Ci sono anni che salutiamo volentieri, di cui aspettiamo la fine, che hanno (in)segnato ma che è bene lasciare andare. Ci sono anni complicati più di altri, più tosti di altri, più densi di altri, più impegnativi di altri. Più importanti di altri.
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Non sono più quella di ieri. Non so come sarò domani, ma posso dirti come sono oggi con i miei ieri. (Alda Merini) Non è facile scrivere l’ultimo post che chiude un anno, con tutto quello che (c’)è stato. Ma allo stesso tempo è facile, perchè io sono una gatta da raggomitoliamo, che coltiva riflessioni e…
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Può essere lungo e con varie curve, non sempre c’è una luce a guidarti, sai quando entri ma non quando esci: sto parlando del tunnel delle tazze, che può avere più km dell’Appennino ed essere profondo come un oceano.
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Fare marmellate mi rilassa. Mi piace sempre di più. Mi godo ogni fase, sin dalla scelta degli ingredienti. Perchè scegliere è importante: dall’unire, nasce il fondere; dal fondere, nasce la completezza; dalla completezza, nasce l’appagamento.
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Se le finestre sono occhi che sbirciano sul mondo, che siano appena schiusi e ancora un po’ assonnati oppure del tutto spalancati e affamati di visioni, le porte sono una bocca pronta ad aprirsi, per respirare. Rappresentano il mistero, la sorpresa, l’incognita. La possibilità.
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I libri sentono se gli vogliamo bene. Se conosciamo la storia di ognuno di loro e la strada che hanno fatto prima di abitare nella nostra casa. Ricordano se erano delicate le dita che li hanno toccati, attenti gli occhi che li hanno attraversati e morbide le punte delle matite che li hanno sottolineati.
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Con la macchina fotografica al collo sono a mio agio, come indossassi un vestito fatto su misura. Mi sento completa. E anche speciale, perchè possiedo un’arma magica, tipo un superpotere, che mi fa vedere altro-di più-meglio-oltre.
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A volte mi sembra di essere su un’altalena. Indietreggio, cercando di capire cosa è giusto tenere e cosa lasciare alle spalle. Poi punto i piedi, mi dò uno slancio e mi proietto in avanti, con la voglia di toccare il cielo e tutto ciò che desidero. L’attimo dopo rallento e mi ritraggo, ma solo…
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Se penso a quello che può rendermi felice, non scomodo cose impossibili o aspettative esagerate. Ho capito che bisogna mirare in alto restando almeno con un piede per terra. Attingere da ciò che si ha, guardarsi le mani, partire da lì. La serenità interiore indossa i jeans, non abiti eleganti. Non sale su aerei che…