PER FARE UN TAVOLO… CI VUOLE LA MENSOLA

Avere un blog  e seguirlo con costanza cambia l’organizzazione della giornata e l’agenda degli impegni. Ancora prima di aprirlo, ho iniziato a fare foto preventive di piatti, da tenere al caldo nel forno delle idee da realizzare. Adesso che è online da quasi un mese, è ancora tutto più chiaro: serve organizzazione, bisogna cucire gli scampoli di tempo come si fa con tende e cuscini, si diventa più pratici e si fanno cose nuove. Me l’avessero detto fino a qualche settimana fa, avrei risposto “Seeee, io? Ti pare”. E invece…

Cucino la sera pensando al giorno dopo, perché le foto voglio farle rigorosamente con la luce naturale. Faccio dunque avanzare una porzione del cibo destinato alla cena e guardo storto, molto storto, i miei compagni di vita e di merenda – Matteo e il gatto Ulisse “zampa lesta” – se solo provano ad allungare una forchetta o un’unghia per rubarmelo.

La mattina, anticipo la sveglia per poter scattare. Ancora assonnata salgo in piedi sul tavolo, con inevitabile rischio caduta, per piazzare l’inquadratura dall’alto.

Ritardo il pranzo perché prima devo fotografare, che già torno dopo le 14 dal lavoro, ma non si può mangiare finchè io non sono soddisfatta del servizio. Possono passare anche 15-20 minuti. La vellutata intanto si è freddata, la pasta si è un po’ incollata, la carne un po’ seccata, la verdura un po’ appassita. Ma pazienza, per le foto giuste questo ed altro.

Mi sono persino lanciata nel mondo del fai-da-te, io che puntualmente attacco storto un chiodo, mi schiaccio pure il dito col martello e spesso faccio cadere l’intonaco dal muro (e non sempre mi viene bene nemmeno il secondo buco). Manualmente, diciamolo, sono un’imbranata. Ma mi ero messa in testa di voler appoggiare i piatti su un tavolo più rustico, con le venature in evidenza, in stile campagna/vintage. Dopo aver visto tante valide foto di food su superfici simili (un post a parte si meriterà la mia Pinterest-mania) ho deciso che dovevo farlo anche io. Ma come? Di certo non posso riempire la casa di tavoli. E allora, chiedendo e carpendo consigli in giro, ho scoperto che per simulare un tavolo basta prendere delle assi di legno, armarsi di pennello (tralasciamo il fatto che per il mio personalissimo DIY ho usato, in mancanza di uno vero adatto, un pennello da trucco per il fard…) e verniciarle. Coi colori che vuoi. E così, tappa da Brico il primo sabato pomeriggio libero. Sono tornata non con delle assi, ma con delle mensole. Marroni. Che ora sono diventate grigie/azzurrine/bianco sporco. Ed è stato amore alla prima foto.

Vi mostro il risultato, allegando una ricetta che non è proprio il simbolo della primavera, lo so, ma l’unico lato positivo dell’inverno che non vuole lasciarci è il poter mangiare ancora cibi sostanziosi che vincono il freddo. Ecco una crema di lenticchie usata come base per dei ravioli di carne, decorati con delle chips di porri. Sapore pieno ma non troppo forte, proteine e quel tocco estetico che è un po’ un mio pallino.

(Ah, nel mio elenco dei “mai più senza” c’è ovviamente il frullatore da usare per cibi salati. Frullo tutto quello che mi capita a tiro, ormai ho il dito compulsivo).

RAVIOLI CON CREMA DI LENTICCHIE E CHIPS DI PORRI

Ingredienti per due persone:

200 grammi di ravioli freschi con carne (io li ho presi in un buon pastificio, ah, se sapessi farli a mano…)

200 grammi di lenticchie

Soffritto

Mezzo porro

Olio extravergine di oliva

Sale

Come prima cosa, preparate le lenticchie. Se usate quelle secche, tenetele a bagno in acqua fredda per circa tre ore (o dalla notte prima). Scotatele eliminando quelle venute a galla. In una pentola dai bordi alti, fate rosolare il soffritto per qualche minuto e unite le lenticchie. Ricopritele con acqua o brodo e fate cuocere per circa 30-40 minuti.

Se invece usate le lenticchie già cotte, nel barattolo, basterà tenerle sul fuoco una decina di minuti, giusto il tempo per insaporirle.

Appena pronte, fatele raffreddare un po’ e poi frullatele, fino a ridurle in crema.

Per le chips di porro, tagliate il mezzo porro a striscioline sottili. Fate scaldare bene l’olio in una piccola padella e fate dorare il porro. Attenzione a non bruciarle o farle appassire troppo, ma le striscioline devono colorirsi e dorarsi, diventando quasi croccanti. Scolatele dall’olio e nell’attesa di usarle mettetele in un piatto su carta assorbente.

Ora fate bollire l’acqua per cuocere i ravioli. Una volta buttati, scolateli quando saranno venuti a galla.

Procedete con la preparazione del piatto: in una scodella, versate qualche cucchiaio della crema di lenticchie, distribuendola bene. La quantità la decidete voi, a me piace che sia abbondante, come a formare un letto per la pasta fresca. Adagiate dunque sopra i ravioli e decorate con le chips di porro. Una spolverata finale di prezzemolo tritato et voilà!