Accarezzo la parola “ricominciare”. È piacevole, come una strada alberata. È lunga, si fa assaporare con calma. È piena, di polpa succosa. È musicale, la prima nota di una canzone che verrà. È il fermento, che (s)muove l’azione. È la presa di coscienza, quando diciamo si va. Quando sentiamo che ci va.
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“… si chinò su quanto era rimasto della sua vita e riiniziò a prendersene cura, con l’incrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale” (Alessandro Baricco, Seta) Deve essere per questo se un giorno di qualche settimana fa, con l’arrivo dei pollini e delle rondini, ho dato uno sguardo al balcone…
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Il mio amore per i fiori è nato ai bordi del muretto del giardino di mia nonna, dove guardavo crescere i papaveri nel punto dove l’erba era più alta, accanto al pollaio. Mi sembravano buffi con quello stelo lungo tipo collo di giraffa e quei petali grandi rossi come una mano pronta ad aprirsi.…