Io sono “una che fa le cose tanto”. Oh, sì. Fare le cose tanto. Quelle che piacciono. Non risparmiar(si). Non contare, non frenarsi. Non usare la bilancia per le dosi, regolarsi ad occhio. Anzi, a pancia. Dire ancora, volere ancora.
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Continuo a farlo, senza smettere: metto in fila parole sulle assi di legno, non importa che siano piegate o stropicciate, timide o spavalde, tremanti o coraggiose, dirette o metaforiche. Da gatta che ha ancora qualche vita da giocare tra le sette o le nove a sua disposizione, le parole sono la mia voce.