A guardarlo bene, il cuore è come un forno: sempre pronto ad accendersi e a dare il suo meglio, quando è caldo. Caldissimo. Ci vuole il tempo necessario per prepararlo, ma poi avviene la magia: tutto ciò che vi viene posato dentro, diventa dorato. Acquista colore e sapore. Si sviluppa. Si trasforma.
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Io e l’estate sappiamo dove trovarci. E ritrovarci. Abbiamo un nostro luogo: ci diamo appuntamento sui polsi, tra le strade segnate dalle vene che si incrociano come traverse. Dove il sangue pulsa più forte e l’acqua porta refrigerio, soprattutto in questa stagione.
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È la stagione dei sorrisi anche senza un motivo, per me, la primavera. Disegnati sulle labbra da un sottile filo d’erba, che alza gli angoli della bocca e ne valorizza i contorni. Quei sorrisi che non si spiegano, non si razionalizzano, non si comandano: si vivono, si sentono, si ascoltano. Si proteggono, come una fiamma…
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Fili mai spezzati, scherzi del destino, capriole del tempo, scambi di binari che si uniscono sempre in un punto. Andate e ritorni, strade in cui non si dimentica come arrivare, portoni a cui bussare, corridoi profondi da attraversare.
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Una ricetta mai provata, di cui conosci alcuni sapori ma tutto il resto è inedito, perchè non sai cosa uscirà fuori dall’unione degli ingredienti già sperimentati con quelli nuovi: questo è per me il 2017. Indosso il grembiule e mi lego i capelli, pronta a mettermi all’opera.
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La continuità ci dà le radici; il cambiamento ci regala i rami, lasciando a noi la volontà di estenderli e di farli crescere fino a raggiungere nuove altezze. (Pauline R. Kezer)
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Io e l’autunno quest’anno ci capiamo come mai era successo prima. Ci scambiamo sorrisi d’intesa e sconfiniamo l’uno nell’altra, prendendo(ci) in prestito qualcosa.