UNA STORIA IN FIORE
Il tentativo gentile di crescere, il desiderio garbato di esistere dei fiori, la mia quasi estasi a esistere fra loro. (Allen Ginsberg)
È un post molto profumato, questo. Racconta di una storia in fieri e di una storia in fiore. Di lettere che giocano, si (s)cambiano posto, vogliono assaggiare com’è. Di petali in ascolto, che captano ogni movimento del vento e ogni giro del sole, affamati di aria. Di colori che vogliono essere pieni, non più timidi, che siano forti o tenui, ma comunque decisi. E consapevoli.
Racconta di tutta la forza della delicatezza. Quel lasciare un segno, profondo, con quella forza lì. Come il parlare a bassa voce, mentre si ci si accarezza, o ci si sfiora appena. E nel brivido che si ha, c’è la grande e disarmante forza delle cose piccole e fragili, quelle da trattare con cura e rispetto. Che se le maneggi bene, possono liberare tutta la loro potenza. E incantar-ti.
Racconta di passioni che ci sono sempre state, ma oggi ancora di più. Di richiami, di scie, di foglie lucide, di slanci, di corolle che sembrano grammofoni, di contorni nitidi, di forme sinuose.
Racconta di cosa si prova ad aprire tutti i petali, uno dopo l’altro, assecondando l’irrefrenabile impulso di lasciarsi andare e sbocciare. Perchè è arrivata la stagione. Perchè è giusto farlo. Perchè è naturale farlo. Perchè è bellissimo farlo. Perchè si ha voglia di farlo.
Racconta di semplicità, di quando basta un solo colore e c’è tutto, non serve altro. Di vicinanza, di completezza, di esplosioni libere, di curiosità a sporgersi – e tendersi – oltre.
Racconta poi della purezza che incontra la sensualità e della carnosità che si unisce alla grazia. Di respiri vivi, di sfumature da cogliere, di seduzione e femminilità. Perchè alcuni fiori sono più Donna di altri e basta vederli, o toccarli, per capirlo…
E ancora, racconta di serenità, di quieto benessere, di contrasti meno accentuati e dita leggere. Di quando intorno c’è silenzio e tutto sembra un po’ sospeso, ma c’è la luce a (sor)reggere e quindi va bene così…
Non vi lascio una ricetta, ma questi bocconi di primavera e queste foto, che mi hanno comunque nutrito.
E la storia in fieri e in fiore non è finita qui. Prosegue la prossima settimana, quando il bianco cederà il passo allo sfondo scuro – ormai lo sapete quanto amo cambiare e diversificare! – e arriveranno loro, le rose.
Questa l’anteprima…
41 Comments
Anna
23 Aprile 2017 at 19:41
Leggo il post dal minuscolo schermo del cellulare. Il mio dito vive di vita propria, e continua a scorrere su e giù, e poi di nuovo su e giù. Fortemente indeciso, non sa dove piazzarsi… Non sa se sia meglio fermare lo sguardo su uno qualsiasi di questi fiori, e analizzarli-scrutarli-metter loro parole in bocca, o se, invece, leggere e rileggere le tue, di parole…
Sono estremamente, e sinceramente, in difficoltà, e poco importa che non ci sia la ricetta. Poco importa per me, intendo.
Poi questa è la tua casa, ed è giusto sia plasmata da te.
Niente ricetta? Beh, c’è altro (tanto altro) da guardare e leggere e ascoltare e annusare e sognare e sperare.
Ad esempio, con il mio ditino multiuso sottolineo “lasciarsi andare a sbocciare”… Perché è giusto e naturale e bellissimo farlo. Quante vere, queste parole? Capirlo una conquista!
Perché ogni petalo che si schiude, in fondo, è come una mano che si apre…
Detto ciò, detto tutto…
Siamo in fieri, noi, siamo sempre (in) fieri.
Siamo come fiori, noi, che li guardi e capisci che li devi proteggere…
Buona settimana, Francesca, mi sei mancata!
Anna
Francesca P.
23 Aprile 2017 at 20:49
Puoi tornare qui quando vuoi ad annusare fiori e parole… ho lasciato a mia volta dei petali, come una strada profumata per farmi ri-trovare! 🙂
Forse ci saranno ancora post senza ricetta, ma con foto… voglio improvvisare, vedere quale istinto prevale, avere libertà di azione anche in questo… come una danza in cui sono io a mettere le canzoni nel jube box! E oggi mi sentivo così… volevo dare spazio e aria solo a loro, a questi fiori che parlano da soli, se li si osserva bene… come tu hai osservato bene una frase importante, a cui tengo anch’io! Le conquiste sono quotidiane, la partita si gioca giorno per giorno… e forse è infinita… ma è bello così, che lo sbocciare, il migliorarsi, il modellarsi e l’imparare siano pieni di continue risorse!
In fieri… e fiere. Ecco.
m4ry
23 Aprile 2017 at 20:11
E’ che ad un certo punto bisogna tendersi oltre…dico bene?
Ho respirato luce, bellezza, colori e profumi in questo post e anche parole che sanno accarezzare, ecco. Che mi fanno vedere oltre…o che perlomeno, mi aiutano a farlo.
Ciao amica 😉
Francesca P.
23 Aprile 2017 at 20:54
Dici benissimo… guardali, quei fiorellini lilla, come vogliono vedere al di là del vaso, come occhi curiosi, che non si fermano al punto in cui sono, perchè quanta strada nuova c’è davanti, appena superato il bordo/confine… ci siamo capite, noi due, amica! 🙂
silvia
23 Aprile 2017 at 20:48
Sto respirando tantissima bellezza! Quando arrivo qui è sempre così, non c’è altro da dire! Si percepiscono tante cose in questo post, la femminilità di alcuni fiori, ha preso il posto delle timide margherite, perchè a volte è il momento giusto di sbocciare sul serio! tendersi oltre è allungare le braccia al nuovo, esserci, volerlo, lasciarsi andare…che la paura stavolta se ne starà buona in disparte, lasciando lo spazio alla curiosità e al coraggio! Le foto sono splendide, una più bella dell’altra, mi è piaciuta moltissimo quella del “cogliere” questo momento sbirciando da dietro la tenda, si percepisce, ma non si vede tutto…bellissimo! Io aspetto di leggerti ancora e curiosa di vedere le tue sperimentazioni con le foto scure! Io avrò sempre una predilezione per le tue a tono bianco, ma provare ad andare oltre è la via giusta! un abbraccio di cuore Franci
Francesca P.
23 Aprile 2017 at 21:06
Silvia, ci tenevo molto a pubblicare queste foto, perchè sono settimane che mi circondo di fiori… in balcone, in casa, per strada, ovunque posso! Come un’attrazione in crescendo, un richiamo che mi porta lì… a contemplare un Bello mai scontato, che ha sempre un volto diverso da mostrare!
Amo la foto del vaso di petunie oltre la finestra… è la mia preferita, tra tutte! Ricordo bene quando mi sono accorta dell’onda che aveva formato la tenda e di quell’attimo in cui la scena si è svelata… ci ho visto una rinascita che aspettava solo di essere (rac)colta, un segno di Vita color fucsia che va osservato con garbo, quasi di nascosto, per non disturbare…
Ci vediamo la prossima settimana, con il vestito da sera, ahaha! Le rose rendono meglio, se “vestite” in quel modo, spiccano di più… come una luce che illumina la notte!
ps: ho fotografato anche le margherite, prima o poi appariranno anche loro! 😉
Ileana
23 Aprile 2017 at 21:41
Ho letto le tue parole da me proprio mentre arrivavo qui e, senza saperlo, mi hai regalato tutto quello di cui ho bisogno oggi.
Parole che si intrecciano e che fanno riflettere. Settimana dopo settimana mi ritrovo qui a leggerti, a conoscere un pezzetto in più di te e di me.
“Racconta di tutta la forza della delicatezza. Quel lasciare un segno, profondo, con quella forza lì. Come il parlare a bassa voce, mentre si ci si accarezza, o ci si sfiora appena. E nel brivido che si ha, c’è la grande e disarmante forza delle cose piccole e fragili, quelle da trattare con cura e rispetto. Che se le maneggi bene, possono liberare tutta la loro potenza. E incantar-ti.”
….e poi c’è quel sbocciare e lasciarsi andare, c’è quel lasciarsi andare che non è mai come ti aspetti, perché ti apri e poi fai un passo indietro, altre invece ti apri e spalanchi le braccia e corri incontro alla vita.
Le emozioni sono così tante che a volte vorrei sedermi a mettere un po’ di ordine…
Nel frattempo rimango qui a respirare questa luce insieme a te e immagino già le rose che troverò qui domenica…:*
Stasera le parole scivolano senza una logica precisa, ma so che tu saprai cogliere qualcosa in più. 🙂
Francesca P.
23 Aprile 2017 at 23:00
A proposito di lasciarti andare, Ile, sai che adoro quando lo fai qui! Ho colto, stanne certa… e tu anche lo hai fatto, perchè sei andata ad estrapolare i punti salienti anche per me, le parole chiave scritte non solo in questo post, ma interiormente, in questo periodo di scenari personali in evoluzione… sì, è vero, a volte si fanno passi indietro ma se accade si vede che era necessario, che avevamo bisogno di più tempo, di maggiore riflessione, di comprendere se proseguire o abbandonare quella strada… mettere ordine non è semplice, concordo anche in questo, ma è un tipo di caos positivo, un caos vitale e creativo! Vedrai, dopo aver seminato ci sarà parecchio da raccogliere… e già sta accadendo, no? 😉
Chiara
23 Aprile 2017 at 23:42
il tuo è un blog profumato…profumi di cucina e di cose buone che allietano lo stomaco e profumi di fiori che allietano il cuore,è sempre bello passare a salutarti, esco con l’animo più lieve, un abbraccio
Francesca P.
24 Aprile 2017 at 10:08
Chiara, conservo le tue parole e le innaffio come faccio con piante e fiori… grazie mille! Ci sono cose capaci di alleggerire e sono la prima a cercarle… e se le regalo, beh, doppio piacere! 🙂
Un abbraccio a te!
sandra
24 Aprile 2017 at 13:20
come passare attraverso lo schermo del pc…. i tuoi fiori mi sono arrivati tutti con profumi, colori, emozioni!
Francesca P.
25 Aprile 2017 at 11:15
Sandra, è bello comunicare e trasmettere… e vedere che dall’altra parte c’è chi raccoglie così tanto, come te… le ispirazioni sono reciproche e non solo artistiche, hanno a che fare con il “sentire”… 😉
ipasticciditerry
24 Aprile 2017 at 16:17
Quanta luce, quanti colori, quanta delicazza, quanta bellezza … adoro i fiori e tu oggi mi hai deliziato la giornata. Qui da noi il grigio la fa da padrone, dopo una settimana di sole ma di freddo gelido, per la stagione in cui siamo. I caloriferi ormai sono spenti ma abbiamo dovuto tirar fuori di nuovo piumini e sciarpe. Come ti dicevo, oggi è tutto grigio ed è prevista pioggia fino a fine settimana. Quindi capisci che boccata di primavera respiro qui, da te. Adoro i fiori, una volta cercavo sempre di non farmeli mancare in casa ma recisi durano poco e mi dispiaceva vederli sfiorire così velocemente. I fiori, così belli e delicati … come dici tu, il fiore è donna … apparentemente delicato ma forte, per resistere al vento e all’aria, così come le donne resistono ai dolori e al tempo che passa. Buona settimana amica bella, domani è di nuovo festa, perciò buona festa della liberazione. Domani il mio blog compie 5 anni … strano come abbia scelto di aprirlo proprio il giorno della liberazione, non ci avevo mai pensato a questa coincidenza. Un bacio a te e una carezza a chi sai tu
Francesca P.
25 Aprile 2017 at 11:21
Terry, il freddo è tornato anche a Roma per un po’ ma il sole non è andato via… sembra proprio deciso a non soccombere, come a dire “ora tocca a me, nulla mi ferma o mi sposta”! Pazienza, quindi, se ho dovuto indossare ancora un maglione pesante, a me basta ci sia questa luce, è come una benzina interiore! Se dalle tue parti continua il maltempo, tu vieni qui… scegli il tuo fiore o la tua pianta, viso che guarda la finestra e… mettiti stesa sul tavolo come Ulisse, ahaha! 🙂
Vengo presto a festeggiare la ricorrenza sul tuo blog, se hai scelto di debuttare il 25 aprile significa che sapevi che avrebbe “liberato” una parte nuova di te, tutta tua! La data mi piace e averla scelta in modo consapevole rende ancora più l’idea… è stato qualcosa di istintivo e spesso l’istinto porta bene! I gatti insegnano… 😉
Alberto
24 Aprile 2017 at 17:12
Fiori, curioso parallelismo con la vita di un essere umano. Ognuno diverso, ognuno con i suoi colori, ognuno con un suo profumo, ognuno con una sua unicità ed una sua bellezza.
Bianco e nero i due (non) colori senza i quali tutto perderebbe di tono, di significato. Entrambi opposti, ma entrambi complementari e fondamentali per dar luogo alla scala di grigi, elementi con i quali una fotografia acquisisce vita, acquisisce volume. Il mix sapiente di queste gradazioni sa far emergere l’unicità, il tratto distintivo, di una persona. A me piace chiamarlo chiaroscuro, senza luci e ombre tutto perderebbe di significato. In fin dei conti la vita è così, una meravigliosa mescolanza di tanti (non) colori.
Francesca P.
25 Aprile 2017 at 11:29
Alberto, come prima cosa, benvenuto su questi schermi! 😉
Come hai notato, amo vedere la realtà attraverso parallelismi e metafore, c’è sempre un legame tra le cose… continui rimandi e segni in comune, che è anche divertente trovare! Come quando mettiamo l’occhio nel mirino della macchina fotografica, si apre un mondo del tutto “alternativo” e il talento è saper cogliere oltre il visibile, l’ovvio e lo scontato… bianco e nero, luce ed ombra, contorni a fuoco e sfocati, un gioco e un mix di opposti… non siamo questo, noi? E’ l’insieme che (ci) forma, con quei colori che abbiamo dentro, che aspettano solo di essere valorizzati e di brillare… un po’ come le case veneziane e di Burano, che presto tornerò a immortalare! 😉
Monica
24 Aprile 2017 at 17:38
Quanto mi piace venire qui a perdermi nelle tue foto. Quel candore che racconta, pieno di vita e di necessità, carico di quella voglia di spingersi oltre, si assorbire tutta quanta la luce che riesce a prendere.
A volte non si ha bisogno di una ricetta di dico, ma di una ricetta di vita, catturare quegli attimi, quelle emozioni e stringerle forte, così che ci facciano crescere e andare avanti.
E poi l’equilibrio, i colori, quegli ambienti che sono solo tuoi e ti rispecchiano..che respiro!
Un bacione
Francesca P.
25 Aprile 2017 at 11:37
Monica, sei sempre gentilissima… hai capito quanto conta per me catturare quel candore, perchè rappresenta la parte serena di noi! Potremmo parlare ore della ricerca della luce sia intorno a noi, sia dentro di noi… è un argomento così ampio e complesso, ma anche affascinante! Scopriamo sempre cose nuove, attraverso tempo ed esperienze… mi piace pensare che siamo fiori che possono sbocciare anche 100 volte, che si chiudono e poi si ri-aprono e che non dimenticano mai quanto è bello ri-affacciarsi sul mondo e ricominciare un ciclo di vita! Vale anche per le stelle alpine… tu le hai mai viste, abitando a Cortina? 🙂
saltandoinpadella
24 Aprile 2017 at 17:59
Non sai quanto mi abbia ristorato questo tuo post. Nel vero senso più profondo della parola. Questi colori meravigliosi mi hanno incantato l’anima, poi la leggerezza e la dolcezza di questi boccioli, il tocco lieve della luce che li sfiora delicatamente. E il tuo principe che si gode beato il sole e la brezza mi ha fatto sorridere affettuosamente. Mi sarebbe proprio piaciuto potergli dare una grattatina leggera e vedere i suoi occhi socchiudersi soddisfatti, come solo un gatto sa fare 😉
Francesca P.
25 Aprile 2017 at 11:42
Elena, ne sono felice! Mi ero chiesta se pubblicare una ricetta, ma poi ho visto che i fiori avevano già detto tutto e dovevano essere i protagonisti di questo post, che vuole essere un omaggio ad ogni tipo di rinascita! Spazio a loro, dunque… al loro linguaggio e alle loro sfumature, a quel tepore che filtra e al profumo di cose belle ritrovate. E a quel gattone che adora mettersi lì, ogni mattina, sul ranner, di fronte alla finestra, inconsapevole di regalare tanta pace… 🙂
MARI
25 Aprile 2017 at 16:36
quanti colori e che luce!
che fortuna avere in sole in casa! 😉
Francesca P.
26 Aprile 2017 at 17:21
Il sole arriva in salotto e cucina la mattina, è il momento che più amo e più aspetto… e non sono la sola, come vedi! 😉
Alice
26 Aprile 2017 at 7:41
Ma che meraviglia di fiori! E di parole… Un tuffo nella primavera e nella luce. Bellissimo!
Francesca P.
26 Aprile 2017 at 17:22
Grazie, Alice! Voglio celebrare la primavera più che mai, quest’anno… la sento in modo particolare e la omaggio come posso! 🙂
zia consu
26 Aprile 2017 at 22:11
Quanta passione celata e svelata in questo post…un vero risveglio dei sensi oltre che della natura 🙂
Si aggiorniamo con i tuoi esperimenti la prossima settimana..a presto 😘
Francesca P.
27 Aprile 2017 at 10:36
Beh, credo sia tutto collegato… si sente proprio l’aria diversa e tutta la voglia di ri-fiorire! E anche la passione va innaffiata come le piante, no? 🙂
A presto, per una nuova storia di petali…
Mile
27 Aprile 2017 at 14:49
E oggi che sole non c’è guardare le tue foto, leggere le tue parole, regala una carezza calda…
Francesca P.
28 Aprile 2017 at 11:27
Ecco, hai centrato il perchè amo realizzare e pubblicare questi post: il sole va protetto, catturato e conservato, per quando non c’è… così possiamo averlo quando vogliamo, come se esistesse un altro cielo, oltre a quello che vediamo sopra la testa, in quel momento!
🙂
Laura e Sara Pancetta Bistrot
27 Aprile 2017 at 17:28
Quando ho bisogno di sentirmi bene, anche solo per pochi minuti, ci sono posti in cui so che posso andare a colpo sicuro. Così mi ritrovo qui da te, dove tutto è così delicato, senza spigoli, accogliente e pieno di luce e di grazia.
Ci regali sempre la bellezza delle cose ordinarie vista attraverso i tuoi occhi, dei dettagli e delle nuove angolazioni che ai più sfuggirebbero. E oggi che sembra tornato l’autunno, mi consolo in questa tua fresca primavera!
Grazie gatta, e alla prossima tenebrosa puntata che non vedo l’ora di gustarmi!
L.
Francesca P.
28 Aprile 2017 at 15:01
Laura, mi piace essere quel tipo di punto fermo… anzi, un puntino, come fossi polline… un polline che resta e non va via, che si deposita ed è sempre pronto a far nascere nuove letture e nuove parole! D’altronde, se ci pensi, anche i nostri blog sono delle piante… delle piante speciali che innaffiamo con costanza e che crescono grazie alle nostre cure! E anche grazie alla presenza di lettori fedeli che sono un po’ come aiutanti del giardinaggio! 🙂
Trovare lo straordinario nell’ordinario… sì, è proprio questa la mia sfida personale! Così come passare dal diurno al notturno… vediamo cosa accadrà alle rose tenebrose! 🙂
Anna
27 Aprile 2017 at 18:18
Che meraviglia, che luce e che colori!
Mi piacciono tantissimo quei fiorellini lilla delle prime foto, ho provato tante volte a “rubarne” dai vasetti di mia mamma ma non hanno mai attecchito..ci riproverò!
Sai bene quanto io adori i fiori, soprattutto fotografarli e non posso che approvare la tua primavera 😀
Francesca P.
28 Aprile 2017 at 15:04
Adoro quei fiorellini lilla, prendo la pianta ogni anno… è molto delicata, non ho capito subito come trattarla, perchè non vuole troppa acqua… ma dopo alcuni fallimenti, adesso credo che abbia meno segreti, ho imparato ad ascoltarla e in balcone cresce serena! 🙂
Tu sei una delle persone, che conosco, che fotografa meglio i fiori… quindi sei un po’ maestra, per me! 😉
Alice
27 Aprile 2017 at 20:27
Bellissime le tue foto e meravigliosi i tuoi fiori! Che bello riuscire a vedere la primavera almeno qui attraverso queste splendide immagini, perchè se guardo fuori dalla finestra invece vedo solo vento forte, cielo plumbeo e pioggia….
un bacio
Alice
Francesca P.
28 Aprile 2017 at 15:06
In questi giorni il tempo ha fatto i capricci anche qui… e per questo appena esce il sole voglio catturare tutta la sua forza, facendo scorta! Ma vedrai, la primavera più stabile è dietro l’angolo, le pioggie d’aprile stanno finendo e in fondo l’acqua fa solo che bene ai fiori… che saranno ancora più forti, un po’ come noi, dopo il temporale! 😉
francesco
28 Aprile 2017 at 11:24
chissà quanto dura il segno della leggerezza. non è una ferita, non ha bisogno di rimarginarsi: svanisce, come il profumo di un fiore
e il profumo di un fiore è come una parola evaporata dalle labbra, che se non viene raccolta subito, svanisce anch’essa
come un desiderio che aleggia intorno agli occhi
(chissà se esistono anche fiori maschi)
francesco
28 Aprile 2017 at 11:26
[bello annusare emozioni]
Francesca P.
28 Aprile 2017 at 15:11
Fra, secondo me dura… perchè vive nel ricordo. In quello che assorbiamo e conserviamo. In quello che non (dis)perdiamo. In quello che (trat)teniamo. Quel segno è (rac)chiuso dentro tutte le parentesi che tanto amo, perchè sembrano due mani protettive… che non si fanno scappare quello che è importante.
E sì, i fiori maschi esistono… un esempio è IL geranio. Una pianta resistente, tenace, che (soprav)vive anche senza tanta acqua, per settimane, che mette boccioli nuovi ogni anno… ecco, l’idea dell’uomo che ho è un po’ questa: una presenza forte, su cui contare, che stia lì e non si faccia (ab)battere da maltempo e stagioni…
[bello innaffiare emozioni]
Claudia
28 Aprile 2017 at 13:18
Quanta attesa, in questo post…mi viene voglia di scoprire come andrà a finire 🙂 Per ora mi godo queste immagini bellissime, la primavera sembra quasi più rigogliosa sul tuo balcone e nei tuoi vasi che qui in campagna!
Francesca P.
28 Aprile 2017 at 15:16
Claudia, questo è il capitolo del giorno, della mattina, della luce che esplode e irradia calore… poi verrà la parte notturna, più intima e sensuale, ben rappresentata dalle rose e dalla loro eleganza! Qui sono ovunque, anche in strada… e le raccoglierei tutte, anche se mi sono lasciata sedurre, guarda caso, dall’amato bianco! 🙂
Melania
1 Maggio 2017 at 8:57
Una delle foto che più mi piace è quella con la finestra, dove la tenda leggera scorge un altrove di cui non si ha più timore. C’è spazio per quel senso di libertà che non ha più voglia di rannicchiarsi, il pudore timido di un bocciolo che piano ha voglia di scoprirsi e lasciarsi accarezzare. Non c’è posto, ne spazio per la paura. Non c’è alcuna traccia di tristezza neppure quando si presenta velata e vestita d’altro. C’è la gioia di accogliere il nuovo giorno, di vestirlo con colori nuovi e profumarlo con pensieri leggeri.
Manuela
2 Maggio 2017 at 11:07
Certe passioni se le lasci sbocciare hanno un profumo così avvolgente che sembrano abbracciare. Come per i fiori così per noi c’è bisogno di tempo, di inverni ed estati, non si può sperare nella bellezza della primavera senza le attese…e senza cura.
Ma tu lo sai bene e il bello è poterselo ridire a vicenda ogni volta che vogliamo!