TU FATTI BELLA PER TE
La storia in fieri e in fiore che vi avevo iniziato a raccontare la scorsa settimana, dopo aver respirato tanto sole, saluta il giorno e si tinge di notte, vestendosi di mistero e di fascino. Quando il buio arriva, ecco una finestra che si accende, come una stella che si può guardare da vicino. Lo vedi, nel nero, quanta luce fa. Quanto brilla, quanto riflette, quanta vita la anima. Ti sembra persino di sentirla sorridere, mentre toglie la tenda come fosse un mantello, un velo, da far scivolare giù piano.
Le rose lo sanno, che l’eleganza è innata. Che lo stupore è dentro ai gesti che si fanno e al come si fanno. Che ogni petalo è una nota da suonare. E che c’è un percorso da fare, per arrivare al profumo più intenso, superando ogni strato di pelle. E quel profumo, per durare, ha bisogno di pioggia che disseta, di carezze di vento, di un pergolato che ripara, di un calore che non brucia, di una mano che rispetta.
Gioco e solletico, costanza e dedizione.
Le rose guardano a fondo e vogliono, quindi, essere guardate a fondo. Non sono per gli sguardi superficiali e distratti, nè per quelli troppo sicuri, che non badano alle spine e infatti si pungono. Vogliono essere prese, per ballare. Invitate e guidate, fissate dritte negli occhi e rassicurate. Ed è allora, dentro quella stretta, quando sanno che possono permettersi anche di essere fragili, che i passi vengono da sè, i petali seguono la musica e tutto il resto, intorno, scompare.
Perchè le rose sanno che “se un’emozione ti cambia anche il nome, tu dalle ragione… se anche il cuore richiede attenzione, tu fatti del bene… tu fatti bella per te, per te, per te”…
Per te.
Per tutto ciò che sei già.
Per quello che diventerai.
Per quello che hai scoperto. E che scoprirai.
Per te, a prescindere da tutto.
Per ogni brivido nuovo che si posa sulle foglie.
Per ogni bocciolo che nasce coraggioso.
Perchè “sei più bella quando sei davvero tu”.
Quando scegli il posto in balcone, dove crescere. Quale vaso vuoi accanto, quale colore può mischiarsi col tuo, quanta rugiada vuoi condividere.
Il mese delle rose, maggio, è qui. E la storia in fieri e in fiore è solo all’inizio.
Earl grey tea latte alla rosa
– Per lo sciroppo di rosa:
1/2 tazza di zucchero
1/4 tazza di acqua
Petali di rosa freschi non trattati (a piacere)
– Per il tè
1 tazza di acqua bollente
1 tazza di latte (animale o vegetale)
Tè Earl grey in foglia
Petali di rosa freschi non trattati
Sciroppo di rosa
Cacao in polvere o cannella (facoltativo)
Mettete lo zucchero e l’acqua in una piccola casseruola, per preparare lo sciroppo. Lasciate su fuoco medio finché lo zucchero si sarà sciolto. Levate dai fornelli e mettete in infusione i petali di rosa per 5/10 minuti. Con l’aiuto di un colino a maglia sottile, filtrate spingendo bene i petali, per avere più liquido possibile.
Scaldate l’acqua per il tè, unite le foglie di Earl Grey e anche i petali di rosa. Lasciate in infusione per 5 minuti. Se avete messo le foglie di tè e i petali dentro un infusore o in un sacchetto apposito per il tè, non c’è bisogno di filtrare. Altrimenti, filtrate il liquido con un colino.
Scaldate il latte, senza farlo bollire. Unite lo sciroppo di rosa precedentemente preparato e mescolate. Se avete l’attrezzo per fare il cappuccino, potete spumare il latte e formare la schiuma.
Prendete una tazza o un bicchiere, versate prima il tè (circa a metà, o di più o di meno, secondo i vostri gusti) e poi il latte. Decorate, se volete, con cacao o cannella in polvere e con la schiuma del latte.
*Potete servire caldo, oppure tiepido
** In sostituzione dei petali freschi di rosa, potete usare quelli essiccati, che si trovano in erboristeria
30 Comments
Anna
30 Aprile 2017 at 20:19
…”come una stella che si può guardare da vicino.”
E, tu lo sai, questo già per me vale il prezzo del biglietto. Ah! vero per entrare nel tuo Bistrot non si paga nulla, e la porta è sempre aperta.
Con la luce del giorno, con la luce nel buio…
Rose bianche, le tue, che illuminano il nero: luminose come fari nella notte, abbaglianti, morbide, vellutate. La magia delle tue fotografie!
“Ti sembra persino di sentirla sorridere, mentre toglie la tenda come fosse un mantello, un velo, da far scivolare giù piano.”…
E qui io sento che sorride, scosto un velo di malinconia per lasciare spazio alla luce che lei sapeva e, ancora, sa fare.
Un post delicato Francesca, con un sapore particolare per me… mi accarezza il cuore.
A incastonare le parole di una canzone bellissima, che ogni donna dovrebbe dedicare a se stessa. Per la bellezza che ha dentro, come le tue rose che aprono petali e profumi a sguardi attenti e delicati. Come le tue rose, che si lasciano toccare da una mano che rispetta. Come le tue rose, che vogliono e possono scegliere con chi condividere rugiada: con chi non sa far male…
“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”, disse Il Piccolo Principe…
Buona settimana, principessa armata di solocosebelle!!!
Anna
Francesca P.
30 Aprile 2017 at 21:10
Anna, ormai, quando parlo qui di stelle, il pensiero va a te e a ciò che sai/sappiamo… ed è una bella complicità, di quelle tenere. E sì, quel sorriso c’è, vede e veglia. E forse (ci) legge anche.
Ho sempre amato le rose, ma queste le ho sentite più “intime”. Così bianche, così aperte, coi segni del tempo ma ancora bellissime, anzi, forse persino di più. Così vitali, così profumate, così femminili, così luminose… con quelle parti gialle, come se nelle vene scorresse un po’ di oro, un po’ di sole… insomma, meritavano un post tutto per loro. E sono felice me l’abbiano ispirato, incontrando quella canzone che sento spesso e mi ha colpito subito, al primo ascolto. Per il testo, per quel “per te” ripetuto più volte… come a doverlo imprimere bene, assimilarlo, interiorizzarlo. Parole vere, liberatorie.
Continuerò ad accarezzare rose, a nutrirle, a fotografarle, a raccogliere i petali e a levare strati, fino al cuore… e so che lo farai anche tu. Proteggere le cose belle… e vederle fiorire. Ci sono persone che sanno farlo (davvero).
Silvia
30 Aprile 2017 at 21:14
Io stasera parlo del bianco che prova a cercare, dentro tutti i colori che giá contiene, la via per uscire da un dolore… e tu apri le danze con il nero che a lui fa da sfondo, che però brilla comunque! Non è un nero di quelli brutti, è solo l’eleganza che si fa strada tra le parole. È il colore che si mangia le paure! Che bella poi la frase “Tu fatti bella per te”, è una scelta, forte, che ho intrapreso anche io ormai da tempo, a prescindere da tutto. Siamo rose che hanno bisogno di mani giuste, di occhi attenti, di acqua che disseti il cuore! E nell’attesa, io bevo un sorso di questo earl grey tea latte alla rosa…mi sembra qualcosa che arriva da lontano…ma profuma di femminilità e mi piace!
Francesca P.
30 Aprile 2017 at 22:35
Sintonia tra donne e rose affini, Silvia! 😉
Da bambina avevo paura del buio e non riuscivo a dormire se non c’era almeno una lucina piccola, da qualche parte, a tranquillizzarmi… allora lasciavo la porta della camera socchiusa e la luce del bagno accesa, oppure mettevo nella spina una lampadina rossa con sopra la faccia di Paperino, che mi ha fatto compagnia per anni! Poi, crescendo, la paura è svanita e adesso mi lascio persino sedurre dal buio e dal nero, quando nulla si vede ma tutto si immagina… e cito (non per caso!) Zibba che canta che “al buio le paure son solo illusioni da smontare” e le notti con solo due stelle possono benissimo trasformarsi in notti con solo due rose! 😉
Beviamo insieme questo tè-latte, è stata una scoperta, di solito non miscelo mai le due bevande, ma anche i fiori più belli a volte sono frutto di un innesto, no? 🙂
Emanuela
1 Maggio 2017 at 8:08
Eccomi che arrivo, di prima mattina in questo giorno di festa….
Non credere non sia passata settimana scorsa e non mi sia posata su quei fiorellini delicatissimi, non potrei mai perdere un appuntamento così importante come quello che ho con te….
Venerdì ho fatto una cosa…. ho provato a mettere di nuovo un reggiseno … oh, lo so che sembra una scemenza, ma non lo è.. fidati…io non ho mai amato il MIO seno, troppo ingombrante per me, che DANZAVO e che quindi dovevo ogni volta spiaccicarlo al petto con qualsiasi sorta di fascia-top-pellicola trasparente che mica una salsiccia è così insaccata , che AVEVO SOLO QUELLO e i maschietti alle medie guardavano solo lui….
di tutte le parti del corpo il seno è sempre stato il più problematico (perché era in buona compagnia con ginocchia, caviglie e altro, ma lui era una specie di pecorella nera…). Tralasciamo tutto il significato simbolico insito ed intimo del seno è perché si, ci stava quello, ma non solo quello.. a me proprio il seno abbondante non piace in generale….(che poi ho una seconda/terza io), mi sembra sempre sproporzionato al corpo .. non è il “balcone” lui.. è il vaso di gerani che sporge dal balcone..
Comunque, fatta tutta sta trafila, io vuoi o non vuoi ste tette ce le ho e me tocca facce i conti, soprattutto adesso che le forme tornano e così venerdì tiro fuori un reggiseno un po’ a balconcino, delicatissimo, blu-azzurro, ricamato a fiori tipo ad uncinetto….senza imbottitura, ma col ferretto…ero sola, davanti allo specchio… me so’ rigirata venti volti e alla fine mi son detta: ” che bella Manu che sei!” .. me lo sono proprio detta perché l’ho pensato: diritta, le spalle un po’ scoscese (che a furia di tenerle basse per la danza me so venute a mo’ de gruccia attacca-panni), le clavicole sporgenti, come le scapole (che vengono definite “alate” e mi vanto sempre hihihii), la treccia ramata e qualche ciuffo ribelle qua e la… mi son proprio detta “bella” … e non lo avevo quasi fatto mai…e mi è piaciuto anche quel povero “vaso di gerani sporgente” sorretto dal balconcino ….
Bene dopo questa mia delirante storiella credo poter dire che… il profumo delle tue rose mi è arrivato freschissimo stamattina a solleticarmi il naso… ed è arrivato assieme a nonna, che aveva delle bellissime rose di maggio rampicanti su un piccolo lato del cancello, che tenevano la mano ai fiori bianchi, profumati e golosi del gelsomino (lo hai mai mangiato, anzi succhiato il fiore del gelsomino? ha un latte buonissimo..): lei ne aveva una gran cura e raccoglieva quei boccioli bellissimi per il tavolo oppure per le foto dei ricordini che aveva sul comò della sua camera ….
grazie….
sto cercando di farmi bella per me… e di scegliere il mio, anzi i miei, gelsomini che vorrei mi tenessero per mano ……
scusami sproloquio sempre di me…e non ti dico mai quanto ami le tue foto e quella grazia sensibile che si percepisce…sono li con il musetto assieme a tarallino che respiro tutto il profumo e mi sorseggio il tè…
grazie grazie grazie..
Manu
Francesca P.
1 Maggio 2017 at 20:48
Manu, mi hai strappato un sorriso… associare il decoltè al vaso di gerani mi mancava, ma trovo l’idea davvero fantasiosa! Devi andare fiera di quello che hai, non è da tutti avere un bel balcone fiorito, c’è chi paga non so quanto per averlo… noi, invece, tutto in natura! 😉 Stai vincendo tante piccole battaglie, vedi? L’anima femminile si sta svegliando, ti parla sottovoce, ti guida verso azioni che rappresentano delle conquiste personali… ognuno di noi ha i suoi scogli o muri da superare, mai pensare di non farcela, arriva sempre il momento in cui, prima o poi, ci sentiamo di fare un passo… oltre. Come quando ci sporgiamo oltre il balcone e guardiamo giù, come fa Tarallino, c’è un brivido e c’è un senso di vertigine, ma non cadiamo… no, c’è la balaustra e c’è la protezione… ma l’affacciarsi è importante, ti fa scoprire il mondo che c’è sotto e intorno…
Amo il gelsomino, sul blog ho pubblicato due ricette: una marmellata di fragole e una creme brulè! E ho un ricordo profumato e buonissimo di una granita siciliana… ma succhiare il fiore mai fatto! C’è sempre una prima volta… e tu continua, mi raccomando, a dirti che sei bella e a guardarti con tenerezza, l’amore per noi stesse è la vera chiave per avere un rapporto sano anche con gli altri, io lo sto capendo ogni giorno di più e sono ben felice di aiutare o spronare le amiche a compiere con me questo viaggio… 🙂
Melania
1 Maggio 2017 at 8:27
Buffo come un colore riemerga nonostante quel buio. Come riesce ad insinuarsi sotto il mantello della notte scoprendosi un po’ per volta e donando con cautela tutta la sua bellezza.
Io ho sempre avuto paura, del buio. Di quell’oscurità che mi impediva di spalancare gli occhi come desideravo perché una coltre oscura si posava leggera sulle pupille, costringendomi ad andar oltre. Perfino quando non volevo.
Ma il tempo ha l’abitudine di prendersi tutto il tempo necessario per rispondere alle nostre domande e, quando le risposte sembrano non arrivare più, eccolo, che è pronto a venir fuori allo scoperto.
“Perché si è più belli quando siamo davvero noi”
Senza più quelle paure che ti costringono a rifugiarti in quel buio, ed il desiderio forte di essere accarezzata come fossi un petalo. Di essere stretta con la fermezza di chi sa raccogliere una rosa senza mai pungersi e stringersi, toccarsi, mescolarsi come chi si incontra da poco, ma si conosce da tanto.
Francesca P.
1 Maggio 2017 at 20:56
Anch’io avevo paura del buio, quello pesto, in cui ti senti persa, piccola e fragile… adesso ne ho meno perchè ho capito che possono esserci luci ovunque, che c’erano sempre state, solo che non lo sapevamo… e forse la mia ricerca imperterrita di luce è legata a questo, alle fonti di calore, a qualcosa che possa tranquillizzare e calmare…
Le rose hanno affrontato e vinto il buio, riescono a dominarlo e anzi, (ri)splendono ancor di più, vicine al nero… e quando indossiamo abiti bianchi, non vedi come ci somigliamo? Apriamo i petali, Melania, come fossero ali… e chissà se qualche rosa veneziana ci farà presto compagnia… 😉
ipasticciditerry
1 Maggio 2017 at 15:15
Il bianco e il nero … i contrasti della vita. Meno male che tra il bianco e il nero ci sono un infinità di sfumature! Bellissime queste foto, mi piace molto il passare del tempo, le rose sempre più aperte. Il mio tesorino che le annusa curioso e poi ecco i petali dentro questo infuso di cui immagino tutto il profumo e il sapore. Si, fatti bella per te … sempre dobbiamo farci belle per noi perchè quando stiamo bene con noi stesse, stiamo bene anche con tutti gli altri. E quando ci guardiamo allo specchio e ci troviamo belle, siamo sicure in mezzo alla gente e sorridiamo e sembriamo ancora più belle. Buona settimana dolce Frà, immagino il clima che puoi avere tu a Roma e poi guardo fuori dalla mia finestra e mi intristisco. Ma fa niente, evito di guardare fuori dalla finestra e torno su a guardare le tue foto.
Francesca P.
1 Maggio 2017 at 21:05
Il bianco e il nero possono essere visti anche come inizio e fine… e nel mezzo, tutto il resto e tutte le sfumature di cui parli! Qui, ad esempio, il bianco vira sul giallo e quei petali si sono macchiati di sole… lo trovo un dettaglio bellissimo! In balcone è arrivata anche una pianta di rose fucsia, la faccio crescere un po’ e magari poi allestisco un secondo set… 🙂
Nelle tue parole sull’amore per noi stesse, leggo il percorso di una donna che sa ciò che dice, che l’ha imparato sulla pelle e che con saggezza lo trasmette alle altre donne… è bello acquisire certe consapevolezze, vedere come cambia la percezione di noi nel tempo e tutti i passi avanti fatti! Vorrei avere 30 anni per alcuni aspetti, ma la mente dei (quasi) 40 la preferisco di gran lunga! 😉
Sai che qui puoi avere tutto il bel clima che vuoi, ti presto la mia finestra e ti avviso che oggi ho fatto altre foto a Tarallino, che ri-vedrai presto!
larobi
1 Maggio 2017 at 18:54
e io che son nata in maggio non posso che amare questo fiore che preferisco nelle sue varianti “antiche”, quelle che sembrano quasi peonie e che sia aprono tanto quasi a voler trasmetterti la loro bellezza. Mi piacciono moltissimo le rose selvatiche , rosa canina in testa…sa di bosco, di posticini nascosti, di discrezione …Sarà ottimo il tuo tè che assaggerei volentieri chiacchierando insieme a te del più e del meno e di un sacco di altre cose …un grande abbraccio cara !<3
Francesca P.
1 Maggio 2017 at 21:11
Robi, la versione “antica” è stupenda, hai ragione! Per questo ho adorato fare le foto alle rose che vedi, già aperte, già consapevoli, già “donne” che hanno fatto la loro strada…
La rosa canina non l’ho mai vista da vicino, ma posso dire che l’apprezzo molto, trasformata in marmellata! Ecco con cosa accompagneremo il nostro tè, con dei dolcetti che abbiano quel sapore e quel cuore profumato! 😉 E troppe cose abbiamo da dirci, quindi sarà una merenda lenta e lunga…
Chiara
2 Maggio 2017 at 0:05
passo da te sempre alla fine dei miei giri nei blog non perchè voglio trascurarti ma perchè ricorderò meglio quello che ho visto e letto, le tue foto profumate, il musetto del gattino e la tazza del tuo tè che vorrei sul comodino adesso, buonanotte, vorrei sognare un roseto…
Francesca P.
3 Maggio 2017 at 10:58
Mi fa piacere essere l’ultima lettura, come l’ultimo boccone o la tisana calda prima di andare a dormire… è un bel concetto e ti ringrazio di questo gesto, Chiara! 🙂
A proposito di roseto, devo andare quanto prima in quello che c’è a Roma, grande, curatissimo, dove non sono ancora mai stata, pensa… devo assolutamente recuperare! 🙂
Manuela
2 Maggio 2017 at 11:10
Le rose lo sanno.
E qui è pelle, da me è superficie ( o crosta croccante), ma entrambe andiamo a fondo in quel nero per cercare la luce più bella.
Sembra che illumini quella rosa, come se le brillassero gli occhi 😀
Francesca P.
3 Maggio 2017 at 11:05
Le rose lo sanno che tutte le cose belle passano prima dal (pro)fondo, come una preparazione… come se nel viaggio da lì alla superficie ci fosse uno scatto forte, da compiere, che fa poi godere ancora meglio la luce, l’aria e il cielo sopra la testa… e gli occhi brillano, quando si è consapevoli di ciò che siamo e che vogliamo… 😉
saltandoinpadella
2 Maggio 2017 at 22:00
Non mi dire che ho perso il commento 🙁 🙁
certamente lo sfondo scuro trasmette un fascino speciale, esalta i colori in maniera unica, come dici giustamente tu, conferisce un che di misterioso. Sembra una mano leggera e amorevole che accarezza con dolcezza questi petali candidi. Peccato non poter anche sentire il profumo di queste foto stupende. Poter godere simultaneamente di questi colori quasi struggenti e del profumo di questi petali deve essere stata un’esperienza unica.
Francesca P.
3 Maggio 2017 at 11:08
Alcune foto nascono con lo sfondo scuro e lo vogliono proprio, lo chiamano… e così è stato in questo caso, le rose stesse mi hanno portato da lui, avevano voglia di contrasto e di risaltare ancora meglio, volevano brillare! Ed è bello quando si ha questo desiderio… liberare e rilasciare più luce possibile!
Amo usare le rose fresche in cucina, avevo fatto anni fa anche uno sciroppo, che è perfetto da usare per le torte… faccio crescere qualche altro fiore e magari ripeto l’operazione! 🙂
Mile
3 Maggio 2017 at 13:29
Leggo con attenzione e silenziosamente ammiro e cerco di andare oltre…
Francesca P.
4 Maggio 2017 at 14:42
Le parole servono anche a questo… a far immaginare, a invitare a viaggiare con la mente, a prenderle e farle proprie nel modo che si vuole! 😉
Simo
3 Maggio 2017 at 21:43
Queste rose meravigliose mi danno un senso di pace e di tranquillità…guardarle mi fa star bene, mi infondono un senso di benessere e mi fanno spuntare un sorriso. Mi piace il loro non essere perfette…come me…
Mi immagino vicino a loro a sorseggiare con te una tazza di quella delizia che hai preparato, con calma, dolcemente…..chissà mai se potrà accadere tutto questo, prima o poi…
Io ci spero 😉
Ti abbraccio tesoro
Francesca P.
4 Maggio 2017 at 14:48
Simo, la perfezione è molto meno interessante… e queste rose lo dimostrano benissimo! Amo i loro petali frastagliati, irregolari… e quell’aspetto vissuto, più consapevole e affascinante!
Se uniamo i nostri tè, dato il comune amore, potremmo stare sedute un intero pomeriggio… e sì, sarebbe bello! 🙂
Ileana
4 Maggio 2017 at 21:51
Aspetto sempre il momento giusto per ri-tornare qui, lo sai. Ormai sai che ti leggo subito per poi tornare, quando arriva la notte, quando tutto fuori si placa, ma dentro qualcosa inizia a far rumore, a spingere per uscire fuori.
Io ora l’ho capito, che per trovare la mia luce devo attendere la notte, il buio. Per un po’ l’ho evitato, sai? Forse per paura che quel buio potesse farmi ancora male… in questi mesi però, così confusi e riflessivi, ho capito che non posso cambiare quella che sono, che imparare a gestire il buio e le ombre è la via più bella per cercarla, quella luce..e quando arriva il suo momento, allora accade qualcosa di meraviglioso. Quel piccolo puntino luminoso in una notte senza luna illumina tutto quello che c’è attorno, come queste rose, che avevano bisogno di tutto questo per esprimere la loro bellezza, così pura, così vera.
Francesca P.
6 Maggio 2017 at 11:03
E io aspetto te e quel momento, sapendo che sai a memoria la strada e l’indirizzo, che puoi entrare anche senza bussare e che troverai una sedia per te, già scostata dal tavolo, pronta a ri-accoglierti… perchè di cose da dire ce ne sono ogni settimana!
La luce che emerge dal buio, secondo me, ha ancora più valore… perchè è riuscita a imporsi, a lottare, solo con le sue forze. Se è lì, piena e così viva, significa che… ha vinto. E con il buio ha imparato ad andare d’accordo e guarda quanto dona il contrasto, Ile… 😉
Alberto
6 Maggio 2017 at 15:57
Forse la prima volta che fisso qualcosa senza saper cosa dire, ci rimango male un po’, poi finalmente capisco. Hai già detto tutto.
Ogni notte è diversa, ci sono cose che possono essere espresse a parole altre che parlano nel silenzio e nei segni lasciati dal tempo.
Il tempo.. lascio libero il pensiero di creare associazioni e vedo.. la pioggia, il vento di giorno e di notte.. come abbiano distrutto, frantumato, ferito la roccia plasmandola, modellandola nel tempo, fino a creare le montagne, la dove cresce il fiore più bello che esista: la stella alpina. Un fiore protetto, perché la vera bellezza è cosa rara e va protetta.
Francesca P.
6 Maggio 2017 at 19:46
Anche tu hai detto tante cose, Alberto… 🙂 E hai nominato un fiore molto prezioso, che non ho mai avuto il piacere di vedere: la stella alpina. Un fiore che respira la purezza più assoluta, che cresce sulla base del “nonostante tutto”, in condizioni non facili, eppure… ce la fa! Ed è un bellissimo esempio di speranza e di tenacia, che dobbiamo fare nostro…
ps: il modellamento di acqua e vento mi ha fatto pensare ai vetrini levigati, che si trovano in spiaggia! Tra mari e monti, ecco, i poli del viaggio…
ConUnPocoDiZucchero Elena
9 Maggio 2017 at 4:21
tutti i tuoi post mi lasciano sempre un segno nel cuore: che sia serenità, che sia pace, che sia riflessione, che sia malinconia, che sia gola o desiderio, tutti semore mi regalano emozioni.
E oggi qst tuo articolo mi ha regalato un pensiero di dolcezza grande, profonda e infinita, un pensiero che nel mio cuore si chiama come la mia mamma: lei amante delle rose, si è costruita un personale roseto nel giardino di casa lasciabndomi sempre di stucco nel vedere l’amore che ci vuole per dedicarsi loro con serietà. Ma se ne ha sempre in dona una bellezza profonda, una eleganza intima e ineguagliabile e un profumo penetrante e sottile.
in qst pensiero di dolcezza e di amore materno, tu sei la firma e l’artista e io, da spettatrice attenta, ti lascio un grande ringraziamento e un abbraccio stretto.
(E anche una enorme curiosità rispetto a qst ricetta a me completamente nuova!!!)
Francesca P.
9 Maggio 2017 at 12:45
Le emozioni, la fonte primaria di ossigeno e di luce… come faremmo, senza? Me ne cibo io per prima e sapere di regalarle è un piacere! Mi piace anche il fatto che emozioni chiamino altre emozioni… è un bel circolo virtuoso, di scambio di energie dolci e positive!
Chi ama i fiori, li nutre, li rispetta e li fa crescere, non può che avere un cuore grande… di madre in figlia certe cose si trasmettono e vedrai la tua bimba come giocherà coi petali e come adorerà questo fiore, anche lei! 🙂 E da grande, potrà assaggiare anche il latte alla rosa, che secondo me è un nettare buonissimo…
Anna
9 Maggio 2017 at 18:07
Le rose vogliono esser prese, annusate, ammirate, guardate in ogni loro striatura di colore, è verissimo! Lo sto facendo in questo periodo che finalmente sono tutte aperte! Non ti so dire quale sia la più bella..ognuna ha il suo fascino, ma forse “la dama nera” che svetta lì, in fondo al giardino, è la regina di tutte! Nerissima quando è in bocciolo, rosso intenso quando si apre al sole..che meraviglia!
Abbiamo creato anche una aiuola con le rose in miniatura..un tripudio di colori!
Questo buonissimo tè lo berrei ora, a merenda!
Francesca P.
10 Maggio 2017 at 10:49
Tu le conosci bene, anzi benissimo, le rose… sai come valorizzarle, come cogliere il loro lato più bello, sai le cure di cui necessitano e come ognuna abbia una sua caratteristica! Sono stata al roseto comunale di Roma e sono rimasta ammaliata… chissà se c’è lì anche la dama nera, devo tornare a guardare, già dal nome e dalla tua descrizione mi sembra stupenda! La vedrò in foto da te, vero? 😉