UN ACROBATA CHE BEVE SUCCO DI FRAGOLE
Dovremmo resistere, dovremmo insistere
restarcene ancora su, se fosse possibile, toccando le nuvole
o vivere altissimi come due acrobati sospesi… (“Acrobati”, Daniele Silvestri)
… sospesi su un filo steso per il bucato, che fende l’aria, l’attraversa. Come una riga disegnata nel vuoto da una mano sicura, che ha scelto un inizio e una fine. Avanzare un passo alla volta, scansando le mollette che reggono magliette a righe, foto e ricordi, che non sempre s’asciugano, nonostante ci batta il sole forte. Un filo di nylon, che oscilla più per i respiri che per il vento, su cui sono appesi anche i pensieri trattenuti di cui dovremmo liberarci, per camminare in equilibrio più leggeri.
E quando il senso di vertigine ci fa traballare, alzare gli occhi e vederle, le nuvole, in una porzione di cielo che sembra un albume ben montato a neve. Loro che sanno andare e tornare senza perdere l’orientamento, loro che si muovono lente, in modo quasi impercettibile, senza lasciarci soli. Una presenza costante sopra la testa, come un tetto bianco che ci ripara.
Quel bianco, a fissarlo, tutt’intorno, è così avvolgente che passa la paura. Con un bianco simile non può succedere nulla di brutto, è come una rete che ci rassicura. Soprattutto quando macchie di colore irrompono a darci nuovo coraggio…
Oggi torno a vedere bianco, sono un acrobata che beve succo di fragole e di luce pura e arrotondata, mentre farfalle di primavera si posano su garofani che sembrano dipinti e su torte burrose che ci aspettano, quando scenderemo dal filo.
Non più sospesi, non più punti e virgola, non più (at)tesi.
Non puoi chiamarla libertà, finchè non rischi di cadere…
STRAWBERRY PIE ALL’ACETO BALSAMICO
250 g di farina 00
150 g burro freddo
½ cucchiaino di sale
5 cucchiai di acqua fredda
Cannella in polvere (q.b.)
300 g di fragole
Un cucchiaio di zucchero di canna chiaro
Un cucchiaio di aceto balsamico
Un cucchiaio di pane grattugiato
Un cucchiaino di amido di riso
Un tuorlo
Un cucchiaio di latte
Nella planetaria, mettete la farina setacciata, il sale e la cannella. Mescolate e aggiungete il burro, tagliato a cubetti. Amalgamate fino a ottenere un composto sbriciolato e uniforme. Unite uno alla volta i cucchiai di acqua fredda, finchè l’impasto inizia a diventare compatto. Toglietelo dalla planetaria e, aiutandovi con le mani, dategli la forma di una palla. Rivestite l’impasto con della pellicola e lasciatelo riposare in frigorifero per un’ora.
Nel frattempo, preparate il ripieno tagliando le fragole a pezzetti e condendole con lo zucchero e l’aceto balsamico. Lasciatele riposare.
Riprendete la pasta e prelevate metà dell’impasto. Stendetelo in modo da rivestire una teglia da crostata di circa 20 cm di diametro. Adagiatevi la pasta e coprite il fondo con il pane grattugiato. Stendete anche l’altra parte di impasto e ritagliate il disegno che preferite, con un coppapasta o una formina per biscotti.
Scolate le fragole dal liquido che si è formato, aggiungete l’amido di riso e sistematele all’interno della teglia, distibuendo bene i pezzetti. Sistemate i ritagli di impasto in modo da ricoprire il ripieno, come più vi piace (quelli che eventualmente avanzano, cuoceteli in un secondo momento come biscotti!).
In una ciotola, sbattete il tuorlo con il latte e, con un pennello, spennellate i ritagli di impasto.
Infornate a 180 °C per 40-50 minuti. Lasciate raffreddare e servite, spolverando, se volete, con zucchero a velo.
*Questa torta viene dalla fusione di due ricette di Marina: ho preparato la sua pie alle fragole, marinandole nell’aceto balsamico come aveva fatto per una gallette!
60 Comments
Anna
29 Maggio 2016 at 19:43
Cara Francesca, eccomi ancora qui, pronta a seguire il filo delle tue parole, dove hai steso una ad una emozioni…
Proprio questa sera, che vorrei distendermi sotto a una coltre di nuvole, e farmi avvolgere per allontanare la paura…
“Non puoi chiamarla libertà, finché non rischi di cadere”, e chi è caduto ben lo sa… che si ritrova poi con la libertà di
rialzarsi, e guardare in alto,
apprezzando ciò (e chi) davvero
conta… Quando cadi impari ad essere libero di piangere, per poi sorridere con il cuore… Provi a tendere una riga, per
camminarci sopra, un passo
dietro l’altro… guardando candide nuvole che proteggono i sogni. Ti appendi, talvolta, a un
filo di speranza, che non si
spezza tra le dita ma prova a volare con il suo aquilone…
Siamo tutti, in fondo, acrobati di
questa vita, liberi di provare a percorrere quel filo… Scegliersi
buoni compagni di viaggio è quella macchia di colore che sostiene e illumina quando i passi si fanno incerti. Quando
quei pensieri, a lungo trattenuti,
fanno oscillare il filo del nostro equilibrio…
E, per me, tu questo sei, cara
Francesca: un’ottima compagna di viaggio, che ora tentenna, ora volteggia sul filo della vita… continuando ad affondare il cuore nelle nuvole. Che non ci
lasciano mai sole, proprio come fai tu…
Buona settimana, chissà se ci incontreremo tra mollette e magliette, pensieri e ricordi…
Anna
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 0:20
Nelle situazioni di rischio, di pericolo e di paura a volte tiriamo fuori la grinta che non pensavamo di avere e l’anima combattiva è come se si svegliasse, chiamata a reagire… Credo fortemente che viviamo gran parte della vita sospesi su quel filo, solo a volte mettiamo i piedi nella sabbia o sulla terra morbida, ma dobbiamo fare i conti spesso con le vertigini, il senso di vuoto, i giramenti di testa… ma c’è anche fascino a essere lì sopra, staccati da tutto e tutti, come se a distanza potessimo vedere meglio il mondo che c’è sotto e anche tutto quello che ci accade personalmente… tra acrobati ci si prende la mano per restare in equilibrio, essere compagni di viaggio significa questo, condividere un percorso, un periodo non facile, una sfida… e anche un cielo pieno di bianco! Sono certa che ci incontreremo tra righe, pois e pantaloni di lino, l’equilibrio si conquista camminando, strada facendo… e la mia strada ormai incrocia la tua!
Anna
2 Giugno 2016 at 18:03
Cara Francesca, sono stati giorni trascorsi a camminare su quel filo. A farmi mille domande, a guardare giù, sperando di fare la scelta giusta… Ora, a decisione importante presa, rileggo il tuo post e me lo sento ancor più
addosso, cucito nelle pieghe del mio cuore… Ora che vorrei essere come quelle nuvole,
certa di non perdere
l’orientamento… Vorrei montare a neve ben ferma i
miei pensieri, per rivestirli di
un bianco candido, e farli meno cupi… E, mentre me ne sto stesa al sole ad asciugare
ferite, vorrei scorgere farfalle in volo, capaci di posarsi su macchie di colore, rosse e briose come fragole mature.
“Non più sospesi, non più punti e virgola, non più (at)tesi”…
Semplicemente vivi…
Anna
Francesca P.
3 Giugno 2016 at 16:12
Lo sai che sto vivendo lo stesso? Su quel filo ci sono in bilico più che mai e a volte temo di (ri)cadere di nuovo, ma sono fiduciosa e aspetto che il vento forte passi, senza farmi sbandare… Grazie per tornare, apprezzo chi lo fa. E soprattutto sa farlo…
Melania
29 Maggio 2016 at 19:44
Stavolta arrivo per prima. Così mi gusto con la giusta lentezza ogni parola da te scritta.
Ti vedo sai. Viaggiare leggera, su piccole nuvole come fossero meringhe sulla quale posarsi. Ti vedo con le braccia su, per non perdere l’equilibrio e lasciarsi dal vento guidare. E se per un istante, ti fa cadere, tu sei lì, pronta ancora a volare.
A liberare i pensieri e colorarli di un rosso fragola. Quando mescolati danno vita ad a nuovi sapori.
Buona la tua pie. Perfetta per sedersi e chiacchierare, cantare le canzoni che tanto amiamo e giocare con le parole…
Felice serata Franci!
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 0:28
Io ho paura dell’aereo, ma non di volare… le mie ali preferite sono quelle della fantasia e della creatività, mi portano sempre lontano ed è come se vivessi davvero a un passo dalle nuvole più gonfie… e mentre vado avanti sul filo, nelle orecchie ho buona musica che mi accompagna e procedo spedita se so che alla fine del viaggio c’è tanto rosso ad aspettarmi, quasi come un premio per avercela fatta… a non cadere.
🙂
Tatiana
29 Maggio 2016 at 20:00
Il bianco tranquillizza sempre, rilassa e dona pace, il bianco è luce, il bianco sono le scogliere protese sul mare, sono le nubi che rendono l’azzurro del cielo più bello, il bianco è il (non) colore dell’infanzia, è morbido al tatto, è dolce e delicato al gusto, profuma di vaniglia e di pulito, il bianco è dolcezza e purezza… il bianco si accompagna con qualsiasi colore godendone delle sfumature, ma il bianco con il rosso diventa frizzante, diventa il primo passo verso l’estate…
Così vedo io i colori in questo post, tanto bianco punteggiato da pois rossi a profusione, di fragole ribelli che lo rendono meno tranquillo e che lo contaminano con il loro carattere asprigno e deciso, una distesa di macchioline rosse impertinenti che ci mettono allegria e voglia di vivere a piene mani!
Un bacio!
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 0:32
Concordo su ogni definizione che hai dato al bianco, anche per me rappresenta tutto quello! E’ calmo, per nulla aggressivo, si lascia modellare, è generoso perchè si offre agli altri colori e si lascia “contaminare” con piacere… o forse, semplicemente, cerca compagnia e vuole un tocco di vivacità accanto per ridere e dare il meglio di sè! 🙂
Hai ragione, questa pie mette allegria e l’ho amata non solo per il suo buon sapore, ma per tutta la passionalità che emana e di cui voglio circondarmi!
Alice
29 Maggio 2016 at 22:19
Quante volte nella mia vita mi sono sentita un equlibrista sul filo, ma è proprio quando c’è il rischio di cadere che l’adrenalina entra in circolo ed esce il meglio di me, una forza che spesso non concretizzo di avere. Meravigliose le tue fragole, anche da me oggi sono le prottagoniste del post, le adoro e sono sicura che adorerò anche questa tua pie.
baci
Alice
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 0:35
Vero, Alice, la maggior spinta si ha quando la paura aumenta ed è lì che tutta la forza si concentra… alla fine è questione di superare l’attimo e di essere fiere di noi stesse! 🙂
Adoro le fragole, crude ma anche cotte, quando rilasciano tutto il loro succo dolcissimo… ci aspettano tante ricette per valorizzarle ed è bello scambiarcele!
Beauty Follower
29 Maggio 2016 at 23:19
Beautiful!
Delicious!
http://beautyfollower.blogspot.gr/
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 0:36
Thank you! 🙂
Virginia
30 Maggio 2016 at 0:22
In questo post c’è un susseguirsi di parole, immagini e oggetti che richiamano il senso di libertà e spensieratezza. Le farfalle che decorano il dolce e le parole che hai scelto come introduzione non sono messe a caso, così come la stoffina con le nuvole in stile giapponese… Poi il bianco e il rosso vivo delle fragole che sembra di poter afferrare, tanto è brillante il loro colore. E il nome che hai disegnato sul fiore, pie, che con quelle due vocali messe insieme è un invito a volare più in alto che si può! La primavera è la stagione della rinascita, soprattutto interiore, e questa sera l’hai rappresentata egregiamente, portando una ventata di aria fresca che profuma di nuovo e di bello 🙂 E’ sempre un grande piacere passare da te e non smetterò di dirtelo!
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 0:40
Oh Virginia, come mi piace la tua lettura! Sono contenta di averti trasmesso tutta questa positività, è bello vedere come occhi sensibili come i tuoi interpretino i miei post, cogliendo cose che magari sfuggono persino a me! 🙂 In effetti potevo usare tante formine ma non ho avuto dubbi: volevo loro, le farfalle, una scelta fatta a istinto che la dice lunga su quanto voglia volare e posarmi su cose belle… e rosse! 😉
Grazie del prezioso commento!
(le stoffine le ho prese da Muji, un negozio giapponese in cui fare tanto shopping secondo i nostri gusti!)
Daniela
30 Maggio 2016 at 0:36
Queste parole sono mie. Le sento mie. Mie per me. Mie per tutti.
Hai dipinto un quadro con pennellate di parole.
Mi vedo avanzare su quel filo, in equilibrio, passo dopo passo, sfida dopo sfida, evitando le mollette di panni stesi, fra una maglietta a righe e un lenzuolo che sa di Sole… E in alto, le nuvole.
Francy, ho pianto leggendo questo post. Tu sai, grazie.
Una lacrima per una fragola? Scambio gocce di rugiada con perle di balsamico! :*
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 0:44
Dani, io vorrei appendere tra quelle mollette tanti sorrisi, tante nuove strade, tante occasioni più belle di quelle avute finora, tante porte da aprire… le spargo lungo tutto il filo, affinchè tu possa trovare tutto mentre cammini, tappa dopo tappa… ricorda, non c’è fretta, anche io procedo con ritmo lento, ti aspetto nel punto in cui il sole colpisce il viso e asciuga ogni cosa, lacrime comprese… e se qualcuna cade sulla torta, la mescoliamo insieme all’aceto balsamico! 😉
(che gioia trovarti, inaspettamente, adesso. Ma sei tutt’intorno, tu, come il bianco)
Martina
30 Maggio 2016 at 6:34
Siamo una generazione di acrobati e ci si lamenta sempre per questo. Ogni giorno compiamo peripezie, percorriamo vite su fili appesi e mai riusciamo a vedere il lato poetico di tale impresa.
Forse dovremo cambiare metafora, definirci in un altro modo … oppure guardarci indietro ed analizzare il fatto sotto una prospettiva differente!
Se ogni giorno realizzassimo di aver fatto una magia, esser riusciti in un’impresa impossibili, aver camminato nel vuoto, un passo dopo l’altro senza la certezza di arrivare alla fine, forse il restare con i piedi per terra ci sembrerebbe meno pesante. Se la terra fosse dolce come le tue fragole, nell’aria vi fossero note melodiose e i cieli bianchi riflettessero qua e la colori di primavera …
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 15:11
Essere sospesi significa, a volte, anche sentirsi un po’ precari… professionalmente ci stiamo facendo l’abitudine, sentimentalmente forse anche, chissà… 🙂 Di sicuro sposo il tuo punto di vista: non è facile camminare sul filo e attraversarlo tutto, pensando magari di non farcela mentre siamo “in volo”… ma se riusciamo nell’impresa dobbiamo essere non solo contenti, ma fieri di noi… scegliere le strade più difficili (ap)paga sempre, la pie poi si mangia ancora con più gusto, perchè ce la siamo meritata! 🙂
larobi
30 Maggio 2016 at 11:26
nella mia vita la parola “libertà” ha sempre avuto il primo posto. Non sempre mi ha reso la vita facile. Sono cresciuta a dolci di mia nonna e a libertà. I miei genitori mi hanno insegnato questo valore importante facendomi crescere libera e , per la mia generazione, non era una cosa così “normale”! da “grande” pensare da “libera” mi ha portato un sacco di grane e spesso ho dovuto tarparmi per … esigenze di vita ;-)…niente è impagabile per me, quanto mangiarmi un torta e la tua sarebbe perfetta,con un bel libro ,anche di ricette (why not?), il rumore della natura …sola! questa per me è una piccola libertà che mi fa sentire un acrobata che riesce a stare in equilibrio sulle “incombenze” della vita…perché oggi acrobati lo siamo un po’ tutti! un abbraccio cara …ma che fotogenica è la tua torta???? bellissima….
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 15:15
Hai letto il libro “Adesso” di Chiara Gamberale? Io l’ho fatto subito dopo “Mancarsi”, trovandoci un filo di tematiche e riflessioni… beh, lì c’è una bella frase sulla libertà e sulle scelte femminili, perchè c’è chi preferisce essere libera, piuttosto che felice… io credo che ci vorrebbe il giusto equilibrio anche in quello, ma sicuramente senza aria, spazio e indipendenza non potrei vivere (gatta in tutto per tutto, come te!) e quindi ogni tanto indossare delle ali (eleganti, di seta, magari verdine) è veramente necessario… e salutare…
Grazie delle belle parole, mia acrobata felina chic… 😉
larobi
30 Maggio 2016 at 15:18
dici bene: sono gatta anch’io in tutto e per tutto! dato che “Mancarsi” mi è piaciuto tantissimo ( e lo voglio rileggere per cogliere ancora meglio le sfumature che mi sono sicuramente persa) non mi resta che prendere anche “Adesso” della Gamberale di cui ho letto quasi tutto e mi piace anche se non mi sta simpaticissima…ma mi ritrovo molto nelle sue parole! ali verdine??? carineeeee!!! baci cara
Rebecka
30 Maggio 2016 at 12:23
No dico, ma tu hai idea di quanto mi piacciono queste foto? Questa ricetta…quelle farfalle da mordere prima che siano troppo lontane nel loro volo burroso…..
E le fragole! Non mi sono ancora saziata di fragole e questa catena ispirazionale tra blogger mi sa che continuerà, che l’input me lo hai appena dato. 😉
Ora perdonami, ma devo assentarmi, vado a tuffarmi a pesce qui sopra, nella ciotola con bordo rosso così carica di fragole.
Un bacio
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 15:18
Reb, le farfalle di frolla sono tra le mie preferite! 🙂 Non ho pensato a disegnare sulle ali dei pois, magari la prossima volta metto del pepe rosa, ehehe!
Questa torta ti piacerebbe perchè ti rispecchia: passionale, delicata ma decisa, morbida, golosa… ne assaggi una fettina e ne vorresti ancora, ancora, ancora… e tra noi capita con le parole e con i dolci più colorati! 🙂
Buon tuffo, ti raggiungo!
saltandoinpadella
30 Maggio 2016 at 12:39
Ho vissuto questo fine settimana sospesa su un filo, spesso traballando per restare in equilibrio. Che soddisfazione quando riesci ad arrivare in fondo alla corda senza essere caduta. Ti senti una forza della natura. Non sai quanto avrei voluto poter mangiare una fetta di questa meraviglia alla fine della sfida. Quanto è bella Francy, con questa decorazioni così girly. davvero deliziosa
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 15:21
Vero, Elena, una gran soddisfazione! Spesso ci sottovalutiamo… crediamo di non essere capaci di vincere, ma la paura si domina proprio dandosi una spinta a non mollare e soprattutto a osare… avvisami quando avrai nuove sfide, così mi faccio trovare alla fine di tutto con una teglia ancora più larga! E rido per il “girly”, ahaha, mi fai sentire più giovane! 😀
Marghe
30 Maggio 2016 at 12:42
Da bambina osservavo le nuvole, le guardavo muoversi veloci e mi chiedevo come qualcosa di così imponente potesse spostarsi tanto in fretta. Quanto mi sento immobile molte volte invece, sì, anch’io in equilibrio precario come dipingi tu, su un filo che sembra cedere e invece tutto sommato regge. E quella voglia di aggrapparsi a un angolo di nuvola, farsi trascinare via veloce, verso l’alto e l’ignoto, lontano lontano, da qualche parte per ricomnciare <3
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 15:24
Aggrapparsi alle nuvole serve… la mano affonda nel morbido ma la presa è sicura, le dita fanno leva sulle pieghe più gonfie e si ha la sensazione di essere protette da un batuffolo di ovatta capace di attutire ogni colpo…
Il filo regge e sai perchè? Perchè siamo noi a reggere, a sbandare ma poi a tornare dritte in carreggiata… e se si cade pazienza, con una scala di frolla possiamo risalire… 🙂
silvia
30 Maggio 2016 at 15:20
Restare un po’ sospesi come degli acrobati, rimanere su un filo per concedersi anche una pausa e guardare tutto da lontano, perchè a volte la lontananza crea prospettiva, farlo può essere un trucco per rimanere in perfetto equilibrio e quando si rischia di traballare un po’ non aver paura di una vertigine, perchè “la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare”…volare come farfalle che si posano in un campo di fragole, perchè si vola sempre dove tutto è più dolce e ci si ferma dove le cose profumano di buono. E se qualcosa ci fa sbilanciare un po’, guardiamo le nuvole come fossero ciuffi di meringa che giocano a cambiare forma e a rincorrersi…ricordandoci che quando saremo un po’ stanchi potremmo riposarci. Io su quel filo ogni tanto ci salgo ancora quando sento di averne bisogno, per poi buttarmi e scendere quando sento che posso rischiare! tra una molletta e l’altra le maglie a righe e pois non mancano mai nemmeno da me, ci appendo anche foglietti di post-it per ricordarmi le cose importanti e se una molletta cade giù,forse…è perchè vuole provare a vedere cosa accade… 🙂
è splendida questa pie di fragole, di un bellissimo colore rosso acceso e luminoso!! buon inizio di settimana!
Francesca P.
30 Maggio 2016 at 15:31
Amo il verso della canzone che hai citato, mi ha sempre colpito… ribalta il senso della paura e incoraggia a lanciarsi, senza temere l’ignoto… d’altronde, se non ci si lanciasse, tante cose non si potrebbero scoprire e alcuni sentimenti non potrebbero tornare a battere! Ne sai qualcosa, vero? 🙂
Io cammino su vari fili, a volte passo da uno all’altro, l’importante è che il tragitto sia illuminato dal sole, così non rischio di inciampare… e se a volte si posano sopra farfalle, uccellini e amiche con cui chiacchierare, beh, essere acrobata non è poi così male… 🙂
Ti auguro che le giornate si tingano sempre più di rosso, che ogni bacio e ogni sorriso sia come le fragole e che possa avere scorta infinita di post it, perchè in questo periodo hai tanto da (an)notare!
Laura e Sara Pancetta Bistrot
30 Maggio 2016 at 17:43
Mamma mia quanto ti invidiamo questa luce candida e pura che entra nella tua cucina ed illumina ogni cosa con questo tocco leggiadro ed arioso *.* Queste fragole rosse sono un esplosione di colore in mezzo a questo candore…dei cuori rossi e succosi.La pie deve essere una delizia rara!! Camminare in bilico su quel filo del bucato appeso se da un lato può far paura, dall’altro ci fa respirare aria meno contaminata e più pura e ci dà quella vertigine che fa sentire vivi!
Francesca P.
31 Maggio 2016 at 0:37
Il bianco che c’è in casa in alcune giornate mi fa pensare non solo di essere su una nuvola, ma anche dentro una panna cotta o un gelato al gusto fiordilatte! 😀 E anche il bucato più pulito ha quel colore… insomma, tra cibo, sogni sospesi e candore mi piace impastare i giorni come una pie, abbandonandomi al rosso-passione con generosità… e venite qui, ce n’è anche per voi! 🙂
ipasticciditerry
30 Maggio 2016 at 18:05
Io nella realtà soffro di vertigini, figurati se potrei stare appesa, come un acrobata! Li ammiro … ammiro la loro capacità di stare sospesi, su un filo ma non è cosa per me. Io sono una sognatrice, mi piace sognare e immaginare di farlo, di stare anche io sospesa, in alto, nel cielo, magari fino a toccare le nuvole. Sai che da bambina adoravo stare a guardare le nuvole, con il visino rivolto al cielo e mia madre che non capiva questa mia passione e mi sgridava. Diceva che avevo sempre la testa fra le nuvole. Nonostante avessi fratelli e sorelle, mi paiceva giocare da sola e parlavo e parlavo con degli amici immaginari, che vedevo in cielo, disegnati dalle nuvole. A volte, anche oggi, mi sembra di vedere delle figure, formate dalle nuvole. Ci hai mai fatto caso? Sembrano ora dei volti, ora degli animali … E poi mi piace tanto il bianco, sa di pulito, di luce, di infinito. Amo le foto con fondo scuro ma quelle con fondo chiaro e tutto bianco, solo una pennellata di colore, data ora dai fiori, ora dalle fragole … adoro! Quando vengo da te è difficile che fermo i pensieri. Con i tuoi articoli mi sproni a parlare di quello che mi piace, spero non ti dispiaccia. Così che alla fine, la ricetta passa in secondo piano ma non oggi. Io sono golosa, anzi golosissima! E ora che sono tornata in forma, anche grazie a mio nipote che mi tiene arzilla, mi sto concedendo un pezzettino di dolce, anche durante la giornata. E questa me la gusterei proprio volentieri, guarda. Magari davanti a una bella tazza di tea, altra cosa che adoro, insieme a te, sedute a guardare le nuvole … che dici? Buona settimana Fra, una carezza a chi sai tu ♥
Francesca P.
31 Maggio 2016 at 0:42
Terry, a me piace questo tuo divagare e anche se non ami essere sospesa come un acrobata, ogni settimana ormai prendi i fili (del discorso) che ti lancio e ci cammini bene sopra… 😉
Le nuvole hanno la poesia della semplicità – un concetto che torna, come vedi – e nelle forme che hanno possiamo vedere tutto quello che vogliamo… è un modo per mantenerci un po’ bambine mentre le fissiamo, così affascinate e rapite! Chissà se sono fatte davvero di panna come ho sempre immaginato… 🙂
Questa pie, oltre ad essere molto buona, ha un pregio: è vero che la dose di burro è alta, ma quella di zucchero è praticamente inesistente! Ce ne vuole un pochino solo per la marinatura delle fragole, quindi posso servirti una doppia porzione, senza sensi di colpa… ovviamente con un tè ai frutti rossi, uno dei miei preferiti! Guai a fare merenda senza una tazza di tè in ogni periodo dell’anno, anche in estate!
Buona settimana a te e a presto, Tarallino ti saluta!
m4ry
30 Maggio 2016 at 19:46
Ti ho letta all’ora di pranzo, ma volevo commentarti con calma…dunque, acrobati è una canzone di Silvestri che negli ultimi giorni sto consumando ( “ma tu guarda poco poco” – Cit. da Mine vaganti), l’avresti mai detto ? Oh, ma che abbiamo io te ? E poi le metafore, l’equilibrio, il bianco ( come la mia copertina di velluto) il sentirsi sospesi, il guardare il cielo, le nuvole e tutto il resto. Fra, quando scrivo che mi sento più tranquilla lo faccio perché ci voglio credere. Lo scrivo perché magari, leggendolo, mi ci sento. La verità è che continuo a sentirmi in equilibrio precario, stretta tra i “devo e i “ma però” ( che non è nemmeno italiano corretto), ma è così. pensieri fissi, ridondanti e asfissianti. La fretta di sapere come andrà a finire…e quei puntini di sospensione che tanto amo nella scrittura ma che nella vita di tutti i giorni mi mettono in crisi. Insomma, stai tranquilla, continuo ad essere un casino 😉 Ma ora parliamo dei tuoi scatti e della tua pie…che te lo dico a fa’ ?! Un sogno ! Baciotti e buona serata :*
Francesca P.
31 Maggio 2016 at 0:50
Mary, vedo che sappiamo struggerci con le stesse canzoni sempre di più, ahaha! Ce le andiamo a cercare proprio bene e se non toccano alcune corde (emotive) mica le vogliamo! 😀
A volte anche io provo ad auto-convicermi di alcune cose e provo a far tacere quei “ma però”, anche se loro sono tenaci, mica si sciolgono come lo zucchero! Però il casino è sintomo di grande vitalità e di movimento d’animo, noi ferme proprio non ci sappiamo stare, che sia a pensare, a fotografare, a cucinare, a desiderare, a scrivere e a sottolineare frasi… 😉
(come va con “Adesso”?)
m4ry
31 Maggio 2016 at 7:20
Quasi finito…manca poco poco 😉
zia Consu
30 Maggio 2016 at 21:56
Appesa al filo della razionalità o della follia..l’importante è trovare il proprio equilibrio, la giusta corrente d’aria che ci permetta un volo tranquillo senza il rischio di cadere, anche se è proprio questo rischio che rende tutto più frizzante 😛 Ad ogni modo finchè ci sono le fragole io non ho paura del futuro 😛
Francesca P.
31 Maggio 2016 at 0:52
Ben detto, Consu, la ricerca di equilibrio è la meta finale e non va mai dimenticato! Anche se ci vuole un po’ ad arrivare, non abbiamo fretta finchè il sole batte, le fragole sono mature, il forno è acceso e le emozioni tengono sveglie… 🙂
Anna
31 Maggio 2016 at 10:41
Hai proprio ragione, con il TUO bianco non potrà mai succedere nulla di brutto! Ed è così bello quando il bianco viene “macchiato” da sprazzi di lilla o di rosso acceso come quello delle fragole!
Stamattina, sotto un cielo pieno di nuvolette che sembravano ciuffi di panna, il mio filo del bucato era pieno di mollette colorate che reggevano minuscoli abitini..e il tuo post mi ha fatto sorridere per l’assonanza!
La strawberry pie dev’essere una goduria, da provare!!
Francesca P.
1 Giugno 2016 at 23:29
Sì, Anna, è bellissimo… arriva una tale carica e una tale energia dal colore ed è proprio sul bianco che ogni sfumatura risalta così bene… come farne a meno, dunque? 🙂
Vorrei avere un giardino solo per stendere lì il bucato, è un’immagine bucolica che ho sempre amato, perchè immagino lenzuola svolazzanti e tanto lino… bello camminare su un filo simile! Fallo anche per me, alla prossima lavatrice e mentre la pie è in forno! 😀
Manuela
31 Maggio 2016 at 10:42
Tu vedi bianco, io rosso: il rosso delle fragole che ho raccolto ieri nell’orto, o del primo lampone, che mi dice “Adesso vai, la stagione è tutta tua!”, il rosso di quel filo lungo e sottile che tempo e distanze non consumano e finisce per riunire anzichè allontanare.
Poi come dici tu, ci sono le parole di Silvestri e quella punta di aceto che non infastidisce, anzi, riempie la bocca e completa il tutto.
E’ ora di nuove mappe, questa volta, una tutta nostra!
Francesca P.
1 Giugno 2016 at 23:33
Salutami il primo lampone – lo vedrò sul blog, vero? – e digli che lo aspetto, quando ha fatto con te può passare da me… così si condivide anche lui, oltre a tutto il resto! 🙂
Mi piace pensarti intenta non solo a cucinare e sistemare frutta nell’orto, ma anche a creare mappe e scovare posticini che faranno da sfondo alle nostre chiacchiere… come bandierine per segnare posso far volare qualche farfalla ben sazia di fragole! 🙂
Peanut
31 Maggio 2016 at 11:55
Quello che per te è un filo sottile da cui la libertà ci permette di rischiare di cadere per me ha il colore del cielo e del mare che diventano un tutt’uno, un mare che spaventa ma basta guardarsi intorno e le nuvole pannamontata sono sempre lì, che ti ricordano che tutto andrà bene, perchè anche se lontane, le presenze costanti restano.
Tra il bianco rassicurante e il profondo blu dell’ignoto qualche puntino rossovivo per spingerti a buttarti, perchè vale la pena anche solo per quel brivido di un momento.
Fragole e balsamico un classico, ma chi li aveva mai messi insieme in una tarte? Solo chi possiede la libertà e non ha paura del rischio 😉
Francesca P.
1 Giugno 2016 at 23:36
Le nuvole che si affacciano sul mare mi sembrano ancora più gonfie delle altre, come se assorbissero tutta l’aria e tutto il vento che soffia sulla costa… e più sono imbottite, più fanno da morbido cuscino para-cadute e antiscivolo…
Buttarsi, cara sorellina, secondo premia quasi sempre… spesso siamo noi ad avere più paura di quella che c’è realmente, quindi se sappiamo vincerla il cammino sul filo può diventare anche un volo, come quello di un gabbiano che si posa sulla tua spiaggia e si specchia nel blu che tanto ami… 🙂
Ciao anima libera, usa tanto aceto balsamico e apri le ali!
Claudia
31 Maggio 2016 at 18:45
Grandi scorpacciate di fragole per me quest’anno, ma ancora nessuna è finita dentro un dolce…mi hai fatto venire una voglia che non ti dico! Credo rivisiterò questa torta, in qualche modo, mi sta già venendo in mente come…l’importante è che dentro ci siano fragole, zucchero e aceto balsamico 🙂
Un abbraccio!
Francesca P.
1 Giugno 2016 at 23:38
Claudia, sono curiosa di sapere come pensi di reinventare a tuo modo la frolla, amo imparare dalle persone sperimentatrici che propongono soluzioni alternative e fantasiose! 🙂
Quest’anno sto mangiando più fragole del solito e non ho intenzione di smettere… anche cotte mi piacciono, quindi prevedo numerose altre infornate… sintonizziamo il timer? 🙂
Simona – Biancavaniglia
31 Maggio 2016 at 21:58
Franci quanto è bello il tuo bianco, certo che nella tua cucina regna una luce unica e tu sei bravissima nel catturarla. Il bianco per me indica pace e serenità e quello schizzo di rosso-fragola è vita! Il contrasto del rosso sul bianco mi è sempre piaciuto e le foto sono molto comunicative. Le fragole quest’anno le ho utilizzando tardi – a parte la piccola piantina sul balcone – ho voluto aspettare la loro stagione anche io. L’abbinamento con l’aceto balsamico mi piace moltissimo, io lo utilizzo spesso quando faccio l’insalata con le fragole. Ti rubo una fettina e vado a nanna!
Ps: le farfalline sono volate fino a qui :-*
Francesca P.
1 Giugno 2016 at 23:41
Simo, nuoto così bene nel mare bianco… mi piace farmi largo anche in quello scuro, come quando si va giù in profondità a toccare il fondo sabbioso, ma poi è bello ri-emergere e ritrovare la luce brillante… 🙂
Sto attenta alla stagionalità dei prodotti, quindi come te sono riuscita a resistere e a mangiare le fragole quando sono diventate davvero dolci e mature, senza giocare d’anticipo… e l’attesa non è stata vana, perchè adesso sì che il sapore è veramente “fragoloso”! 🙂
Tieniti pure una farfalla per ricordo, così ci pensiamo quando non ci sentiamo!
Mari
1 Giugno 2016 at 17:00
… il bianco del bucato steso al sole che immagino con la fantasia e poi la luce nei tuoi scatti che risalta il colore: il fucsia, il rosso!
…ogni volta è una gradevolissima sorpresa passare di qui! 😉
Francesca P.
1 Giugno 2016 at 23:44
Facciamo il bucato insieme, Mari? 🙂 Ognuna mette i suoi colori preferiti e poi ci concediamo una passeggiata sul filo senza fretta, finchè tutto non sarà asciugato bene!
Grazie, ti abbraccio!
Valentina
2 Giugno 2016 at 18:51
Sarà per questo che amo il bianco, con tutta la sua luce. Mi rassicura, mi fa sentire protetta e mi trasmette gioia. E le macchie di colore, si… come il viola dei tuoi fiori e il rosso delle fragole. Difficile, direi impossibile, che non mi piaccia qualcosa qui nel tuo angolino! C’è sempre tutto quello che amo 🙂 Le fragole con l’aceto balsamico vanno a nozze e la tua pie è bellissima, tanto golosa! Un abbraccio grande, Francy, buon weekend :** <3
Francesca P.
3 Giugno 2016 at 16:05
Con il bianco tu decori le tue splendide torte di panna… sai valorizzarlo, sai renderlo creativo, sai usarlo al meglio! 🙂 Bianco e colore sono complementari, vanno a braccetto, sono una coppia solida e noi facciamo del tutto per farla restare unita, ehehe!
Grazie mille, Vale, un abbraccio a te! Spero che nel tuo weekend ci sia tanto bel rosso! 🙂
Alice
2 Giugno 2016 at 22:35
Che splendore di foto e di luce!! Quei garofani sono troppo belli…e non posso credere che quella sia davvero la tua cucina…mi sembra un sogno!
Le pie con frutta fresca sono le mie preferite, ancora sogno una di ciliegie, fatta due anni fa e che non sono riuscita a replicare, colpa della solita smania di fare sempre ricette nuove 🙁
E sempre bellissimo venire qui, si viene inondati di luce e di colore…magico!
Francesca P.
3 Giugno 2016 at 16:08
I garofani di quel tipo sono quelli giapponesi, gli unici che posso comprare perchè Ulisse si mangia gli altri, quelli “classici”… e quindi non ho scelta, o questi o niente! 🙂
Sono felice ti piaccia la mia cucina, amo fotografarla perchè è la stanza dove (ri)trovo serenità e dove ho tutto a portata di mano: luce, cibo, gatti, sorrisi…
Anche io amo cambiare sempre ricette, ma spero rifarai la pie di ciliegie perchè secondo me è buonissima e sapresti anche immortalarla bene con la tua macchina fotografica, dato che sei sempre più brava! 🙂
Marina
3 Giugno 2016 at 19:13
Finalmente riesco a fermarmi qui da te, a respirare un po’ di aria fresca e a godere della bellissima luce che le tue foto regalano… Mi piace questo senso di libertà che racconti nel post, libera e in equilibrio, niente male mia cara!
Grazie per aver fuso due ricette e averne creata una completamente nuova e piena di gusto. Un abbraccio pieno di affetto :*
Francesca P.
4 Giugno 2016 at 10:36
Marina, grazie a te per l’ispirazione! In questo momento ai cuori ho preferito la libertà e la leggiadria delle farfalle, ma tutto quel rosso profumatissimo nasconde comunque un animo romantico e passionale! 🙂
Sai che pescherò ancora ricette dal tuo blog, sei una garanzia! Alla prossima “rivisitazione”, dunque, e ricambio l’abbraccio!
Francesca
4 Giugno 2016 at 9:53
Cammino sospesa su quel filo da un po’, ormai. Non è facile (col mio senso dell’equilibrio poi, figuriamoci!), ma neanche impossibile. Certo, qualche volta il passo è lento, misurato, poi all’improvviso una folata di vento fa traballare e allora veloci, quasi si corre per non cadere. Oppure si finisce appesi, tra quelle maglie a righe e i pensieri che dovrebbero lasciarsi andare ma non lo fanno. E issarsi nuovamente è una fatica, ma la soddisfazione poi è immensa. Immensa come i cieli di questi giorni. Tu parli di nuvole bianche e io penso ai grigioblu arrabbiati, a colonne, montagne di masse spumose leggere come l’aria, pesanti di piogge, che hanno solcato i miei cieli in questi giorni e tra le quali avrei davvero voluto perdermi.
Mi piace pensare che le mie macchie di colore per ora siano queste: mi danno energia e sono una meraviglia che starei a guardare per ore, come un gatto che, pigro, scruta il cielo e non si muove. O che assaggerei (anzi, divorerei nel giro di cinque minuti), come una torta di fragole su cui allegre farfalle di frolla si son posate 😉
Le fragole!!! Adoro 🙂 Quanto son belle con quello sfondo bianco? E la torta è mia, è di quelle che finiscono subito provate e mangiate 😉
Francesca P.
5 Giugno 2016 at 0:32
Non è facile, Fra, lo so. E bene. Quando poi soffia il vento forte, sembra che il peso del corpo si sposti e che il piede possa scivolare, come sull’olio. Ma con l’equilibrio capita spesso così: nel momento in cui lo stiamo per perdere, lo riacciuffiamo per un pelo… e siamo salve. Sono stanca anche io della pioggia, sai? E le uniche nuvole che voglio sono bianche come lo sfondo delle foto… quelle nere e cupe vanno mandate via, a suon di colori! E se ne servono ancora di più, uniamo le forze e spargiamo succo di fragole ovunque, per ricoprire tutto, ogni centimetro… 🙂
Faccio arrivare una farfalla fin da te, apri la finestra e lasciala entrare, andrà a posarsi direttamente sulla tua spalla e resterà per tutta la prossima settimana, finchè non tornerai qui… 🙂
Mimma e Marta
5 Giugno 2016 at 19:52
Lo so, lo so che siamo in ritardo! Nelle ultime settimane ci sembra di camminare su quel filo sospeso per aria…ce la faremo ad arrivare all’altro capo della fune?
So anche che non può essere rimasta una fetta di crostata per noi…ma è così splendida che mangiarla con gli occhi ci darà la stessa soddisfazione 🙂
Un bacione
Francesca P.
6 Giugno 2016 at 0:44
Io vi aspetto alla fine della fune, posso anche venirvi incontro un pezzetto e allungare una mano, così vi tiro un po’ e ci possiamo ri-abbracciare prima! 🙂