TRE PUNTINI (…)

15 Marzo 2015Francesca P.

IMG_0221

 

Prendo tre puntini di sospensione.

Il primo, piccolo come una lenticchia, lo lancio in alto come un coriandolo e lo vedo volteggiare nell’aria, felice di staccarsi dal foglio per andare a cercare una nuova storia bella a cui appoggiarsi. Non vuole una storia qualunque, già scritta o già vissuta. Desidera assistere ad un finale a sorpresa, non scontato né banale. Un finale di quelli avvincenti che tengono col fiato sospeso, che fino all’ultimo pensi chissà cosa accadrà, chissà cosa deciderà lui, chissà come reagirà lei, chissà se ce la faranno, chissà se è veramente questa la cosa giusta da fare. E quando credi di avere tutte le risposte in tasca, ecco il colpo di vento che agita le carte e trasforma una storia normale in una storia speciale. Senza delusioni.

 

Il secondo puntino è il più vivace e ribelle. Non riesce a stare fermo e ama cambiare posto e ruolo. Così ogni tanto dall’ultima parola passa alla prima, per scoprire che effetto fa essere all’inizio di qualcosa, quando ancora è tutto in gioco, nulla ci appartiene e l’entusiasmo può prevalere su tutto. A volte invece fa un balzo e salta sotto, scalando una riga, perchè è solo a distanza che alcune frasi si mettono a fuoco e si comprendono meglio. Altre volte vuole ancora più potere e prova ad essere un punto vero, di quelli che non si spostano neanche se soffi, coi piedi ben saldi per terra. Ma resta poco lì da solo, solenne e perentorio, perchè si diverte di più ad aprire la porta facendo entrare la luce, piuttosto che a chiuderla.

 

Il terzo ha un dono particolare: è un grande amico del tempo. Sa come prenderlo e conosce i suoi pregi e i suoi difetti. Spesso parlano di quando il tempo serve per aggiustare le cose o superarle, di quando non fa sconti, di quando sbaglia a passare troppo veloce e di quanto sia un peccato sprecarlo perdendo occasioni che potrebbero non tornare più. Uno dei loro discorsi preferiti è su quanto sia importante, in certi casi, la pazienza. Ed è allora, quando discutono di attesa, di pause necessarie e della calma che accompagna le cose buone, che il puntino diventa un alveolo di lievitazione e sta bene, dopo essere stato accarezzato da mani sicure che sanno cosa vogliono. E non lasciano la presa.

 

FOCACCIA CON PATATE VIOLA, SALE NERO E RUCOLA

 

200 g di farina manitoba

100 g di farina di farro

150-200 g di acqua tiepida

80-100 g di patate viola

3 g di lievito di birra fresco

Un cucchiaino di miele

10 g di olio extra vergine di oliva

5 g di sale marino fino

Sale nero di Cipro (io in fiocchi; per decorare)

Rucola (a piacere)

 

Lasciate da parte una patata più grande o due piccole. Lessate le altre in acqua bollente e quando saranno cotte sbucciatele e schiacciatele con una forchetta.

In una ciotola, mescolate il lievito, il miele e l’acqua tiepida. Lasciate riposare 5 minuti.

In un’altra ciotola o nella planetaria, mettete le farine e la patata schiacciata, aggiungendo delicatamente il composto con il lievito, l’olio e il sale, impastando fino a creare un impasto uniforme e morbido. Coprite con un panno umido o un coperchio e lasciate lievitare fino al raddoppio. Ci vorranno dalle 3 alle 5 ore a seconda della temperatura dell’ambiente (io ho lasciato la ciotola dentro il forno con la lucina accesa).

Foderate una teglia con carta da forno. Stendete l’impasto con le mani in modo uniforme fino ai bordi.

Con una mandolina o un coltello affilato, tagliate a fettine sottili le patate viola lasciate da parte. Adagiate le fettine sulla focaccia, premendo un po’. Cospargete generosamente d’olio e lasciate lievitare nuovamente l’impasto fino al raddoppio.

Aggiungete in superficie il sale nero e cuocete in forno già caldo a 200° per circa 20 minuti o finchè la focaccia sarà dorata.

Fatela raffreddare un po’ e prima di mangiarla decorate con la rucola.

IMG_0165 IMG_0167 IMG_0174 IMG_0234 IMG_0240 IMG_0246

 

 

 

 

79 Comments

  • Silvia

    15 Marzo 2015 at 21:39

    Questi tre puntini oggi sono come tre aspetti di una persona, il primo è ancora in erba è il più piccolo, peró ha giá le idee chiare e tanta voglia di raccontare. Il secondo un po’ più esperto si destreggia meglio tra le righe e così a volte puó permettersi di cambiare il suo posto, perchè ormai ha padronanza di sè e del suo talento, il terzo é il più saggio, perchè ha come pregio quello di saper riflettere. E soltanto quando uniscono le forze, danno vita ad un fantastico risultato, che oggi è una focaccia e domani chissá un’altra meraviglia. Trovo che questi puntini oggi raccontino molto di te e di tutti quei bellissimi aspetti che ti caratterizzano e che sanno emergere attraverso la tua scrittura, che lascia sempre senza parole! E guarda che bel lavoro che hanno realizzato insieme i tre puntini, un impasto soffice!! Intravedo una nuova stoffa o sbaglio??Bellissima!! …Sempre deliziosa, brava!! Buona serata!

    1. Francesca P.

      15 Marzo 2015 at 22:14

      Silvia, la tua lettura mi piace moltissimo! I tre puntini possono rappresentare lati diversi di noi o sfumature, che tiriamo fuori a seconda dei momenti… forse è vero che sono un po’ tutto questo, che la parte (romantica) che ama le storie (a lieto fine) si unisce a quella più ribelle che è in viaggio e si sposta e a quella più riflessiva che mi fa capire quanto sia bello a volte anche rallentare…
      I tre puntini possono essere idealmente anche tre molliche che spargiamo per (ri)trovarci… insomma, quanti spunti interessanti mi hai dato, potrei scrivere quasi un altro post! 😉
      Grazie, le persone sensibili come te sono il motivo per cui adoro essere qui!
      ps: la stoffa è di Ikea!

  • Marta e Mimma

    15 Marzo 2015 at 22:19

    Tempo e lievitazione sono due amici che camminano a braccetto 🙂 non c’è niente che pretenda più tempo di qualità che un lievitato, che sia pane, pizza, pan brioche o focaccia. Perché sia buono, vuole il suo spazio. E non ci si può fare niente, se non rispettarlo, adeguarsi, accompagnarlo con mani sicure. Questa focaccia unisce due delle cose che mi piacciono di più: la farina di farro, onnipresente nella mia cucina, e il fatto che sia con le patate: da piccola non desideravo altro se non pizza e patate, non importava che fosse alta o bassa, ma che gli elementi fondamentali fossero quelli.
    Vedo che ci hai preso gusto, con i lievitati! Ma in effetti, credo ci sia poco di più bello di questo in cucina.
    Ps: che rimanga fra noi ma oggi anche io, come la focaccia, mi addormenterò fra fiori color prugna 😉
    Un abbraccio, Marta

  • Francesca P.

    15 Marzo 2015 at 22:26

    Riuscire a fare lievitati in casa è senza dubbio una delle novità più belle delle mie scoperte in cucina… ho iniziato circa un anno fa timida e insicura, adesso sento già di padroneggiare meglio farine, dosi, gesti, metodi… ad esempio mi trovo bene con una quantità bassa di lievito di birra, amo l’idea che pane o focaccia si isolino da tutto e pensino solo a crescere lentamente…
    Sai che a Roma la pizza con le patate è un classicone? Bianca, sottile, con olio abbondante… 🙂 Le patate viola le rincorrevo da tempo, finalmente le ho trovate della giusta tonalità accesa! E levare per un attimo la fodera dal cuscino è stato istintivo, associando i colori! Buonanotte dolce Marta, la tua testa riposa su un prato nordico… 😉

  • Paola

    15 Marzo 2015 at 22:48

    Non potrei sentirmi meglio descritta che in quella lenticchia, ancorata alle incertezze che può dare un salto. Come finirà, chissà cosa accadrà, cosa deciderà lui, come reagirà lei. E come un secondo puntino salterei subito alle pagine successive, impaziente di scoprire e capire. Perché un punto sospensivo apre tante cose.. e ne lascia dietro tante, non dette, o forse non ascoltate. E quindi tornare indietro, per risentirle, quelle parole, per (ri)trovarne la magia che non avevi visto, o che semplicemente non c’era. Avere voglia di diventare saggia, come quel terzo puntino, amico del tempo, che sa come prenderlo, che sa attenderlo, che sa vederlo crescere e sa accompagnarlo, restando in silenzio, ad osservare. perché in fondo, col tempo, è solo questo che si può fare.
    Avere pazienza, la pazienza che quell’alveolo finalmente si fissi al centro di quella storia.
    E forse non è un caso che anche io ho pensato a un lievitato 🙂

    1. Francesca P.

      15 Marzo 2015 at 23:54

      Paola, allora direi che il curry verde la prossima volta puoi usarlo proprio per cucinare le lenticchie, magari rosse! 🙂 Tu ti ritrovi nelle mie parole e io nelle tue, perchè i concetti espressi li condivido tutti! E c’è una frase in particolare che mi ha fatto un po’ sospirare… magari te la svelo in privato nelle nostre conversazioni! 😉
      Il centro di una storia, di un mondo, di un sentimento… esiste, esisterà, vedrai… e intanto, prepariamo e assaporiamo lievitati che fanno bene a cuore e spirito!

      1. Paola

        16 Marzo 2015 at 7:48

        Allora aspetto di sapere in privato la frase su cui hai sospirato 🙂 E sì, magari se aggiungessi un pizzico di curry verde a delle lenticchie rosse quei puntini potrebbero tingersi di una tonalità che potrebbe darmi più speranze e sogni, invece di tenermi ancora a volare basso. E’ che poi ho paura dello schianto :\

  • Sara e Laura Pancetta Bistrot

    15 Marzo 2015 at 23:20

    Già quando avevamo visto quelle belle barbabietole VERE ( non che quelle cotte del reparto frigo non lo siano ma vuoi mettere?!) è scattata quella beata espressione di meraviglia mista al “ma vedi che esistono?!” e ora le patate viola! Ahh che bei colori in natura e che peccato non poterne godere a ogni latitudine… però noi facciamo come quel puntino di sospensione amico del tempo, ne apprezziamo pregi e difetti e sappiamo che la nostra voglia di colore ortofrutticola verrà ricompensata!^ ^ Ci uniamo al magico fan club della lievitazione, proprio stamattina ci siamo svegliate sapendo che avremmo impastato una focaccia (alla cipolla però!) e quell’attesa ha qualcosa di rilassante ed energetico, potremmo guardare lo strofinaccio che si alza lentamente sotto la spinta vitale dell’impasto per ore… e così vogliamo fare con questa splendido quadrato lievitato alle patate viola! Buonanotte Franci e buona setimana

    1. Francesca P.

      15 Marzo 2015 at 23:57

      Vi annuncio che riuscirò prima o poi a realizzare anche la terza puntata del viola: quella dedicata alle carote! Le ho sfiorate in questo weekend e non demordo, so che ci sono, che si possono trovare, è come una caccia al tesoro e ci arriverò! 🙂
      Che bello quel fun club, fatto di amiche che amano cucinare, parlare, raccontarsi, confrontarsi, riflettere insieme… propongo uno scambio di focaccia o meglio ancora, una contaminazione: io vi presto qualche chips di patata e voi spargete qui sopra qualche anello di cipolla! 🙂
      Buona settimana a voi, care Pancette!

  • Valentina

    15 Marzo 2015 at 23:26

    Franci, ma questa focaccia è bellissima!
    Non ti avevo ancora fatto i complimenti per la tua nuova casetta, è bellissimo qui, tutto profuma di te ^_^

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 0:00

      Vale, quel “profuma di te” è bellissimo! Grazie!
      La focaccia esteticamente ha il suo perchè e il bello è morderla e scoprire che è buona quanto fotogenica! Un cibo completo, ecco! 😀

  • Virginia

    15 Marzo 2015 at 23:40

    I puntini di sospensione hanno le loro peculiarità, ma come tre fratelli formano una cosa unica e potentissima. Quando scrivevo i temi a scuola non li usavo mai perchè temevo che non si potessero usare in quel contesto, ma quanto mi piacevano (e piacciono) nelle mie letture! Cambiano il significato di una frase, lasciano intendere cose non scritte e alimentano l’immaginazione…
    In un colpo solo mi hai ricordato che non impasto una focaccia da molto tempo e che non ho ancora trovato le patate viola. Sai che il lilla era il mio colore preferito quando ero bambina? Con gli anni ho cambiato le preferenze e come Picasso ho visto diversi periodi colorati. Ora sono nel periodo grigio, ma andando verso la primavera vorrei cambiare. Potrei ricominciare dal viola della tua focaccia ad esempio 😉

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 0:07

      L’immaginazione la possiedi tu, Virginia, se vedi i tre puntini come fratelli… che bell’immagine un po’ fiabesca! 🙂 Potrebbero essere anche tre amici che procedono sempre insieme, non si separano mai e hanno senso perchè sono così uniti…
      Adoro il grigio, infatti l’ho accostato al viola qui, ehehe! Mi pregusto già la tua focaccia, dai dai, falla apparire presto, sono felice di averti stuzzicato l’idea… e in fondo la stagione dei pic nic non è troppo lontana!

  • Margherita

    16 Marzo 2015 at 0:24

    Io sono fermamente convinta che non sarebbe così semplice vivere senza i 3 puntini di sospensione. Pause, riflessioni, sospiri e silenzi… (eccoli qui!). La tua interpretazione dei punti di sospensione mi ha fatto riprendere in mano il mio libretto in francese “La grammatica é una canzone dolce…. ci sono tutti i miei appunti della scuola di francese! La tua focaccia invece…. mi ha fatto venire una gran fame invece! Ed il sale nero? Un omaggio ai 3 puntini presumo!

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 10:03

      Sono convinta quanto te… che vita sarebbe senza spazio per la speranza, l’immaginazione, la fantasia e la libertà di scegliere a volte il finale che preferiamo? Tu chiamale, se vuoi, emozioni… o evasioni… 🙂
      Uh, come mi piacerebbe quel libretto francese, già lo so! E ti chiederei di leggermi delle pagine, con il tuo accento preciso e bello, restandone affascinata!
      Il sale nero è forse il mio preferito in assoluto, in fiocchi me l’ha regalato un’amica e ci tengo ancora di più!
      Ciao Marghe, un abbraccio pieno di puntini!

  • Giulia

    16 Marzo 2015 at 9:01

    Quanta poesia, nelle tue ricette nelle tua foto nei tuoi testi! Me ne stupisco ogni volta 🙂 E quel tessuto mi ricorda molto il mio copripiumino Ikea (magari sbaglio eh). Ho letto tante ricette di focacce con una patata lessata e schiacchiata nell’impasto che prima o poi, complice anche il mio cucciolo di pasta madre che ieri ha contribuito a creare la prima pagnotta, mi sa che proverò anche la tua versione… Come sempre, grazie di tutta questa bellezza e delicatezza!

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 10:05

      Giulia, sei sempre così affettuosa e gentile… ti aspetto sempre con gioia, perchè so che leggi tutto e “senti” le mie parole!
      La stoffa di Ikea è proprio quella che dici tu, ho preso il copripiumino poco tempo fa non solo pensando al letto ma già con la mente alle foto da fare, ahaha! Sono tremenda… 😛
      La patata nell’impasto sta molto bene, una volta ho fatto la focaccia solo con le chips in superficie ma no, meglio rendere tutto più morbido e un po’ lilla anche dentro… 🙂
      Grazie a te, assolutamente a te!

      1. Giulia

        18 Marzo 2015 at 8:30

        È che è sempre un momento magico venire a rifugiarsi tra le tue parole… (eccoli i famosi tre puntini!) Come si legge in altri commenti, è proprio vero che i tuoi testi si adattano come un vestito morbido o una sciarpa calda a chi legge! Non ho patate Vitelotte in casa ma magari questo fine settimana provo con quelle “classiche”, meglio di niente. A domenica!

  • Daniela

    16 Marzo 2015 at 11:14

    Bisognerebbe provare almeno una volta nella vita ad essere uno di quei puntini, io adesso mi immedesimo nel terzo, quello che ama le lunghe attese e scopre di avere una pazienza che non pensava di possedere, quello che sbaglia ma che poi sa che può rimediare, che riflette e aspetta, quello che con mani sicure impasta con calma senza fretta… Sai che ho cercato tanto le patate viola ma qui da me sembra impossibile trovarle allora l’altro giorno ne ho ordinato on line un sacco che presto, tempo permettendo potrò seminare nell’orto sperando che con pazienza riesca a raccogliere qualcosa.. ( io aspetto) intanto impasto e coccolo farina e lievito e devo dire che mi piace parecchio! A proposito di cose belle questa focaccia lo è eccome!! Ciao Franci ti abbraccio a presto! 🙂

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 15:16

      Secondo me dentro di noi convivono tanti puntini… ognuno rispecchia una parte o una fase, un lato del carattere, un momento della vita, un’inclinazione… io probabilmente sarò sempre come il primo puntino, affamata di storie e di intrecci… e non rinuncerò mai alla curiosità di spostarmi e saltare qui e lì, per scoprire nuove cose! E’ bello che tu ti associ alla pazienza, ossia alla calma, al valore della tranquillità e al fare bene le cose… ma non avevo dubbi, si vede subito dal tuo blog! 🙂
      Spero troverai presto queste patate, pregusto le foto già!

  • larobi

    16 Marzo 2015 at 11:50

    adoro usare i puntini di sospensione anche se, mi avevano detto, fa molto “adolescente”! mah? sarà che io sono giovane inside ! non so, trovo che mentre scrivi, i puntini rendano quelle pause brevissime che si fanno mentre si parla e trasformano così le parole scritte in chiacchiera conviviale … di certo i tuoi puntini descritti sono più poetici e fantasiosi e, per questo, ancora più belli e piacevoli da leggere! le patate viola in perfetta sintonia con il tessuto rendono questo post una chicca ! è un lunedì incasinato per me ma grazie ai tuoi puntini ora mi sento più leggera! …bè, se ci fosse anche una fetta di focaccia, non al disdegnerei…;-)

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 15:18

      Io sono sempre stata una “tipa da puntini”, lo dico con fierezza, trovo che “arredino” bene un foglio, un discorso, un pensiero… se non ci fosse altro da aggiungere o nulla di sottinteso, che gusto ci sarebbe? Io non voglio sapere già tutto… voglio immaginarlo, dedurlo, inventarlo! 🙂
      Felicissima di averti trasmesso leggerezza, che bel complimento! Forse amiamo i colori pastello per questo, noi… 😉

  • Sabrina C. Fotografie

    16 Marzo 2015 at 11:58

    Io sono assolutamente il secondo puntino “vivace e ribelle” hihihihi ^_^

    Per quanto riguarda il salato ti ho mai detto che le focacce e le patate sono le cose che preferisco in assoluto? 😀 potrei vivere di queste cose.. e per dolce il cioccolato ovviamente!!

    Buona settimana cara :*

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 15:24

      Sabri, mi piaci per questo, ehehe! Se non fossi ribelle e vivace non avrei visto qualcosa di interessante… sono doti importanti, rendono le persone più vive e imprevedibili! 🙂
      La sfida sarebbe fare una focaccia al cioccolato, mixando le due passioni… magari puoi provare! Se fanno i panini al cioccolato, può venire bene! 🙂
      Un abbraccione!

      1. Sabrina C. Fotografie

        17 Marzo 2015 at 12:13

        ihihih 🙂

        ah i panini al cioccolato sono favolosi!! *_*

        :*

  • Reb

    16 Marzo 2015 at 12:40

    I lievitati danno grandi soddisfazioni. Mi riterrò del tutto soddisfatta quando riuscirò ad avere un forno a legna (probabilmente mai) per replicare i lievitati della mia infanzia. E quanto colore e sapore in questa tua focaccia.
    Un abbraccio

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 15:25

      Se dovessi avere il forno a legno, vengo subito a inaugurarlo! 🙂 Nella casetta nel bosco ci starebbe perfetto… vicino all’altalena, così arriverebbe anche il profumino mentre si dondola e si parla…

  • Anna

    16 Marzo 2015 at 14:13

    Quante belle cose che ci insegni ogni settimana! Ed è un piacere sempre leggere le tue interpretazioni così originali!
    Ho un rapporto di amore ed odio con i puntini, che per me da tre spesso diventano due, ma solo per lasciar sottointendere certe cose..ma la tua descrizione mi piace molto e la terrò presente!

    Bellissima questa focaccia, e che soddisfazione i lievitati 😉

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 15:27

      Se avessi bisogno di un terzo puntino eccolo qui, sai dove trovarlo, puoi venire a prenderlo quando vuoi… magari insieme a uno spicchio di focaccia, credo ti piacerebbe! 🙂
      Spero che la lista dei lievitati nell’elenco delle ricetta cresca, l’intenzione è quella… impastare, provare tante farine e sbizzarrirmi con le idee!

  • Antonella

    16 Marzo 2015 at 14:26

    La curiosità di leggere il tuo post settimanale è stata appagata da questa ricetta delicata e gustosa, sicuramente da provare! Mi devi accompagnare a comprare il sale nero di cipro, voglio sperimentarne nuovi e diversi tipi, cercando di abbinarli nel modo migliore con i vari ingredienti. Mi serve una tua lezione, sicuro!
    E… comunque… resti sempre unica sia nelle idee sia nello stile… la scrittura è davvero un tuo gran dono, Amica, ed è bello vederla abbinata alle altre tue passioni: la cucina e la fotografia. Mancano solo loro: i mitici Ulisse e Tarallino!

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 15:29

      Anto, tu sai i retroscena che ci sono dietro questo post, dietro ai tre puntini, dietro al momento in cui l’ho scritto… se ci penso che è nato tra Nord e Centro, tra verde e nero (!), oggi (quasi) sorrido… contenta di avere un’amica fidata che mi segue ovunque, nei miei viaggi fisici, emotivi e tra le parole! 🙂

  • Manuela

    16 Marzo 2015 at 15:08

    Sono davvero indecisa su quale dei tre puntini mi rappresenti meglio, se quello piccolo come una lenticchia, se quello ribelle o ancora l’amico del tempo…forse sono un po’ di tutti e tre, perchè separatamente i puntini di sospensione affidano le parole ad altri.
    Sono fiera della tua focaccia e mi faccio una risatina pensando al viola di quelle patate!
    E’ davvero uno splendore di lievitato e con così poco lievito il risultato è davvero ottimo, lo sento da qui!

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 15:37

      Credo anche io che tu sia un insieme di questi tre puntini, d’altronde come me… siamo fette della stessa focaccia, in fondo, no? 🙂 Io devo solo diventare ancora più esperta con lievitati e pazienza, ma di certo non smetterò di fantasticare, sognare e tifare per il lieto fine, come il primo puntino… al di là di tutto, nonostante tutto e contro tutto! 🙂
      Ormai il peso del lievito di birra per me è questo: 3! L’impasto viene bene e ancora quasi non ci credo!

  • alessia mirabella

    16 Marzo 2015 at 16:09

    Che mondo sarebbe senza i puntini di sospensione?
    Lasciano un discorso in sospeso, dando ad ognuno la facoltà di riflettere. Ma anche, se messi all’inizio della frase, spalancano quella porta non completamente chiusa.
    Sono come il fermaporta che utilizzo appena arriva la bella stagione, per far entrare la luce, il tepore, per evitare le correnti d’aria.
    I puntini di sospensione sono il ponte tra i discorsi fatti e quelli solamente pensati, tra il potrei e il vorrei.
    La focaccia è bellissima, e in quegli alveoli si potrebbero annidare mille pensieri legati dai tre puntini. Mi stimoli, e tu sai cosa intendo.
    Buon lunedì, A.

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 16:35

      Alessia, l’idea del ponte che collega azioni e desideri mi piace molto… un ponte che a volte traballa un po’, su cui camminiamo piano, ma che porta lontano se troviamo il coraggio di passarci sopra… e i puntini possono essere un appiglio per non cadere…
      Assaggia pure la focaccia, ogni morso un pensiero, vediamo che sapore avrà…
      Bello stimolare, bello capirsi… 🙂

  • Gelmina

    16 Marzo 2015 at 16:40

    Francesca questi tre puntini hanno prodotto dei bei risultati!
    Che bel colore, che sofficessa e che tocco primaverile!

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 20:24

      Posso aggiungerne altri, come chicchi di sale… 😉
      Grazie Gelmina, contenta abbia apprezzato… sai quanto ti stimo!

  • Simo

    16 Marzo 2015 at 16:48

    io sono un’amante appassionata dei puntini…li uso ovunque, forse anche troppo. Il mio blog ne è pieno…ne sto usando tanti anche adesso, per rispondere a te!
    L’unico posto dove a volte dovrei metterli e non lo faccio è sulle i…nel senso che a volte dire quello che si pensa a qualcuno è più che doveroso, ed io che ho sempre paura di offendere, sbagliare…beh, evito. Molto spesso sbagliando.
    Un abbraccio, buona settimana e grazie per questa bella focaccia così accattivante……….

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 20:26

      Simo, io sono come te… un’adoratrice compulsiva di puntini che formano una strada, come un percorso su cui posso appoggiare tutta la fantasia che voglio…
      Le “i” le possiamo mettere nell’impasto della focaccia, ne teniamo giusto qualcuna se dovesse servire…
      Grazie a te, un bacio! :*

  • Monica

    16 Marzo 2015 at 16:57

    Sempre belle e intense le tue parole, che fanno viaggiare il pensiero fino a riadattarle alla propria vita, e ci calzano sempre bene.
    Poi i puntini possono volare e posarsi in posti, modi e tempi diversi, ma così è la vita, fatta di equilibri e differenze.
    Ed io ora avrei proprio bisogno di una fetta di quella focaccia, con le patate viola che adoro per il loro colore intenso, ma di rado le trovo.
    Proprio qualche giorno fa le ho chieste al mercato…chissà se arriveranno!
    Un abbraccio

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 20:32

      I puntini che volano li immagino come farfalle… colorati, leggeri, curiosi, esploratori…
      Se non trovi le patate ti invito qui, ormai ho trovato un banco al mercato che le ha spesso e ho intenzione di frullarle presto perchè una vellutata viola è d’obbligo! 🙂

  • elenuccia

    16 Marzo 2015 at 17:43

    Questa ricetta mi ha assolutamente colpita al cuore. Ho un debole per le patate viola e vederle su una focaccia così bella rustica e fragrante mi ha tolto il fiato. Proprio lo stesso effetto dei tre puntini di sospensione. Io trovo che la lievitazione sia un miracolo, dopo tanto tempo mi ritrovo comunque sempre a guardare con occhi pieni di stupore infantile un pane o una focaccia che lievitano. Il tempo va a braccetto con i lievitati

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 20:53

      Elena, guardavo e riguardavo queste patate mentre le fotografavo e le affettavo, pensando che la natura è veramente sorprendente e la bellezza che nasce dalla terra è unica! L’idea di colorare la focaccia è venuta perchè sogno di fare la pizza prima o poi e intanto mi sono avvicinata alle focacce… ci arrivo a piccoli passi, ecco! 🙂 E il tempo mi sorride, perchè finalmente io riesco di più a sorridere a lui…

  • zia Consu

    16 Marzo 2015 at 17:56

    Mi piacciono tutti e 3 i tuoi puntini e ancora di + questa strepitosa focaccia..bravissima Franci e felice settimana <3

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 20:54

      Consu, i prossimi puntini potrebbero essere ceci… sempre parlando di lievitati, grazie alla tua ispirazione!
      🙂
      Un abbraccio!

  • Peanut

    16 Marzo 2015 at 19:44

    Sai che mi piace cercarmi tra le tue metafore, e sai che la maggior parte delle volte, mi trovo. In un puntino che dà fin troppo peso al tempo, che vorrebbe riuscire ad afferrarlo e a non farlo scorrere così veloce, e allora lo percorre costantemente, avanti e indietro, e ancora, e ancora, fino a dimenticarsi a volte dell’ Ora. Un puntino che guarda con ammirazione il suo compagno più avventato, in cerca di cose nuove e cose belle, e a volte riesce persino a cambiare di posto, ma poi ritorna sempre al suo, pur continuando a sognare il finale che non ti aspetti. Io sono un punto, che avrebbe bisogno di scindersi in puntini più piccoli, di vederli rotolare e pure di sbattere e di incastrarsi negli angoli, eppure continuo ad essere solo un punto.
    Sarà per questo che a me, invece, quando leggo mi danno fastidio? …Sai che dopo essermi trovata mi perdo, qui da te 😀
    Fortuna che mentre sono persa trovo anche con cosa rifocillarmi! Di puntini come questi non ne vorrei solo tre. La focaccia con le patate è sempre stata la mia preferita e mai avrei pensato fino ad adesso di farla con le patate viola! L’assaggerei davvero troppo volentieri! E resto in attesa per le carote viola, faccio il tifo affinchè tu le trovi! (..e anche perchè le trovi io..)

    P.s. per quanto riguarda lo spazio sono contenta di trovarlo davvero non troppo cambiato, sempre molto tuo, lo si percepisce, non si è perso niente!:)

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 23:06

      Sai che non vorrei aggiungere nulla perchè hai detto cose bellissime e tue, come se le stessi scrivendo sul tuo blog e non qui da me? Sì, è come ti fossi aperta nella tua pagina, perdendoti nelle tue riflessioni pe(n)santi che tanto amo! Afferra quel Tempo, sorellina, davanti ne hai molto ma è una saetta e va cavalcato sempre… le pause più belle sono quelle che sceglierai di avere tu, con i tuoi viaggi, la tua frutta, le tue speranze, le tue emozioni… i lievitati ti faranno compagnia, insieme ai puntini! E quando avrai voglia di focaccia con le patate, ti aspetto con la mandolina in mano! 🙂
      Ah, dimenticavo: grazie del p.s.!

  • Simona – Biancavaniglia

    16 Marzo 2015 at 20:40

    Puntini che io inevitabilmente scambierò per pois . . . Come pois sono per me queste chips di patate viola sopra questa fantastica focaccia (anche i buchetti della lievitazione posso far finta che siano pois?) 🙂 Sono contenta che finalmente anche tu hai trovato le patate viola, hanno un colore straordinariamente intenso e donano un tocco in più ai piatti. Mi piacciono tutti(ssimi) i tuoi post lo sai, oggi mi conquisti doppiamente Franci . . . Ps: ho salvato ricetta la provo questo fine settimana con mia mamma, se non trovo le patate viola, che non sempre ci sono, la faccio con le classiche patate :***

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 23:09

      Simo, sai bene che vedo anche io pois ovunque, quindi abbiamo stesso sguardo e stessa passione/ossessione, ehehe! Se amo i puntini è per questo, perchè li paragono… e quando ho osservato le fettine di focaccia, con quei buchini, mi è sembrato ci fosse un filo, un contatto! E’ così che nascono i miei post… per associazione mentale e visiva! 🙂
      Attendo notizie sulla tua focaccia, se hai bisogno di altre informazioni sai dove bussare!

  • Mari Z.

    16 Marzo 2015 at 22:00

    Bellissime queste patate viola e stuzzicante la focaccia salata.I tre puntini di sospensione sono i miei preferiti; lasciano con il fiato sospeso, uniscono e dividono, aggiungono e tolgono qualcosa dalla frase. Sono cosi’ simpatici che gli perdoni tutto!! 🙂

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 23:10

      Vero, Mari, gli perdoni anche i finali a volte incerti, quando vorresti qualche dettaglio in più… però è il loro bello essere così sospesi, facendoci credere che in fondo tutto sia possibile…

  • Berry

    16 Marzo 2015 at 22:08

    Il primo puntino è quello che richiama quel collegamento con le cose di cui abbiamo parlato…è un puntino imprevedibile, che prende la strada che vuole, che a volte ti toglie il fiato e il senso dell’orientamento…ma poi quando si posa e capisci piano piano il disegno che vuole dare a tutto…è come se entrasse di nuovo la primavera dalla finestra.
    Basta un puntino fuori posto per fare la differenza, tu lo sei.
    Un abbraccio bella amica,
    Berry

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2015 at 23:15

      Berry, mi piace essere un puntino, sai? Un po’ coccinella, un po’ lentiggine… saltello in giro, vago e volo, ma poi torno… so tornare…
      Tu sai cosa significa essere imprevedibile, un aggettivo che per me hanno le persone e le cose belle, quando sanno stupire in positivo…
      Un abbraccio a te, a voi… sento che la collina cresce sempre di più e non vede l’ora di scoprire il sole!

  • notedicioccolato

    17 Marzo 2015 at 8:02


    tutto quello che vorrei dire e resta lì, sospeso nell’aria
    mistero
    incertezza
    curiosità
    c’è tutto e niente in quei tre puntini
    forse è per questo che li amo così tanto 🙂

    quello che vorrei dire davanti alla tua focaccia che mi ha lasciato senza fiato. le patate viola le sogno le sogno le sogno…
    un bacione, buona giornata

    1. Francesca P.

      17 Marzo 2015 at 12:02

      Forse li amo per lo stesso motivo, perchè non ci obbligano a definire tutto subito, ora, in modo netto… è come uno spiraglio aperto, una boccata d’ossigeno, un libro che teniamo sul comodino in attesa che sia finito…
      Fede, se non trovi le patate dovrai venire prima o poi a prenderle direttamente a Roma… magari direttamente dal mio vassoio! 😉

  • Claudia

    17 Marzo 2015 at 8:44

    L’avevi detto, eh? Bisogna ritentare con le patate viola! E questa volta, decisamente, l’effetto suola di scarpa si è tenuto ben alla larga 🙂 Bellissima focaccia, mi ricorda certe pizze a taglio romane che mi mancano tanto!

    1. Francesca P.

      17 Marzo 2015 at 12:04

      Visto quanto sono testarda?! Mi ero messa in testa di fotografare quel colore e finalmente ci sono riuscita dopo aver esplorato più mercati e più banchi! 🙂 Altro che suola, prenderei un paio di sandali bassi di quel viola lì, ehehe!
      Direi che è giunto il momento di riassaggiare quelle focacce mitiche, che dici? 😉

  • Maddy

    17 Marzo 2015 at 9:45

    Io mi prenderei quei tre puntini e me li metterei in tasca, in modo, che, al momento giusto invece di parlare, tiro fuori che quello più adatto alla circostanza….e così parlerebbe lui per me, spiegherebbe il mio stato d’animo e io me ne starei tranquilla e zitta….sì, perchè non sempre abbiamo voglia di parlare…di spiegare, non sempre dobbiamo dare giustificazioni, non ne abbiamo voglia…non ho più voglia…..oggi mi sento un pò grigia come il tempo e un pò viola come le tue patate, che non fraintendere, hanno un colore bellissimo!!!! un bacio Francy

    1. Francesca P.

      17 Marzo 2015 at 12:09

      Maddy, fossi vicina ti inviterei per impastare e raccogliere puntini, per metterli in fila oppure scompigliarli, decidendo da quale pensiero o discorso iniziare… e se non hai voglia di parlare non c’è problema, ci sono gli sguardi a trasmettere e i silenzi a spiegare, a volte necessari…
      La primavera è dietro l’angolo, quel grigio andrà presto via, ne sono certa… e la luce, la tua luce, tornerà ancora più intensa di prima, perchè tu sei così… non ti spegni neanche se qualcosa o qualcuno prova a farlo!
      Ti stringo… e quando vuoi sai che ci sono, tra puntini, sostegno e parole…

  • Lilli nel paese delle stoviglie

    17 Marzo 2015 at 14:47

    ecco la focaccia che mi avevi detto, uno splendore, vorrei cimentarmi anche io con le patate (e carote) viola ma non le trovo! i puntini di sospensione…quanto senso, significato, li uso spesso e credo portino con loro molte parole dette non dette! buona settimana!

    1. Francesca P.

      17 Marzo 2015 at 15:14

      Eh sì, eccola! Qualche cipolla affettata sottile ci starebbe bene, me la porti? Così posso darti in cambio qualche patata! Noto che parecchie di voi non riescono a trovarle, posso propormi come spacciatrice ufficiale di viola! 🙂 E magari spaccio anche puntini, tanto ne ho sempre in abbondanza, non (mi) mancano mai…

  • Anna Rita

    17 Marzo 2015 at 16:48

    Ho sempre avuto la passione per i tre puntini sospensivi. Che sia stato a scuola, o in un sms, o ancora in una lettera, mi hanno sempre rincuorata, consolata. Scrivere “a domani…” O ancora “a presto…” Mi sa di promessa, di qualcosa che ancora deve accadere. Sa di attesa che fa tremare il cuore. Il punto invece,ah…quanta tristezza! Mi pare che tutto finisca lì e che oltre non vi sia più nulla. Ho una visione un po’ contorta? 🙂 chissà. Mentre ci penso su, rubo un pezzetto di focaccia e mi godo il momento. E chissà cosa accadrà domani…

    1. Francesca P.

      17 Marzo 2015 at 23:00

      I puntini sanno di speranza, ecco perchè li amiamo… e li mettiamo sul cammino come semi, in attesa che possano nascere piante forti come finali belli…
      Non hai una visione contorta, anzi! Direi romantica e siamo sulla stessa lunghezza d’onda… la penso esattamente come te! 🙂
      Domani saremo sempre qui, con tutto il nostro mondo emotivo che può farci soffrire ma è così grande…

  • Ely

    18 Marzo 2015 at 0:31

    Cara.. non so come ho fatto a perdermi questo post. Mi rammarico di non essere riuscita a passare prima.. e di questo mi dispiace! E’ bellissimo ritrovarti e soprattutto.. mi piacciono tanto i tuoi ‘puntini’. Una metafora dell’attesa per questa focaccia a dir poco stupenda (amo la rucola, amo le patate.. se viola poi! E’ tra i miei colori preferiti!) ma anche della vita stessa, direi. Sei proprio un’anima bella e vorrei ti arrivasse il mio abbraccio sincero e sentito per una notte meravigliosa <3 <3 Tvttttb!

    1. Francesca P.

      18 Marzo 2015 at 10:40

      Ely, non dirlo neanche per scherzo! Sei arrivata presto e aggiungo finalmente, rileggerti è un grande piacere! In comune abbiamo la voglia, il bisogno e il desiderio di vedere il mondo con occhi sognanti e un po’ da favola e i puntini sono ottimi alleati…
      Il tuo abbraccio è giunto a destinazione e so che ce ne saranno altri! Grazie mille…

  • speedy70

    18 Marzo 2015 at 14:26

    Complimenti, una focaccia splendida nei colori e molto gustosa, da provare, grazie!!!

    1. Francesca P.

      18 Marzo 2015 at 17:55

      Grazie a te! Mangiare colorato è bellissimo per me!
      🙂

  • Tatiana

    18 Marzo 2015 at 15:45

    Io i puntini li ho scritti per scandire il tempo e le fasi della mia vita: c’è il puntino del passato, quello dell’apprendimento intenso, degli esperimenti, delle musate per terra e dei primi piccoli successi con me stessa; c’è il puntino del presente, quello della stanchezza di oggi, della fatica, delle ore che non bastano mai, del senso di smarrimento e di impotenza che spesso mi colgono impreparata; c’è il puntino del futuro, che io vedo sempre pieno di luce, di mare e di gioia, pieno di aspettative nemmeno avessi quindici anni, ricco di entusiasmo come e ancor più di oggi. I miei puntini sono un po’ dickensoniani, ma quando ho visto i tuoi mi sono ricordata di averli anch’io, diversi, strambi, pasticciati e scritti un po’ alla rinfusa… ma ci sono! Ed è questo che conta.
    Un bacio e porta qui un pezzotto di focaccia che ho parecchia fame… 🙂

    1. Francesca P.

      18 Marzo 2015 at 19:27

      Tre puntini che attraversano le stagioni della vita, ieri-oggi-domani… che si trascinano dietro pezzi di noi, eventi, ricordi, immagini, esperienze… puntini che parlano di noi e dei nostri cambiamenti… e che siano strambi va bene, perchè insicurezze, salti, errori di punteggiatura a volte possono esserci… basta saper ritrovare il filo, sapersi ritrovare…
      Ti porto una focaccia intera, cara Tatiana, a noi piace abbondare quando si tratta di parole e bocconi buoni, no? 😉

  • Francesca

    18 Marzo 2015 at 17:01

    Chiaramente il primo puntino si è aggrappato alla prima foto: finché non son giunta alla ricetta non avrei mai detto che quelle rondelle viola fossero patate e questo è sicuramente un finale a sorpresa!
    Il secondo si nasconde proprio qua, non vuol saperne di considerare questa ricetta un finale: è sicuramente un inizio, e poi chissà che succederà, una volta cominciato a cucinare 😉
    Il terzo, poi, questa settimana ha fatto un salto dalle mie parti, si è installato nel modem e mi ha lasciato con una connessione ballerina per un bel po’ e l’imperativo (non potendo fare diversamente) di praticare la pazienza. Ma poco male: è vero, sono in ritardo, ma sono sicura che questa focaccia verrà bene anche se ne ho letto la ricetta solo oggi …
    Buona settimana, Franci 🙂

    1. Francesca P.

      18 Marzo 2015 at 19:30

      C’è sempre un nuovo finale, anche quando pensi che la storia si sia esaurita o abbia già un suo corso… l’elemento imprevedibile va di pari passo con la fantasia, altrimenti le favole non sarebbero favole, non esisterebbero e non sarebbe così bello – e confortante – inventarle o raccontarle!
      Attenta che quei tre puntini saltano come grilli e possono venire a posarsi su qualche tua creazione, mimetizzandosi tra i pois… 😉 E così ti fanno compagnia al mio posto anche quando la connessione fa i capricci… ma tanto noi siamo sempre qui connesse, giusto? 🙂

  • Mila

    19 Marzo 2015 at 10:43

    Mi hai subito incuriosita e sono corsa….
    Infatti siamo in sintonia (poco lievito), ma almeno qui hai sfornato più velocemente!!!
    Adoro i lievitati!!!

    1. Francesca P.

      19 Marzo 2015 at 13:42

      Mi dirai che ho spazzolato tutto anche velocemente! Tagliavo triangolo dopo triangolo e… sparita focaccia in un attimo! 😀

  • Miu

    19 Marzo 2015 at 16:41

    Io mi accoccolo tra le braccia esperte e pazienti del puntino numero tre! Quello che sa attendere, quello che con un sorriso saprebbe come accogliere una sorpresa, quello che ha sempre la parola giusta.
    Mi riscopro fantasiosa, ma con tanta voglia di punti (!!!) saldi, di certezze.
    E se con un po’ di immaginazione mi esaudisci… allora solo grazie! 🙂

    1. Francesca P.

      19 Marzo 2015 at 18:47

      Sapevo che non avresti resistito al richiamo dell’abbraccio paziente, quello sicuro, che ci calma e ci culla… le parole giuste sfuggono spesso alle persone, ma mai a chi sa amarle davvero, come te…
      I punti saldi sono molto più importanti di quelli fermi, sai? 🙂
      Grazie a te, perchè arrivi e sai che mi fa piacere e che ti aspetto!

  • Vanessa

    19 Marzo 2015 at 22:43

    Ed io con gli occhi li seguo questi puntini, curiosa, affascinata dalla loro voglia di sorprendere e giocare leggeri. E con il terzo mi fermo. Quanto ha ragione, quanta saggezza tutta in un puntino!
    Lo sai che amo le tue parole quanto le tue ricette… e questa focaccia mi attira talmente che ne sento il profumo e ne indovino la consistenza… un vero incanto!
    Approdo solo oggi al tuo sito dal pc e solo ora ne apprezzo il restyling. Bello, pulito ed elegante! Complimenti!

    1. Francesca P.

      20 Marzo 2015 at 21:00

      I puntini per me sono dei compagni di viaggio indispensabili, averli accanto mi fa sentire più libera, posso decidere anche all’ultimo di cambiare la strada o la direzione degli eventi, delle storie e delle emozioni… 🙂
      Contenta che la focaccia ti sia così piaciuta, se ne facessi una dolce con il tè matcha avanzato? 😀
      Grazie mille, Vanessa, sei sempre così affettuosa!

  • Anna

    30 Marzo 2015 at 20:25

    Tre puntini di sospensione per racchiudere ora stupore e meraviglia, ora attesa, ora gioia dell’incontro: come quest’impasto modellato da mani sapienti…
    Tre puntini di sospensione che rotolano su di un foglio e parlano e raccontano e sussurrano di sogni e speranze: come le cose buone che hanno bisogno di tempo per lievitare…
    Tre puntini di sospensione per aprire le mani alle sorprese della vita…
    Anna

    1. Francesca P.

      30 Marzo 2015 at 23:11

      Stupore-meraviglia-attesa… che bel trittico, dovrebbe essere la base di ogni rapporto e di ogni scoperta! E’ la scintilla che cerco, quando gli occhi si accendono e le pupille assomigliano proprio a puntini… 🙂
      Grazie ancora per le tue parole, mi hai reso tanto, tanto felice… è bello pensare sia tornata e sia nato un dialogo, uno scambio… è la soddisfazione più grande, è il dare/avere che amo e mi fa essere fiera della mia stanza verdeacqua!

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous Post Next Post