A guardarlo bene, il cuore è come un forno: sempre pronto ad accendersi e a dare il suo meglio, quando è caldo. Caldissimo. Ci vuole il tempo necessario per prepararlo, ma poi avviene la magia: tutto ciò che vi viene posato dentro, diventa dorato. Acquista colore e sapore. Si sviluppa. Si trasforma.
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L’estate di agosto è grida all’aperto, voci che si (dis)perdono e vanno rincorse, come si rincorrono i palloni e gli ultimi raggi del sole, fino a tardi. Attraversano velocemente l’aria, quelle voci: le senti e l’attimo dopo già non le senti più, spinte un po’ più in là dal vento e dalla luce forte.
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Somigliano a un mondo da accarezzare, da prendere e da cingere con le mani, con quella bella e levigata sensazione di completezza e rotondità: penso (a) questo, mentre guardo le zucche che colorano i giorni di novembre e dal novembre assorbono l’arancione, trat-tenendo il suo calore.
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La vita, a volte, la vogliamo gustare come una macedonia: scegliamo i diversi tipi di frutta, secondo il momento e la stagione, uniamo più sapori e colori, tagliamo a pezzetti ciò che ci piace, decidendo grandezza e spessore, prendiamo una coppetta comoda per adagiare tutto e mescoliamo, per amalgamare e “legare” ogni cosa.
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Il calore dell’ottobrata romana sta splendendo e dall’estate ha ereditato le sfumature più dorate, come un passaggio di consegne che somiglia ad un regalo. Sta indossando il suo vestito migliore, sta mostrando il suo profilo buono. E ci sta dando il suo momento più magico: il vento ancora tiepido che arriva improvviso e risveglia le…
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“Ada sa che ci sono cose che, quando iniziano, fanno rumore. E quando sente quel rumore, si ferma e ascolta. Ascolta il rumore delle cose che iniziano. (…) … e, per distinguere le cose che finiscono da quelle che iniziano, aveva imparato a stare attenta. Aveva capito che le cose, quando finiscono, lo fanno in silenzio. Mentre…
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Abbiate cura di incontrare chi non sta nel mezzo. Cercate gli esseri estremi, i deliri, gli incanti. (Franco Arminio) Chi non sta nel mezzo. Chi (ti) sceglie. Chi sa essere forte e delicato insieme. Chi salta, anche nel vuoto. Chi vola, con o senza ali.
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Le cicatrici sono aperture attraverso le quali un essere entra nella solitudine dell’altro. (Frida Kahlo) Come fessure di una persiana, che fanno passare la luce e ridanno calore al legno. Come segni sul terreno, che tracciano un canale dove scorre l’acqua che fa placare la sete. Come impronte sulla neve alta e fresca, che scendono…
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È per rinascere che siamo nati. (Pablo Neruda) È strana la rinascita: all’inizio si muove piano, pianissimo, quasi a non sentirla. Lavora dietro le quinte, sotterranea, come una formica silenziosa che scava la sua tana. Si fa viva con piccoli colpi, a stimolare il piede per invitarlo a sollevarsi e fare un passo. E poi…
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La continuità ci dà le radici; il cambiamento ci regala i rami, lasciando a noi la volontà di estenderli e di farli crescere fino a raggiungere nuove altezze. (Pauline R. Kezer)