RIEMPIRE COPPETTE ALL’INFINITO

Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare. (Daniel Pennac)

Ci sono stati anni in cui aspettavo ansiosa l’arrivo del weekend per impugnare la Canon con il tele 70-200 da cecchina e tuffarmi nella città tra le strade del centro, i vicoli, le sponde del Tevere e i cortili delle case, per saziare la fame di attimi che ho sempre avuto. Ogni momento uno scatto, ogni finestra una pausa, ogni gabbiano in volo o bacio rubato un sorriso, ogni scena catturata una briciola in più. Fermare istanti a istinto, giocando con le vocali e con la vita che scorre sotto gli occhi.

Alla fotografia di street si alternava quella più intima tra amiche: ci svegliavamo la domenica, annusavamo il cielo e se era nostro complice ci davamo appuntamento a villa Borghese o villa Pamphili, nell’ora di luce più alta. Era xdcome partire per un piccolo viaggio: macchina fotografica al collo, borsa sulla spalla, una busta in mano con dentro oggetti per il set – lavagne, mollette, tazze, vecchie foto e cartoline, spartiti musicali, cappelli, libri, fiori di stoffa, barchette di carta e vediamounpo’cosacivieneinmente – e a volte spuntava persino una valigia vintage, per non farci mancare nulla.

Ognuna faceva da modella all’altra, a turno. Cercavamo gli sfondi migliori, spalancavamo i diaframmi a 1.4 e ci sentivamo leggere, perchè non c’era competizione ed eravamo lì per lo stesso motivo: rafforzare un legame attraverso la creatività.

Se ho iniziato ad amare l’autunno è anche grazie a quei pomeriggi all’aria aperta, che mi hanno fatto compagnia ancora prima di setacciare farine e infornare muffin.

Di tempo ne è passato, da allora. Eppure, se riguardo questi scatti…

Se tutto accadesse oggi, con la temperatura non pungente di questi giorni la merenda ideale post shooting sarebbe un gelato, uno di quelli cremosi, dal sapore deciso e avvolgente, a cui non si resiste e cucchiaino dopo cucchiaino uh-è-già-finito.

Ma niente paura, quest’anno la mia gelatiera non va in vacanza, non mi ha chiesto ferie nè vuole fare scioperi. Sarà sempre al suo posto. Pronta, sull’attenti, come me quando si tratta di fare click, sbucciare castagne e riempire coppette all’infinito. Anche di (bei) ricordi.