LEGGERA E LIBERA
In questo weekend, Roma ha preso dal freezer il clima e l’ha messo a scongelare un po’ nel forno, riprendendosi le sue temperature che erano scappate altrove. Sabato mattina sono uscita nel sole, levando dalla testa, dopo giorni, il cappuccio del piumino, allentando il nodo della sciarpa viola e ritrovando quella piacevolezza che la mia città sa regalare.
Ho fatto una sosta nel bar all’angolo, sotto casa, per fare provvista di lievitati, con il proprietario che tutte le volte mi saluta con “ciao, ragazza” e non “ciao, signora”, senza sapere quale attimo di gioia mi regala. Ho camminato lentamente nelle vie alberate di cui conosco ogni centimetro, fermandomi a strappare foto a una bicicletta appoggiata a un muro e a una cassetta della posta arruginita, ma vitale. Ho osservato alcune finestre, con i ciclamini in bella mostra, fieri di puntare in alto, con i loro colori brillanti che nessun gennaio sa sbiadire.
Ho annusato l’aria e sembrava dirmi ehi, il freddo più freddo è finito. L’ho respirata e sentita leggera. Io mi sono sentita leggera.
Leggera come quando ci si spoglia e si levano i vestiti, uno ad uno. Leggera come dopo una doccia calda, lunga. Leggera come le casacchine vintage che indosso. Leggera come quando scappa una risata e la si lascia andare.
Leggera come quando ci si toglie un peso dal petto e tutto torna a fluire (meglio). Leggera come quando, senza quel peso, si torna ad essere liberi. Leggera e libera, così mi sono ri-scoperta. Pensando, mentre notavo le traverse che convergono nella strada principale, che ci sono tante rinascite dentro la rinascita. Tanti viaggi dentro al viaggio. Tante ripartenze.
Leggera e libera, così mi piace essere. Leggera e libera, assaporando una delle sensazioni più appaganti e che non ha prezzo: essere a posto con me stessa. Avere la coscienza pulita. Guardarmi allo specchio e sorridermi, perchè posso ancora prendere abbagli e posso ancora cadere, ma sapendo di avercela messa tutta. In buona fede e fidandomi. Senza aver nascosto neanche una briciola di ciò che sono. E del mio tenero cuore guerriero.
A proposito di tenero cuore guerriero, vi ringrazio molto per i commenti bellissimi che mi avete scritto sotto al post della settimana scorsa: mi hanno dato conferma che quando si è veri e autentici, si arriva. A fondo. E che tutto ciò che facciamo, nel bene e nel male, (ci) torna indietro. Io ho voglia, tanta voglia, di dare-trasmettere-comunicare-costruire-godermela. Al fianco di chi sa apprezzar(mi) e vuole fare altrettanto.
E a chi, come la sottoscritta, ha voglia anche di calore, porto in tavola queste orecchiette, comprate in un mercatino di quartiere in un banco di prodotti lucani, che irradiano luce ed energia solo a guardarle. A me, che sono gatta d’agosto che fissa storto l’inverno, hanno anche sussurrato una cosa: questa stagione si deve amare perchè è quella che ci guida e ci ri-porta alla primavera, al verde e alle gemme che spunteranno…
ORECCHIETTE AI PEPERONI CRUSCHI CON FAGIOLI CANNELLINI E TAPENADE DI POMODORI SECCHI
Ingredienti per 2 persone:
160 g di orecchiette
250 g di fagioli cannellini
100 g di pomodori secchi
Capperi (a piacere)
Sedano, carota, cipolla per il soffritto
Rosmarino fresco (facoltativo)
Olio extra vergine di oliva
Sale
Pepe
Parmigiano o pecorino o ricotta salata
Sale nero di Cipro (facoltativo)
La sera prima, mettete in ammollo i fagioli, per tutta la notte. Il giorno dopo, lessateli e cuoceteli finchè saranno morbidi. Se usate fagioli già lessati in scatola o barattolo, saltate ovviamente questa operazione. In una padella con un filo d’olio, unite il soffritto e i fagioli, facendo insaporire per qualche minuto. Frullate quasi tutti i fagioli, tenendone da parte una piccola quantità che vi servirà successivamente.
Preparate la tapenade: con l’aiuto di un mixer, tritate finemente i pomodori secchi e i capperi (sciacquati) con un po’ d’olio, sale e pepe.
Cuocete le orecchiette in abbondante acqua salata. Scolatele e mettetele in una padella, insieme alla crema di cannellini e alla tapenade. Amalgamate bene e all’ultimo unite anche i fagioli tenuti da parte. Mescolate ancora un minuto e impiattate. Decorate le orecchiette, se volete, con del rosmarino fatto a pezzettini, una spolverata di formaggio e un pizzico di Sale nero di Cipro.
E mentre la ricetta prendeva forma, gli assistenti felini erano in altre faccende affaccendati…
61 Comments
Anna
22 Gennaio 2017 at 20:09
Bentrovata, cara Francesca!
Proprio oggi mi sono regalata tempo con l’Amica di una vita, che solo i chilometri ci dividono, non la vita stessa… Un tiepido sole, un freddo ancora pungente, un panorama che riconcilia col mondo, ore trascorse (troppo) in fretta, con il cuore leggero e libero. Come quando ti scappa una risata e la si lascia andare, e quante risate tra di noi…
Ora eccomi qui, con te. Ed è un ritrovarsi, come al termine di una salita… Contando i passi fatti, arrancando sbuffi di dolore, nuvole di speranza verso la vetta… Poi la leggerezza, e la libertà.
Che non hanno prezzo, come guardarsi allo specchio e riconoscersi, ancora e sempre… Con la coscienza pulita. Come scoprirsi ancora in gioco, ancora capaci di prendere abbagli, ancora disposti a rischiare… Fidandosi.
Pelle morbida accanto tu ne hai, ad attutire le cadute, a sostenerti, a cullare i tuoi sogni… E hai anche un (meraviglioso) tenero cuore guerriero. Per non smettere di vibrare, per non smettere di volare…
E sì, tu arrivi, oh se arrivi! In punta di piedi, leggera e libera.
Io ti immagino mentre sorridi, con gli occhi lucidi magari, quando ripensi ai tuoi viaggi nel viaggio, a quelle ripartenze sulle ali del tuo cuore…
Grazie a te, perché commenti bellissimi arrivano solo se ci si sente, e ci si capisce… E, credimi, qui non c’é nessun sordo…
Anna
Francesca P.
22 Gennaio 2017 at 20:39
Sono belle le giornate in cui si esce e si torna a casa più serene, contente di ciò che si è fatto, nella più pura semplicità, che sia da sole o in (buona) compagnia… a volte abbiamo bisogno solo di questo, di tempo per noi, per ri-mettere bene a fuoco le cose… e rimetterci al centro. Ecco, credo sia questa una delle spinte più forti in ogni ripartenza… essere leggere, libere e al centro, di nuovo in sella, di nuovo pronte, di nuovo speranzose. Forse sembra un controsenso, ma sai cosa mi scatta quando volto un capitolo? Che mi esplode, ancora più forte, la voglia di Vivere, la passionalità, il desiderio di futuro e di tutto ciò che ancora non ho fatto o che avrei dovuto fare. Forse perchè sono cose che ho dentro e che niente e nessuno mi spegne… e qui torna il link al cuore, che è tenero ma anche guerriero… e per fortuna! 😉
In punta di piedi si va lontano, amica mia…
(prima del “mia”, ci voleva una delle parole di cui ho più rispetto in assoluto e che centellino, ma che ora mi sento di usare, con te, dopo tutti i nostri meravigliosi voli di parole e affetto)
Alice
22 Gennaio 2017 at 20:23
Le temperature si sono leggermente rialzate ai ragione, ma purtroppo da domani torna la pioggia, mentre sabato mattina è stato veramente meraviglioso riuscire dopo giorni a fare una passeggiata sotto un sole tiepido e con una temperatura più umana o meglio più romana. Ottima la tua proposta con un condimento gustossisimo! Troppo belli e simpatici i tuoi assistenti felini!
baci e buona settimana
Alice
Francesca P.
22 Gennaio 2017 at 20:46
Alice, proprio perchè le giornate di sole con clima meno rigido sono rare in questo periodo, quando ci sono hanno ancora più valore! Poi un conto è uscire durante la settimana lavorativa, un altro è farlo nel weekend… persino le strade che facciamo sempre, ormai a occhi chiusi, sembrano diverse e più belle, quando camminiamo rilassate!
Di solito combatto l’inverno a suon di zuppe, ma queste orecchiette sanno scaldare allo stesso modo… 🙂
Grazie, un bacio a te!
patalice
22 Gennaio 2017 at 20:52
leggera e libera
bellissima sensazione
Francesca P.
22 Gennaio 2017 at 20:57
Sì… con ali arancioni come la pasta! 😉
Dany
22 Gennaio 2017 at 21:25
Penso a un paio di estati fa, quando scesi nel paesello d’origine materno, nel materano, e mi feci insegnare a fare le orecchiette dalle mani sapienti di una nonnina che mi aveva vista crescere. Ci misi una giornata intera… Estasiata nell’osservare i suoi gesti antichi e sicuri prima, impegnata nel tramandare la tradizione poi. Fu una sensazione bellissima: orecchiette per una tavolata enorme di persone, un orgoglio infinito!
Tu ci aggiungi la preziosità del peperone crusco – che sai perfettamente quanto sia nelle mie corde! – e concludi il tutto tuffandoti nel piatto comfort food per eccellenza del mio papà: la pasta e fagioli. Come faccio a non sorridere e amarti?
L’ambientazione di tutto questo? Il profumo frizzante di primavera che ormai si avvicina, la sensazione di rinascita, la soddisfazione di essere coerenti con se stesse, due gatti che sonneggiano ai raggi del sole.
Qua c’è tutto… Avvolto con cura da una sciarpa viola per proteggere dagli spifferi rimasti.
Dany
22 Gennaio 2017 at 21:27
sonnecchiano… Era sonnecchiano! 😀
Francesca P.
22 Gennaio 2017 at 23:39
Oh, Dani, pensa, se fossi stata con voi, quante foto-ricordo avrei fatto quel giorno, a te, alla nonnina, alle vostre mani dentro la farina, alle orecchiette e al sugo buonissimo con cui di sicuro le avete condite! Ma, quindi, mi stai dicendo che grazie a lei e a quella lezione speciale hai imparato a farle e mi potresti insegnare? 😀
Contenta di questi fili che passano da Nord a Sud, da arancione in arancione, da affetto in affetto… siamo una bella ricetta anche noi due!
Secondo me la primavera quest’anno busserà alla nostra porta in anticipo, già la vedo fremere, fregandosene del calendario e degli spifferi… la speranza è che quelli rimasti spariscano molto presto, di certo io ho tutta l’intenzione di coprirli! 😉
ps: sonneggiano mi piace, potrebbe essere un “danielismo” molto felino, ehehe!
Dany
22 Gennaio 2017 at 23:50
A ogni spiffero, un’orecchietta!
Certo che ti insegno! E ti faccio una promessa ufficiale: le faremo quando verrò a trovarti a Roma, che ne pensi?
Non ho la sapienza di una nonna “pastaia”, ma ho tutto l’amore che posso, racchiuso nel gesto e nel ricordo. “L’inverno si trasforma sempre in primavera”. Ecco.
Francesca P.
22 Gennaio 2017 at 23:56
Giusto, un’orecchietta per ogni spiffero, ahaha, brava! 😀
Le orecchiette alla tuttol’amorecheposso saranno ottime e già le pregusto…
Ecco. Rafforzato.
Emanuela
23 Gennaio 2017 at 6:26
ehm… Franci posso partecipare anche io alla lezione, perché tra le cose che amo di più fare in cucina ci sta sicuramente IMPASTARE ….
può essere pane, crostata, tagliatella ma adoro…e mi piacerebbe un sacco imparare a farle le orecchiette, così come i cavatelli o gli strascinati… Dany ..posso..?
Dany
23 Gennaio 2017 at 20:22
Emanuela, per me sei la benvenuta!
Le persone amiche di Francy, sono amiche mie. 😀
E poi tramandare le tradizioni e affondare le mani in acqua e farina è qualcosa che dovremmo conoscere tutte: l’entusiasmo è contagioso!
Emanuela
24 Gennaio 2017 at 6:46
grazieeeee! che bellooooo! oh guarda sarei davvero felice, perché è un tipo di pasta che amo moltissimo, ma siccome non sono molto ferrata nella pratica, non lo faccio quasi mai… (cioè le acquisto direttamente alla pasta fresca, ma vuoi mettere la soddisfazione di avere qualcosa di tuo..) grazie grazie grazie.. io volendo porto le cose che so fare (ehm.. più o meno, perché in realtà nelle marche dei formati così particolari non ce ne sono soprattutto dove sto io …. ) ..
sarei felicissima davvero…
Francy che dici?!
Manu!
Simo
22 Gennaio 2017 at 21:34
Che meraviglia questo post e queste immagini, mettono allegria, come se portassero un raggio di sole che irradia calore e buonumore!!!
Un abbraccio stellina
Francesca P.
22 Gennaio 2017 at 23:45
Simo, grazie! Sono felice che questo post ti trasmetta questo, calore e buonumore sono molto, molto legati… un po’ come quelle due orecchiette vicine! 😉
Emanuela
22 Gennaio 2017 at 23:15
…… “e con la faccia pulita cammini per strada mangiando una mela coi libri di scuola …. ti piace studiare … non te ne devi vergognare ….
e quando guardi con quegli occhi grandi ..forse un po’ troppo sinceri …sinceri … si vede quello che pensi, quello che sogni…..”
gattina …. grazie per avermi portata con te in questa tua bellissima attraversata romana, perché ….me l’hai fatta conoscere diversamente… me l’hai fatta vedere …. vivere ….
come sono felice … per te … per la tua leggerezza, la tua libertà….
capisco cosa intendi….sai? …. l’altro giorno, ho fatto una cosa da sola e … mi sono sentita leggera e libera…. capace….è una cosa stupida perché ho chiesto una banalissima informazione, ma ho scoperto che ce la posso fare, che se allunghi la mano con un po’ più di fiducia nel prossimo ma anche con curiosità ( come il gattone rosso che guarda con i suoi occhioni quelle orecchiette e si fa guidare dal profumo)…magari puoi ritrovarti delle sorprese bellissime … magari avrai delle risposte gentili …. le persone saranno con te gentili ….e ti sentirai BENE-LIBERA e LEGGERA … IO ho cominciato così …. e voglio continuare ad allungare il musetto…. come lui….e a puntare in alto….. come i tuoi ciclamini … stiracchiandomi e poi strofinandomelo, il musetto ..ripulendolo dalle briciole di che siano di biscotti, di taralli, di pane o…. di pesto….
le orecchiette … questa bella rotondità che torna … concava ed accogliente come la fossetta sul divano e le tue tazze in cui ci entro e guardo il cielo col nasino all’insù….
grazie …. mi aiuti un sacco…. non te lo immagini ….
Manu…
Sai scrivere di getto non è semplice… ma a volte mi piace farlo…. poi magari ripenso alle tue parole.. ci rifletto durante i giorni che seguono…. è bellissimo… io ci sono gattina…. sono con te… VOGLIO ESSERE CON TE…
TI VOGLIO BENE!
Francesca P.
22 Gennaio 2017 at 23:51
Manu, credo che quella sia una delle canzoni più ascoltate di tutti i tempi, che ognuno di noi sa a memoria e canta ancora oggi con la stessa intensità! Un’alba… chiara: non sono così le rinascite, ogni volta, tutte le volte? Mi fa piacere sentirti “grintosa”, sei anche tu una piccola orecchietta con le vene in evidenza che battono! Fai bene a curiosare, ad annusare, ad aprirti al mondo, ad assaggiare ciò che ti ispira e ti solletica… è così che la Vita ri-torna in circolo, che quel sentirsi leggere e libere prende forza e colore…
Sapere che ti aiuto è una cosa davvero bella, lo faccio con quello che più amo e conosco, il viaggio prosegue, sapessi quante altre tappe e quante altre rotondità mi/ti aspettano! E’ la forma che preferisco… accogliente, rassicurante, piena, affidabile, sicura! Come le persone che meritano di starci accanto…
Un abbraccio e buona settimana! :*
Melania
23 Gennaio 2017 at 0:30
Eccomi qui Fra! Stavolta voglio essere tra le prime a leggerti che ultimamente faccio a botte col tempo e più cerco di afferrarlo più lui sfugge.
Quanta luce qui da te e quanta aria si respira. Sembra proprio tu abbia voglia di aprire le imposte di casa e far entrare quanta più luce possibile. Tutta quella che occorre per illuminare i tuoi passi. Che sento sempre più decisi e fermi.
Passi che sembrano vestirsi di leggerezza. La stessa che trattieni e porti sempre con te.
Si, c’è aria nuova al bistrot! I colori sono più intensi, quasi sgargianti a tratti. La musica è leggera come i pensieri che vogliamo far volare. Come quel cuore che batte forte, che vuol dare senza risparmiarsi. C’è la lentezza che occorre per pensare, sentire e agire. Come mani che impastano. Come i gesti lenti di un tempo, quando le orecchiette venivano preparate da nonna.
C’è la sensazione di trovarsi lì con te, seduta su una panchina a godere del sole…
Francesca P.
23 Gennaio 2017 at 19:12
Il tempo si diverte a fare proprio così, vince il premio di Mister nascondino ma noi sappiamo stanarlo… 🙂 Io cerco appena posso di ritagliarmi passeggiate nei luoghi che più sento familiari, che spesso sono a un passo da casa… non c’è bisogno di andare chissà dove, a volte, per respirare un’aria che fa bene e ri-mette tutto in circolo, in moto…
I miei passi sono decisi quando si tratta di arrivare a qualcosa che voglio e che so possa servirmi per evolvere… e andare avanti. La meta l’ho ben presente, se chiamarla Felicità può sembrare “ambizioso”, è comunque qualcosa che fa rima con benessere e con serenità interiore… la lista di tutte le cose che vorrei la tengo stretta nelle tasche…
Il nuovo mi attira, oggi più che mai… e la crescita sta anche nel capire quando cambiare strada, perchè a volte la segnaletica è assente o confonde, ma la bussola dell’istinto è funzionante! 🙂
Grazie del bel commento, Melania!
Cristina
23 Gennaio 2017 at 7:08
Cara Francesca, appena ho letto il titolo della ricetta ho detto: è la volta buona che uso i cruschi comprati a Matera (ancora sigillati), poi ho visto che le orecchiette erano proprio fatte con i peperoni quindi niente! Pensi sia possibile distribuirli sulla pasta una volta preparata? Li ho comprati perché mi ispiravano ma in realtà non so come usarli 🙁 Grazie della passeggiata virtuale romana, anch’io sabato ho approfittato e ho camminato per le vie del centro, anche se ci vado molto di rado ogni tanto mi fa piacere, specie con il bel clima e il sole che c’erano 🙂
Buona settimana!
Francesca P.
23 Gennaio 2017 at 19:17
Ciao Cristina, ti ritrovo con piacere! 🙂
Puoi usare benissimo i peperoni cruschi per la pasta… ma dimmi, sono quelli croccanti, già fritti? Se sì, sbriciolali sopra, rompendoli anche con le mani, sono buonissimi, sembrano delle chips! Se invece hai quelli essiccati che vanno fritti a casa, il signore del banchetto lucano mi ha detto di tuffarli capovolti nella pentola con l’olio! In ogni caso, sono un ottimo condimento e se ti piace il pesce, puoi unire del pesce spada tagliato a dadini! 🙂 E se vuoi un’altra idea, ti consiglio di usarli per decorare le vellutate, io ho provato con quella di zucca, abbinamento promosso e si resta sempre sul colore arancione, ehehe!
Anonimo
23 Gennaio 2017 at 20:50
Tutte ottime idee, grazie! Sono quelli croccanti già fritti: a Matera li ho mangiati anche nel baccalà e l’abbinamento con lo spada mi ispira molto 🙂
Buona serata!
m4ry72
23 Gennaio 2017 at 9:48
Ci sono rinascite nelle rinascite e punti d’arresto, un po’ come fossero una sosta all’autogrill per ristorarsi e riprendere fiato. La vita è sempre capace di sorprenderci e noi, dobbiamo essere pronti. L’importante è andare avanti, sempre. Mi piace l’dea di immaginarti leggera e libera. Leggera nella tua capacità di analizzare le cose fino in fondo. Libera di vivere e scegliere ogni giorno. Libera, leggera, bella e preziosa, questo sei.
Queste orecchiette mi hanno fatto venire l’acquolina anche a quest’ora…e ho detto tutto. Ti abbraccio amica mia <3
Francesca P.
23 Gennaio 2017 at 19:23
Sai che io amo gli autogrill? E’ una mia passione da quando sono bambina, non c’è viaggio senza sosta! Mi piaceva anche mangiarci, quand’ero piccola, ricordo ancora i punti di ristoro Fini, con i tortellini! 🙂 La tua immagine, quindi, mi piace… e calza, perchè adesso mi sto fermando un attimo a prendere un buon panino doppio con una spremuta e poi via, si riparte! E tu sai quanto voglio viaggiare… con bagaglio leggero, a questo punto, con spazio vuoto per metterci dentro tutto quello che verrà! 😉
m4ry72
24 Gennaio 2017 at 15:18
Non ridere…IO AMO GLI AUTOGRILL! Ahahahah!
Francesca P.
24 Gennaio 2017 at 15:49
Ahaha, come poteva essere altrimenti? Se non ti fossero piaciuti, mi sarei stupita! 😀
silvia
23 Gennaio 2017 at 10:27
Rinascite nelle rinascite, partenze che sanno di arrivi, ma poi di nuove partenze, viaggi veri e posti da visitare, luoghi dell’anima da scoprire, occhi che non si fermano e vogliono scrutare il mondo, soste necessarie per fare scorta d’aria leggera e ripartire. La leggerezza è da mettere in cima alla lista dei buoni propositi, spargerla un po’ ovunque nei nostri giorni! Una volta intrapreso questo viaggio che ci fa aprire davvero gli occhi, non si torna più indietro. Io ho scelto di viaggiare libera dal peso dell’ansia del futuro, dalle inquietudini che intrappolano la mente, da tutte quelle cose negative che ti bloccano sull’uscio e ti fanno tremare le gambe. Certo non è tutto acqua e rose, questo lo sappiamo, ma è cento e ancora mille volte meglio tentare questa strada! Mi soffermo sulla tenerezza infinita di Tarallino e Ulisse mentre si cercano e si fanno le coccole e penso che c’è tanto da imparare da loro in fatto di fiducia, che poi chiudersi troppo non è nemmeno giusto. Mi soffermo sul colore e sul gusto di questo primo piatto, e immagino le passeggiate tra i vicoli di Roma, col sole brillante e caldo, penso a quanto si riesca a trasmettere questa voglia, che si irradia come luce e fa bene al cuore, agli occhi e alla mente!
Francesca P.
23 Gennaio 2017 at 23:30
Sì, Silvia, c’è fermento e movimento nelle rinascite, che sono come stazioni sempre aperte… le battute d’arresto servono a ri-prendere la rotta e la giusta direzione, a volte capita di perdersi un po’ e se è un perdersi positivo allora va bene, ma se non lo è – o non lo è più – è bello risalire sul treno e continuare l’esplorazione… 🙂
Lottare contro le paure e le insicurezze è una sfida quotidiana, ma penso che sia inutile bloccarsi perchè le cose accadono e si vivono solo se siamo in cammino, se mettiamo il naso fuori dalla finestra e se (ri)usciamo a respirare aria nuova…
Quando vorrai venire a Roma ti porto io in strade e vicoli che ti piaceranno, intanto toccherà a te farmi da guida a Milano, per qualche ora… 🙂
Rebecka
23 Gennaio 2017 at 10:29
Si baciano, si coccolano, si annusano, si fanno scherzi. Sono una tenerissima gioia.
Ri-nascere, tante volte, tutte le volte che è necessario. E la Candelora è vicina, tempo di Luce e di Rinascita vero. Forse avremmo ancora neve, o forse quel fermento che inizio a provare, a sentire, presto si sentirà anche nella natura. Il pulsare della linfa, quel mormorio, dentro le cavità sotterranee, quel gemito delicato delle gemme.
Chissà quante cose accadono mentre io e te mangiamo una ciotolina di orecchiette color sole, profumatissime…quante ne facciamo accadere solo parlando, o semplicemente contemplando il silenzio.
Rinasci bella Franci, tutte le volte che è necessario, perché il rinnovamento è meraviglioso, necessario…
Un bacio
Francesca P.
23 Gennaio 2017 at 23:37
Tutte le volte che è necessario, eh sì. Tutte le volte che lo sentiamo, che lo desideriamo, che lo meritiamo. Tutte le volte che deve essere così. Tutte le volte che vogliamo sia così.
Da ogni rinascita si impara sempre qualcosa, io segno tutto su una lavagna, come fosse quella del menù del giorno… mentre aspetto la primavera, la bramo ma non ho fretta, a me basta che il sole non manchi, che la luce di Roma entri nella mia cucina e che possa trovare cose belle per scaldarmi, perchè sai come funziona: se il cuore è al caldo, la temperatura esterna è solo un piccolo dettaglio…
ps: anche le tue parole sono necessarie, sai? Grazie e sai perchè…
Claudia
23 Gennaio 2017 at 10:31
Quanto ti ho letta volentieri oggi! Non che non succeda anche le altre volte, ma questa volta in particolare. Mi sono immedesimata molto, mi pareva di esserci io a passeggiare laggiù. E quella leggerezza m’è parsa quasi di sentirla anche su di me.
Queste orecchiette color Tarallino fanno parecchio gola, mi piace il condimento che hai scelto: l’estate nell’inverno.
No comment su quei due, rischio di diventare davvero troppo sdolcinata, cerco di darmi un contegno 🙂
Francesca P.
23 Gennaio 2017 at 23:42
Claudia, mi fa piacere che il post ti abbia “attraversata” in questo modo! So che quando parlo di Roma attivo la tua casella della nostalgia, sono quindi felice di farti respirare ogni tanto un po’ della sua aria, tra l’altro in zone che conosci bene… 🙂
L’estate nell’inverno… mi piace il concetto! Spesso nei piatti associo le stagioni, come si prendessero per mano… o per la zampa, come quei due pelosi lì che ne combinano di tutti i colori, prima si rincorrono, poi si mordono, poi litigano, poi si leccano, poi si baciano… ma sono uniti e si fanno tanta compagnia… ed è questo quello che conta…
ipasticciditerry
23 Gennaio 2017 at 16:05
Ah ecco, i peperoni cruschi sono dentro le orecchiette … ora ho capito. Buono, mi piace questa ricetta, mi sa che mi preparo le orecchiette, ho dei peperoni cruschi da far fuori. Pensa che proprio ieri ho messo in bozza una ricetta con peperoni cruschi che penso uscirà in settimana o la prossima, non so, adesso vedo. Mi sono goduta le tue sensazioni, aspettando la primavera romana, che qua sento ancora molto lontana. C’è voglia di primavera, di caldo, di sole … non mi lamento, per carità. Da noi il freddo è d’obbligo, è normale avere temperature sotto lo zero, fino quasi a febbraio. Poi, se tutto va bene, un pochino si alzano e poi, da un giorno all’altro ci si toglie il piumino e si va direttamente in maglietta! Ormai sono molti anni che ci sono questi sbalzi di temperatura. Io mi lamento sempre e solo quando comincia a piovere … e piove, piove, piove … per giorni, settimane … tutto grigio, tutto triste. Ma quest’anno non è così; freddo ma niente acqua, nè tanto meno neve. Bisogna accettare quello che arriva e cercare il bello in tutti i giorni, grigi o assolati. Come queste tue foto, che tanto adoro. Tu non immagini la mia gioia, grande, con il cuore che batte a mille, quando arrivo e vedo lui: Tarallino. Bello come il sole, con quel colore simile alle tue orecchiette. Che si scalda nella cesta o si allunga per un bacino a Ulisse. Grazie Frà, grazie perchè ogni volta che vengo qui, il mio cuore si emoziona; per le tue parole e per le tue foto. Buona settimana cara, un bacione a voi ♥
Francesca P.
23 Gennaio 2017 at 23:49
Dai, Terry, davvero abbiamo avuto una telepatia culinaria a base di peperoni cruschi? Non è un ingrediente comune, io li ho assaggiati per la prima volta tre estati fa, quando sono stata a Matera e me ne sono innamorata! Ricordo che ne prendemmo un mazzo e lo essiccamo al sole della Puglia, li misi appesi al muro della masseria e giorno dopo giorno controllavo come andava la doratura! E proprio in quella vacanza lì, arrivò a sorpresa un batuffolino rosso che neanche camminava, spaventato e da svezzare… eh sì, sto parlando proprio di Tarallino, che poi venne a Roma con me e quindi ha origini del Sud! E l’associazione tra lui e i peperoni cruschi non è casuale, come vedi! 😉
Grazie a te per esserci sempre e per l’affetto, lo scambio di emozioni è la cura migliore per ogni tipo di freddo… :*
saltandoinpadella
23 Gennaio 2017 at 17:19
Ero ammaliata da queste orecchiete fino a che non ho visto le foto dei tuoi valorosi principi, che ovviamente hanno vinto su tutto 🙂 quanto sono belli, anche solo vedere le foto mi regala una carezza al cuore.
Ma veniamo a queste orecchiette…mamma mia cosa non devono essere. Mi piace tutto, mi piacciono i peperoni cruschi, mi piacciono i pomodori secchi, e la tapenade con i cannellini deve essere perfetta per amalgamare tutti i sapori
saltandoinpadella
23 Gennaio 2017 at 17:20
Mannaggia ho sbagliato il link alla pagina web…
Francesca P.
23 Gennaio 2017 at 23:54
Io adoro le orecchiette, perchè sono carnose e danno soddisfazione quando le mangi, assorbono bene il sugo e sembrano dei pois ricamati! Quando ho visto queste arancioni le ho prese al volo, già immaginando le foto… e Tarallo anche ha gradito, forse per l’affinità cromatica! 😀
Dato che ti sono piaciute tanto, ti lascio una ciotolina per domani a pranzo!
zia consu
23 Gennaio 2017 at 20:38
E’ bellissimo leggerti così 🙂 Spero anch’io di arrivare prima o poi a quest’equilibrio interiore..
Le tue orecchiette sono proprio solari, un po’ come te, che sai portare un raggio di luce anche nel grigio di questo periodo.
Grazie Fra e buona settimana <3
Francesca P.
23 Gennaio 2017 at 23:56
Consu, le strade che portano a sentirci più leggere spesso sono in salita o hanno curve… per questo il senso di liberazione arriva poi più forte, perchè sai di aver superato un pezzo di tragitto non facile! E quando si sta nuovamente bene, anche la fame di luce e di colore aumenta… quindi nel piatto va messo tutto, insieme al cibo! 🙂
Un bacio, grazie a te!
Emanuela
24 Gennaio 2017 at 7:08
Eccomi di nuovo qua.. ascolta gattina posso chiederti chi è Ulisse e chi Tarallino??? non mi va più di chiamarli il “gattone arancione” e l’ “altro” … voglio chiamarli con il loro nome..
anche io ador(av)o gli Autogrill che per uscire dovevi fare tutto il percorso tra le scaffalature e quindi arrivati alla cassa avevi un sacco di cose..hihihi…. i panini caldi…. mi ricordo che una domenica ero stata a Padova con delle amiche e ci siamo fermate durante il ritorno …. erano le 23 passate avevamo ancora strada da fare e quel panino caldo….che rinascita! (venivamo da uno stage di contact e di dance-emotion eravamo stanche e provate per l’intensità della giornata … dentro quell’autogrill mezzo vuoto, tutti quei profumi ….si, sono davvero tornata bambina)…
queste bellissime orecchiette piene di vita pulsante nelle vene le faccio sicuro, anche se non ho i peperoni cruschi, ma ho dei pomodorini secchi siciliani che mia sorella mi ha riportato da una vacanza giù e sono frantumati… li metterò sopra…. che dici?
un bacino…
Manu
Francesca P.
25 Gennaio 2017 at 18:40
Ulisse è il gattone bianco e grigio, che ha 5 anni e ho preso in un’associazione che salva i gatti dalla strada, sicuramente è stato abbandonato, è rimasto per mesi dentro una gabbia ma appena l’ho visto i nostri occhi verdi, identici, si sono riconosciuti e ho capito all’istante che sarebbe diventato il MIO gatto!
Tarallino invece è il gatto rosso, ha 2 anni e mezzo, ha sangue pugliese, perchè l’ho portato a Roma da una vacanza in Salento, anche lui abbandonato, in campagna, insieme alla sorellina… li ho svezzati io e poi sono tornati con me! La sorellina l’ha presa la mia vicina di casa e a scegliere chi tenermi è stato Ulisse, perchè di Tarallino non ha avuto paura, mentre alla gattina soffiava sempre, forse perchè era donna… 🙂 A proposito di autogrill, se ripenso alle soste di quel viaggio Lecce-Roma, a fine agosto, con quei due batuffoli che hanno miagolato quasi tutto il tempo… 🙂
ps: i pomodorini secchi vanno benissimo!
Emanuela
26 Gennaio 2017 at 6:53
oooohhhh, disse la bimba con stupore! che storia fantastica…
non poteva essere che così… la tua profondità, il tuo amore….
sono contenta di essere come Tarallino allora. cioè rossa di peluzzo e mezza meridionale! 😉 e poi … Tarallino … rotondo, come il mondo….
io ho un cagnolino… whisky…in realtà è di mio fratello, perché lui si è ostinato a prenderlo contro la volontà mia e di mia sorella che purtroppo non è stata ascoltata, non tanto per l’animale in se, quanto per l’IMPEGNO che sapevo lui non avrebbe mantenuto e che quindi di conseguenza sarebbe toccato a me ….i gatti sono più INDIPENDENTI, girano come vogliono…il cane no…tocca che lo porti fuori, la passeggiata .vabbè..mo’ ci sta e me tocca badà!
allora la provo coi pomodori questa ricetta ..sai Fra è bello mischiare estate, inverno, primavera ed autunno….:)
ti abbraccio sennò divento troppo lunga! e facevo prima a scrivere un commento nuovo…
Manu
Francesca P.
26 Gennaio 2017 at 12:26
Guai a stare senza animali… ormai non potrei più! A tutto il calore e la tenerezza che ci danno, insieme alla compagnia, non potremmo più rinunciare… un saluto al tuo cagnolino, dunque! 🙂
Mila
24 Gennaio 2017 at 10:41
In Veneto freddo, freddo, freddo…per fortuna col sole, ma freddo….e sinceramente sarei già a posto….
Che spettacolo quei pelosi (adoro i gatti!!!) come pure queste tue spettacolari orecchiette
Buona giornata
Francesca P.
25 Gennaio 2017 at 18:46
Hai visto che ho un gatto color orecchiette? Sarà anche per questo che amo tutti i cibi arancioni, ehehe! 🙂
A Roma anche oggi c’era una giornata non fredda, ti mando qualche raggio…
Manuela
25 Gennaio 2017 at 18:21
Queste orecchiette trasmettono lo stesso calore del sole alla fine di una giornata d’agosto! E poi diciamocelo, mi hai completamente conquistata con il loro sugo, è uno di quei condimenti completamente nelle mie corde 🙂
Concordo con te sul fatto che a essere se stessi si arriva in fondo, quindi goditi questo momento di leggerezza, vivi e condividi.
D’altra parte che io sono qui non c’è bisogno di ricordartelo… 😉
Bacio!
Francesca P.
25 Gennaio 2017 at 18:49
Sì, Manu, l’associazione estate-orecchiette è immediata… e come ha scritto Claudia nel suo commento, ho proprio voglia di trovare l’estate dentro l’inverno! Anche se la mia mente è già proiettata più in avanti, i fagioli cannellini mi ricordano che siamo ancora a gennaio… li volevo usare insieme al cavolo nero, come ben sai, ma hanno preferito fare un tuffo in questo primo piatto e li ho assecondati, a ‘sto giro! 🙂
La voce sta tornando lentamente alla normalità, quindi possiamo sentirci, finalmente!
larobi
25 Gennaio 2017 at 21:24
invece io son gatta autunnale ma apprezzo lo stesso il colore caldo, quasi estivo, delle tue orecchiette . Apprezzo anche te e i pensieri, i sogni, le speranze che fanno parte del tuo mondo che condividi con noi, rendendoci partecipi dei tuoi colori….
Francesca P.
26 Gennaio 2017 at 12:21
Beh, Robi, le orecchiette hanno il colore delle foglie autunnali, quindi la fusione viene bene! 😉
Quanti pensieri, quanti sogni, quante speranze… non sarà troppo di tutto, ahaha? E vabbè, ma questa sono… questo è… 😀
Un abbraccio!
Tatiana
27 Gennaio 2017 at 10:54
Con il tempo ho imparato a prendere ciò che viene, compreso il freddo invernale (che qui continua ad imperversare con bora costantemente sopra i 100 km/h e temperature sotto lo zero), anche se sono una lucertola, ma che importa? Anch’io, come te, vivo con la coscienza a posto e del resto me ne importa ben poco, l’essenziale è che mi si lasci in pace e che io possa godere dei miei istanti tra libri, cucina e cura per la casa, che come sempre è il mio nido, quello in cui rifugiarmi da stanchezza e problemi. Amo passeggiare leggera, senza affanni, cucinare per piacere e non per dovere, sfogliare libri di cucina, quelli belli, assaporandone le fotografie, divorare storie romantiche immergendomi nella trama e sentirmi sempre un po’ in vacanza. E nell’apprezzare le piccole cose ci si sente liberi e leggeri.
Un abbraccio forte 🙂
Francesca P.
28 Gennaio 2017 at 16:28
“Prendere ciò che viene” o non prenderlo, se non è quello che desideriamo o ci fa star bene… sai che il modo per essere leggere e libere è forse questo? Ci rifletto molto in questo periodo, la mia mente è attiva più che mai, sembra un frullatore! Sono arrivata anche a pensare che spesso non dipende solo dalla nostra volontà sentirsi in quel modo, perchè ci sono fattori esterni che impediscono di goderci le cose o viverle come vorremmo… e lì è la lotta, contro ogni ostacolo che vuole farci arrancare, che ci appesantisce e che prova a rovinare il nostro volo… ma so che noi combattiamo e siamo toste, difendendo tutto quello che ci sta a cuore e in primis noi stesse! E allora dai, armiamoci di orecchiette e usiamole come scudo… 🙂
Anna
27 Gennaio 2017 at 20:27
Appena ho visto la prima foto ho pensato, queste orecchiette mi ricordano il sole, l’estate, i colori caldi che regalano un sorriso appena li guardi!
E’ bellissimo camminare leggeri e sentirsi in pace con se stessi e con il mondo che ci circonda, vero? è una sensazione che ho provato tante volte, e ti fa apprezzare di più i dettagli che si incontrano 😉
Stupendi i tuoi micioni!
Francesca P.
28 Gennaio 2017 at 16:31
Sì, Anna, volevo proprio che l’immagine fosse quella del sole e dell’estate, perchè è venuta davanti agli occhi anche a me e ho sperato per un attimo che fossimo già a giugno e non a gennaio! 🙂 Ma serve pazienza, ancora si deve camminare con il piumino e il cappotto, sapendo però che giornate piene di calore possono esserci comunque e quindi sono ancora più da apprezzare!
Ely
27 Gennaio 2017 at 21:41
Ma che bello tornare qui, che bello vedere il tuo micione che è molto simile al mio, che bello rileggere i tuoi post così ricchi di emozioni e che bella questa ricetta così solare e quasi estiva per i suoi colori, che bello averti ritrovato… Buona serata 🙂
Francesca P.
28 Gennaio 2017 at 16:34
Ely, che sorpresa! Spero non sia solo un riaffacciarsi momentaneo il tuo, la mancanza di alcune persone si sente in modo particolare… e magari anche l’inverno può essere la stagione giusta per tornare, così si rende un po’ meno freddo… 🙂
Ely
30 Gennaio 2017 at 21:46
Si cara, sono tornata, con i miei tempi ma era giunto il momento di riaprire il blog, di rileggervi e di farmi confortare da tutto questo… Ti abbraccio 🙂
fausta lavagna
29 Gennaio 2017 at 18:51
… e le belle giornate arrivano! Arrivano a grandi passi, insieme al sole che allunga il suo giro e all’aria che da fredda comincia a diventare frizzantina. Siamo ancora lontani, ma già si sente nell’aria profumo di primavera e la voglia di portare in tavola qualcosa di allegro e colorato, dalla tinta solare, ci prende all’improvviso. Bellissime queste orecchiette coordinate alla tua gatta! Ciao ragazza! :*
Francesca P.
29 Gennaio 2017 at 20:25
Arrivano, vanno, vengono, tornano… le nuvole sono sempre in agguato ma le orecchiette sanno combatterle bene! 🙂 Le belle giornate sta anche a noi cucinarle e io ci provo sempre a fare la spesa giusta per avere tutto l’occorrente… gatto compreso, quella palla rossa è Tarallino, un maschietto che arriva dalla Puglia e quindi questa pasta non può che amarla, ehehe! 😀
Virginia
30 Gennaio 2017 at 22:54
Oggi, nonostante il cielo a tratti grigio e a tratti sereno, si respirava il profumo della primavera. Sono uscita di casa con il sorriso più pronunciato del solito, perchè l’ho capito subito: l’aria non era fredda come la settimana scorsa, il verde sembrava risvegliarsi e le piantine del balcone mi sorridevano, come a dire “ce l’abbiamo fatta”… Ogni volta che le vedo al freddo mi fanno tenerezza, soprattutto quando mi cade l’occhio sul lemongrass, che nel proprio dna ha la preferenza per altri climi 😉 Conosco la sensazione di cui parli: di solito mi prende questo bellissimo senso di leggerezza quando il tempo è bello, il cielo terso e il sole che abbraccia tutto gentilmente, senza strinare. E’ una sensazione da primavera, quando grazie alla rinascita tutto sembra possibile (e a tratti un po’ più facile).
Le tue orecchiette dall’inverno mi fanno saltare direttamente in estate e il condimento che hai scelto mi fa proprio leccare i baffi! I sapori di un Sud che non ho mai visitato e che è nella lista da tanto tempo, i peperoni cruschi che vorrei presto incontrare e quel colore così vivace e caldo che, da solo, è già una coccola 🙂
sabrina
5 Febbraio 2017 at 20:26
Buonasera Franci ,eccomi nel bel posticino della domenica , quello tanto adorato . Il freddo pian piano sembra assopirsi anche qui da me , nella mia Puglia . Che dire , incomincio con quella frase che tra le tante mi ha molto colpita ” il mio tenero cuore guerriero” e che mi ha subito rimandato alla mente la meravigliaosa -Alla sera- del mio amatissimo Foscolo che, nel suo finale maestoso recita :”quello spirito guerrier ch’entro mi rugge” . Ed è la libertà che senti nel tuo essere, così limpida, che rende il tuo cuore guerriero , ed è bello liberarsi ;come è vero che riesci ad arrivare tanto , dritta al cuore . Lasci parlare le tue emozioni , le abbandoni , ed èquesto il risultato . La curiosità di sapere cosahai trascorso leggendoti , scriverti e poterti dare anche un po’ di verità da questa parte , dalla mia , dalla nostra, mi conforta . La domenica mi sento meno sola, meno malinconica a quest’ora ,ormai da un po’ ,perché ci sei tu . È vero ! raccontiamo storie , siamo narratori ,e non lo siamo sempre con tutti, ma con chi sentiamo davvero , con chi ha il dono del saper ascoltare . È bello condividere questo momento della settimana assieme a te . Ti abbraccio