È TUTTO UN ATTIMO
ATTIMO [àt-ti-mo]
s.m.
– Spazio brevissimo di tempo; momento fugace
– Cogliere l’attimo fuggente, saper godere i fugaci momenti di piacere della vita
(dal Dizionario della Lingua Italiana di Hoepli)
Se gli attimi fossero fragole, riempirei interi cestini per non rischiare di finirli troppo presto. Se fossero asparagi, li farei cuocere poco per mantenerli croccanti e brillanti. Se fossero molliche, li raccoglierei dentro un sacchetto per spargerli poi sui mesi a venire come pangrattato. Se fossero gocce di miele, starei attenta a non farli cadere o sprecarli. Se fossero spaghetti, li vorrei al dente e ben conditi. Se fossero mandorle, sarebbero a portata di mano nel vasetto più bello, nel ripiano più vicino.
Se gli attimi fossero farfalle, farei in modo che avessero sempre un nuovo fiore su cui posarsi. Se fossero gatti, non li lascerei mai senza carezze. Se fossero raggi di sole, terrei ogni giorno la finestra spalancata. Se fossero rose, toglierei tutte le spine e salverei i petali dentro un libro di foto di Doisneau. Se fossero barche, soffierei sulla vela così forte per non farli fermare. Se fossero buone occasioni, non ne perderei nemmeno uno, nè ora, nè dopo. Se fossero baci, sarebbero lunghissimi.
In questa primavera anomala in cui mi sembra di andare in bicicletta su una strada un po’ sterrata, spinta dal vento caldo di scirocco, raccolgo attimi come frutta matura da staccare dall’albero. Da mordere subito, senza aspettare o rimandare.
Ed è così che sono salita sull’ennesimo treno, per riempirmi gli occhi di scintille. E’ così che ho ri-camminato nelle vie di Bologna, tra biciclette colorate e insegne d’epoca. E’ così che ho deciso di indossare una giacca da vero chef imparando la differenza tra un taglio mirepoix e uno brunoise. E’ così che vado a pranzo in bistrot bellissimi con tavoli di legno e pareti pastello, contenta che qualcuno il suo sogno lo abbia realizzato davvero.
E’ così che sbuccio attimi di fave, contandoli come i giorni che mancano all’estate. E’ così che sgrano attimi di cous cous, affinchè sappiano saziarmi. E’ così che scelgo formaggi poco pettinati e pesti veraci, perchè la fase rustico-esistenzialista non solo prosegue ma si arricchisce di aggettivi: è diventata pure emozional-pittorica. Vale a dire che vedo la tavola come una tela e pennellare momenti, a seconda di luce, pensieri, umori e stati d’animo, mi piacepropriotanto.
COUS COUS CON PESTO RUSTICO DI FAVE, FINOCCHIETTO, NOCI E MENTA
Ingredienti per 2 persone:
160 g di cous cous
30-40 fave fresche
Formaggio stagionato (pecorino o caprino) q.b.
Semi di finocchio (a piacere)
Noci (a piacere)
Menta fresca (a piacere)
Olio extra vergine di oliva
Sale
Sgusciate le fave togliendo il peduncolo ed eliminando la pellicina che le riveste. Per facilitare questa operazione, scottate le fave in acqua bollente per un paio di minuti. Tuffatele in acqua molto fredda e poi premete per estrarre la parte interna.
Nel mixer, versate le fave, il formaggio stagionato grattugiato o ridotto a scagliette, i semi di finocchio, le noci tagliate a pezzetti grossolani e qualche fogliolina di menta fresca. Unite l’olio a filo e un pizzico di sale e azionate il mixer a intermittenza, fino a ottenere la consistenza di un pesto rustico (se preferite una versione più cremosa e liscia basterà frullare di più).
Preparate il cous cous in una padella, seguendo le istruzioni sulla confezione.
Unite il pesto al cous cous e mescolate bene il condimento. Regolate di sale e decorate con foglie di menta fresca. Servite il piatto tiepido o freddo.
* io non ho messo l’aglio, ma potete unire mezzo spicchio al pesto
** se non usate subito tutto il pesto, mettetelo in una ciotolina, ricoperto di olio extra vergine di oliva e protetto da pellicola alimentare… sarà pronto per la pasta o bruschette!
107 Comments
Lorenza
10 Maggio 2015 at 20:45
Che belle le tue parole!Le fotografie parlano di attimi da vivere…mi piace il tuo blog!Grazie!
Un abbraccio
Francesca P.
10 Maggio 2015 at 20:54
Lorenza, ma grazie a te! La fotografia è l’espressione più pura del carpe diem, per questo l’adoro! 🙂
barbara @ Pane&Burro
11 Maggio 2015 at 9:04
e se posso aggiungere, a mio modestissimo parere, l’essenza della fotografia che cattura l’essenza di un attimo è la polaroid.. istantanea e irriproducibile…
bellissimo tutto, ricetta, post e foto! :-*
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 10:10
Barbara, sono assolutamente d’accordo e hai nominato la mia analogica preferita insieme alla Hasselblad a medio formato! La Polaroid manca tra le macchine vintage che ho sulla mensola, spero sempre di trovarne una a buon prezzo in qualche mercatino! 😉
Grazie, contenta ti piaccia tutto!
Patalice
10 Maggio 2015 at 20:47
gli asparagi come visione del momento…
mi piace infinitamente!
Francesca P.
10 Maggio 2015 at 20:55
L’attimo croccante è più buono! 🙂 Agli asparagi dovrò dedicare un intero post, siamo nel periodo giusto!
Paola
10 Maggio 2015 at 21:59
Se gli attimi fossero chicchi di riso, li raccoglierei uno ad uno in un sacchetto di canapa grezzo per immergerci le mani appena possibile. Se gli attimi fossero note, le farei risuonare in una sera d’estate. Se gli attimi fossero parole, le ascolterei ore ed ore accanto al fuoco di un camino. Se gli attimi fossero petali, li mescolerei a granelli di zucchero e li tufferei in un tè caldo. Se gli attimi fossero stelle, li guarderei distesa su un prato profumato di rugiada. Se gli attimi fossero grani di pepe, li chiuderei in un barattolo, di quelli un po’ buffi con il loro cappellino colorato, da aprire e sentirne l’aroma frizzante e pungente che solo un attimo sai che può avere. Se gli attimi fossero una mirepoix, li trasformerei in brunoise, per renderli ancora più infiniti, armata di coltello e con la casacca-da-vero-chef e un cappello forse troppo piccolo per contenere riccioli e idee. Che quelle ne vengono fuori, e tante, sedute al tavolino di un bistrot con le pareti azzurre e i menù scritti di bianco.
Francesca P.
10 Maggio 2015 at 22:27
Nel sacchetto di canapa ora puoi mettere le lenticchie nere… 😉 E se gli attimi fossero legumi particolari da provare, inventeresti ricette su ricette, curiosa e creativa… se fossero dadini di tartare, potresti usare un coppapasta alto, per metterne tanti, tutti quelli che vuoi… se fossero melanzane, faresti strati su strati, fino al cielo… se fossero strade, avresti tanto da camminare a piedi con la musica giusta nelle orecchie… se fossero progetti o sogni, il cappello da chef diventerebbe un cilindro magico per farli avverare tutti…
Federica
10 Maggio 2015 at 22:16
Un post ricco di emozioni bellissime, delle foto che parlano da sole e una ricetta davvero interessante! A presto, Fede
Francesca P.
10 Maggio 2015 at 22:29
Fede, grazie mille! Questo è stato il mio pranzo del 1 maggio e volevo condividerlo con voi! 😉
Virginia
10 Maggio 2015 at 22:22
Non so da dove iniziare per dirti quanto mi piace questo post… Gli attimi, quelli che rincorro sempre sperando che non volino via velocemente come foglie secche, sono aspiranti ricordi che saltano fuori quando meno te l’aspetti: un biglietto che esce da un diario, una cartella con tutte le foto scattate che spicca per ricordarmi di un bel viaggio, una vecchia ricetta scritta dalla nonna… Sono molto nostaglica e tendo a raccogliere quanti più ricordi possibili per rivivere gli attimi che mi hanno fatto battere il cuore.
Le mie polpettine si sono fatte più piccole per diventare dei puntini di cous cous, come se fosse un ritorno alle origini, e i piselli hanno lasciato il passo alle fave, fratelli di colore 😉 Non avevo mai pensato di condire un cous cous con un pesto ma l’idea mi piace un sacco! E a proposito di pesto, prossimamente ne vedrai uno pure da me 😉
Ne vengo da un finesettimana di shopping per il blog e non posso non notare le assi di legno sulle quali, tra l’altro, il verde delle fave è bellissimo 🙂
Francesca P.
10 Maggio 2015 at 22:35
Virginia, io lo so che tu sei unatipadattimi, proprio come me… sai fermarli, sai apprezzarli, sai valorizzarli! Sai quanto siano speciali, anche quando sono fugaci… anzi, più scappano e più lasciano un segno… sono come ingredienti, sanno miscelarsi e sanno unirsi per creare la nostra ricetta ideale… anche di vita! Oppure sono singole lettere che compongono parole…
Curiosa di vedere il tuo pesto e a questo punto propongo una fusione: facciamo polpette di cous cous, così siamo ancora più vicine! 😉
Questo pesto doveva condire una pasta ma all’ultimo minuto, quando ho aperto la dispensa, ho cambiato direzione vedendo un sacchetto di pois che mi strizzava l’occhio… 🙂
ps: aspetto anche di vedere i frutti del tuo shopping, c’è anche qualcosa di grigio?!
Angela
10 Maggio 2015 at 22:22
…ed io vorrei una manciata di attimi in più tra le mani, per trovare – ad esempio – il tempo di venirti a leggere più spesso, e scoprire sempre più quanto siamo vicine, nei gusti e nelle emozioni.
Ps: guarda che ti interrogo sui tagli eh?? :)))))) e lo chiffonade dove me lo metti?? ;-))
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 22:40
Angela, meno male che mi hai avvisato perchè mi sarebbe dispiaciuto troppo perdere questo commento! 🙂 Se gli attimi sono sintonie, è bello scoprirle e approfondirle con nuove persone!
Lo chiffonade mi manca, la prossima lezione chiedo allo chef! 😀
Marta e Mimma
10 Maggio 2015 at 22:36
dimmi tu se non è un’assurda coincidenza, che per domani io debba tradurre il “carpe diem” di Orazio. credo che la primavera sia la stagione degli attimi e delle occasioni, di quelle che sfuggono e di quelle da non lasciarsi scappare. Basta imparare a destreggiarsi bene, ad avere le mani bene aperte pronte ad afferrare ogni singolo petalo che danza nell’aria. è l’inizio di un sogno che si fa un po’ più concreto, saporito come il gusto intenso di un formaggio stagionato.
Gli asparagi, che debbano essere croccanti è d’obbligo!;-)
baci a te e al micio formaggiaro, buona serata Franci. Marta
Francesca P.
10 Maggio 2015 at 22:40
Ahaha, davvero? Potrei aiutarti, chissà se mi ricordo anche qualcosa! 😛
Le mie mani sono aperte, hanno così voglia di stringere quei petali e di giocare con l’aria, di fare le ombre sul muro al tramonto, di impastare novità…
Il micio formaggiaro (mi hai fatto troppo ridere!) adesso dorme steso su un giornale, segue le mie passioni: la cucina e il giornalismo! 😀
Buona settimana, dolce Marta!
Eli
10 Maggio 2015 at 22:46
E’ entrata la luce, leggendo questo post, nella mia camera. Attraverso le tue parole, attraverso le tue foto. (e i tuoi gatti! ;-)) Grazie infinite!
Francesca P.
10 Maggio 2015 at 23:00
Se la luce è capace di arrivare di notte, allora mi fa felice ancora di più! Grazie a te… perchè un sorriso è rimbalzato qui dalla tua camera!
Anna
10 Maggio 2015 at 22:49
Se gli attimi fossero briciole di pane traccerebbero la strada da percorrere. Se fossero acqua ne farei una culla per dondolarti. Se fossero marmellata vi tufferrei ricordi.
Se fossero gocce di pioggia rotolerebbero come perle sul tuo
viso. Se fossero gioielli li vedrei nella luce dei tuoi occhi. Se fossero petali ne farei ventagli per il mio cuore arso. Se fossero mani ne farei carezze. Se fossero battiti di ciglia si farebbero portare dal vento a sussurrare.
Se fossero parole ti direi “MI MANCHI”…
Anna
10 Maggio 2015 at 22:58
Grazie, Francesca, perché ci conduci dove il cuore vuole andare…
Grazie perché ci
regali ATTIMI di ristoro…
Grazie perché ci
concedi il privilegio di camminare con te…
Anna
Francesca P.
10 Maggio 2015 at 23:04
Se gli attimi fossero commenti, vorrei avessero l’intensità dei tuoi… se fossero sensazioni, vorrei che il cuore li contenesse tutti… se fossero storie, dovrebbero avere solo il lieto fine… se fossero desideri, non esisterebbero quelli impossibili… se fossero persone, sarebbero sincere e sensibili, pronte a sentire e a dare…
Il piacere di essere qui, cara Anna, è non legare il cuore e dar voce alle emozioni… perchè se hanno voce, sembrano più forti…
Enrica
11 Maggio 2015 at 0:28
Attimo quello che sei riuscite a raccogliere attraverso la foto del tuo gatto che ruba il formaggio…attimo quello che scrivo qui ” Buona notte” Francesca che sai danzare con le parole.
Enrica
11 Maggio 2015 at 0:30
ops era cogliere ma l’ora tarda fa brutti scherzi 😀
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 0:35
Con Ulisse è una divertente sfida di attimi e per fortuna la Canon ha una buona raffica di foto! 😉
Buonanotte a te, se gli attimi fossero una crostata alla frutta saprei quale mangiare, a occhi chiusi…
Vanessa
11 Maggio 2015 at 2:49
Se gli attimi fossero parole scelte da te, me ne riempire le tasche, avida e golosa, perché farebbero bene all’anima. 🙂 Pensa che le fave le ho assaggiate l’anno scorso ad un pic nic… ma nella mia cucina non sono mai entrate. Potrebbero affacciarsi con questa ricetta… le tue pennellate artistiche piene di primavera mi hanno messo l’acquolina nonostante l’ora!
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 10:13
Vane, che gentile! Mettere attimi in tasca, accanto alle caramelle o alle rotelle di liquirizia… un bel posto! 🙂
Le fave possono stuzzicare la mente per tante ricette, scommetti che se le prendi ti inventi qualcosa partendo da un pesto oppure pensando ad un contorno? E puoi farti aiutare dalle manine a sbucciarle! 😉
silvia
11 Maggio 2015 at 9:46
Se gli attimi fossero confetti li distriburei in tanti sacchettini di tulle e li regalerei…ciascuno avrebbe la sua targhettina con impressa la data e una parola per ricordarli, se fossero dei vetri colorati li raccoglierei sulla riva e li custodirei in un barattolo trasparente da riporre su una mensola illuminata dal sole; sarebbe bello se fossero anche tante conchiglie per sentire l’eco dei ricordi appoggiandoli ad un orecchio. Questo è uno di quei post che potrebbe continuare all’infinito, perchè le suggestioni sono tante! Nel frattempo ho colto subito lo sguardo attento di Ulisse che non si è certo fatto scappare l’attimo giusto per acchiappare un pezzetto di pecorino, e tu hai saputo cogliere l’attimo per immortalarlo! Sono i momenti a cui bisogna prestare più attenzione perchè ci sanno regalare quel pizzico di felicità in più! Leggo con piacere che i tuoi progetti si evolvono…te lo meriti proprio! buona giornata e buona settimana Franci!
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 14:47
Silvia, come sempre hai aggiunto il tuo tocco poetico… e anche qualche pennellata emotiva con tante immagini belle! 🙂 Io amo le conchiglie, ne conservo alcune da tantissimi anni, a casa di mia madre c’è un vaso di vetro pieno, vengono dalle spiagge preferite e più importanti… e ci sono anche sassi di diverse sfumature di grigio! Se gli attimi fossero ricordi, avrebbero quella forma… e si sentirebbe il mare…
La felicità va bevuta a piccoli sorsi e cercata nei dettagli quotidiani, continuo a crederlo sempre di più… e anche una zampetta curiosa e lesta può far nascere un sorriso proprio quando ce n’era bisogno…
Grazie, un abbraccio!
Anna
11 Maggio 2015 at 10:44
Che belli i tuoi attimi e il modo di conservarli..mi piace l’idea di una farfalla che trova sempre un fiore su cui posarsi! Se gli attimi fossero profumi mi piacerebbe conservarli in tante bottigliette colorate e annusarli ogni tanto, per rivivere le emozioni di quei momenti!
La tua ricetta è bellissima e deve essere buonissima, ma purtroppo non potrei mai assaggiarla perchè sono fabica -.- meglio non rischiare, la mangio con gli occhi 😉
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 14:56
Se poi si tratta dei fiori del tuo giardino che fotografi con tanto amore, allora vedresti anche un sorriso sul volto della farfalla! E io potrei seguirla per venirti a trovare! 😀
Pensa che meraviglia poter avere, accanto ai vasetti delle spezie, le bottigliette di profumi che ci ricordano qualcosa di bello… avrebbero un valore enorme che cresce con il tempo…
La ricetta viene bene anche sostituendo le fave con i piselli, se puoi mangiarli! 😉
Ileana
11 Maggio 2015 at 12:26
Tu mipiacipropriotanto.
Fin da piccola ho sempre creduto nelle stesse cose ( poche, ma buone ): nel catturare gli attimi, anche quelli più semplici e che a molte persone sembrano banali e nel potere delle piccole cose, come asparagi che rimangono croccanti, noci da sbucciare con calma e assaporare con il sorriso o, ancor di più di altre cose, le fave, che non fanno in tempo ad apparire negli orti che son già scomparse, ecco perché con loro dobbiamo cogliere l’attimo ancor di più 😀
Presto le fave appariranno anche da me.. nel frattempo, data l’ora, mi prendo una bella ciotola di cous cous, che adoro 🙂
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 15:00
Ile, che bell’inizio! 😉 Forse perchè credo nelle tue stesse cose e vedo l’attimo come un’esplosione di luce da cogliere… e nelle campagne ci sono le lucciole, giusto? Allora facciamo che gli attimi sono come quei piccoli animali fiabeschi e poetici, rari e da proteggere!
Le tue fave saranno freschissime e ancora calde di sole, so che farai loro delle foto bellissime… e chissà quale altra ciotolina mostrerai! 😀 Ripenso ancora al tuo finocchietto, quanto verde, quanta abbondanza! Forse in settimana riuscirò ad andare nella casa fuori Roma di un collega, ti penserò!
larobi
11 Maggio 2015 at 12:46
le tue foto seono sempre più belle mentre le tue parole non possono esserlo più di così!!! attimi di “green mood” che condivido insieme a te … per ritrovare in ogni piccola cosa un piccolo piacere cromatico dai mille significati reconditi…voglia di sole,di aria, di spazi, di libertà….ma anche voglia di una ricettina carina, semplice ed elegante, come te! baci immensi!
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 15:05
Robi, grazie mille, che belle parole mi regali oggi! So che con il verde gioco facile, so quanto fascino esercita su di noi… e sai che il “green mood” sale ogni giorno e ho già in mente altre tonalità da sfoggiare in tavola? 😀 Ormai conosci le mie ricette e il mio stile, la semplicità è di casa, torte a sei piani non si vedranno mai qui ma con vellutate e cous cous posso campare per anni! 😀
Lilli nel paese delle stoviglie
11 Maggio 2015 at 14:21
mi sembra una bella primavera su strade sterrate ricche di cose da imparare, gustare, osservare; nella vita spesso è questione di attimi, istanti, non vanno mai sottovalutati, e quando si verificano vanno conservati con gelosia nello spazio per le cose importanti, penso a un arcobaleno, un bacio, un fulmine, la scena di un film, un sorriso ecc….questo pesto lo provo da fissata del tema ne cerco sempre di nuovi, buona settimana!
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 15:09
Le strade sterrate hanno dossi, avvallamenti, curve improvvise, sassi più aguzzi di altri… mantenere l’equilibrio non è facile, a volte è come essere sulle montagne russe… ecco, mi sento così, poche certezze in mano, nessun percorso lineare, la strada riserva sorprese e qualche ostacolo ma finchè ci sono il sole, il verde e la voglia di pedalare mi faccio coraggio e vado! Vedremo dove… 😀
Grazie del bel commento, sai che mi piacciono le riflessioni che ogni volta mi lasci!
Buona settimana a te e buon pesto! 😉
Giulia
11 Maggio 2015 at 14:31
Quando ieri sera ho sbirciato il post dallo smartphone l’attenzione l’ha subito catturata la foto… “Ma… per me è couscous. E ci devono essere delle fave. Hm, così verdeverdissimo forse anche della menta!”. Ho azzeccato qualche ingrediente, piccolo attimo di soddisfazione 🙂
Gli attimi per me sono schivi e guizzanti come solo i gatti sanno essere… Infinitamente dolci a tratti e sfuggenti e scostanti in altri…
La tua ricetta è deliziosa come sempre (non l’ho preparata ma pare di sentire il profumo grazie ai colori delle foto!) e le parole incredibilmente “giuste”, misurate e appropriate. Inutile dirlo, qui si rimane sempre a bocca aperta!
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 15:12
Grande Giulia, che occhio! Forse inizi a conoscere anche i miei gusti e sai che certi ingredienti qui possono apparire e persino tornare… per non parlare dei colori preferiti! Se facessi un menù cromatico, il verde avrebbe la lista di ricette più lunghe! 🙂
Sei sempre gentilissima… e anche se cliccando sul tuo nome non c’è il link di nessun blog, sento che potresti averne uno, fatto di parole… dico sul serio, so capire la passione per la scrittura, oltre che per il cibo! 🙂
Giulia
13 Maggio 2015 at 15:35
Beh dai, che c’erano le fave in effetti era quasi scontato perché le hai anche ritratte in foto 🙂
Il verde in cucina porta con sé l’aroma pungente della rucola, la freschezza dei cetrioli, la sfrontatezza della menta, il carattere dei capperi, la delicatezza delle zucchine e l’elenco potrebbe continuare, annoverando tanti (ma non solo!) ingredienti che “fanno estate”.
Di blog ne ho avuto uno ormai 8 (oddio, 8!!) anni fa, raccontavo la mia esperienza di studio all’estero e mi piaceva tantissimo. Adesso invece con le parole (altrui) ci lavoro quotidianamente, certo è difficile trovare un po’ di armonia e poesia nei manuali tecnici ma l’impegno “per fare in modo che filino” in italiano da lontano può anche sembrare (e secondo me lo è) la parte creativa del lavoro di traduzione. ..
Nel mentre, affacciarsi qui è come sguazzare in una piscina di colore, delicatezza, luce e profumi di buono.
Francesca P.
13 Maggio 2015 at 18:52
Vedi, che fossi immersa nelle parole, esperta giocoliera e appassionata mi era chiaro… si percepisce, è come un riconoscersi tra simili! 😉 E deduco abbia studiato Lettere (come me) o Lingue se fai la traduttrice… l’ultima frase che mi regali sarà conservata mentalmente in modo geloso, sappilo… grazie ancora, è così bello che da quando mi hai scoperta ci sentiamo e conosciamo un po’ sempre meglio! E dato il caldo che c’è, la piscina è aperta anche di notte! 😀
Giulia
14 Maggio 2015 at 11:04
Commento qui sotto e non sotto al tuo perché la visualizzazione stringe troppo lo spazio e non vedo tutto quello che scrivo.
“Esperta giocoliera” con le parole non mi ci ero mai vista ma in effetti a incastrarle e a fare un po’ di “numeri” ci provo, tutti i giorni direi 🙂
Appassionata senza dubbio, con le conseguenti ricadute positive e negative che ne derivano.
E ci hai preso anche per i miei studi, di stampo umanistico-linguistico (non scendo nel dettaglio perché non è qui il punto).
Sguazzo ancora un po’ in questo posticino luminoso e poi torno al manuale software a cui sto lavorando…
È bello averti scovata, vedo che la lunghezza d’onda è la stessa!
Anna Rita
11 Maggio 2015 at 15:27
E a me piacepropriotanto leggerti. Un attimo della mia giornata che si trasforma in musica.
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 15:32
E che musica sarebbe, Anna? Un lento romantico, un medley di Grease, una canzone d’autore con un testo poetico o un pezzone anni ’60 super nostalgico? 😀
Grazie mille… a me piacepropriotantovedertiapparirequi!
Alice
11 Maggio 2015 at 15:31
mi piace questo pesto rutico, mi piacciono le tue foto, mi piace il tuo gatto e mi piacciono i tuoi giochi di parole, le tue frasi intrecciate, i tuoi pensieri danzanti…mi piace spendere degli attimi qui nella tua cucina, c’è sempre un’aria rilassante e serena , è come se ci fosse una finestra aperta su una campagna innondata di sole primaverile, non so se sono riuscita a spiegarti la senzazione che mi da leggerti, spero di si!
baci
Alice
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 22:56
Alice, mi fa tanto piacere sentirti dire queste cose! Non vivo in campagna ma sogno sempre di più una dimensione bucolica, così provo a ricrearla in cucina e nelle foto, come se un piccolo nido verde l’avessi davvero! La serenità si costruisce attimo per attimo, anche partendo da qui…
Grazie mille, ti abbraccio!
Martina
11 Maggio 2015 at 16:16
L’attimo è precisamente il tempo che ho impiegato la prima volta nel realizzare che questa cucina non l’avrei lasciata più.
Talvolta basta un attimo, uno sguardo, un’immagine o una parola.
Per salutarti spero basti un forte abbraccio … o magari una spinta al sellino di quella bicicletta sulla strada sterrata …
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 22:59
Certi attimi sono come un click che scatta, sembra quasi di sentire quel rumore, come quando si scatta una foto… la mia cucina è anche tua, lo sai, se ti piace tornare qui è perchè a me piace accoglierti… insomma, è tutto un attimo di scambio reciproco! 🙂 E sì, un abbraccio vale anche più delle parole, a volte… e una spinta è gradita, apprezzo il gesto…
antonella
11 Maggio 2015 at 18:40
Ci sono attimi della nostra vita ai quali ci ancoriamo saldamente per andare avanti e, a volte, pure per non naufragare… Sono questi attimi a rendere indimenticabile e speciale qualcosa o qualcuno… Poi ci sono attimi condivisi, come il nostro… Il primo… Quell’annuncio sul “corriere dei piccoli” e quella corrispondenza nata dalla mano di una fanciulla che va avanti ancora dopo decenni… Come attimi che non finiscono mai…
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 23:04
Credo di essere esperta di attimi indimenticabili… 😀 Sai che amo la condivisione, che cerco il numero due per fare le cose anche se a volte contare su noi stessi è necessario e si riparte proprio da qui…
Il nostro attimo è diventato lunghissimo e speciale, siamo l’esempio di come sia possibile restare insieme, vicini, e scegliersi anche in amicizia! 🙂
Fausta
11 Maggio 2015 at 19:02
ma capisco bene? stai facendo un corso da chef??? Devo dire che io già mi delizio col tuo cous cous, verdissimo e profumato! Sono davvero tutti i sapori che piacciono a me… le fave, adorabili, e gli aromi come menta e finocchietto. Se gli attimi fossero un colore, vorrei dipingere la mia tavola con questa tinta verde brillante. Palato fino, la tua gatta!!! ahahah… Un abbraccio 🙂
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 23:09
Sì, Fausta! Ho iniziato un corso semi professionale, 14 lezioni, ogni lunedì! Non so se faremo anche ricette con il cous cous, magari scopro segreti importanti per renderlo ancora più buono! 😀
Le fave piacciono anche a me, pensare che per anni le ho snobbate ma adesso stanno riconquistando spazio nella mia cucina! E abbinate al formaggio stagionato piacciono anche a Ulisse… è dolce come una femminuccia ma è un gattone maschio! 😀
zia Consu
11 Maggio 2015 at 20:48
Rientro dopo qualche giorno di vacanza e una visita da te era d’obbligo 🙂 Le tue foto mi portano a casa e mi fanno proprio respirare l’aria primaverile che ho tanto atteso..grazie 🙂
Buona settimana e a presto <3
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 23:10
Consu, ciao! La parola “casa” per me ha un suono unico e se la sensazione che ti trasmette il blog è questa, mi hai fatto un complimento tra i più belli in assoluto! Grazie! :*
Angela
11 Maggio 2015 at 20:59
Francy mi sono accorta che non compaiono i miei commenti…:(( ieri ti avevo scritto qui e non appariva. Allora ho pensato fosse in moderazione ma invece non c’é nemmeno oggi…uffa sono disperata, non vorrei dipendesse la me perché sto avendo un sacco di problemi con wordpress!! Scusa il momento sfogo, ma tu nn li ricevi vero?
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 23:12
Eccoti, Angela! Come vedi non era colpa tua ma dell’antipatico spam che provava a nasconderti ma noi siamo riuscite a batterlo! 🙂
Manuela
11 Maggio 2015 at 21:01
Gli attimi sono importanti, fondamentali, almeno quanto le parole. E non conta quello che ti vogliono far credere, saranno questi attimi messi in fila, i momenti da riguardare dentro a una foto sfocata.
Le strade sterrate possono sembrare insidiose, ti tirano verso il basso, o ti fanno balzare dentro ogni buca, ma spesso portano ai luoghi più belli, più impensati.
Quasi sicuramente dietro l’angolo potresti trovare una bella casa di campagna dove sederti e riposare in compagnia, sgranando fave o impastando del buon pane 😉
Francesca P.
11 Maggio 2015 at 23:17
E’ dall’insieme di attimi che nasce tutto… ci possono essere attimi che cambiano una vita, o che la migliorano, o che la fanno sobbalzare o colorare, quasi il tempo di sbattere le ciglia…
Hai ragione, le strade sterrate di solito portano nei posti che meritano di più, bisogna solo pazientare e continuare a pedalare… e se si cade ci si rialza, non importa se i jeans si strappano o si impolverano… magari poi arriva in soccorso una mano amica a tirar sù e se è la tua la stringo con piacere… 🙂
(soprattutto se è la stessa mano che impasta meraviglie e pota il rabarbaro!)
ely mazzini
12 Maggio 2015 at 8:13
In questo periodo trovare un ATTIMO per passare a trovare le amiche è veramente un impresa, ma eccomi Francesca, anch’io un po’ in ritardo, ma ci sono 🙂
E l’attimo è più di un attimo, continuo a scorrere le tue foto talmente sono belle e la ricetta così sfiziosa, ottimo gli abbinamenti di questo cous cous!!!
Un bacione, a presto
Francesca P.
12 Maggio 2015 at 10:41
Ely, grazie per aver trovato quest’attimo, doppiamente prezioso perchè rubato ai mille impegni che riempiono le nostre giornate! Mi piace pensare che con il caldo e l’estate il ritmo rallenterà…
Grazie mille, in questo periodo mangiare fave occupa parecchi attimi dei miei pranzi! 😉
Maricruz
12 Maggio 2015 at 9:25
Ma la zampetta del tuo gatto che prende il formaggio è mitica! 🙂
complimenti per la ricetta~
Francesca P.
12 Maggio 2015 at 10:42
Ciao, bentrovata! Quella zampetta mi regala tanti sorrisi e ogni volta è una sorpresa anche per me! 🙂
Tatiana
12 Maggio 2015 at 10:13
I miei attimi li sparpaglierei accanto ai tuoi nel libro di foto di Doisneau perché lo adoro e mi permette di sognare semplicemente guardando una fotografia, ma per un puro piacere ludico poiché di attimi ne avrei bisogno davvero, di quelli che non finiscono mai e che mi permettono di respirare, di stendermi e rilassare mente e corpo, sono quegli attimi che non ho mai e che invece potrei impiegare per cucinare, dipingere, leggere e fotografare, sarebbero attimi meritati e non attimi rubati ad una vita già intensa e sfiancante. Sarebbero i “miei” attimi.
Non so immaginare il sapore di una forchettata del tuo cous cous, ma amo le fave, le amo moltissimo perché nella mia città non si trovano o almeno io non le ho mai viste e invece le ricordo mangiate con gli insaccati e con il pecorino ed erano squisite!
Quindi…fammi un po’ di spazio a tavola che arrivo!
Un bacio 🙂
Francesca P.
12 Maggio 2015 at 10:53
Il valore di un attimo cresce in modo esponenziale quando il tempo fa di tutto per vincere e ci dribbla, superandoci… amo la cucina perchè quando sono lì a “creare” ho la sensazione che sia un attimo MIO, a tu per tu con la mia passione… poi lo so, non si fa mai tutto quello che davvero si desidera, ci sono liste infinite di ricette da provare, così come ci sono libri sul divano in attesa di essere aperti… io sto cercando di allargare le braccia e di trovare aria, anche solo un po’, per fare ciò che mi fa sentire più leggera… e anche un cous cous verde rientra in questa idea, perchè si prepara velocemente e mi permette di vivere altri attimi, da raccogliere come sassolini…
Claudia
12 Maggio 2015 at 13:11
Oggi mi hai fatta sognare più del solito…penso ai miei attimi e a come li vorrei, a quale sarebbe il modo migliore per onorarli, ognuno di loro.
Tu hai onorato le fave di una degnissima compagnia, facendomi sentire dritta nello stomaco tutta la voglia di primavera che ho, soprattutto ora che sono le 13.10 🙂
Ti abbraccio, curiosa di sapere meglio delle nuove tecniche che stai imparando e che magari porteranno anche te più vicina a quei sogni colorati.
Francesca P.
12 Maggio 2015 at 14:16
I tuoi attimi sono verdissimi e pieni d’aria, fatti di passeggiate, scoperte, ossigeno, colori… io ti vedo così, una ragazza di città ormai completamente immersa nella campagna, in una dimensione sana e “pulita” che vorrei toccare con mano anche io… ed è vero che le strade sterrate in campagna sono tante, ma subito dopo la curva ci possono essere casali o agriturismi pronti al ristoro più bello… 🙂
Ci racconteremo presto dei nostri corsi, intanto ricambio l’abbraccio!
Miu
12 Maggio 2015 at 15:03
Ci sono attimi che per definizione ci abbandonano quasi immediatamente eppure ci lasciano un sapore talmente intenso da esser ricordati per un tempo infinito. Attimi che lasciano solchi inversamente proporzionali a quanto ci accompagnano. Questa è magia. Come quei puntini da noi tanto amati, a volte sarebbe così bello che anche alcuni attimi rimanessero in sospensione prendendoci per mano e cullandoci al bisogno.
Il coloratissimo cous cous vuole intendere forse questo? Una somma d’attimi che rende un momento infinito? Franci questo è un vero regalo che ci fai! Come al solito. Come sempre. 🙂
Francesca P.
12 Maggio 2015 at 19:57
Conosco questa magia, assomiglia ad un incantesimo… è il “breve ma intenso” che può legare anche per tutta una vita… c’è chi fa bilanci sugli anni, io guardo invece gli attimi, quanti ne ho vissuti comedicoio… non sono brava a contare ma a sentire sì…
Quei chicchi di cous cous forse sono tutte le parole che non ho detto, quelle che vorrei ascoltare ancora, quelle rimaste nell’aria che ho voluto catturare in un padellino… chissà, il confine coi puntini di sospensione e i desideri è talmente sottile, a volte…
Chiara
12 Maggio 2015 at 15:36
in questo periodo non ho un attimo per me, per le mie cose, devo rubare tempo , inventarlo,tirarlo fuori dal cappello come il coniglio dell’illusionista, è sempre poco e non mi basta mai…..Quella zampetta unghiata mi piace tanto !Un bacio
Francesca P.
12 Maggio 2015 at 19:59
Siamo sempre di più dei ladri di tempo… all’interno delle nostre vite! E alcuni furti riusciti bene danno soddisfazione, quanto una ricetta buona! 🙂
Un abbraccio da me e dalla zampetta… ma senza unghia, ehehe!
Emanuela
12 Maggio 2015 at 17:48
Bellissime le tue parole come sempre! E gli ingredienti di questa ricetta mi fanno irare la testa! Perfetta come sempre, un bacio. Manu
Francesca P.
12 Maggio 2015 at 20:00
Manu, mi fai sentire coccolata con le tue parole sempre generose… e allora non mi resta che ricambiare con una porzione di cous cous altrettanto generosa! 🙂
Reb
12 Maggio 2015 at 18:28
E tutti quei attimi e momenti di cui parli, li ho visti tutti, ma proprio tutti, tra una fava e un pezzetto di formaggio, tra un cous cous e gattozzo curioso.
Che colore sia, che luci a profusione siano, perché questo tuo nuovo modo di osservare quel che metti in tavola, di congelare l’attimo, a me piace proprio tanto.
Francesca P.
12 Maggio 2015 at 20:01
Congelare l’attimo ma prima osservarlo bene, imprigionarlo negli occhi, fare un’istantanea emotiva e voler ricordare così, proprio così, un momento… so che dai lo stesso valore alla fotografia, so che ci capiamo, Reb…
Francesca
12 Maggio 2015 at 21:43
Ho capito cosa stai facendo! Stai ammiccando all’estate con questi colori, così che magari arrivi prima (no, perchè io la sto aspettando tanto e faccio il tifo) 😉
Questi attimi sono bellissimi, posso rubartene un po’? Li metto in un sacchetto bucato e me lo porto in giro, così da spargerli a caso e da ritrovarli poi inaspettatamente. Magari in cambio posso prestartene qualcuno dei miei (non sono così tanti e altrettanto belli, però ci sono): in questi giorni sono fatti di papaveri, rossi rossi, alti alti. Potresti dimenticarti qualche petalo tra le pagine di un ricettario e ritrovarlo per sbaglio, magari in inverno e risvegliare così un attimo d’estate.
Vedo che il tuo aiutante peloso è esperto di formaggi (si vede bene l’atteggiamento dell’intenditore che con l’unghietta verifica la corretta consistenza del formaggio)!
Stai sperimentando con la luce? Perchè gli scatti di questo post hanno colori intensi e un contrasto particolare (hanno un effetto molto rustico), mi piacciono tantissimo!!!
Buona settimana!
P.S.: posso prendere in prestito anche Tarallino?
Francesca P.
12 Maggio 2015 at 22:40
Fra, i tuoi attimi sono soffici, fantasiosi, leggeri, puri… e i papaveri mi piacciono tantissimo, se fosse possibile me li mangerei anche! 😀 Se fossimo in una fiaba di Rodari sarebbero commestibili e saprebbero un po’ di ciliegia!
Ulisse ha fatto un corso dedicato ai formaggi ed è lui che insegna a me tutte le caratteristiche, ahaha!
Quanto alla luce, qui le foto hanno l’effetto della vignetta, ossia i bordi sono più chiusi ed è come se un riflettore illuminasse la scena e “il cuore” centrale della composizione… ogni tanto mi piace sperimentare e cambiare, è come un gioco! E il mood rustico mi sta conquistando, credo che lo rivedrai presto ancora! 😉
ps: Tarallino ti fa musinomusino!
Francesca
13 Maggio 2015 at 16:36
Mi sono data una manata in fronte, quando ho letto la tua risposta e riletto il commento: certo che è Ulisse!!! Vedi che ho bisogno dell’estate? Comunque prenderei entrambi: Ulisse mi spiega come scegliere i formaggi e Tarallino mi accompagna a caccia di papaveri (per una questione puramente cromatica, s’intende 😉 )!
Bene, mi piace molto questo mood, mi metto comoda e aspetto 🙂 (anche perchè poi ti copio!)
Alice
13 Maggio 2015 at 0:03
Che splendore. Le tue foto, le tue ricette, le tue parole. Qui tutto è meraviglia. Venire qui è come entrare in un mondo incantato!
Buonissimo questo cous cous fresco e primaverile. E la foto con l’artiglio in azione è fantastica! 🙂
Francesca P.
13 Maggio 2015 at 10:48
Alice, bello leggere che pensi questo! Sai quanto sia importante per me mantenere questa sensazione di incanto… a volte è dura farcela ma zampette feline, cibi buoni e fotografia aiutano! 🙂
Grazie mille… e ora ci vedremo anche su Instagram!
damiana
13 Maggio 2015 at 6:29
Mi piacepropriotanto leggerti,mentre “palpeggio”quella zampetta soffermandomi sui cuscinetti morbidi….mi rilasso e vivo l’attimo che sa regalarti un’immagine: di te vestita da chef,di te in bicicletta,di te che annusi formaggi spettinati,di te che sgrani il cous cous e lo condisci col tuo pesto verace.Immagini piene di passione,una passione contagiosa che mi coinvolge…Grazie per questo piatto fresco e ricco di sapore e grazie per tutto il bello!
Francesca P.
13 Maggio 2015 at 10:53
Damiana, tu hai coinvolto me! Che bel modo “caldo” hai di parlare… e sai “vedere” le cose anche oltre uno schermo… è una qualità, è un pregio! 🙂
Sono io che ringrazio di ricevere questi commenti, perchè mi fanno bene! La bellezza è scambio, è metterla in circolo…
Gabila
13 Maggio 2015 at 10:01
Sempre un viaggio leggere le tue parole….ricetta Green che mi piace assai e che luce negli scatti! Oggi sei la mia eroina!!! Bacio Francesca!
Francesca P.
13 Maggio 2015 at 11:00
Per una che ama salire sui treni e scappare via ogni tot, far viaggiare con le parole è un prezioso complimento! 😉
Sono sempre più affamata di luce… e mi fa piacere leggerti stamattina perchè ho fatto colazione con la tua ciambella all’acqua… buona, semplicissima e soffice! :*
Sabrina C. Fotografie
13 Maggio 2015 at 10:06
Non so se mi hai conquistata di più per il cous cous che io adoro e mangio sia in estate che in inverno o per il formaggio stagionato che mi chiama e mi dice “vieni a provarmiiiiii” 😀
Ora che ci penso è un po che non lo mangio.. rimedio subito!
Un abbraccio grande! :*
Francesca P.
13 Maggio 2015 at 11:02
Sabri, pensa che ho detto al “formaggiaro” di darmi proprio quello lì, così bruttino e rovinato perchè ai miei occhi era bellissimo e già immaginavo le foto rustiche! 😀 Qui mica si è normali, ahaha!
Sabrina C. Fotografie
13 Maggio 2015 at 14:05
aahahhahahaa come ti capisco!! ^_^
saltandoinpadella
13 Maggio 2015 at 10:10
Non mi dire che sei venuta a Bologna e non mi hai detto niente! non si faaaaaa, no no no. Ti avrei fatto fare un giretto speciale 🙂
Mi basta vedere una foto di Ulisse, e l’attimo diventa felice e confortante. Saper cogliere gli attimi è la vera essenza della vita.
Francesca P.
13 Maggio 2015 at 11:04
Elena, sono venuta per meno di 24 ore (per lavoro) ma questo affaccio mi è bastato per farmi decidere di tornare con più calma, in vacanza e con la macchina fotografica! Lo scorcio che ho preferito, tra i vari angoli belli che ho visto, è piazza Santo Stefano… che colori! Mi sono fermata sotto ai portici in quel punto per un bel po’! 🙂
Ulisse si pulisce la zampetta e ti saluta!
saltandoinpadella
13 Maggio 2015 at 18:34
Bella vero Piazza Santo Stefano? è stupenda, dovresti vederla all’alba quando non c’è nessuno. Ma ci sono tanti alti posticini poco noti e molto carini
Francesca P.
13 Maggio 2015 at 18:46
Immagino, per questo tornerò! Sono stata nel negozio “Strega tè”, stupendo! E poi anche a via Belvedere, sembra carino il bar Mercato… c’ero passata per andare da “Le sfogline” ma di giovedì era chiuso… vedi che serve altro viaggetto? 🙂
Monica
13 Maggio 2015 at 11:12
Parole e poesie, ricette di piatti e di vita. Mi piace sempre di più passare di qua, e trovare delizie e mici affamati (e che si fanno fotografare, non come i miei bricconi).
Bei colori, parole uniche e tanta passione. Che dire? Sei fantastica!
Un abbraccio
Francesca P.
13 Maggio 2015 at 18:55
Monica, arrossisco… come la sciarpa della tua icona! 😀 Probabilmente se non cucinassi parole insieme alle ricette non proverei lo stesso piacere a essere qui… amo il menù completo, amodomio, parlare di tutto, avere questi scambi bellissimi con voi e sentirmi felice nel mio angolino che sempre più si tinge di verde!
E la passione è come la panna sul gelato… ci deve stare! 😀
Claudia
13 Maggio 2015 at 14:06
Con le parole riesci sempre a incantarmi. Come le fai giocare tu:) sei proprio brava. Io purtroppo non amo le fave, però il connubio mi sembra vincente! E comunque adoro quel musino!
A presto :*
Francesca P.
13 Maggio 2015 at 18:58
Claudia, ciao, bentrovata! Non so se sia bravura, ho solo tanto da esprimere e condividere! 🙂
Se vuoi preparo un pesto solo per te con piselli o zucchine e il musino verrà comunque a trovarti, basta che ci sia il suo formaggio rustico e lui corre! 🙂
Grazie mille, un abbraccio!
Margherita
14 Maggio 2015 at 0:51
Se dovessi mettermi a contare gli attimi che in un certo senso hanno cambiato o anche lasciato un segno nella mia vita, le mani non mi basterebbero. Io sono un’impulsiva, una che quando stava in Italia ha praticamente comprato casa per telefono e detto alla propria madre sulla porta di casa con le chiavi della macchina già in mano “ah a luglio mi sposo!” . Potrai quindi capire quanto mi possano piacermi gli attimi, veramente non saprei come farne a meno. Per quanto riguarda il cus cus, attimi di fave mi piace come espressione… la voglio ripetere come un mantra la prossima volta che li sbuccerò! E cmq questa ricetta te la copio, mica ti offendi? ; )
Francesca P.
14 Maggio 2015 at 19:00
Ora capisco perchè mi sei simpatica, tra gli altri motivi: hai indole istintiva e imprevedibile, un po’ folle! Immagino la faccia di tua madre appena hai fatto l’annuncio, forse alcune notizie è proprio così che vanno dette, cogliendo le persone di sorpresa! 😉
Altro che offendermi, sono qui apposta per farmi copiare ricette… e più vengono copiate, più sono contenta! Soprattutto se a farlo sono ragazze come te, che vivono di attimi, di fave e non solo! 🙂
The Daydreamer
14 Maggio 2015 at 8:39
Questo piatto, la luce particolare delle foto con quell’angolino un po’ più in ombra, quella zampetta birbantella che afferra un pezzetto di formaggio, è tutto un mondo delicato e forte al contempo, un mondo che mi parla di sapori decisi e complementari…senza dimenticare la loro luce mediterranea! Questa ricetta sarà fatta a casa nostra, gli ingredienti sono tra i nostri preferiti e non mancano mai (ammetto: ho il congelatore pieno di fave già sbucciate ;-))!
Francesca P.
14 Maggio 2015 at 19:02
Delicatezza e forza, due estremi che mi piace accostare, non sono così incompatibili, anzi… la delicatezza sa essere intensa e la forza invece può essere gentile… è quello il confine sul quale mi diverto a camminare!
Quasi quasi seguirò il tuo esempio e un giorno sbuccerò tantissime fave per poi surgelarle, così se Ulisse avesse voglia di giocarci anche in pieno inverno può farlo! 😉
MARI
14 Maggio 2015 at 9:31
sono incantata per tutto! per come sai cogliere gli attimi con bellissime parole, con scatti fulminei con la macchina fotografica (hai, hai…s’è rischiato grosso con quel formaggino!!! 😀 ) e mettere attimi di amore e passione in cucina! ti adoro! <3
Francesca P.
14 Maggio 2015 at 19:30
Mari, sono io che ho riletto incantata il tuo commento! Mi fa piacere che ti arrivi come sono e ciò che faccio… e mi sento sempre più vicina anche al verde, quindi forse non è un caso che ci sia feeling tra noi!
😉 Grazie mille…
Laura e Sara Pancettabistrot
14 Maggio 2015 at 9:37
Franci cara, perdona il nostro ritardo…in questi giorni faremmo proprio scorpacciata di attimi, magari sottoforma di crema golosa da spalmare il più possibile^^ che bello il tuo corso a Bologna, approfondire una passione è nutrimento per l’anima e siamo sicure che ti porterà lontano!
Questo cous cous rustico è buonissimo, fave e pecorino lo adoriamo !!
Francesca P.
14 Maggio 2015 at 19:37
Vi porto tanti vasetti per metterci dentro questi attimi? Bisogna fare scorta, raccoglierli il più possibile e poi chiuderli bene, così quando mancheranno basterà svitare e… 😉
Il corso lo faccio a Roma, ogni lunedì! A Bologna sono stata solo un giorno ma tornerò… e se una volta ho fatto un corso a Milano di tre ore sulla pasta fresca, chissà, magari posso sceglierne davvero uno anche lì! Io sono sempre pronta al viaggio, ogni scusa è buona… soprattutto mangereccia! 😀
Peanut
15 Maggio 2015 at 16:03
Mi piacerebbe che gli attimi fosse spaghetti. Perchè non siano così brevi da rischiare di non riuscire ad acchiapparli, o da rendermi conto di averli sfiorati quando sono già rotolati via come un chicco di amaranto. Per poterli arrotolare saldamente alla forchetta per non farli scappare. Mi piacerebbe che fossero quelli di zucchina, a volte, con cui tutto comincia con il massaggio nella marinatura per renderli più morbidi, e perchè sono ancora più lunghi. Ma non sarebbero più attimi. Gli attimi sono una fragola da mangiare in un solo morso, un gelato di banana che se aspetti un po’ troppo si scioglie. Non sono gli attimi che si devono adeguare alle nostre esigenze, dovremmo tutti capirlo un po’ di più.
E visto che non vorrei che l’attimo delle fave finisse prima di averne goduto a dovere. Prima di averle unite ad attimi ancor più piccoli di cous cous. Bellissime foto oggi, mi piace persino il pecorino 😀 (ma perchè somiglia a una formaggella stagionata di anacardi..;P)
Peanut
15 Maggio 2015 at 16:05
Oh, mi sono accorta che non ho concluso il periodo 😀 Vedi, non ho vie di mezzo tra la lentezza e la fretta. Infatti l’attimo non lo colgo mai >.<
Francesca P.
15 Maggio 2015 at 19:25
Meno male che mi hai dedicato più di un attimo, perchè il tuo commento mi è piaciuto assai assai, sorellina! Belle le tue riflessioni sugli spaghetti, in effetti la pasta corta è uno schiocco di dita, mentre quella lunga si lascia arrotolare come pensieri e dà quell’idea che ci voglia più tempo per mangiarla e quindi che duri di più… se sapessi tagliare sottili sottili le zucchine mi farei una scodella piena, condita con sugo di soia e pomodorini… mi aiuti a prepararla tu? 🙂 Magari ci metto anche il pecorino, però posso dare una possibilità anche alla formaggella di anacardi, magari mi conquista e le faccio anche un servizio fotografico, ehehe!
ps: chi ama il gelato alle banane ama anche gli attimi maturi e più consapevoli…
Melania
16 Maggio 2015 at 18:19
Ciao Francesca, c’ho messo un pó a capire che avevi un blog. E non perché sia poco attenta, anzi, ma perché questo per me è un mondo nuovo. Sto cercando di scoprirlo un pó per volta. E poco alla volta, mi accosto e mi ritrovo sempre più vicina a persone a me lontane. Ti ho osservata in silenzio. Come si osservano le cose belle, ma da lontano, senza far rumore. Ho visto ricordi tra le dita, che si sfaldavano come fossero petali d’un fiore. Ho visto colori, immersi nel tepore di un giorno. E sentito, racconti di anni volati via. Immersi in un cielo, come fossero lenzuola ricamate. Fiato-cuore-mente. E ti vedo. Nascosta tra le pagine di un libro nuovo da leggere.
Felice di conoscerti.
Melania. (Chicchidimela) buon sabato.
Francesca P.
16 Maggio 2015 at 19:40
Melania, che piacere sentire la tua voce! Arrivi in punta di piedi e mi lasci tantissime frasi belle, che ho riletto ben tre volte! 🙂 Mi hanno colpito perchè… hai visto tanto, oserei dire anche oltre le righe. E’ sempre una scoperta vedere come posso apparire agli occhi di chi non mi conosce, ma ha sensibilità per farsi un’idea e accogliere il mio fiume in piena di parole… Mi sento capita al primo colpo, al primo commento, al primo dialogo… e quanto è prezioso per me, quanto! Fiato-cuore-mente… sono sempre allineati, sempre in sintonia, sempre vivi…
La gioia di conoscerti è assolutamente ricambiata… e la strada è appena iniziata, lo sento! 😉
Gunther
1 Giugno 2015 at 14:36
un magnifico cous cous cous le fave un ottima idea