QUEL “TOC TAC” INCONFONDIBILE
C’era un tavolo, tondo. Una luce soffusa. Una ciotola di plastica, gialla, un po’ rigata.
C’era un sacchetto, di carta stropicciata. C’erano mani pazienti, che non avevano fretta. C’erano pomeriggi silenziosi o sere lente. C’erano gesti, precisi, sicuri. Come un rito, qualcosa che si sa e si torna a fare, in modo ripetuto ma non stanco.
C’era una donna, con gli occhi azzurri. Che apriva quel sacchetto di carta stropicciata, che vi infilava le sue mani pazienti, che riempiva una parte di quei pomeriggi o di quelle sere. E c’era una bambina, con gli occhi verdi. Che osservava, che guardava tutto dal divano. Ma che a volte si avvicinava anche, spostava la sedia di legno marrone e si univa alla scena.
Imitava quei gesti, provando a farli anche lei in quel modo, precisi e sicuri. Pescare dal sacchetto era divertente: era come estrarre un biglietto dal mucchio, come nelle lotterie, o un numero, come nella tombola. “Smucinare” e sfidare il destino, vedere cosa capita tra le dita. Cosa si lascia trovare, per primo.
C’era la ciotola di plastica gialla che, pian piano, non era più vuota. C’era l’odore, un po’ pungente, delle verdure fresche crude. Quel misto di terra e di cose pure, grezze, così come sono. Quanto è bello l’odore delle cose così-come-sono. Va imparato (da) subito. Va fatto proprio. Ne va capita l’importanza. Perchè è la base da cui partire. Perchè è da lì, che inizia tutto.
C’erano due occhi azzurri e due occhi verdi. Due mani grandi e due mani più piccole. Due mani esperte che già parecchio avevano stretto e due mani che dovevano ancora scoprire tanto. E volevano muoversi, apprendere, curiosare. Toccare. Due mani più piccole che ancora oggi frugano nel sacchetto e vogliono scegliere cosa prendere, con il gusto della sorpresa.
C’era un rumore, in quei momenti, intorno al tavolo tondo. Un rumore leggero ma netto, come un toc tac che non assomiglia a nient’altro che a quello, a quel toc tac inconfondibile e unico nel suo genere di suono, che appartiene solo ai piselli quando vengono sgranati e cadono nella ciotola, uno ad uno. Come ricordi lanciati come monetine dentro una fontana, che riposano dolcemente sul fondo (del tempo).
GNOCCHI DI PISELLI E LIMONE CON CREMA DI MASCARPONE E VIOLETTE
Ingredienti per 2/3 persone:
Per gli gnocchi:
200 g di piselli (freschi o congelati)
da 50 g di farina in su
Scorza di limone non trattato
Un pizzico di sale
Per il condimento:
Mascarpone
Piselli
Scorza di limone
Violette o altri fiori eduli
Olio extra vergine di oliva
Sale
Pepe
Lessate i piselli. Se usate quelli freschi, la cottura sarà ovviamente più lunga. Quando saranno teneri, scolateli molto bene e fateli raffreddare. Tenetene da parte una o due manciate (per l’impiattamento finale) e frullate tutto il resto dei piselli.
Amalgamate la purea di piselli con la farina (iniziate mettendone 50 g e poi aumentate la dose man mano, regolandovi al momento sulla quantità precisa, perchè dipende da quanta ne assorbe il composto), la scorza di limone e il pizzico di sale. Se il composto risulta troppo “lento”, come consistenza, aggiungete, poco a poco, altra farina.
Mettete l’impasto su una spianatoia infarinata, staccatene dei pezzi e arrotolate ogni pezzo formando dei salsicciotti. Tagliate il salsicciotto a piccoli pezzi di circa 2 cm o scegliete la grandezza che preferite. Se volete, rigate gli gnocchi con i rebbi di una forchetta o con l’apposito attrezzo. Cuocete gli gnocchi in acqua salata e scolateli appena vengono a galla.
In una padella antiaderente, versate uno o due cucchiai di mascarpone (o quanto ne volete, secondo i vostri gusti) e ammorbidete con un po’ di acqua calda di cottura degli gnocchi. Amalgamate fino a ottenere una crema liscia, aggiungete i piselli già cotti precedentemente e tuffate nella crema gli gnocchi, mescolando bene per distribuire il condimento. Assaggiate e regolate di sale.
Servite, decorando la superficie con violette o altri fiori eduli e una spolverata di scorza di limone grattugiata e/o pepe nero.
A giocare con questa ricetta non sono stata solo io…
CI RIVEDIAMO DOMENICA 28 MAGGIO, la prossima settimana non ci sarò… ma poi vi mostrerò dove andrò! 😉
52 Comments
Anna
14 Maggio 2017 at 20:04
In cuor mio, cara Francesca, sapevo che oggi avresti scritto un post così… Ero solo curiosa di vedere dove ci avresti portato!
I ricordi sono un dono prezioso: non costano nulla, sempre a portata del cuore, basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare…
Condividerli è ripercorrere una strada già vissuta, insieme ad altri: tu ci prendi per mano e ci conduci in posti tuoi, intimi…
Ho provato a immaginare quel tavolo rotondo, quelle due donne, l’una grande capace di diventare piccola e una piccola in fondo già grande.
Ho visto occhi azzurri e occhi verdi fondersi in uno sguardo, ed è uno sguardo che resterà per sempre. Perché c’è sempre posto, nel cuore, per ricordi che rotolano, come piccole pietre verde speranza…
Il verde di quei baccelli, che sembra vogliano trattenere il loro tesoro, poi si aprono grazie a un tocco delicato.
È giusto così, le cose buone, e belle, meritano di essere scoperte, e aperte, non trattenute al buio.
Come i ricordi, che riposano dolcemente in noi…
Grazie, dolcissima Francesca, sei speciale con il tuo volteggiare verso di noi, verso ciascuno di noi…
Anna
Francesca P.
14 Maggio 2017 at 22:46
Ne avevo iniziato un altro, sai? E non avevo pensato che era il giorno della festa della mamma, perchè queste ricorrenze commerciali non le ho mai amate… ma subito dopo averlo scritto, mi è venuto in mente… e ho sorriso un po’, pensando che davvero le cose – e le parole – non capitano a caso! Anche i ricordi non ri-emergono senza motivo… a volte, siamo portati a guardarci indietro, a scavare a ritroso, a ripescare dalla memoria attimi e “visioni”… ed è così che può apparire un quadro familiare, cullato dal cibo che come poche altre cose al mondo collega tutti i punti(ni) della nostra vita…
Volteggiare e viaggiare, quante “g” belle in comune… a presto, Anna mia, aspettami tra due settimane e ti porterò in un posto magico in cui proverò a cercare altro verde, ma so già che incontrerò più colori caldi! 😉
Chiara
14 Maggio 2017 at 23:25
” rumori di cucina “che fanno parte della nostra vita,ognuno ha i suoi e li riconosce all’istante…Aspetto di leggerti fra due settimane, tu ritornerai e io partirò,passami il testimone…Un abbraccio
Francesca P.
14 Maggio 2017 at 23:33
Alcuni rumori, poi, come quei riti, si tramandano e si replicano… adesso quel toc tac lo creo io, con una mia ciotola, su un tavolo rettangolare e non tondo… e una compagnia pelosa a curiosa, ehehe!
Bello avere fughe altrove in programma… 😉
Virginia
15 Maggio 2017 at 0:18
In questa stagione i baccelli sono in grado di risvegliare vecchi ricordi e ci accompagnano nel passato… Succede sempre anche a me, in particolare prima con i fagiolini e poi con i borlotti freschi. Una nonna e una nipotina, un torrido pomeriggio d’estate e uno dei primi contatti con la materia, la verdura croccante sotto le dita e il profumo di freschezza nell’aria. A volte penso che i ricordi debbano essere custoditi all’interno dei propri baccelli, proteggendoli, ma in realtà è proprio portandoli alla luce e facendoli scivolare nella ciotola gialla che ci prendiamo cura di loro e riusciamo realmente a riviverli 🙂
Sarei curiosissima di assaggiare questo piatto che offre tantissimi spunti, a partire dagli gnocchi. Sì, perchè non avevo mai pensato di utilizzare i piselli come base, ma stasera mi hai aperto un mondo! Le violette sono un tocco femminile che apprezzo molto… Mi ricordano quando in montagna mio papà me ne ha fatta assaggiare una per la prima volta, appena colta, ma non le ho mai utilizzate in un piatto. Devo dire che rapiscono il mio sguardo e se provo ad immaginare il loro sapore unito a quello del limone, dei piselli e del mascarpone mi viene appetito 😉
Francesca P.
15 Maggio 2017 at 18:15
Virginia, che bellissimo pensiero hai avuto! I baccelli come scrigni, come cassetti, come buste delle lettere e scatole speciali per contenere i ricordi e i sorrisi ad essi legati… che si possono aprire quando si vuole, per far passare aria e luce, sgranandoli per condividerli! Mi piace quando qualcuno sfodera la sua fantasia e si aggancia alle mie parole, come a creare una storia in successione, insieme… 🙂
Non avevo mai pensato a mettere i piselli in un impasto, di solito il verde lo associo agli spinaci… ma sai che amo sperimentare e ogni verdura si presta a colorare! Dovremmo provare a fare anche gli gnocchi di fagiolini, che quante ciotole hanno riempito negli anni anche loro, eh sì!
I fiori eduli li adoro… sono femminili al 100% e forse anche per questo sono ai miei occhi un dettaglio bello, perchè aggiungono il nostro tocco delicato! 😉
Ileana
15 Maggio 2017 at 9:02
Il tuo racconto mi ha riportato indietro nel tempo e il ricordo è così nitido. Ogni anno, quando arriva questa stagione, ripenso a quando sgranavo i piselli in compagnia di uno zio di mia madre, fratello di mio nonno. Loro abitavano vicini, i loro orti confinavano con la spiaggia e quando stavo dai nonni a volte correvo da una casa all’altra, soprattutto da bambina. Sono pochi i ricordi legati a quei periodi, ma ricordo perfettamente i pomeriggi passati a sgranare piselli, alla calma di quei momenti, al sapore che avevano quei piselli appena raccolti, all’infanzia e al tempo che non torna indietro.
“Quanto è bello l’odore delle cose così-come-sono.” Quanto è bello imparare a riconoscerlo, quell’odore, quant’è bello sentirlo, respirarlo.
Grazie per questi ricordi, per questo verde che oggi mi commuove ancora di più, per queste parole che si intrecciano…
Francesca P.
15 Maggio 2017 at 20:04
Incredibile come gesti così semplici entrino nella nostra memoria e diventino importanti… la quotidianità è un bacino sempre preziosissimo di attimi, è proprio vero che non c’è bisogno di chissà cosa… solo una ciotola, della verdura, del tempo e della pazienza… ed eccola, la ricetta per i ricordi che restano scolpiti! E l’affetto condisce tutto…
So che tu sai apprezzare quell’odore quanto me e cerchi l’essenzialità e la sostanza delle cose, magari un po’ nascosta e protetta dal baccello, pronta per essere presa in mano e gustata…
silvia
15 Maggio 2017 at 9:46
Mi hai fatto sorridere tantissimo…la scorsa settimana ero in cucina con mia madre e lei mi dice “mi aiuti a sgranare i piselli?” e credimi, io faccio ancora come la Franci piccola, vado a pescare nel sacchetto con quella stessa curiosità, e questa cosa è bella ancora oggi! Riuscire a mantenere quella meraviglia, vedere un po’ cosa ci riserverà stavolta la sorte, è un dono e se permane è gioia. Le cose “così come sono” sono quelle che ci danno la speranza che in mezzo a tanta confusione del mondo di oggi, c’è chi resiste nella sua genuinità! Probabilmente sono riservate come i baccelli e quindi non si notano subito…ma noi sappiamo scovarle sempre 😉 …per riallacciarmi al libro letto qualche mese fa, questo “toc tac” è “il rumore delle cose che iniziano” e tu sei capace di fare attenzione a queste cose, il che ti rende sempre speciale! Allora, io li assaggerei volentieri questi gnocchetti, il colore poi sai che lo adoro, e in più, per riderci su, mi fido delle tue violette…ahahah!! un abbraccio grande! e buon inizio di settimana
Francesca P.
15 Maggio 2017 at 20:10
Vedi, Silvia, è un rito che si ripete a tutte le età e che passa di madre in figlia in tante case! Sgranare legumi è anche rilassante, per me… ci si mette comodi, si sospende tutto quanto, ci si dedica a questa azione magari mentre si sente un po’ di musica (e noi sappiamo quale scegliere!) e quando la ciotola si riempie, c’è davvero un bel senso di pienezza! Mi piace proprio osservare come aumenta man mano la quantità di piselli, fave, fagioli o fagiolini, mi dà l’idea di un tesoro che si costruisce piano e siamo noi a mettere da parte! Con quel senso di meraviglia di cui parli, che va alimentato e dona tanto verde alla vita!
Rido per le violette… sì, ti puoi fidare al 100%, vengono dal vasetto bianco attaccato alla mia finestra, coccolate e curate con amore! 😀
Alberto
15 Maggio 2017 at 10:54
Le cose “Così come sono”… mi piace, moltissimo, perché è una delle sfide più grandi. Spesso si pensa che questo sia quel che vedi è: niente di più superficiale. Il ritorno alla semplicità e all’essenzialità passa per una lunga lunghissima strada di scoperta, di riordino dei tasselli, di apertura della propria stanza. Ha il sapore dell’autentico e del non perfetto, dell’assonanza e della dissonanza. E’ una ricetta unica, è il rumore di un torchio che girava, è il colore dorato, era il rumore di imprecazioni solenni perché qualche volta si inceppava, è il profumo di un ragù, è il suono di tante risate ed era quello di una risata che metteva tutti di buon umore. Suoni, profumi, ricordi per sempre con noi.
Francesca P.
15 Maggio 2017 at 20:18
So che ti sembra strano, ma non aggiungerei tanto altro alle tue parole… hai detto cose che condivido, mi piacciono i tuoi ricordi, mi piace che un ragazzo del Nord parli di ragù (!), che rifletta su quanto conti la semplicità e l’anima pura delle cose e che abbia tutta la voglia di scoprire ciò che non sa o conosce ancora poco! Anche i piselli non sono perfetti, ma non aspirano a questo… anche quello meno tondo o meno grande ha un buon sapore e contribuisce all’insieme, con il suo singolo valore… e questo dobbiamo imparare e ri-imparare, costantemente, a qualsiasi età! La perfezione lasciamola a chi la insegue senza raggiungerla mai… e se noti, io volutamente ho fatto gnocchi irregolari e non tutti identici… 😉
saltandoinpadella
15 Maggio 2017 at 17:35
Non erano occhi verdi e azzurri ma occhi marroni e grigi ma è successo tante volte anche la stessa cosa anche nella cucina di mia nonna. Adoravo guardarla sgranare i piselli, ma anche i fagioli. Gesti che a me sembravano magici, con il silenzio rotto solo dal toc delle palline che cadevano. Mi piaceva aiutare mia nonna, era una delle poche cose che mi divertivo a fare in cucina da piccola, forse perchè le manine non solo sgranavano ma spesso rubavano anche qualcuna di queste piccole e dolcissime perle verdi. Impossibile resistere alla dolcezza dei pisellini freschi appena sgranati. Neanche Ulisse è riuscito a resistere alla loro magia
Francesca P.
15 Maggio 2017 at 20:22
Sì, Elena, sono rumori un po’ magici, questi… e non a caso per descriverli ho usato un’espressione infantile, quel “toc tac” che una bambina direbbe per definire il suono e che rende davvero l’idea! E rubare piselli o fave crude, ancor prima che cadano nella ciotola, faceva e fa ancora parte del “gioco” e del rito… 😉
Non è la prima volta che immortalo Ulisse coi piselli, avevo già scattato foto qualche anno fa ma come non ripetere? Sarà che mi fa troppo ridere, è molto attento a farli rotolare, prima li studia bene e poi ci si avvicina… 🙂
Mile
15 Maggio 2017 at 17:55
Ho tanto pudore a commentare perché mi sembra di violare una intimità delicatamente offerta…
E allora leggo silenziosa godendo delle foto, assaporando riflessioni e sensazioni “così come sono”…
Francesca P.
15 Maggio 2017 at 20:27
Milena, apro le stanze dei ricordi proprio per questo, per condividere e suscitare anche le vostre parole, è l’aspetto che più amo del mio blog! Quindi non trattenerti mai, dimmi pure tutto ciò che senti o pensi… e come vedi, ad ascoltarti non ci sono solo io, ma anche orecchie feline! 🙂
zia consu
15 Maggio 2017 at 18:06
Che bellissimi ricorsi che hai condiviso…anch’io ricordo con tenerezza quando li sgranavo insieme alla nonna sotto il porticato con la leggera brezza di inizio estate..
Idea geniale quella di trasformare queste piccole pepite verdi in gnocchi soffici e profumati. Bravissima e buona vacanza 😉
Francesca P.
15 Maggio 2017 at 20:33
Uh, il porticato… trasferire questo rito all’aperto, in campagna, in mezzo alla natura, sarebbe ancora più bello! Da ragazza di città, sai che certe immagini le sogno e fai bene ad evocarmele… 🙂
A presto, ho lasciato una porzione abbondante di gnocchi, così che possano bastare fino al mio ritorno!
damiana
15 Maggio 2017 at 19:33
Ho voglie impellenti:sbaciucchiarmi senza sosta lui,i suoi occhi verdi,le sue zampette curiose,il suo musetto baffuto e capriccioso e poi,gustare chicchette dopo chicchette questo primo particolare e invitante.Ho fatto un bagno nel verde,riemergo felice… felice..Grazie Francesca😘
Francesca P.
15 Maggio 2017 at 20:35
Conosco queste voglie… mi prendono molto spesso e sono le voglie sane a cui dobbiamo cedere! E infatti cediamo, con goia! Perchè noi ce la godiamo la vita e il verde, vero, Damiana? 🙂
Un abbraccio, grazie a te!
Simo
15 Maggio 2017 at 20:46
Ah beh, ma anche tu oggi mi hai fatto viaggiare nei ricordi…ore a sgranar piselli o fagioli, o a spuntare cornetti ( che in realtà di chiamano fagiolini ahahaha…) con la nonna Gina, mentre con le zie o si chiacchierava o si recitava qualche decina di rosario…
Bei tempi, quanta nostalgia…e quel rumore toc tac…sempre presente…
Come mi mancano certi momenti sai?!
Comunque hai realizzato dei gnocchi fantastici, mi intrigano molto solo con purea di piselli e farina…li proverò.
E non mi verranno mai belli come i tuoi…sono un quadro primaverile con quei fiori!
Un bacione e buona settimana
Francesca P.
16 Maggio 2017 at 14:06
Il tuo “toc tac”, Simo, era una musica di gruppo, allora! 🙂 Bello immaginare tante donne e tante mani intente a sgranare, parlare, ridere, passare il tempo in quel modo… i ricordi che sembrano sempre risalire a ieri, che tornano vicini…
Gli gnocchi vengono leggeri, ho omesso anche l’uovo, anche per non compromettere il colore verde… e sì che ti verranno belli, sei brava anche tu a curare impiattamento e dettagli! 🙂
ipasticciditerry
16 Maggio 2017 at 19:17
E io aspetterò con ansia, curiosa di vedere dove andrai … buonissimi questi gnocchi, con i piselli… non ci ho mai pensato. Il condimento con il mascarpone poi, con il suo sapore dolce e goloso. Ottima proposta questa settimana. Guarda anche Ulisse come gioca con i piselli, chissà cosa gli sembravano, piccole palline forse 🙂 Eh già bei ricordi di bambina, anche per me è così: due paia di occhi marroni, anche tre, se conti mia sorella e mani piccole e grandi che sgranano piselli ma anche fave … io e mia sorella poi che facevamo a gara a mangiarceli crudi e mia mamma che brontolava, dicendo che non se sarebbero rimasti abbastanza per preparare la cena. Guarda cosa mi hai riportato alla mente!! Un abbraccio, buona continuazione di settimana e a presto. ♥ Una carezza a chi sai tu
Francesca P.
18 Maggio 2017 at 11:24
Terry, non vado lontano, ma ho intenzione di fare un bel reportage! E dove vado, non credo che mangerò piselli, quindi una nuova ciotola da riempire mi aspetterà al ritorno! 😀 Amo anche io il mascarpone… non lo uso spesso perchè non è ingrediente light, ma ogni tanto me lo concedo, anche in ricette salate!
Mangiare fave e piselli crudi, quando si è bambini, è un gioco… ma in questo forse non sono mai cresciuta, eheh, perchè a volte lo faccio ancora! Come quando non si resiste a pucciare il dito dentro l’impasto della torta, prima di infornarla… quelle piccole “trasgressioni” e tentazioni che mettono allegria… la stessa allegria che danno i felini e le parole belle delle amiche! 🙂
Monica
17 Maggio 2017 at 17:25
Mi piace rivedere nella mia cucina del domani quel che tu scrivi del tuo ieri.
Il mio ieri è confuso e buio, con tante brutte parentesi da dimenticare, e così guardo avanti pensando di poter costruire un prima migliore a chi verrà dopo.
Quel profumo di casa e famiglia, di lentezza voluta, di delicatezza cercata.
E mi piace questo piatto, fresco, colorato, ma a suo modo caldo ed avvolgente.
Lo guardo da distante, lo immagino meraviglioso non potendolo mangiare, ma per fortuna tu me lo porgi in un modo che non mi farà male, solo del bene.
Un abbraccio
Francesca P.
18 Maggio 2017 at 11:32
Monica, è giusto che ci costruiamo noi la nostra vita, la nostra famiglia, i nostri ricordi… il passato può nascondere buio e insidie, lo so… anche se credo che qualche sprazzo di luce, a ben vedere, ci sia sempre, come un momento d’incanto dentro una stanza scura… ma non c’è niente di più emozionante che riempire al presente tutte le ciotole che desideriamo, perchè i giorni sono come piselli da sgranare, no? Uno ad uno… ed è così che poi si forma un piatto bello pieno di gnocchi o di quello che ci piace di più, lasciandoci ispirare al momento! Nessun male, no… il verde ci fa da scudo…
Claudia
18 Maggio 2017 at 8:28
Ecco, stamattina vuoi farmi annegare un po’ nella nostalgia…erano anni che non mi tornava in mente quel ricordo leggero, me e mio padre seduti al tavolo della cucina a sgranare piselli. Non era lui che mi chiedeva di aiutarlo, ero io che appena iniziavo a sentire quel suono andavo in cucina, prendevo un’altra ciotola e prendevo posto. Ho sempre amato quel gesto e quel suono, che tornano ogni primavera…insieme a scorpacciate di piselli crudi!
Grazie Francesca e buon viaggio, ovunque tu vada.
Francesca P.
18 Maggio 2017 at 11:35
Claudia, ci sono riti che accomunano tante persone e per questo hanno una forza così evocativa! Odori, profumi e rumori, quanta vita che pulsa dentro, anche a distanza di tempo! Quando ti immagino con tuo padre, penso sempre ai ravioli… 🙂
Grazie, ti manderò cartoline con il pensiero, prima di tornare qui!
Claudia
18 Maggio 2017 at 13:14
Ah, e ho dimenticato di dirti che la ricetta mi stuzzica tantissimo, mai nemmeno pensato di poter fare gnocchi di piselli! Devo provarci assolutamente, che con gli gnocchi pure ho un rapporto d’amore eterno e fedele.
Francesca P.
18 Maggio 2017 at 13:51
Era la prima volta che provavo e sì, è da fare e rifare! E sai come intensifichi il verde, tu, con tutte le tue erbe! 😉
ricettevegolose
19 Maggio 2017 at 14:22
Che bei ricordi, quanti ne ho sgranati anche io di piselli da piccolina con i miei genitori! E andavo anche a raccoglierli nell’orto! La ricetta è deliziosa e la mise en place incantevole, con il tocco dei fiori. Ti ringrazio per questa pagina gioiosa e ti abbraccio :*
Francesca P.
22 Maggio 2017 at 18:03
Ecco, a me manca il raccoglierli direttamente dalla fonte e quanto lo sogno, oggi… allora sì che potrei tornare ancora di più bambina, completando la scena con questo dettaglio a km 0! 🙂
Grazie, Alice… i fiori aggiungono sempre quel quid in più e viola e verde sono i miei colori preferiti!
Anonimo
20 Maggio 2017 at 23:03
Toc- tac! Mi sembra di sentirli cadere nella ciotola, l’odore pungente, un po’ grasso dei legumi freschi, sento il rumore delle mani al lavoro.
Chissà quante storie vi siete raccontate tra un toc e un tac, quali domande le facevi. Io non riesco a smettere di sentire la mancanza di quelle mani lente, sono loro che mi hanno insegnato la delicatezza e la pazienza.
Ma gli occhi di Ulisse sono azzurri o verdi? Un colore a metà tra i suoi e i tuoi 😉
Francesca P.
22 Maggio 2017 at 18:06
Delicatezza e pazienza… che bel suono queste parole! Sembrano ormai doti così rare, ma sono senza tempo, non dovrebbero mai sparire dalle nostre ciotole di vita… io cerco di mantenerle entrambe, perchè la delicatezza è la carezza con cui si fanno bene le cose…
Gli occhi di Ulisse sono uguali ai miei, verde chiaro chiaro… ci specchiamo l’uno nello sguardo dell’altro, è proprio il mio alter ego felino, caratterialmente ed esteticamente! 😀
sandra
21 Maggio 2017 at 11:12
se solo si potesse tornare indietro e fermare il tempo a quegli attimi magici, a quei ricordi. ma non si puo’. però è bello averle vissute queste cose, averceli davvero questi ricordi. io ho la fotografia stampata in mente di mia nonna che cucina il ragù di carne, i profumi, i colori, la luce…. lei che gira la carne con il mestolo di legno e io che aspetto che lei si distragga un attimo per assaggiare.
i bei tempi andati.
bellissimi gli gnocchi di piselli, bellissime le tue foto. la zampina che gioca con i piselli….
buona domenica Francesca e grazie per i tuoi post.
Francesca P.
22 Maggio 2017 at 18:09
Sandra, condivido il tuo pensiero dolcemente e inevitabilmente malinconico… sapessi quante volte vorrei riavvolgere il nastro o rivedere qualche scena passata come si fa con un bel film, ma in fondo nella scatola della memoria il proiettore è sempre acceso e tanti frammenti restano così nitidi! Certo, sono lontani e non tornano, ma a volte possiamo ricrearne l’atmosfera e proseguire le tradizioni, a nostro modo… ed estenderle, perchè qui ha imparato anche Ulisse! 😉
Grazie a te, perchè mi regali sempre belle parole!
Ileana
21 Maggio 2017 at 23:12
…è strano arrivare qui la domenica sera e non trovarti, ma io ti aspetto. 🙂
Francesca P.
22 Maggio 2017 at 18:11
Ile, fa strano un po’ anche a me… ma questo tuo commento gradito spezza l’attesa e ci vediamo presto, per parlare un po’ di posti belli! 😉
Melania
22 Maggio 2017 at 18:36
Io l’aspetto il tuo post con ansia. Non vedo l’ora di ripercorre ogni angolino, ogni finestra socchiusa ma spalancata all’amore. Attendo pazientemente di ripercorrere tutte le calle e non smettere di sorridere perché il cuore batte sempre di più.
Nel frattempo, mi coccolo con questa tua delizia. Mi lascio trasportare dai ricordi che sono sempre così nitidi.
Proprio stamattina mi dicevo “quanto è bello ricordare” anche ciò che ci ha arrecato dolore, fosse anche solo per scorgere la forza che ne è venuta fuori.
Il tuo ricordo è prezioso. Quei piselli assomigliano tanto ai semini che non smetti mai di piantare Franci. Quella immensa voglia di vita che cresce ovunque, nonostante il tempo, nonostante tutto.
Francesca P.
23 Maggio 2017 at 14:56
Sì, lo so che aspetti quello che pubblicherò… e che lo vedrai con un occhio speciale. E se il cuore, che già è vivissimo, batterà ancora di più… sarò felice di aver contribuito alla sua corsa e al suo prendere il volo!
Ci sarebbe molto da dire, sull’importanza del ricordare… tutto. E oggi, tirando le somme di tante cose, credo abbia ragione: anche ciò che ha portato dolore serve ed è servito. E guai a dimenticarlo. Anche solo per vedere i passi avanti che abbiamo fatto, come abbiamo superato le montagne più alte e quanto ci siamo stupite di noi stesse… ah, le nostre risorse interiori… come sono verdi, come le abbiamo sgranate e cucinate con inventiva! Ed ecco il risultato… e il piatto buono di cui godere.
Tatiana
22 Maggio 2017 at 21:21
Tu riesci sempre a riportarmi indietro nel tempo, ai ricordi di un’infanzia tra i filari di viti, tra piante di pomodori e di piselli, seduta sui gradini di un cortile, io una bimba paffuta dagli occhi neri e lei una vecchina tutta ossa e occhi azzurri come il mare, ma forte come un bisonte, che con quelle mani incredibili mi insegnava a sgranare i baccelli, mentre io sgranavo e tre quarti di quelle dolcissime palline verdi finivano dirette nel pancino.
Sono sempre stata una ghiottona di vegetali e quando ho visto il tuo piatto così verde mi sono brillati gli occhi, per poi sprofondare nel passato, che a me sembra prossimo ed invece è talmente remoto che a pensarci fa paura, che a vedere quanta strada ho fatto da allora d’improvviso mi rendo conto che gli anni che ho sulle spalle sono ben diversi da quelli che mi sento… e, pure con il tantissimo amore che oggi ho intorno a me, mi viene il magone nel ripensare a quei pomeriggi assolati trascorsi seduta sui gradini di un cortile che oggi non fa più parte della mia vita.
Ti abbraccio stella 🙂
Francesca P.
23 Maggio 2017 at 15:02
Tatiana, mi piace prendere me stessa e le persone per mano, in questo viaggio a ritroso che scansa i sassolini e gli ostacoli e si concentra solo sulle cose più piacevoli… io quelle voglio trattenere e far rivivere, con la stessa dolcezza e la stessa rotondità che hanno i piselli! Lo so, nostalgia e magone fanno parte della ricetta, sono ingredienti che non si possono togliere… ma la rendono più saporita, perchè in fondo le lacrime contengono sale, no?!
E’ confortante e suona bene sentirti dire che intorno hai tanto amore, è il traguardo più bello, quel sogno di bambina che si avvera… a cui magari si pensava mentre si osservava la nostra, di famiglia, con il desiderio di crearne una per noi, serena e sincera, un domani… e quando e se accade, non esiste piatto di gnocchi più buono!
Alice
22 Maggio 2017 at 23:34
meravigliosa l’immagine dei piselli “Come ricordi lanciati come monetine dentro una fontana, che riposano dolcemente sul fondo del tempo”. Pura poesia le tue parole, come pura poesia sono questi gnocchi, originali e gustosissimi!
baci
Alice
Francesca P.
23 Maggio 2017 at 15:05
Alice, contenta ti piaccia quella metafora! Dovrei andare a Fontana di Trevi con una bella ciotola di piselli e iniziare a lanciarli nell’acqua, ahaha! 😀
Grazie mille, un bacio!
Emanuela
23 Maggio 2017 at 12:13
aspettando che il riso si cuocia…
eccomi che entro…cavolo….ma, senti mi sa che non ci sta tempo di attendere che io mi crei la mia stanza tutta per me…è necessario che ci si veda adesso per sgranare questi piselli….
oggi son stata dal mio amico delle verdure e glieli avevo ordinati, ma purtroppo non ne aveva, devo aspettare la settimana prossima.. avevo proprio intenzione di farli, con la mia ricotta fresca presa ieri dal pastore….
quanto mi divertivo a sgranare i piselli io da piccola con la nonna….più che a spuntare fagiolini…
Lì con quella ciotola in plastica grossa con i fiori blu, prese con i punti di chissà quale raccolta…. il sacchetto di carta marrone e le palline verdi rotolanti sul tavolo….
quanto mi fai sentire in pace Franci….
grazie….
oggi sono breve 😉 sennò il riso scuoce…
ti è andata bene..
ma torno che prima di domenica ce n’è….
tienimi due gnocchetti….
Baci verdi
Manu.
Francesca P.
23 Maggio 2017 at 15:09
Venuto bene il riso, Manu? In caso, la cucina qui offre gnocchi, anche se non è giovedì… ma non badiamo al giorno, le cose che ci piacciono le facciamo quando ci pare e le persone amiche si accolgono sempre! 🙂
Sai che mi hai detto una frase preziosa? Far sentire in pace… esiste sensazione più appagante, quando il rumore si ferma e si sta bene, sereni, anche solo per qualche istante? Sta diventando una cosa sempre più rara e per questo il suo valore aumenta…
Chiamami quando la prossima settimana avrai anche tu piselli da sgranare, che qui la squadra felina al completo, se ti aiuta, ti fa dimezzare i tempi… 😛
Emanuela
23 Maggio 2017 at 22:17
Non dirlo due volte cuore bello che mi metto a lanciare messaggi di fumo! hihiihiii…
E’ così… questa casa è la mia oasi di pace…si…sentiti dispensatrice di bene, perché mi fai sognare la possibilità di essere e stare bene….
Grazie….
Francesca P.
24 Maggio 2017 at 12:05
Confermo: è un concetto meraviglioso ed è proprio quello che cerco di dare e avere! :****
Mari
25 Maggio 2017 at 17:14
Come hai descritto bene quei gesti semplici e ripetitivi… a me piace sbucciare i legumi dal loro baccello, vuoi che siano piselli o fagioli. Oddio, puoi ho tutte le unghie verdi, ma poco importa se poi mi ritrovo in tavola qualche prelibatezza!!😋
Bellissime immagini, come sempre! E ottimi modelli, sempre in posa!!!☺️ Baci!
Francesca P.
26 Maggio 2017 at 14:38
Sì, Mari… io con l’unghia premo sulla riga dall’alto verso il basso e mi sembra di aprire una cerniera! E se la pelle si tinge di verde, tanto meglio… è un colore attuale, adatto alla stagione e di moda, ahaha! 😀
Grazie del commento, un saluto da tutti noi!
Anna
28 Maggio 2017 at 10:02
Conosco bene quel rumore, quel profumo, quelle sensazioni mentre si toccano prodotti freschi, raccolti dall’orto..l’ho fatto anche la settimana scorsa!
Bellissima idea quella degli gnocchi, che adoro! appena trovo il tempo li faccio senz’altro! e che meraviglia il contrasto con le violette!
Ulisse modello perfetto 🙂
Francesca P.
28 Maggio 2017 at 10:37
Che bello, Anna, sono i rumori più belli della stagione! E tu hai già piccole mani pronte all’aiuto, che non vedono l’ora di imitare i tuoi gesti e un giorno ti porgeranno anche un cestino per la raccolta! 😉
Se non hai le violette, puoi virare su una versione con le rose, il tuo fiore preferito, ehehe!