I libri sentono se gli vogliamo bene. Se conosciamo la storia di ognuno di loro e la strada che hanno fatto prima di abitare nella nostra casa. Ricordano se erano delicate le dita che li hanno toccati, attenti gli occhi che li hanno attraversati e morbide le punte delle matite che li hanno sottolineati.
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Se non siete capaci di qualche stregoneria, è inutile che vi occupiate di cucina. (Sidonie Gabrielle Colette)
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Mi piace l’incedere di questo autunno: sa essere delicato. Bussa piano, con un “toc toc” lieve. Parla con un tono di voce pacato, come fosse seduto comodo e rilassato su un divano. Cammina senza accelerare il passo, non si preoccupa di arrivare in ritardo e sorride delle finestre ancora aperte.
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Il suono della parola “vacanza” è tra i più melodici in assoluto, perchè contiene le note profonde della lunga attesa e quelle più vivaci dell’euforia, come un brano che fa venire voglia di ballare a piedi nudi, lanciando in aria le scarpe e sciogliendosi i capelli.
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Qualche sera fa, al concerto di Francesco De Gregori sotto un cielo immobile di seta rosa, mentre ascoltavo “La leva calcistica della classe ’68” ho pensato che voglio fare come il dodicenne Nino, che mise il cuore dentro alle scarpe e corse più veloce del vento.
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Mi piace immaginare il mese di giugno come una chiave, di quelle un po’ antiche e robuste, in ferro battuto, con l’estremità ricamata: apre il portone dell’estate con un dolce cigolio, apre il cassetto delle emozioni sopite, apre il mobile dove abbiamo messo la scorta dei sorrisi tenuta da parte per i momenti più duri.
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IstintivaMente invertire la rotta di questi ultimi mesi e puntare da Nord a Sud. Vedere il paesaggio dal vetro di un treno, viverlo come fosse nuovo, non ricordarlo così bello. Scoprire che a volte viaggiare e improvvisare hanno tanto da raccontarsi. Ri-partire partendo da zero.
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“Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo” e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole”. (Charles Baudelaire featuring Manuela – Sweetie che me l’ha “prestata”!)
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A volte la tengo nascosta, altre volte la lascio andare libera. Mi accompagna negli anni e non sbiadisce, anzi si rafforza. E’ sempre con me, fa parte di me. Sto parlando di lei: della mia anima vintage.