A CASA DI GIUSY

 Io e Giusy ci conosciamo da qualche anno. La fotografia ci ha fatto incontrare, un gusto comune ci ha sorpreso, tante parole ci hanno unito. A volte capita così, l’intesa scatta spontanea, la distanza rafforza l’intesa e la voglia di conoscersi cresce. Condividere quotidianità, pensieri, timori, dubbi, attimi di felicità, progetti, stati d’animo, sogni. Confidarsi come amiche di vecchia data, che sanno dove bussare per trovare comprensione, affinità, una ricetta, un sorriso.Alcune persone, semplicemente, si scelgono.

Lei disse di volermi al suo fianco con la mia Canon il giorno del suo matrimonio ancora prima di fissare tutto, quando era ancora solo un desiderio. Ricordo la gioia e la meraviglia per questa scelta e per la convinzione con cui me lo comunicò. Mi ha fatto sentire importante, apprezzata. Ho seguito tutte le fasi: l’annuncio della data, la ricerca dell’abito da sposa, il colpo di fulmine per il posto del ricevimento, la decisione per i colori delle partecipazioni, per la macchina vintage, per i nomi dei tavoli. La sua attesa è diventata anche la mia.

Abbiamo vissuto insieme un altro momento importante: l’arrivo di una nuova casa. L’abbiamo cercata e trovata quasi nello stesso periodo. Insieme abbiamo provato euforia, impazienza, sconforto, alcune delusioni, poi l’incredulità e l’esplosione della contentezza quando tutto si è fatto concreto, reale, vero. Abbiamo scelto anche lo stesso modello di cucina, stesso stile, stesso bianco, stessi pensili in vetro.

Dopo averla tanto immaginata, la scorsa settimana finalmente l’ho vista. Dal vivo. Ed è stato bello immortalare Giusy mentre ci preparava il piatto più semplice e più buono che c’è: spaghetti con aglio, olio e pomodorini. Quelli giusti e dolcidolci, che a Napoli sono uno zucchero: i datterini.

Facciamo che la ricetta non ve la scrivo, perché la sapete tutti. Ma al posto delle parole ci sono le foto a testimoniare ogni passaggio.

Auguro a Giusy e Salvatore uno splendido Viaggio, con gli occhi che brillano anno dopo anno come in quel giorno speciale. Speciale per loro ma anche per me e Matteo che l’abbiamo seguito con uno sguardo privilegiato: quello dell’amicizia e dell’affetto.