezza maggiore: sappiamo cosa vogliamo e come lo vogliamo! Se la semplicità è la via che sentiamo giusta, va (intra)presa e percorsa! Un po’ come il concetto dell’essere “duri e puri” che sento molto mio, anche spinto al limite…
Collezionare ricordi è un’immagine splendida! 🙂 Ho sempre pensato che la memoria sia la scatola della gioia più preziosa, il cassetto dove si mettono i gioielli o quei piccoli tesori a cui teniamo…
Segui con comodo le briciole, le ho lasciate apposta, per camminare senza fretta… io sono qui, sempre 🙂
Melania
16 Aprile 2018 at 0:08
Quanto è difficile ritrovarla, scoprirla, riconoscerla, apprezzarla, accoglierla. Siamo un cumulo di sovrastrutture, di maschere, artefici di tutto per stringere nei pugni, niente!!
Eppure, basta davvero poco. A sfiorarla con le dita, ad osservarla con stupore, a stringerla con le parole.
Fa paura credo! Molti ne hanno di ritrovarla proprio in se stessi, eppure, a me appare come uno scrigno da scoprire poco per volta.
Forse è il percorso che facciamo o quella crescita personale che oggi mi fa sostenere che non esiste nulla di più bello. Spogliarsi di tutto restando vestiti di ciò che si è. Nient’altro!
Sai che qualche giorno fa ho fatto queste cocotte ma col finocchietto selvatico. 😉
Francesca P.
17 Aprile 2018 at 23:40
Le maschere le lascio volentieri a chi ama il Carnevale e a chi vuole nascondere se stesso o la sua vera natura, io sono una da viso libero e aperto, che parla con gli occhi e dice sempre quello che pensa… a volte anche troppo! 🙂 Forse per questo “sento” la primavera e non mi spaventa, perchè è schietta e non inganna: rinasce coraggiosa, sa cosa vuole, mette l’accento di luce sulle cose giuste ed è come la vedi… una forza della natura! Sui rami nudi ci sono fiori, il vestito migliore che per me c’è: elegante, profumato, leggero, poetico… 🙂