MOTORE… CIAK, SI CUCINA!

Cucinando si può fare cinema. Non ci avevate mai pensato? Ogni ingrediente è un personaggio, con le sue storie e le sue sfumature. Ci sono tanti film dentro i nostri piatti, di diverso genere.

Ci sono i melodrammi, con unioni passionali, emozioni forti, contrasti. La fragola intinta nel cioccolato fondente liquido che l’avvolge, la rapisce. Il risotto al radicchio, la continua lotta tra il dolce e l’amaro. Il caffè e il mascarpone, che litigano prima di fondersi ma poi si sciolgono l’uno dentro l’altro.

Ci sono i thriller, con la loro suspance. Il soufflé la conosce bene, non sa mai fino all’ultimo se si gonfierà. Come la mousse, conoscerà solo tardi il suo destino, se diventerà “soda”, se l’albume tiene, oppure se morirà mentre la panna piange.

Ci sono i grandi classici, che non tramontano mai. La torta alle mele, la carbonara, il pesto, le tagliatelle al pomodoro, la crostata. Sono sempre lì, rassicuranti, non invecchiano né stancano mai.

Ci sono i film sperimentali, coraggiosi e un po’ strani. Il pecorino abbinato al pesce, la frutta nel salato, la birra che saluta l’hamburger e il boccale per andare dentro l’impasto di una torta, le spezie che sono curiose e bussano a tutte le porte, senza distinzioni.

Ci sono i film sentimentali, le grandi storie d’amore che fanno sognare. Quelle tra la mela e la cannella, tra i frutti di bosco e la panna, tra la mozzarella di bufala e il basilico, tra le zucchine e i gamberi, tra i semi di finocchio e la carne di maiale, tra la maionese e l’insalata russa, tra la mentuccia e il carciofo. A volte c’è anche qualche ménage à trois alla Jules e Jim perché, si sa, non tutti sono fedeli: la sanno lunga l’aglio, l’olio e il peperoncino ma anche la pancetta, l’uovo e il parmigiano per la carbonara, oppure la carne di manzo, la rucola e l’aceto balsamico per gli straccetti.

Ci sono i film indipendenti, cosiddetti “di nicchia”. Che conoscono in pochi o non piacciono a tutti. Spesso hanno pure nomi strani tipo quinoa o topinambur.

Poi ci sono le commedie, i film leggeri. Se fatti bene, si lasciano apprezzare. Le insalate, i frullati, il pesce al vapore, tutte le verdure. Hanno il pregio di essere versatili, non fanno sempre la stessa parte. Amano la fantasia.

Oggi il mio cinema proietta proprio questo: una commedia. Non rosa, ma verde. Abbiamo tutti bisogno di un po’ di leggerezza dopo i pranzi pasquali. Ma senza punirci con il riso lesso e scondito (quello sarebbe una fiction per la tv d’agosto). Il protagonista del nostro film d’evasione è un ciuffo di spinaci. L’elemento-sorpresa che arriva tra primo e secondo tempo è il curry. Infine, come co-protagonista c’è lei, la star del forno: la cocotte. Firma anche autografi, non se la tira.

SFORMATINI AGLI SPINACI E CURRY

Ingredienti per due persone

250 grammi di spinaci

Due uova

50 grammi di parmigiano grattuggiato

Curry in polvere

Sale

Olio extra vergine di oliva

Pangrattato

Burro

Preriscaldate il forno a 180°.

Lavate con cura gli spinaci. Lessateli in poca acqua leggermente salata e quando saranno appassiti scolateli, strizzandoli bene. Tritateli con un coltello oppure frullateli, unendo le uova, il parmigiano grattugiato, un cucchiaino di curry in polvere, un pizzico di sale, un cucchiaio di olio extra vergine di oliva. Amalgamate il tutto (se serve, mettere un goccio di latte per ammorbidire).

Prendete delle cocotte (per me immancabili!) oppure degli stampini in alluminio (in questo caso spennellateli con l’olio e spolverizzate con il pangrattato, per facilitare poi l’estrazione) e riempiteli con il composto. Per finire, cospargete la superficie con il pangrattato, un filo d’olio e qualche fiocchetto di burro.

Infornate per circa 20-25 minuti, ovviamente controllando la cottura.