SI PUÒ IMMAGINARE CHE ABBIA NEVICATO ANCHE A ROMA?
Si può vivere il 1° dicembre un po’ come fosse il 1° gennaio?
Si può vedere un inizio dentro una fine? E si può essere felici di una fine, proprio perchè porta un inizio?
Si può sorridere quando manca l’ultima bracciata per compiere il giro di boa? E quando d’un tratto appare l’isola, mentre sei in nave e ti avvicini sempre più alla terra?
Si può guardare con occhi nuovi chi arriva per ultimo e ha mani forti per prendere via gli scatoloni degli 11 mesi che lo hanno preceduto? Si può aiutare, dandogli una spinta, insieme a panettoni e biscotti speziati per le necessarie calorie?
Si può cambiare approccio alle cose e a tutto quello che siamo abituati a vedere in un modo, ma può essere anche altro?
Si può fare pace con le feste che bussano, non facendosi trovare impreparati?
Si può aver voglia di mettere lucine ovunque, come a tracciare delle strade da seguire, decidendo luogo e direzione?
Si può giocare con il tempo, come fosse uno dei regali più preziosi sotto l’albero?
Si può dire che la libertà ha un sapore buonissimo?
Si può incontrare una farina, proprio quella farina, con quel colore e quel profumo, al momento giusto? Si può capire l’importanza e il valore di questo, afferrando il barattolo senza indecisione per farla tua? Si può pensare meno male che l’ho provata e che le ho dedicato attenzione?
Si può passare tutta una giornata con una torta speciale e vedere come le ore scivolano bene? Si può essere consapevoli che il Bello può part(or)ire da noi, dalla nostra mente, dalle nostre azioni e dal nostro forno? Si può osservare ciò che abbiamo fatto ed essere appagati?
Ci si può accostare con passo felpato al Natale, entrando pian piano nel mood, giorno per giorno?
Si può immaginare che abbia nevicato anche a Roma?
Si può creare un freddo caldo?
Si può scegliere – e sciogliere – il bianco?
Si può sentire così tanto un dolce?
La (mia) risposta a tutte queste domande è qui sotto.
TORTA DI RISO VENERE CON CREMA DI COCCO E VANIGLIA AL PROFUMO DI ANICE STELLATO (senza burro; con olio)
200 g di farina di riso venere
50 g di farina 0
2 uova
130 g di zucchero di canna
70 ml di olio delicato
125 ml di yogurt
Una bustina di lievito per dolci
Semi di vaniglia estratti dal baccello (a piacere)
Latte di cocco + zucchero + amido di mais (per la crema)
Cocco in scaglie (per decorare)
Zuccherini vari (per decorare)
Anice stellato (per decorare)
Preriscaldate il forno a 180° C.
Lavorate le uova con lo zucchero, fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungete l’olio e lo yogurt, mescolando bene. Unite le farine setacciate e il lievito, mescolate ancora e completate con i semi di vaniglia. Versate il composto nello stampo imburrato o ben oliato e fate cuocere per 40-50 minuti.
Per la crema al cocco: in un pentolino, mettete 1 o 2 cucchiaini di amido di mais e 1 cucchiaino di zucchero. Accendete il fuoco e versate il latte di cocco, un po’ alla volta, mescolando con una frusta finchè gli ingredienti saranno ben amalgamati e il composto avrà raggiunto la consistenza di una crema (tenete da parte un po’ di latte di cocco, da aggiungere se volete una consistenza più “morbida” e più liquida; così come potete aggiungere l’amido di mais, in caso, per solidificare di più). Per “rafforzare” il profumo di vaniglia, unite alla crema dei semi. Mettete anche l’anice stellato, lasciandolo in infusione per un po’, per aromatizzare.
Quando la torta sarà raffreddata, versate sulla superficie la crema di cocco (togliendo prima l’anice stellato, che nel frattempo avrà rilasciato il suo profumo). Decorate la torta con zuccherini, cocco in scaglie e/o anice stellato, o con tutto ciò che vi ispira, liberamente!
* La crema di cocco homemade è più sana, ma la trovate anche già pronta nei negozi biologici
** Io ho usato dell’olio extra vergine delicato, aromatizzato alla vaniglia, che ovviamente è perfetto! Potete farlo anche in casa: mettete 1 o due baccelli di vaniglia, leggermente aperti, in infusione nell’oliera.
*** Personalmente amo molto il sapore del riso nero e ho messo un’alta quantità di farina. Se volete diminuire la dose, potete ridurla a 180 g o a 150 g, aumentando la farina 0 di conseguenza
38 Comments
Anna
3 Dicembre 2017 at 20:07
…Sembra proprio sia nevicato, su quel tavolo di Roma!
Si può credere che su quella torta siano cadute due stelle.
Si può pensare che quel gatto stia scrutando l’infinito, cercando risposte che, chissà, solo il tempo saprà dare.
Si può vedere un nuovo inizio in ogni fine: una nuova strada da percorrere, e passi meno incerti verso la meta.
Si può regalare tempo, a se stessi prima ancora che agli altri.
Si può, e si deve, assaporare la libertà in ogni sua forma…
Si può arrivare qui, e farsi inondare dalla luce soffice della tua neve.
Entrare, e sentire sul cuore il manto delle tue parole.
Sedersi, sapendo di poter restare a fissare oltre il vetro del bistrot, mentre il profumo di buono si diffonde col calore del forno.
Si può andare e poi tornare, seguendo con lo sguardo le lucine che segnano il percorso: si accendono, ed è subito ritrovarsi…
Si può tutto ciò, ed anche allungare la mano per sentire sotto ad essa quel morbido bianco che scioglie la distanza…
Si può, se si vuole, se si prova a sognare…
Buona settimana, cara Francesca!
Anna
Francesca P.
3 Dicembre 2017 at 20:22
Sono due stelle profumate, profumatissime, quelle… due stelle che sono anche un po’ occhi e un po’ fiori, due stelle che credono nella bellezza di quel numero pari e nello stare accanto, delicatamente poggiate sulla neve e sul bianco, lì sul ciglio, pronte a fare un salto ma anche a godere della luce in pieno viso…
Ulisse controlla se la neve scende ancora, mentre il tempo viene scandito dal timer del forno e dal battito interno, come fossero gli unici “tic tac” da seguire… quelli importanti, quelli che contano, quelli che troppe volte forse non abbiamo ascoltato ma che adesso, liberi anche loro, diventano amici e complici del viaggio… un viaggio nuovo ad ogni km, perchè ogni km in più è una conquista… e km dopo km sta per arrivare il 2018, l’anno che porterà il “4”, che è il mio numero… un “4” che più inizio di così non può essere, con tutto il suo decennio davanti! Ma c’è ancora strada, fino ad allora… rinascite e torte continue, una produzione sempre intensissima… 🙂 E tu, vicina al filo di lucine…
Ro
4 Dicembre 2017 at 7:57
Alcune domande chiedono solo prepotentemente di essere fatte.
Non vogliono esser vezzeggiate né inseguite. Non cercano risposte. Non vogliono più infastidire.
Vogliono soltanto esistere.
Insinuare una consapevolezza, soggiogare la mente affinché accetti la loro presenza…
…il resto scivolerà come la neve pulita della comprensione, i fiocchi freschi dell’illuminazione e semplicemente… verrà da sé.
Un bacino, Franci.
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 19:02
Sei arrivata – sei tornata – come un regalo. Eppure, la lettera a Babbo Natale non l’ho ancora scritta! Secondo me è stato Ulisse ad averti avvisato che ti aspettavo… che ti ho sempre aspettata, in questi mesi. Le persone speciali sono come le lucine che ho messo in tanti punti della casa: non si spengono e illuminano la via. I gatti, però, sanno vedere anche al buio… e io vedo le tue parole, oggi. E sorrido, con rumorose fusa. Senza domande. Non ora, non qui. Solo un abbraccio, forte. Il resto verrà da sè, hai ragione. Questione di pazienza. E di tempi.
Ciao pallina di neve, caduta a sorpresa…
Ro
4 Dicembre 2017 at 19:21
Fortunate noi ad avere due piccoli batuffoli ad insegnarci di vita, virtù e amore.
Prendere esempio ci rende solo migliori…
…chissà, forse era semplicemente il momento giusto. Per entrambe. Di ritrovarsi…
:*
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:21
Sono felice abbia fatto tu “miao” alla porta, proprio ora, ma mi hai solo anticipato, sappilo… ti avevo vista passeggiare nel blog di Mary (l’Amica per me di questo 2017) e una zampetta era già a mezz’aria, sollevata, per cliccare nella posta su “nuovo messaggio”…
Chiara
4 Dicembre 2017 at 8:49
è da un po’ che non mi pongo tante domande,non so se sia perchè ho paura delle risposte che potrebbero darmi gli altri o perchè non ho voglia di ragionarci su per darle io quelle risposte, sarà pigrizia o fatalismo, non so….Lascio scorrere, scivolare,aspetto l’evolversi degli eventi….Bella questa torta e molto educato il tuo micetto, nessuna zampata ! Buona settimana, un bacio
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:04
Da giornalista, le domande sono il pane quotidiano… e in verità mi piacciono, forse perchè la mia natura felina curiosa mi porta a voler sapere, mentre quella psicologica a voler scavare… 😀 Ho imparato che a volte le risposte possono anche non esserci o restare sospese… magari si faranno trovare più avanti, perchè, come dice Baricco in una frase di qualche tempo fa, prima o poi “la vita risponde”… anche al nostro posto… tu, se vuoi, puoi metterti al posto di Ulisse per essere meno composta e assaggiare la torta… è lì apposta, a tentare! 🙂
Dina
4 Dicembre 2017 at 9:07
Lovely cake!
I wish to snow in Athens… but the temperature today is 18oC.
https://dinamighty.com/
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:11
We can dream it… 🙂
Hallo, Greece!
Manuela
4 Dicembre 2017 at 9:59
Sì, si può.
Come si possono immaginare le cose così forte fino a farle accadere, d’improvviso, come all’improvviso cade la neve.
E la neve benedice, purifica, ripulisce tutto, cuore compreso.
Che sia un buon primo dell’anno in anticipo Francy bella :*
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:15
La neve sa anche azzerare… col suo gelo e la sua purezza, si posa strato su strato, come pelle su pelle, disegnando un nuovo paesaggio… come se ci offrisse un foglio bianco da scrivere, su cui lasciare orme e tracce… e stivali e stilografiche a noi non mancano…
(“Io ti stringo le mani, rimani qui… cadrà la neve, a breve”… On air mettiamo questa, ok?)
Piccolalayla – Profumo di Sicilia
4 Dicembre 2017 at 10:08
Bellissima questa torta e chi avrebbe mai immaginato che dentro c’era del riso… Sono proprio cuoriosa di assaggiarla oltre di tuffarmici in quel bianco sopra …. come una bella nevicata! A presto LA
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:33
Se ami il riso nero, questa torta ti stupirà! La farina ha il suo stesso odore e sapore… io l’adoro, è la qualità di riso che preferisco! E dato che in versione salata lo preparo spesso con il latte di cocco, ho voluto rendere omaggio al felice abbinamento anche nel dolce… 🙂
roberta morasco
4 Dicembre 2017 at 11:10
‘Si può averne una fetta’ … o è già finita? 😀
Che bello venire a leggerti appena ho tempo.
Ciao Francy un abbraccio!
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:37
Robi, non solo ti servo una fetta ma ti faccio anche ri-nevicare appositamente… come una magia, come fossi il Mago Silvan, ahaha! 😀
Felice che venga qui, quando puoi… per quanto Instagram possa essere più “immediato” e permette di non perdersi mai di vista, non c’è paragone, per me, con la tranquillità, la calma e la “sostanza” dei blog…
Un abbraccio a te!
Emanuela
4 Dicembre 2017 at 13:21
La mia gattina dolce e soffice, morbida e bella come la neve che imbianca la natura..
Si può…. vedere una lucina anche se piccola.. un puntino minuscolo che in lontananza sembra neo, in realtà è pieno di luce..
Si può, Franci, cercare di trovare un altro modo di vedere, mettere altre lenti, cambiare gli occhiali.. oppure cambiare posto.. a volte basta solo spostarsi un pochino (anche se spesso non vediamo nemmeno quel pochino lì)..
Si può.. insistere fino allo sfinimento per fare e raggiungere un qualcosa che senti con tutta te stessa anche se gli altri non ti capiscono e quando ci riesci sei al settimo cielo…
Si può PROVARE a voler essere felici, a non farsi sprofondare dal peso .. di tutto…
IO CI VOGLIO PROVARE perché NON MI VOGLIO ACCONTENTARE di quello che ho fatto fin ora per poter stare bene.. io ci VOGLIO PROVARE A NON SPROFONDARE PIU’ (e sto piangendo mentre scrivo) CI VOGLIO PROVARE A NON SENTIRE LO SCRICCHIOLIO CHE MI RIPORTA (RICORDA) INDIETRO …. VOGLIO VEDERLO QUESTO INIZIO E LO VOGLIO VEDERE OGNI VOLTA CHE E’ LA FINE…
SI.. Franci.. si può… vedere tutto il bello che ci sta attorno.. trovarlo..andarselo a cercare con tenacia e poi quando vacilli ricordarselo….e sentirlo forte..forte…
GRAZIE FRA.. grazie davvero per questo regalo di Natale..
Si può fare …
Manu
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:47
Si può, si vuole e si deve provare… e riprovare, cara Manu, con pazienza, tenacia, forza! Alla parola “esistere” possiamo mettere davanti una bella “r” e un’accogliente parentesi, così diventa (r)esistere e il significato è doppio… e ancora più importante! Non sprofonderai e non tornerai più indietro, te lo assicuro… perchè di saltelli ne hai fatti tanti e hai accumulato distanza da quel passato, da quella te… anzi, hai macinato distanza come fosse caffè o riso che diventa farina, ecco! Al massimo sarà un voltarti e un guardare cosa avevi alle spalle, ma giusto per ricordarti cosa era (ed eri) e continuare dritta nella tua direzione… se ti servono fili di lucine, io ne ho tanti, sempre di più… quest’anno sono spuntati in casa come funghetti, ahaha! 😀 Mi piace vedere tutti quei puntini luminosi, mentre sono al buio… come tracciano una via e come la indicano… ci sono millemila inizi nella nostra vita, tutti quelli che sentiamo di volere… e ogni inizio è un regalo che facciamo a noi stesse… e non solo per Natale…
Si può fare, si può fare.
Si – può – fare.
Elena
4 Dicembre 2017 at 14:06
Si può, si si può ma bisogna essere disposti a gioire, piangere, ridere e sbuffare, aprire l’ombrello o lasciarsi toccare dai fiocchi, usare l’ascensore per i pacchi o farlo scendendo o salendo le scale, tutto si può se noi siamo disposti a farlo.
e si può rimanere incantati davanti a una torta ricoperta di neve, si può, si può…. Baci
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:52
Bentrovata, Ely! Non si ottiene nulla senza forza di volontà, senza crederci, senza coraggio… ma quando qualcosa si desidera davvero e tutto si sente da dentro, siamo capaci di grandi cose, questo sì che è chiaro, che non è un dubbio e che non resta una domanda senza risposta… 🙂 E se ha nevicato a Roma, sopra al mio tavolo, a un passo da Ulisse… significa che le magie possono accadere! 🙂
Catia
4 Dicembre 2017 at 14:46
La tua torta é struggente❤️
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:54
Se “struggente” significa che fa emozionare, allora mi fa molto piacere! 😀
Angela
4 Dicembre 2017 at 15:00
Sì
Sì è la risposta a tutte le domande.
Sì assolutamente sì, a tutte le cose belle che descrivi e che si intravedono solamente. Sì per la tua torta speciale, una deliziosa coccola che mi incuriosisce tanto per gli ingredienti usati e per il risultato finale.
Decisamente sì a te, cara Francesca.
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 20:58
Mi piace il suono del “sì”, la “s” che si pronuncia decisa e quell’accento sulla “i”, a rafforzare… è il suono delle possibilità, del “lasciapassare”, dei limiti che si sciolgono come il bianco, della barriera che si abbassa…
Grazie del bel commento, Angela… se ami il sapore del riso nero, la farina non deluderà le tue aspettative! Se provi la torta, mi raccomando, fai nevicare generosamente in superficie… 😉
Silvia
4 Dicembre 2017 at 18:21
Si può, si potrebbe, però io non ci riesco…non ci riesco proprio. Si dice che se ti manca qualcosa quel qualcosa viene fuori proprio sotto Natale e non c’é verso di farle cambiare idea, quella cosa bussa più forte e più forte ancora. Però io una gioia ce l’ho, perché tra pochi giorni ci conosceremo davvero e allora so che la nevicata della tua torta soffierá un po’ anche qui da me, e visto che amo la neve ne sono soltanto felice!! Questa torta è qualcosa di godurioso, e visto che qui c’é bisogno di dolce, prendo una fettina, posso?? Resto ad ascoltare l’idea della neve, forse è quello che in bisogna perdere, metaforicamente!! Un abbraccio
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 21:06
Silvietta, direi di rimandare anche questo discorso quando saremo occhi negli occhi… certo, non so se una tazza sola di tè e un pomeriggio basteranno per tutte le cose di cui dobbiamo parlare, ma faremo del nostro meglio… 🙂 Con le feste non ho mai avuto un buon rapporto, ma quest’anno vorrei raddrizzare il tiro e pareggiare qualche conto… concedermi un weekend fuori a dicembre, facendo quello che mi sento e vedendo persone che voglio incontrare o ri-incontrare, intanto, è già un passo! Posso portare un po’ di neve in valigia… attrezzati anche tu con il cocco, così rafforziamo la dose, ahaha! 😀
A prestissimo!
zia consu
4 Dicembre 2017 at 20:36
Direi che la tua risposta è stata più che esaustiva 🙂 Non ho mai provato la farina di riso nero e non sai come tu mi abbia incuriosita..già immagino un bel pane bicolor per le mie colazioni 😛 e chissà che profumo! Ricordo che in cottura il riso nero ha un odore strepitoso e questa torta deve essere unica!
Bravissima Franci e felice inizio settimana <3
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 21:10
Se già mi piaceva parlare con le immagini, adesso le userò anche come risposte, al posto delle parole… 🙂
La farina di riso non può mancare nella tua collezione, la marca Gli Aironi la vende, puoi cercarla! Sono certa che il pane verrebbe buonissimo, perchè il profumo è proprio quello che ha il riso… prossimi esperimenti in agenda, crepes e tagliatelle, o magari dei pizzoccheri “alternativi”… 🙂 Spero riuscirai ad usarla quanto prima anche tu…
Grazie mille, un abbraccio!
Anna
4 Dicembre 2017 at 21:07
Direi che si può!!
Che meraviglia, non ho mai visto la farina di riso venere, ma questa torta mi chiama e mi ci tufferei dentro! Adoro l’anice stellato (anche da fotografare, ahahha) e sicuramente aggiunge un tocco in più a questa delizia!
Bravissima, come sempre!
Francesca P.
4 Dicembre 2017 at 21:16
Anna, l’ho cercata a lungo questa farina… alla fine sono riuscita a trovarla e mi è apparsa all’improvviso, come accade con le cose belle! Sono stata parecchio indecisa su come usarla, ma poi sono stati la neve e il freddo arrivato di colpo a Roma a suggerirmi l’idea più adatta… 🙂 Fai nevicare anche in Sardegna, che dici? 😀
Serena
5 Dicembre 2017 at 0:30
Tante risposte in questa torta soddisferà le aspettative e consolerà le delusioni ma è talmente bella che è un peccato mangiarla e poi… la neve va bene sulla torta ma non su Roma
Francesca P.
5 Dicembre 2017 at 15:37
Serena, dici no alla neve nella capitale? A me invece piacerebbe, anche solo una giornata, o qualche ora… giusto il tempo di qualche foto, di qualche palla lanciata, di qualche emozione come quando eravamo bambine… 🙂
saltandoinpadella
5 Dicembre 2017 at 6:25
Si può rimanere piacevolmente senza parole davanti a una torta che ti fa sentire come una bimba davanti a una cosa deliziosamente inaspettata e quasi sorprendente?
Non ho mai visto la farina di riso nero e ammetto di essere rimasta davvero sorpresa nel vedere che non c’è cacao in questa torta. Sorprendente il colore scuro che regala questa farina
Francesca P.
5 Dicembre 2017 at 15:40
Sai che ho provato la stessa sensazione, mentre decoravo la torta e poi l’ho guardata e riguardata? Il manto bianco mi ha ricordato i “tuffi” nella neve che facevo con i Moon Boot ai piedi, erano così goffi ma così comodi! E ho pensato anche a quanto mi piaccia toccarla, la neve… metterci un dito dentro e sentire quel gelo, per un attimo… ora che ho fatto le foto, posso intingere il dito nella glassa simulando il gesto… ti unisci? 😛
Se trovi questa farina, non fartela sfuggire! Merita davvero di essere scoperta…
m4ry
5 Dicembre 2017 at 10:15
Direi di sì…che si può fare tutto! La fantasia non ci manca, ma nemmeno la forza. Quindi sì, facciamo pace con tutto e via…avanti e andare. Quest’anno sta finendo, manca davvero pochissimo ormai…l’oroscopo per il 2017 non ci ha preso granché e francamente non so se perderò tempo a leggere quello per il 2018. Tanto la vita ce la facciamo noi, giorno per giorno…quindi fai spazio alla neve, alle lucine, alle feste, ai biscotti e a tutto quel che ti va e fanculo al resto! Bellissima questa torta Fra…e ho la sensazione che sia pure buonissima! Ti abbraccio <3
Francesca P.
5 Dicembre 2017 at 15:50
Amica, se intitolassi l’ultimo post del 2017 proprio così, “fanculo al resto”? Di certo non mi mancherebbe l’ispirazione e saprei bene cosa scrivere, ahaha!
Hai ragione tu, la forza non ci manca e mi sembra che lo abbiamo dimostrato… alla fine, prima di salutarlo definitivamente, stringeremo la mano a questo 2017 e lo ringrazieremo persino, perchè senza di lui non avremmo capito tante cose, non ci saremmo stupite per cosa siamo in grado di fare (ed essere) e forse non ci saremmo neanche unite così tanto… vuoi vedere che, sotto sotto, lo amiamo pure un po? 🙂
Questa torta te l’ho raccontata in diretta, sai quanto ci tengo… e vedi, aspettare che il sole torni fuori è il segreto…
ipasticciditerry
5 Dicembre 2017 at 13:37
Quante domande amica … sai devo dirti che, con l’avanzare dell’età, te ne fai sempre meno di domande. Da giovane mi arrovellavo, pensando e domandando, stupendomi e arrabbiandomi … poi cresci e capisci che la vita va vissuta così, come viene, senza fargli tante domande ma godendo dell’attimo e del momento. Amplificando i momenti che ti fanno stare bene e voltando le spalle ai dolori o alle cose meno piacevoli. Forse è una sorta di egoismo che ti insegna a volerti più bene, a fare attenzione d più alla tua serenità. Perchè è proprio vero che quando sei sereno, vivi tutto con più leggerezza, sei più positivo e riesci a stare vicino e a far sentire meglio anche i tuoi cari. Riesci sempre a trovare le parole giuste per far passare la luna o una giornata storta alle persone che ti circondano. Porti conforto, sorrisi e gioia e questo stato fa stare bene anche tutti gli altri che ti circondano. Io sono arrivata a questo punto della mia vita. Amo tutto quello che mi circonda. Quello che non mi piace non lo registro nemmeno con gli occhi e con la mente … perciò non può farmi male. A volte mi stupisco anche io di quella che sono diventata. Verso i trenta anni, mi chiamavano miss ansia, figurati che lavoro ho dovuto fare sulla mia persona. Ho imparato a volermi bene, ad accettarmi per quella che sono, a sorridere sempre al prossimo. Sai che sorriso chiama sorriso? Prova. Fai una prova quando giri per strada o al supermercato … Allora lasciamolo passare questo anno, lasciamo che dicembre se lo porti via e apra le porte al nuovo anno. Sperando porti con se’ tante cose buone… e qui mi fermo, altrimenti davvero ti lascio un romanzo. Molto curiosa la tua torta, con la farina di riso nero … si potrebbe anche tritare fino fino il riso stesso per ottenerla, giusto? Davvero sarei curiosa di assaggiarla. Ti mando un abbraccio stretto stretto e una carezza a chi sai tu ♥
Francesca P.
5 Dicembre 2017 at 23:43
A me le domande piacciono, mi sono simpatiche… anche quando sono un po’ scomode, perchè le trovo stimolanti, invitano alla riflessione e solleticano anche la curiosità! Ma forse parlo anche per deformazione professionale, ci vivo immersa… 🙂 Quello che mi dici, comunque, lo condivido… crescendo, dopo aver superato alcune tappe di vita, è vero che si sa godere meglio la serenità, che si fa pace con alcune cose e con alcuni punti interrogativi, che si capisce sempre di più l’importanza delle piccole grandi gioie e che si dà molto più valore ai sorrisi, come si fosse meno “arrabbiati” con gli altri, con il mondo e anche con noi stesse… è un percorso di maturità e crescita, graduale… alla soglia dei 40, so che ancora ho tanta strada da fare, ma sono fiera comunque di tutti i passi compiuti, anche in tal senso… questo 2017 è stato un bel maestro, quanti insegnamenti…
La farina di riso, sì, puoi ottenerla proprio come hai scritto: con un mixer che funziona bene, puoi crearla e decidere tu la “grana”, se vuoi una polvere più o meno sottile… il sapore e il profumo sono quelli del riso venere, uguali uguali… spero di vedere presto un pane tra le tue pagine, o una torta da credenza per la colazione… anche Tarallino vuole assaggiare! 🙂