Accarezzo la parola “ricominciare”. È piacevole, come una strada alberata. È lunga, si fa assaporare con calma. È piena, di polpa succosa. È musicale, la prima nota di una canzone che verrà. È il fermento, che (s)muove l’azione. È la presa di coscienza, quando diciamo si va. Quando sentiamo che ci va.
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Il bello del quotidiano, vissuto senza frenesia. La bellezza, che passa attraverso piccole – ma importanti – cose e buone abitudini, che diventano dei veri e propri rituali di bene(ssere). Personale, in primis. Ma anche da regalare, da offrire e da condividere.
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C’era un tavolo, tondo. Una luce soffusa. Una ciotola di plastica, gialla, un po’ rigata. C’era un sacchetto, di carta stropicciata. C’erano mani pazienti, che non avevano fretta. C’erano pomeriggi silenziosi o sere lente. C’erano gesti, precisi, sicuri. Come un rito, qualcosa che si sa e si torna a fare, in modo ripetuto ma non…
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A volte la vedo di spalle, seduta alla scrivania, con i capelli sciolti e il maglione celeste, intenta a scrivere su uno dei tanti diari, immersa nel suo mondo di parole e prime scoperte, da raccontare a se stessa fermando tutto sulla pagina.
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Sono parole da sfogliare, i petali dei fiori. Attaccati da un filo sottile, delicatissimo. Se sai accarezzarli, non cadono. Restano lì, come vite sospese, fragili, ma che non vogliono perdersi. Non del tutto. Non ancora.
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Siamo tutti un po’ pastasciutta, ognuno con il suo formato, le sue caratteristiche, le sue inclinazioni. State ridendo? Vi mostrerò quanto ancora una volta cibo e vita siano vicini… Quando i pensieri sono aggrovigliati come un nido di rondine, diventiamo dei fusilli. Contorti, ripiegati su noi stessi, giriamo a vuoto come viti da stringere o…
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Le giornate a volte mi sembrano una combinazione di incastri da trovare come quando mi incaponivo con il cubo di Rubik e restava fuori sempre la casella verde, oppure quando provavo a finire quei puzzle da 2000 pezzi con mia nonna che mi diceva “Inizia dai bordi, che è più facile”. Mi piaceva farli seduta…
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Tra le scatole che contengono i vecchi giochi, come il trenino di legno con il cordoncino un po’ consumato, la girandola dagli spicchi colorati, il labirinto in cui la pallina d’acciaio cadeva in buca puntualmente alla seconda curva, il piccolo videogioco in cui Snoopy giocava a tennis sull’albero. Tra gli scaffali più alti, impolverati,…
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La cucina non è solo una delle stanze della casa, è la nostra stanza. Ci passa tanta vita dentro. Ogni gesto rappresenta qualcosa. Ci rappresenta. Infarino stagioni, ognuna con la sua consistenza e la sua trama. Taglio domande, affetto contraddizioni, sminuzzo bilanci. Provando a non ferirmi. Lascio ad essiccare parole, affidandole al vento, facendole respirare.…
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Ho un rapporto sentimentale con ciò che mi piace.Non uso mediazioni, non ho mezze misure. Mi lascio andare. Mi affeziono. Mi affeziono agli oggetti. Soprattutto a quelli che non ci sono più, lontani nel tempo. Come la penna stilografica dall’inchiostro azzurro, il quaderno dove ricopiavo le frasi più belle dei libri che leggevo, lo zaino…