MELE CHE CONOSCONO LA DOLCEZZA
Sapeva di nettare e sale. Nettare, sale e mele. Polline, stelle e cardini. Sapeva di racconto di fate. Ragazze-cigno a mezzanotte. Panna sulla punta della lingua di una volpe. Sapeva di speranza.
(da “La chimera di Praga” di Laini Taylor)
Sapeva d’arcobaleno, quando disegna la sua curva a forma di fetta di cocomero rovesciata e fa alzare gli occhi di tutti verso il cielo. Come lo si guardasse ad ogni età con lo stesso stupore della prima volta, come se non si credesse che il colore può arrivare così all’improvviso. E per di più in mezzo al grigio.
Sapeva di terreno appena bagnato dalla pioggia, con il suo odore intenso di ferro e di sogni assetati. Sapeva di fiumi che scorrono lenti e che non tradiscono il mare, che sa aspettarli, al momento giusto. Sapeva di legno sopravvissuto a tanti inverni, che non perde la sua solidità e ci guadagna in forza, come quello di alcuni alberi secolari che sanno a fondo cosa significa mi trovi sempre lì.
Sapeva di fuochi che restano vivi, che uno sguardo – quello sguardo – sa riaccendere. Sapeva di desideri lasciati a respirare, di coraggio che profuma di rosmarino, di ricordi afferrati in volo prima che fuggano via come palloncini scappati di mano, di campi di grano con un sentiero al centro ben tracciato, di messaggi nella bottiglia affidati al destino, liberi di navigare.
Sapeva di ordine e caos, rivoluzione e quiete, vortice e pazienza, bianco socosavoglio e nero nonmispaventa. Sapeva di vita nuova nella vita e se ti perdi pensa che ti trovo io…
Sapeva di nettare, sale e mele. Mele piccole come un portafortuna da tenere in tasca, mele gialle e delicate come i risvegli assonnati delle domeniche di gennaio sotto il piumone, mele timide come un viso che parla con gli occhi e mele che conoscono la dolcezza, perchè qualcuno gliela ha insegnata…
TORTINE ALLA PANNA ACIDA CON FARINA DI RISO, MELE LIMONCELLE E PINOLI
5-6 mele limoncelle (se non le trovate, usate la qualità di mele che preferite)
120 g di farina di riso
80 g di zucchero semolato
1 uovo
150 g di panna acida
Mezzo cucchiaino di lievito per dolci
Un pizzico di sale
4 cucchiai di latte
Succo di limone (q.b.)
2 cucchiai di olio extravergine di oliva delicato
Pinoli (a piacere)
Zucchero a velo o cannella (facoltativo)
Preriscaldate il forno a 180°.
Lavate e sbucciate le mele e tagliatele a pezzettini. Mettetele in una scodella, irrorandole con il succo di limone per non farle annerire. Lasciate da parte.
In una ciotola o in quella della planetaria, mettete la farina, lo zucchero, il lievito e il sale. Aggiungete l’uovo, il latte, la panna acida e l’olio. Mescolate brevemente fin quando tutti gli ingredienti si saranno amalgamati.
Distribuite il composto nelle piccole teglie monoporzione spennellate con olio o imburrate. Spargete in superficie i pezzetti di mela precedentemente preparati e i pinoli. Infornate e cuocete per circa 15 minuti, o finchè le tortine saranno delicatamente dorate.
Fate raffreddare prima di servire e spolverate, se volete, con zucchero a velo o cannella.
*Con queste dosi sono venute 4 tortine e qualche muffin
**Ad avermi ispirato è stata la ricetta di Erika, le tortine alla panna acida qui sono ormai di casa!
66 Comments
Claudia
31 Gennaio 2016 at 19:37
Volevo arrivare presto oggi, e a quanto pare ci sono riuscita. Volevo vederle subito, le tue limoncelle, vedere con quale luce le avessi immortalate, con quale sfondo, con quale inquadratura. Con quale grazia, quello non me lo chiedo mai, lo so già. Belle, belle, bellissime, e ora che vedo le tue, comprate da chi ha saputo farle maturare, mi rendo conto che per le mie probabilmente non fosse ancora il momento, che fossero ancora un pelo troppo verdi per essere staccate dai rami dell’albero. Appunto per il prossimo raccolto. E intanto mi sogno queste tortine, l’ultima foto è un’istigazione a delinquere, fa arrivare la fragranza fin qui!
Un abbraccio carissima.
Francesca P.
31 Gennaio 2016 at 19:50
Claudia, speravo arrivassi presto ma non pensavo così… che piacere inaugurare con te questa settimana la danza dei commenti! 🙂 Sorridono anche le melette, che in queste settimane hanno avuto il loro momento di gloria in più blog! Le mie le ho prese da una contadina e già il giorno dopo sono finite nelle foto… se sapessero che le ho volute soprattutto per questo motivo, ancora prima di sapere come le avrei usate, ehehe!
Le tortine sono belle esteticamente ma, credimi, stupiscono per la leggerezza e la consistenza! Nell’ultimo scatto in effetti avevo solo un pensiero: mangiarle ed arrivarci il più possibile vicino vicino! 😀
Un abbraccio a te!
Anna
31 Gennaio 2016 at 19:49
Sapeva di un appuntamento ormai imprescindibile, quello della domenica sera in un angolino tutto mio… Senza nessuno a disturbarmi, perché voglio gustare la poesia delle tue parole da sola, in silenzio…
Sapeva di un silenzio che esalta
proprio le parole, da gustare come piccole mele che conoscono dolcezza…
Sapeva, questa “vita nuova nella vita”, di un’attesa colma di speranza… che magari c’è
qualcuno pronto a dire “se tu
cadi cerca di cadere in mano
mia”…
Sapeva di tutto ciò, mani pronte ad accogliere e cullare e a posare carezze su visi stanchi…
Sapeva di noi…
Buona settimana!!!
Anna
Francesca P.
31 Gennaio 2016 at 19:57
Anna, se ti dicessi che fino all’ultimo sono stata indecisa su quale delle due frasi della canzone trascrivere?! Ma tu hai completato il mio pensiero e porgendomi proprio quella strofa mi hai davvero preso per mano! E ormai capita da parecchio, è come camminare insieme in questo nuovo da esplorare e da decorare con piccole mele che portano un po’ di sole…
Ti immagino nel silenzio della domenica sera, come se ti stringessi dentro una bolla di sapone che, guarda caso, ha i colori simili a quelli dell’arcobaleno…
Anna
1 Febbraio 2016 at 19:39
E sapeva di bolla di sapone (colore dell’arcobaleno) da inseguire con lo sguardo, fino a vederla dissolversi… Fino a lasciare negli occhi lo stupore di un legame che resta tale anche dopo, anche poi.
Anche da lontano…
Anna
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 23:52
Spesso più si è lontani e più si è vicini… quasi un meraviglioso controsenso…
zia Consu
31 Gennaio 2016 at 20:47
Che belle quelle mele e che delizioso modo che hai scelto x impiegarle…il loro odore mette sicuramente in pace con il mondo.
Buona settimana <3
Francesca P.
31 Gennaio 2016 at 21:12
La ricetta di base si può abbinare alla frutta che vuoi, ma con le mele l’incontro è perfetto, anche la panna da acida diventa dolce e quindi più simpatica, ehehe! 😉
Grazie, Consu, buona settimana a te!
Virginia
31 Gennaio 2016 at 20:47
La tua ultima frase mi piace moltissimo ed è di una delicatezza unica. Il pensiero che qualcuno insegni la dolcezza alle mele, magari una carezza del vento o una fatina di cui noi non conosciamo l’esistenza è così affascinante 🙂 Il legno e soprattutto gli alberi sono elementi che sento miei: io sono donna di terra, fedelmente attaccata alle radici ma con la testa e i capelli per aria, proprio come gli alberi 😉
Visto che domani è lunedì e inizia una nuova settimana, colgo al volo una o tortine, giusto per dare la scorta di dolcezza 😉
Francesca P.
31 Gennaio 2016 at 21:21
Mi piace il concetto di “guidare” qualcuno nello scoprire delle sensazioni… c’è sempre tanto da imparare e a volte la mano dell’altro è necessaria… anche l’amore si può insegnare, ne sono convinta! Nel caso delle melette sarà stato un folletto della campagna che abita nella cavità di un tronco, che dici? Oppure un bruco saggio che si intrattiene a far lezioni la sera, davanti a un pubblico di lucciole… 🙂
Io sono donna di fuoco ma amo la terra perchè concreta… e lì poi ci sono le radici, che sono fondamentali…
Ci ri-vediamo domani mattina davanti al caffè e a una tortina, quindi a prestissimo! 😉
Chiara
31 Gennaio 2016 at 23:37
sapori e profumi che vorrei qui, devo accontentarmi di ammirare le tue foto ed è già un grande regalo, alcuni momenti di pace che mi concedo in questo pesante periodo, passerà e cambieranno i profumi, finalmente…..Buona settimana
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 0:30
Passerà, Chiara, deve passare… e quel “finalmente” può essere anche più vicino di quel che pensiamo… nel frattempo, la nostra cucina sa sempre come accoglierci e coccolarci… e lascio una tortina in più per te! 😉
ConUnPocoDiZucchero Elena
1 Febbraio 2016 at 7:13
questo mix Erika e Francesca è magico come il più bel giardino dell’eden.
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 10:50
… e lo è ancor di più se arrivi tu a lasciare parole e un abbraccio! 🙂
(ti penso… e attendo notizie!)
Mila
1 Febbraio 2016 at 9:02
Non conosco questo tipo di mele, però mi ispirano tanto!!!
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 10:51
Non lo conoscevo neanche io, ma appena vedo mele in formato mignon mi fiondo a prenderle! 😀 E queste mi hanno conquistato anche per il nome!
silvia
1 Febbraio 2016 at 11:21
“Mele timide che conoscono la dolcezza, perchè qualcuno gliel’ha insegnata”…sapeva di un gesto così bello da poter cambiare il mondo! Così, queste piccole hanno tramandato il loro sapere anche alla panna acida, con questo nome che un po’ stride, e lei si è lasciata andare ad un incontro fatto di presenze dolci, di zucchero al velo e farina di riso, addolcendo il suo carattere un po’ asprino! Questa storia oggi sa di vasetti di terracotta segnati dal tempo che accolgono timide speranze la cui forza è eccezionale, “vita nuova nella vita” appunto! E quel timido coraggio ha scelto di provare ad affondare dentro un impasto morbido e accogliente, perchè ovunque c’è dolcezza ci sarà amore e profumo di buono! sempre! buona settimana Franci
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 15:30
La dolcezza è come la gentilezza, va insegnata, trasmessa e praticata… è qualcosa da allenare quotidianamente e che non deve mancare mai, un po’ come alcuni cibi sulla nostra tavola! Perchè quando ci sono ci sentiamo meglio… e la vita così può avere il sapore che amiamo, che vogliamo e soprattutto che ci scegliamo!
L’amaro e l’acidulo vanno stemperati con lo zucchero, altra regola importante… ma tu lo sai, perchè metti dolcezza in tutto ciò che fai! :*
Anna Rita
1 Febbraio 2016 at 11:22
Oggi arrivo d Londra, con l’umidità e il grigiore che mi circonda e si fa sentire sulla pelle ma non sull’umore. Cambiare aria, cambiare vista anche solo per un po’ è tutto stranamente diventa nuovo e più bello. Tutto diventa color dorato come le tue limoncelle. Ho percorso tanti km, posso averne una tutta per me? 🙂
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 15:35
Ehi! Ho visto alcune tue foto londinesi ed è un gioia ricevere un saluto da lì… ci manco da troppo tempo! Il clima brutto non riuscirà a offuscare la solarità che hai dentro… e se metti la mano in tasca, troverai una mela limoncella come per magia! Le gatte possono fare anche questo, sai? 😉
Buon soggiorno, viaggerò attraverso le tue immagini…
Anna
1 Febbraio 2016 at 11:25
Ero molto curiosa di vedere come avresti usato queste meline e devo dire che il connubio mi ispira tantissimo, sono molto belle da vedere e chissà da mangiare 😀
Mi ricordano quelle meline selvatiche che anni fa mio padre coglieva in campagna e lasciava qua e là in macchina, per profumare l’ambiente..altro che deodoranti chimici 😉
Sai che non ho mai usato la farina di riso? Ieri stavo quasi per comprarla ma prima devo documentarmi su delle ricettine per sfruttarla al meglio 😀
Buona settimana!
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 15:40
Le mele sono fatte da sempre per finire dentro torte soffici, è il loro destino! 🙂 In questo caso hanno fatto amicizia con la farina di riso che ha dato ancora più morbidezza all’impasto… ti consiglio di prenderla, è leggera leggera e puoi usarla in tanti modi! Non ha un sapore particolare o deciso come ad esempio la farina di grano saraceno, quindi puoi metterla dove vuoi! Ma solo quando la proverai capirai il senso di queste parole e mi dirai che ho ragione… 😉
Martina
1 Febbraio 2016 at 11:49
In due settimane ho giocato a rincorrerle queste mele!
Sono partita da un albero donato, in mezzo a colline piene di storia, ho corso seguendo il loro bagliore, colore e aroma.
Seguendo la scia che lasciavano di parole dolci sono arrivata fino a qui … giusta giusta per il caffè! 🙂
Mi fermo, gusto ogni morso scrocchiarello … che sa di tutta la poesia con cui le hai avvolte e curate.
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 15:45
Immagino quanto possa essere bello un albero colmo di queste meline, ho visto alcune foto sul blog di Claudia poco tempo fa e mi è venuta voglia di correre in campagna con una scala e un cesto! Ma ovviamente non potendo realizzare il mio sogno mi sono accontentata di ricreare un’atmosfera rustica e accogliere le amiche più care contando pinoli e preparando quel caffè che ti (a)spetta! 😉
m4ry
1 Febbraio 2016 at 15:38
Sono bellissime le due canzoni che hai linkato…e io in quelle mele e nelle tue tortine mi ci sono persa. Un dolce con le mele non può mancare mai quando ho voglia di coccole…quando sento il bisogno di un abbraccio e di accarezzare i ricordi. I dolci con le mele, più di altri, mi ricordano la mia infanzia e hanno il sapore di mamma 🙂
Ti abbraccio forte dolce Francesca, e ti auguro una bellissima e dolcissima settimana…piena di mele, di zucchero, di sorrisi e di tutto ciò che ti fa stare bene <3
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 15:48
E’ proprio vero che le canzoni vengono a bussare alla nostra porta, che sia grazie ai suggerimenti di persone affini come te o in modo inaspettato… ho ascoltato la canzone della Nannini mentre mi tagliavo i capelli (altro gesto simbolico forte per una donna!) e sono corsa poi a cercarla… è stata lei insomma a voler finire dentro a questo post, ecco! Così come le melette hanno voluto decorare queste tortine, un’attrazione naturale, quasi un richiamo… e ci credi che inizialmente volevo unirle alla ricotta come nella tua torta di qualche settimana fa? 🙂
Ricambio lo stesso augurio, non guardo l’oroscopo ma spero sia una buona settimana per noi! 😛
Ketty Valenti
1 Febbraio 2016 at 18:22
Eccomi ancora in tempo spero da te per gustare queste dolci delizie,sono davvero un dolce conforto come quei dolci intramontabili che a casa non possono mancare,almeno ogni tanto . Un saluto post e foto sempre bellissimi
Francesca P.
1 Febbraio 2016 at 23:51
Certo che sei in tempo, in casa si sente ancora il profumo! 😉 La torta di mele tradizionale non la batte nessuno, ma questa, tra le versioni “alternative”, è una delle mie preferite!
Un bacio, grazie!
Margherita
2 Febbraio 2016 at 4:26
Durante un tentativo, quasi del tutto vano, di dare un senso ai miei pensieri di una domenica iniziata in salita, ho deciso di rimettere a posto la credenza. L’unica scoperta interessante che ho fatto é essermi accorta che possiedo una grande quantità di farina di riso.
La panna acida neppure a farlo a posta l’avevo comprata al volo, non perché mi servisse sul serio, ma, ammetto, perché il barattolo di vetro mi ha conquistata. Le mele, ahimè non sono limoncelle, ma sono cmq tanto carine. Direi che ci sono vero? Non voglio “caricarle” di aspettative, povere tortine, ma con un post cosi, sono certa che sapranno di buono.
Francesca P.
2 Febbraio 2016 at 20:04
Io sono stata colta dal raptus dell’ordine a Natale e lì come te ho notato le farine dimenticate in un angolo che chiedevano attenzione… 🙂 Quella di riso andrebbe messa in bella vista per ricordarci di lei, è talmente leggera e versatile che ho deciso di usarla più spesso! L’ho riscoperta con queste tortine e in questa ricetta è perfetta… mi darai ragione se le farai, so che ami la delicatezza quanto me!
veronica
2 Febbraio 2016 at 14:08
rimanere incantata dalla melodia e dalle foto che parlano sole di queste tortine soffici e gustose
mi hai messo serenità
grazie
Francesca P.
2 Febbraio 2016 at 20:08
Veronica, è la frase più bella che potessi dirmi…
La serenità per me ha più valore persino della felicità che dura sempre troppo poco, un po’ come finisco subito queste tortine! 🙂
Grazie mille!
Anonimo
2 Febbraio 2016 at 15:32
uh… uh… mele limoncelle, dove me le trovo? Per fortuna non sono indispensabili, anche se io, che sono solita variare sempre qualche piccolo dettaglio, sono convinta che ora nessun cambiamento dovrebbe essere fatto, perché la perfezione è qui. Le tortine mi piacciono e le foto accompagnano, come sempre, la tua storia. Mancano solo i loro “zampìn”… come mai? 🙂 Un bacio
fausta lavagna
2 Febbraio 2016 at 15:33
ecco… non sono più anonima. Un bacio ancora :)))
Francesca P.
2 Febbraio 2016 at 20:11
Io le ho trovate un giorno in un mercatino e poi non le ho più viste, mi viene da pensare siano mele rare… e mi piace che sia così, hanno ancora più valore perchè preziose! 🙂 Sostituiscile come vuoi, persino con le pere… è la consistenza delle tortine che si lascerà amare, vedrai!
I gatti stranamente quel giorno erano altrove in libera uscita! 😀
saltandoinpadella
2 Febbraio 2016 at 16:39
Sono rimasta incantata da queste tortine, e soprattutto da queste mele limoncelle. Ogni dolce con le mele è per me una coccola al cuore e se si abbina alla scoperta si un prodotto di cui non ho mai sentito parlare, oltre alla coccola scatta la scintilla della curiosità. Il loro nome deriva dal gusto? ricordano il limone?
Me curiosissima 🙂
Francesca P.
2 Febbraio 2016 at 20:13
Ecco, mi cogli impreparata… non so l’origine del nome, ma no, non sanno di limone! 🙂 Anche se in effetti anche io avevo fatto il tuo stesso pensiero… mangiate mature non sono neanche asprette, anzi! Forse si chiamano così per la forma, perchè sono gialle e piccole… fantastastichiamo e inventiamo noi i motivi! 😀
ricettevegolose
3 Febbraio 2016 at 11:30
Quanto mi piacerebbe una bella tortina di queste con un caffè fumante! Sarà perché le foto sono davvero meravigliose? 🙂 Complimenti, un abbraccio!
Francesca P.
3 Febbraio 2016 at 15:08
… facciamo anche due? Perchè ti avviso, ne assaggi una e poi vuoi il bis, sono esperta, a me succede tutte le volte che le preparo! 😛
Grazie mille!
Mary Vischetti
3 Febbraio 2016 at 15:39
Francesca dolcissima, mi piace tanto l’idea di queste mele che hanno appreso la dolcezza…proprio come gli animali si trasmettono “il saper vivere”, magari anche gli alberi si trasmettono le esperienze sensoriali…chissà…Le mele limoncelle sono straordinarie, le adoro e non potevi utilizzarle in modo migliore! Le tue tortine sono una coccola genuina e meravigliosa! Baci, Mary
Francesca P.
3 Febbraio 2016 at 22:19
Secondo me la sensibilità appartiene non solo a noi uomini… che gli animali la abbiano è indubbio, ma anche piante, fiori, frutta e verdura hanno un’anima viva… e allora perchè non condire tutto con toni un po’ fantasiosi e fiabeschi? 😉
Spero di trovare ancora queste meline, sono stata così bene in loro compagnia! 🙂
Grazie Mary, un bacio a te!
Marghe
3 Febbraio 2016 at 17:38
C’è qualcosa di più genuino di una mela, dolce, croccante, succosa, semplice? Aspra talvolta, ma solo se ancora non è il suo momento… come una farfalla bianca che attende di uscire dal suo bozzolo, divisa tra la paura di affrontare il mondo esterno e la voglia di spiccare quel volo fuori dalla zona franca delle proprie certezze.
Ti stringo con tenerezza, la stessa che mi accoglie ogni volta che poso delicatamente i piedi qui…
Francesca P.
3 Febbraio 2016 at 22:22
Marghe, a volte allora anche noi siamo come farfalle e come mele… la tua lettura mi piace e la “sento” molto, perchè mi sento in volo, oggi più che mai…
Raccogliamo la paura in un vasetto e puntiamo dove batte forte la luce, proprio come fanno queste tortine… le vecchie certezze perdute lasceranno posto alle nuove…
Ti stringo anche io e ti aspetto quando vuoi… :*
Simo
3 Febbraio 2016 at 20:52
Sono stanca morta stasera, e…passo da te per prendermi una di queste deliziose tortine che, con la loro dolcezza, morbidezza e profumo…beh, sono perfette per rimettermi in pace col mondo e darmi la carica di cui ho bisogno!
Un abbraccio stella, fai bei sogni…
Francesca P.
3 Febbraio 2016 at 22:24
Sì, queste tortine sono ottime anche gustate in versione notturna, quando abbiamo solo voglia di silenzio e di quiete… i dolci per le coccole serali sono importanti, come un “premio” per la giornata appena trascorsa e per il momento per noi stesse che ci meritiamo…
Buon riposo, cara Simo… :*
Rebecka
4 Febbraio 2016 at 10:27
Le mele, io e te, l’altalena e sogni che collidono per un attimo, prima di ritornare alla mente che li ha generati. Me ne prendo una, mentre corro tra le stelle, oggi, più di ieri.
Un bacio
Francesca P.
4 Febbraio 2016 at 23:26
Prendi ciò che vuoi, Reb… la scorta di mele, tortine e sogni è di là in cucina, la “nostra” cucina, quella con il mobile verde acqua… ho messo tutto dentro una cesta spaziosa, sul tavolo bianco, accanto al vaso con la lavanda… le stelle sono nel frigo, sulle mensole, sul vetro della finestra e negli occhi…
Francesca
4 Febbraio 2016 at 17:08
Sa di mattini freschi di primavera, di gocce di rugiada perfette, precise, tonde, quando con le parole costruisce immagini che fioriscono nella mente di chi legge, sottile tensione superficiale che contiene fino a quando serve, ma non trattiene il prezioso contenuto quando giunge il momento giusto. Che può essere un giovedì pomeriggio qualsiasi. Che può riaccendersi di meraviglia e stupore, di sorriso e vorreileggerneancora non appena quel delicato scrigno si apre. Che può rimanere incantato davanti a fotografie che sanno di fresco, luce e terra, che sanno di vero. Che può improvvisamente colorarsi del profumo caldo di tortine di mele.
Passare di qui è sempre una boccata d’aria fresca, la mia goccia di rugiada che si rompe e mi regala meraviglie 😉
Buon fine settimana Franci!
Francesca P.
4 Febbraio 2016 at 23:31
Oh Fra, adesso la rugiada mi scorre sulle guance, ehehe! Che cose stupende mi hai scritto?! Ti sei letta e riletta? Ti rendi conto di quanta meraviglia e stupore sai trasmettere e ricambiare allo stesso modo? Se io so cucinare parole, tu le sai cucire… e non è un caso che quei due verbi siano così simili nelle lettere che li compongono, esattamente come il nostro sentire le cose… la vera boccata d’aria è la fantasia, quel mondo incantato e quasi parallelo in cui camminiamo e ci perdiamo…
Grazie e al prossimo vorreileggerneancora, non vedo l’ora che arrivi per ritrovarti! :*
Acky
4 Febbraio 2016 at 17:36
Francy quando passo qui mi sento davvero ‘a casa’, accolta e avvolta dal calore e dalla dolcezza. Mi piace moltissimo questa ricetta che accoglie e concilia contrasti solo apparenti. Mi piacciono queste mele….dove le hai trovate?? E poi adoro quei vasi. E tutto il resto, anche. Punto. Ora ho finito:))) ti abbraccio forte, a.
Francesca P.
4 Febbraio 2016 at 23:40
Ehi! Questa casa ha la porta socchiusa, la lascio così a ogni ora proprio per accogliere l’arrivo anche improvviso di persone piacevoli e gradite come te… 🙂 La prossima volta che torni so cosa farti trovare: melette in vasetti vissuti e vintage, ehehe! Le limoncelle le ho trovate in un mercatino a Conca d’Oro, vendono anche cose antiche, così si uniscono spesa e shopping… 😀
Valentina
4 Febbraio 2016 at 20:08
Ricordi afferrati in volo prima che fuggano via come palloncini scappati di mano… Panna sulla punta della lingua di una volpe. Ordine e caos, vortice e pazienza. Bianco e nero. E poi tortine profumate con le mele che più amo, le limoncelle, e i pinoli. Io ti dico grazie perché quando vengo qui entro in una fiaba e mi regali sempre qualcosa che mi resta dentro, che va oltre le parole.. e in questo qualcosa mi riconosco sempre un po’. Prendo una tortina e ti abbraccio, buona serata Franci :**
Francesca P.
4 Febbraio 2016 at 23:45
Vale, sono contenta di aver toccato le corde giuste per te, è così bello quando si condividono sensazioni, gusti e pensieri… i nostri blog servono a questo, a scambiarsi non solo ricette, ma anche frammenti di noi… è tutto un mix, come quando misceliamo ingredienti per torte e tortine, in attesa di farle assaggiare alle amiche più care! 🙂
Grazie mille, un abbraccio a te!
Melania
4 Febbraio 2016 at 23:39
“Sapeva di vita nuova nella vita, che se ti perdi ti trovo io…”
Mi piace sai?
Sa di speranza. Delle lunghe attese che poi vengono colmate. Dei sogni sognati che finalmente prendon forma.
Delle parole silenti che escon dal guscio e si rivelano.
Sa di forza. Quella che spesso non sappiamo di avere, ma in fondo c’è.
E poi, sa d’amore.
Di quello raro e prezioso. Qualunque forma esso abbia. Di quello che ti aspetta quando meno l’aspetti. Di quello che colora e illumina. Come la luce che intravedo nei tuoi scatti. E se qualche tortina è rimasta ancora io magari ne assaggio un pezzetto.
Notte Francy 🙂
Francesca P.
4 Febbraio 2016 at 23:51
Sì, Melania, è così… sa di speranza che non va mai persa, che brilla come una stella nascosta tra le nubi ma è lì e ci guarda… e forse ci protegge…
Poco fa stavo buttando qualche idea per un futuro post e voglio esprimere proprio quel concetto sull’amore: che può assumere tante forme e non esiste solo quello sentimentale, anzi! In alcuni periodi il cuore batte anche per altro e a questo altro dobbiamo aggrapparci con quella forza, per sentirci di nuovo vive… finchè la lunga attesa di qualcosadigrande finirà…
Ti porgo subito una tortina, ne ho conservate alcune per gli spuntini notturni, dato che li amo molto… 😉
Melania
5 Febbraio 2016 at 1:47
La prendo volentieri. Stanotte l’insonnia mi fa compagnia. C’è sintonia Francesca. Scrivo anch’io sull’amore e di come esso stesso esiste anche dove non lo vediamo…
Un abbraccio e grazie per la tortina:)
Tatiana
5 Febbraio 2016 at 13:00
Quando leggo che il colore può arrivare all’improvviso anche se in mezzo al grigio mi sento meglio perché mi trovo di nuovo in un periodo ingarbugliato, stancante, preoccupante e io vorrei invece che sapesse d’arcobaleno, come le tue parole.
Però scrivi anche che sapeva di fuochi che restano vivi, di sguardi che li riaccendono, di legno bagnato che resiste e si rafforza nonostante i freddi e umidi inverni, di ordine e caos… e anche questa volta nelle tue parole trovo un perché, dopo averle lette per una settimana intera senza riuscire a scrivere nulla poiché per una volta la paroliera si era inceppata!
E insomma, ogni tanto i pesi diventano eccessivi e allora ci si sente stanchi e demotivati, mai sconfitti… sono momenti un po’ così, ma durano poco, il tempo di riempirsi le tasche con un po’ di mele che conoscono la dolcezza! E di riprendere in mano le parole.
Un abbraccio <3
Francesca P.
6 Febbraio 2016 at 11:48
Certi periodi sono tenaci e ostinati, ci illudono di essere passati, invece sono solo addormentati… ma mi raccomando, trova il modo di far uscire il tuo arcobaleno in ogni modo, che sia scrivendo, cucinando, sognando, immaginando… i colori possono essere una spada efficace per combattere, come fare una passeggiata in spiaggia d’inverno per rubare al mare la forza! E le parole sono il tuo esercito, ci affondi le mani e se dovessero scappar via per un giorno sai dove bussare per ritrovarle o fartele prestare… ovviamente dopo aver fatto colazione o merenda insieme! 🙂
notedicioccolato
5 Febbraio 2016 at 20:44
vita nuova nella vita, vita nuova nella vita, vita nuova nella vita…dici che se me lo ripeto come un mantra, tutto il giorno tutti i giorni può funzionare? magari con la tasca piena di quelle deliziose piccole melette portafortuna? avrei così bisogno che per una volta i sogni prendessero forma davvero, nonstante la paura di sognare e svegliarsi per tornare alla realtà!
mi dispiace non riuscire a passare più spesso di qua, per ogni volta che leggo le tue parole, è come medicina per l’anima. e anche una giornata grigia torna ad essere illuminata da un raggio di sole.
come piccoli soli di dolcezza sono queste tortine che profumano tanto di casa, di calore, di amicizia, di serenità.
un abbraccio bella bimba, buon fine settimana
Francesca P.
6 Febbraio 2016 at 11:55
Dispiace anche a me non leggerti sotto ogni post, perchè quando mi scrivi lasci sempre un bel segno… e questa settimana ancor di più, vedo l’intensità delle tue frasi e soprattutto ne capisco il senso…
Chissà se ripetere insieme il verso di quella canzone della Nannini può servire per assorbire davvero il concetto, ma se credi, come me, che sia quella la strada giusta da prendere, allora ci sono buone speranze… buone come tortine dorate, che in modo discreto sanno confortare, senza ostentare, puntando solo sulla semplicità e sulla leggerezza… perchè a volte basta (ri)partire da lì…
Ti abbraccio anche io e grazie…
Manuela
7 Febbraio 2016 at 10:39
Mi ero messa un post it in fronte, per non dimenticarmi di passare…per fortuna per certe cose non servono post it…si arriva e basta 🙂
Mi piace questa luce fredda che sembra voler raccontare la fine di una stagione: a una fine corrisponde sempre un nuovo inizio, all’aspro delle mele e all’acidulo della panna, corrisponde la dolcezza dello zucchero, che è anche un po’ tua.
Devo ritrovare un altro albero di mele limoncelle, così il prossimo autunno potrò provare a replicare la torta 😀
Francesca P.
7 Febbraio 2016 at 15:02
Non mi ero “allarmata”, sapevo che saresti arrivata e avresti seguito il profumo delle tortine, infatti te ne ho tenute da parte un paio… 🙂
Complice di questa luce fredda è stato un cielo un po’ nuvoloso, ma amo le sfide: la luce può uscire anche più forte, quando è nascosta e sta a noi tirarla fuori… come la forza d’animo, no? Qui sembra che varie stagioni siano finite, ma l’importante è che la terra sia sempre fertile e coltivabile… come vedi ho anche i vasetti giusti per il raccolto di meline e di tutto quello che i nuovi inizi regaleranno…
Marta e Mimma
7 Febbraio 2016 at 15:33
qualche anno fa mi sono ritrovata ad avere un ossessione per le mele. mele locali, piccolissime, rosse, dolci e succose. ossessione tale da mangiarne tre o quattro di fila, che erano tanto piccole da farmene bramare sempre di nuove. in quel momento ho realizzato che se avessi dovuto esprimere un desiderio, quell’anno, sarebbe stato di confortarmi con le mele. che come queste sapevano carezzarmi dolcemente il viso, sussurrarmi alle orecchie e fare da balsamo al mio cuore nessuno. e posso assicurare quanto una mela ti possa capire, possa soddisfare tutte le tue esigenze + 1. e posso anche giurare che, se qualcuno mi avesse dato un morso, avrebbe detto che sapevo di mela.
staserà non riuscirò a passare, sarò su un aereo dritto verso nuove, brevi ma intense mete, con una mela nella borsa e tanta curiosità di venir presto a sbirciare da queste parti.
un abbraccio grandissimo! tua Marta
Francesca P.
9 Febbraio 2016 at 0:34
Marta, ormai sei già volata via e io non vedo l’ora di sapere cosa combini, cosa vedono i tuoi occhi, cosa immortala la tua macchina fotografica e quali emozioni stai vivendo! Prometto che al tuo ritorno troverai tutte le mele che vuoi, perchè mi hai raccontato un ricordo dolcissimo proprio come te… L’immagine della mela che ti capisce è tanto poetica, proverò a parlare con una limoncella, vediamo se mi sa ascoltare… 🙂
Ileana
7 Febbraio 2016 at 21:08
Tu meriti più di un passaggio veloce… ti ho letta in questo post, ho appena letto il nuovo post, ho sorriso per la curcuma fresca che è nel frigo… ma ora sono qui solo per dirti che tornerò presto, perché questa settimana è volata via in un attimo… Qui non voglio fermarmi di fretta, quindi aspettami perché domani pomeriggio passerò sicuramente per un tè e tanti sorrisi :*
Francesca P.
9 Febbraio 2016 at 0:35
Chissà se un po’ di arancione apparirà presto anche tra le tue pagine… so che puoi fare meraviglie con la curcuma fresca e a istinto penso subito a taralli o freselle! 😀
Ti ho letta anche nel nuovo post e mi fa tanto piacere avere le tue parole tutt’intorno questa sera! :*