IL NAUFRAGAR M’È DOLCE IN QUESTO VIOLA
Viola erano i campi di lavanda che inseguivo in Provenza, come un tesoro da raggiungere e da rubare con gli occhi.
Viola è la mia tazza a pois preferita, quella che spunta subito dal vetro della credenza, che conosce il sapore di ogni colazione, ogni biscotto, ogni torta, ogni giornata di pioggia, ogni sospiro d’attesa.
Viola era la sciarpa con cui anni fa affrontavo il freddo di questi mesi, che sembrava proteggermi da tutto, un po’ come facevano i tuoi abbracci, senza far passare spifferi.
Viola sono i ciclamini che ho piantato sul davanzale del salone, rivolti verso la luce come i girasoli, che Ulisse annusa soltanto e che Tarallino invece morde e stacca.
Viola era l’inchiostro della penna profumata che tiravo sempre fuori per prima dall’astuccio, quando appoggiavo parole su biglietti e diari, ancora prima di sapere che sarebbero diventate le mie amiche di gioco più fedeli.
Viola era lo scialle ricamato di mia nonna, pieno del suo profumo che sapeva di fiori, che lasciava la scia nelle stanze in cui entrava o sullo schienale della poltrona, dove si sedeva.
Viola è il cappotto che quando indosso mi riporta in un istante a Parigi, dove l’ho preso, mentre cammino nei viali che costeggiano la Senna e poi mi fermo davanti alle vetrine delle pasticcerie dell’Île Saint-Louis, annusando l’aria che sa di burro fuso.
Viola sono le labbra che si appartengono e che restano unite, anche nell’assenza.
Viola sono le emozioni che hanno viaggiato tanto e tremato, perchè il tempo si misura in brividi…
Viola (chiaro) saranno le pareti o i tavoli del bistrot/sala da tè che ormai abita nei sogni, in via Forseungiornoaccadràdavvero n° infinito.
E viola è questo primo piatto che ci mostra una cosa possibile: si può diventare anche altro e ci si può reinventare, se si assorbe il colore e si intrecciano i fili degli eventi come fettuccine…
FETTUCCINE CON CREMA DI STRACCIATELLA, CAVOLO VIOLA E FINOCCHIETTO
Ingredienti per 2 persone:
160 g di fettuccine
Un cavolo viola di medie dimensioni
150 g di stracciatella (io ho usato quella dell’azienda Sabelli)
Finocchietto selvatico fresco (a piacere)
Noci (a piacere)
Uno scalogno
Olio extra vergine di oliva
Sale
Pepe
Sale nero di Cipro (facoltativo)
Mondate il cavolo, togliendo la base e le parti più dure. Tagliate le foglie a listarelle.
In una padella, fate soffriggere lo scalogno e cuocete il cavolo per 5-7 minuti, finchè sarà tenero. Frullatelo con un pizzico di sale e tenete da parte.
Frullate anche la stracciatella, fino a ottenere una crema fluida e omogenea.
Cuocete le fettuccine in abbondante acqua salata. Scolatele bene e, in una padella ampia, conditele con il cavolo frullato. Mescolate e amalgamate bene finchè il condimento avrà colorato di viola tutte le fettuccine. Assaggiate e regolate di sale.
Impiattate in questo modo: sul fondo di una scodella mettete la crema di stracciatella, come letto; adagiatevi sopra un nido di fettuccine. Decorate con il finocchietto selvatico e con delle noci spezzettate grossolanamente con le mani. Aggiungete una spolverata di pepe nero macinato al momento e/o sale nero di Cipro.
73 Comments
Virginia
17 Gennaio 2016 at 20:49
Che colore meraviglioso e che originalità! Oggi mi hai proprio lasciata di stucco con queste fettuccine 🙂
Il viola è stato per molti anni il mio colore preferito, lo sapevi? Avevo anche una penna viola al profumo di uva, il mio frutto preferito… La usavo sempre con parsimonia perché avevo paura di finirla, ma a scuola se era una giornata storta la annusavo e diventavo subito più serena 😉 Il cappottino viola deve essere davvero bello e riesco ad immaginarti per le vie di Parigi, tra un bistrot e una pasticceria multicolore… E a proposito di bistrot, sappi che sarò una delle tue più affezionate clienti!
Un bacio grande e buona serata!
Francesca P.
17 Gennaio 2016 at 23:28
Davvero ti ho sorpreso, Virginia? Mi fa piacere! Ho un feeling inaspettato con la pasta lunga, è difficile da impiattare ma dà soddisfazione di sapore e d’estetica!
Credo proprio che avessimo la stessa penna… era all’uva, hai ragione! Non lo ricordavo ma hai fatto riaffiorare il dettaglio! E chissà se era uva fragola, adesso forse capiremmo la differenza… 😀
Nel bistrot tu mangerai gratis per il sostegno che mi hai sempre dato, sin dall’inizio! 😉
Emily Dorothea Van Nes
28 Agosto 2023 at 17:28
Hello, I do not speak Italian, unfortunately, but my heritage is Italian as my Grandfather was born there. I love your website and am going to be making this purple pasta this evening. Is there anyway to print the recipe out? I find it is easier to follow with a print out rather than my laptop—so my laptop does not get dirty from messy fingers while making the recipe. I cannot wait to try more of your recipes. Your website is lovely.
zia Consu
17 Gennaio 2016 at 20:52
Il viola è il colore delle persone piene di creatività e talento perchè in questo colore riescono a vedere i sogni passati, presenti e futuri. Ed è molto amico del mio colore preferito, il verde, perchè insieme fanno sperare in un futuro meraviglioso 🙂
Il tuo piatto è un vero sogno sia da vedere che da gustare, brava Franci e felice settimana <3
Francesca P.
17 Gennaio 2016 at 23:34
Ora capisco perchè sogno tanto e amo questo colore… c’è un perchè inconscio a tutto! 😉 E vale anche per la mia passione per le creme e per ciò che si frulla, la voglia di morbidezza è diretta conseguenza…
Anch’io amo allo stesso modo il verde e infatti appare nel finocchietto… vedi che senza saperlo ho collegato tutto? 🙂
Grazie mille, Consu, buona settimana a te!
Silvia
17 Gennaio 2016 at 20:57
Franci ho letto il tuo commento sui baci che rimangono anche se non più presenza e sono corsa a leggerti subito! Che sintonia! Bello quando si condividono in questo modo delle emozioni, senza saperlo! ❤ anche io come te sono molto legata al viola, oltre che al verde! È davvero un colore che mi rilassa! Viola chiaro era il colore delle pareti della mia vecchia stanza, dove rimanevo ore a riflettere! Guardo il tuo piatto stasera e rimango innamorata, questi fili/fettuccine si intrecciano come abbracci, pensieri, ricordi, profumi, emozioni che rimangono impresse, un po’ come le impronte di cui parlavo io…hanno lasciato il segno! Forse stasera sento un po’ di malinconia, tra le righe, ma ho imparato a conoscerti un po’ e so che ti appartiene…e io la trovo una cosa bella! Quel guardare indietro con gli occhi un po’ lucidi mi piace! E la sensazione è piacevole se il tutto affonda su una crema di stracciatella, è un impatto delicato! Io mi siedo ancora al tavolo del tuo bistrot e sogno un po’…
Un abbraccio!
Francesca P.
17 Gennaio 2016 at 23:40
Silvia, io mi nutro di queste sintonie come di colori e pasta fresca! 🙂 Ed è bello quando la vicinanza cresce in modo così spontaneo, partendo da pensieri, trasformandosi in parole e generando sorrisi! A questo punto dovremo preparare entrambe una ricetta: i baci di dama, ahaha! Sei d’accordo? Lo facciamo? 😀
Sì, la malinconia fa parte di me, non va mai via, si mette solo buona in un angolo, pronta a tornare alla prima suggestione o solleticata da alcuni ricordi… ma va bene così, senza non sarei la Fra romantica e nostalgica che cresce nel tempo ma per certe cose non cambia mai…
La crema di stracciatella è buonissima, come mangiare velluto… provala, sono certa che ti piacerà, anche perchè assomiglia a un foglio bianco da scrivere per le nostre future emozioni da fermare e raccontare! 🙂
Alice
17 Gennaio 2016 at 21:33
E cosa dire, se non che il viola è anche il mio colore preferito? In casa, negli accessori, nei tessuti, nei sogni.
La presentazione di questo piatto è meravigliosa, così come il gusto, ne sono certa. Cosa deve essere quella stracciatella frullata non oso immaginarlo.
Splendido.
Alice
Francesca P.
17 Gennaio 2016 at 23:43
Alice, tu hai messo il viola anche nella grafica del blog! E io ci ho colorato il colletto del vestitino della me/gatta nel logo, giusto per non smentirmi! 🙂
Questo è un piatto visivamente d’effetto ma molto semplice e veloce da preparare, per questo ve l’ho proposto… stupire con poco è uno dei miei motti!
Un abbraccio e grazie!
clara
17 Gennaio 2016 at 22:33
Un’introduzione molto poetica per un piatto molto scenografico e facile da preparare! Davvero incredibile come le fettuccine abbiano assorbito il colore e probabilmente il gusto! Bell’idea!
Grazie!
p.s.: amante del viola pure io! 😉
Francesca P.
17 Gennaio 2016 at 23:46
Ciao Clara! Con il cavolo viola puoi colorare qualsiasi formato di pasta, sono belli anche i tagliolini o le farfalle, sai? E se cuoci qualche minuto in più il cavolo, il viola vira verso il blu… e potresti portare in tavola un piatto quasi magico! 😀
Grazie a te!
larobi
17 Gennaio 2016 at 22:34
Approvo le pareti viola chiaro per la sala da té, bistrot o tutto quello che sarà … Il viola , nei chakra é il colore dell’Illuminazione, il chakra più alto ed elevato. É la meta alla quale si arriva dopo un percorso lungo , di crescita , di trasformazione. Elegante la ricetta e le foto. Sai che non posso non lasciarti un commento sui due mici bellissimi!!! Completano il quadro aggiungendo colore al colore… sempre più belli ( ma quanto é grande Tarallino????) un bacio cosmico e buona settimana
Francesca P.
17 Gennaio 2016 at 23:50
Ecco, Robi, quello che mi dici è illuminante quanto il significato del viola che non sapevo e… che cade a pennello! A volte è incredibile come, senza saperlo, tutto faccia parte di un puzzle o di un percorso che passa anche attraverso la cucina…
Il cavolo ha attirato entrambi i felini, anche se quello più interessato era Ulisse… forse vorrebbe per un attimo cambiare pelo e vestirsi di viola come noi, ahaha! E Tarallino intanto cresce ed è come se mangiasse doppio piatto di fettuccine… 🙂
Un bacio a te e grazie come sempre!
Enrica
17 Gennaio 2016 at 23:09
Il viola sta a Francesca come l’azzurro sta ad Enrica…post magnifico come sempre!
Francesca P.
17 Gennaio 2016 at 23:52
E’ vero, c’è una bella simbiosi cromatica… 🙂 E il verde acqua è invece il colore che ci accomuna!
Grazie, Enrica…
Margherita
17 Gennaio 2016 at 23:26
Ci credi Francesca che l’effetto ottico di questo piatto mi ha fatto credere per un momento (forse anche due o tre..) che le “fettuccine fossero” veramente delle fettuccine?!?! Talmente bello che chiamarla ricetta quasi mi dispiace… p.s vedo che non solo il viola ci ha “unite” ma pure la cremina di formaggio!
Francesca P.
17 Gennaio 2016 at 23:54
Sono vere fettuccine, Marghe! Il cavolo, frullato, le ha tinte… ma quasi quasi, con il giusto attrezzo, potrei provare a farle “finte” e tutte vegetali! 🙂 Il formaggio non ci manca, basta che sia un letto morbido e accogliente su cui magari riposare anche noi…
Anna
18 Gennaio 2016 at 2:20
Viola (chiaro) le pareti di un sogno che abita in via Noicisaremo n° sempre… Pronte a naufargar su un dondolo di parole, che cullano e riscaldano. Immagini di vita… Come uno scialle profumato, tenero legame indissolubile… Come una sciarpa annodata al collo, abbracci lontani tra le sue maglie… Come un cappotto parigino, con le tasche piene di ricordi…
Quante emozioni sai trasmettere, sempre, ogni volta… Con questa tua capacità di giocare, appunto, con le parole, con le fotografie, coi colori che, di volta in volta, senti più tuoi.
A intrecciare fili dei tuoi pensieri con i nostri. A lasciarli naufragare liberi, dono prezioso per le nostre soste. A diventare meraviglia…
Fatti abbracciare, cara Francesca, come quelle fettuccine avvolte a matassa su di un soffice letto di candore…
Anna
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 15:28
Come mi piace il tuo/vostro indirizzo! La buca delle lettere non sarà mai vuota e lo stesso sarà con i tavoli… è una bella sicurezza sapere che saranno occupati e che mi farai compagnia sia quando ci sarà bisogno di una zuppa calda in pieno inverno, sia quando servirò un sorbetto alla frutta! 🙂
Spesso le parole, oltre che un gioco stimolante, sono proprio una sciarpa dentro cui avvolgersi… è come se non mi separassi da questa sciarpa, come se la tenessi sempre legata al collo con doppio giro… mi rassicura come l’abbraccio che mi regali e che mi prendo, ogni settimana un po’ più stretto… in fondo basta poco: sentire che l’altro c’è…
Simona
18 Gennaio 2016 at 7:15
Inutile dirti che anche io adoro il viola, e per me ha il ricordo speciale del primo vestito per le occasioni importanti, primo regalo del mio ragazzo, che ora da una vita è poi mio marito….con quel vestito mi sentivo bellissima, il viola ha sempre esaltato i miei occhi verdi e i capelli… Ero giovincella allora, ehhhh…bei tempi e bei ricordi! Tornando alle tue fettuccine, sono talmente belle e talmente viola, che credevo il cavolo fosse nell’impasto, ci credi? Bacio e buon lunedì
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 15:32
Anche io vesto di viola e anche io ho gli occhi verdi! 🙂 Immagino che quell’abito trovi ancora posto nel tuo armadio, è importante come quello da sposa per certi versi… rappresenta un inizio e un’emozione bellissima!
Sono stupita anch’io di come il cavolo si sia unito alla pasta… fusione totale, come quando si ama! Mi piace questa lettura romantica, mi fa pensare alle grandi storie come la vostra! 🙂
Alice
18 Gennaio 2016 at 9:17
Buongiorno tesoro e buona settimana! Anch’io sono tra coloro che amano il viola, un colore che nel mio pensiero si accomuna subito alla provenza e ai suoi meravigliosi campi di lavanda. La tua proposta è una delizia e quel tocco di croccantino dato dalle noci lo trovo perfetto.
baci
Alice
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 15:39
E’ inevitabile pensare alla Provenza, soprattutto se ci si è stati… i campi di lavanda sono uno spettacolo unico, sogno di tornarci quando sono in piena fioritura per fare tantissime foto!
Grazie Alice, contenta che apprezzi! 🙂
Antonella
18 Gennaio 2016 at 9:27
Immagino questo bistrot viola ormai da anni, torna ricorrente nelle nostre chiacchierate che, forse, in questo 2016 di rinascita e di cambiamento dovrebbe trovare vita… Magari tu potresti indossare un bel grembiule viola, coi fiori provenzali e mettere tante foto alle pareti… I tuoi dolci in bella mostra sul piccolo bancone bianco… Sì sì è arrivata ora di dargli vita 🙂 E queste fettuccine, così originali, starebbero davvero bene nel menù del brunch…
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 15:41
Eh sì, torna nei nostri discorsi come tornano gli amori mai dimenticati e le cose a cui teniamo…
Mi piace come mi sai immaginare, sai bene anche come arrederei il locale… trovando spazio anche per brocche e vasi come quelli che mi hai regalato e che ora abbelliscono la libreria! 🙂
Vediamo come si comporterà il 2016 e il destino, ma una lista di piatti per il brunch – e di desideri… – già la ho in mente, ehehe!
Melania
18 Gennaio 2016 at 10:21
Credo di averci trascorso parte della mia adolescenza col viola. Un amore strano, buffo a tratti. Un giorno l’amavo, ed il giorno dopo pluff lo detestavo. Però, lo ammetto. Mi ha accompagnata davvero tanto e ritrovarlo qui da te nel tuo post, nel tuo piatto, tra le tue parole mi fa un piacere immenso. Insomma un ingresso tutto colorato a quest’anno appena cominciato. Buona settimana Francesca e a presto.
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 15:44
Alcuni amori sono così, un po’ instabili e ondivaghi, ci si litiga e poi si fa la pace… è il prezzo dell’intensità e delle cose che possono spaventare, ma di cui non possiamo fare a meno…
Che il 2016 sia viola deciso ma anche pieno di sfumature lilla, più delicate, per dare quel tocco sognante che anime come noi amano…
Anna
18 Gennaio 2016 at 10:23
Che bellezza tutto questo viola! Adoro le tue descrizioni, il profumo leggero dello scialle di tua nonna mi ha ricordato molto anche la mia di nonna, che non aveva uno scialle viola ma ecru, ma la scena descritta è più o meno simile 😉
Già immagino il tuo bistrot, con tanti ciclamini a decorare gli angolini e tutto il resto sapientemente sistemato in modo da regalarci profumi, sapori e luce!
Carina la ricetta, il cavolo viola lo conosco poco, il finocchietto invece è delizioso e son sicura aggiunga un gusto delizioso!
Buona settimana!
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 15:47
Lo scialle è il simbolo di tante nonne e di epoche passate… ma sai che lo porterei anche io? Perchè abbraccia ancora più di una sciarpa e copre le spalle, facendoci sentire sicure… in fondo è quello che cerchiamo, no? Anche quando cuciniamo e quando frulliamo tutto quello che si può… 🙂
Buona scoperta con il cavolo viola, vengono ottime anche le minestre oppure puoi mangiarlo in insalate invernali ricche e sane!
ps: al tavolo del bistrot che occuperai metterò presto un seggiolone, ehehe!
Rebecka
18 Gennaio 2016 at 10:51
Ha sapori forti, decisi, intensi, proprio come i colori. Viola (tenue) è la prima copertina della mia piccola principessa, viola, intenso, è il colore della mia camera da letto, viola è il colore dello spirito, dell’anima ed è forse per tale ragione che lo cerchiamo e ci tuffiamo dentro la sua intensità quando diventiamo introspettivi e abbiamo bisogno del silenzio dei nostri pensieri.
Viola è tante cose, forse anche quel cordoncino che mi lega come un palloncino al tuo bistrot.
Ti abbraccio
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 15:53
Reb, sai che il mio bagno in camera è viola? Quindi ecco un’altra affinità, abbiamo questo colore dentro la nostra casa, ci circonda… io direi di usare un po’ di vernice anche per la nostra altalena, a questo punto! 🙂
Non sapevo quello a cui fosse legato e lo apprendo con piacere… i miei pensieri di questo periodo allora ci sono immersi, ci nuotano…
L’immagine del palloncino che ti (ri)porta qui è stupenda, è come se ti vedessi bambina mentre lo rincorri e lo fai vibrare nel cielo… e mi raggiungi, in un attimo, nel modo speciale che sai fare tu…
Laura e Sara Pancettabistrot
18 Gennaio 2016 at 11:08
Leggere questo post ci ha fatto spuntare enormi sorrisi per alcune piccole cose in comune….il cappotto viola di una di noi, la penna con i colori sniffabili sui banchi di scuola, e il sale di Cipro nero che proprio ieri a pranzo abbiamo macinato per errore scambiandolo con il pepe nero sulla Carbonara^^. Queste fettuccine sono sorprendenti, a prima vista sembrerebbero impastate direttamente con il cavolo viola, invece sono così belle per osmosi…assorbire la bellezza di chi ci sta vicino, un po’ come facciamo noi ogni volta che passiamo di qui!!
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 15:56
Quanto mi piace farvi ridere, Pancette! Ormai conosco i vostri volti anche se attendo un incontro romano… ho visto che siete tornate nella capitale e dai dai, organizziamoci presto! E magari ci vestiamo tutte e tre di viola! 😉
Assorbire la bellezza si può… il cibo ci mostra il modo, è questione di lasciarsi andare, di permettere la fusione, di amalgamarci ai sogni…
lisa
18 Gennaio 2016 at 12:07
Sono rimasta a bocca aperta, meravigliosa ricetta.
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 15:57
Grazie mille, Lisa! 🙂 E’ facile facile, questo il bello!
Dony
18 Gennaio 2016 at 14:28
Buon anno Francesca!
E’ molto bello che un colore possa rievocare tutti questi ricordi, sembra incredibile, ma come le canzoni, è impressionante come ti riportino ad un preciso momento anche i colori.
Un attimo e SBAM flash di immagini che passano davanti come i finestrini dei treni in movimento, almeno a me succede così. Mi ha sorpreso però che il tuo colore sia il viola, ti avrei fatta una da blu.. ma deve essere il giorno delle sorprese oggi! Vogliamo parlare di come queste fettuccine mi sembrassero complicatissime e invece in tre e tre sei mi sforni questa meraviglia??? Non vedo l’ora di provarle, mi hanno completamente conquistata! Ah, siamo un pò lontane, ma il giorno in cui dovessi aprire il bistrot sarò sicuramente tra i tuoi clienti virtuali più affezionati! Un abbraccio stretto che anche oggi mi hai regalato sorrisi! 🙂
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 20:49
E’ vero! C’è un arcobaleno di ricordi dentro di noi, alcuni sono più nascosti, altri riaffiorano in un momento, strato dopo strato, sfumatura dopo sfumatura… io da sempre vivo immersa nei colori, specialmente quando spiccano nel bianco e risaltano su tutto! E in cucina è lo stesso, procedere per associazioni cromatiche mi fa mangiare con più gusto e più allegria… e questo cerchiamo, anche a tavola: la spensieratezza…
Il blu mi piace e lo amo soprattutto nelle righe marinare, ma ammetto che nella mia tavolozza personale prevalgono il verde, il viola/lilla e il celeste! 🙂
Sarà bello accoglierti nel bistrot, saprò ripagarti dal viaggio… e intanto mi godo la tua presenza qui, sempre molto gradita!
saltandoinpadella
18 Gennaio 2016 at 14:36
Adoro il viola e il lilla in particolare e appena ho aperto il tuo blog e visto la foto ho pensato “che colori meravigliosi, che foto stupenda”. Ti confesso che mi hai lasciato senza parole, questo piatto è prima di tutto stupendo esteticamente, l’accostamento con il bianco della stracciatella e il tocco sbarazzino delle noci e del finocchietto. Non pensavo che il cavolo in purea riuscisse a colorare così bene, sembra proprio che sia la pasta stessa ad essere viola.
Il fatto che questa ricetta mi abbia letteralmente conquistato si vede anche dal fatto che ho parlato prima del piatto che dei tuoi fidi cavalieri. Quanto sono belli, e quanto è cresciuto Tarallino.
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 20:53
Grazie, Elena! Sono contenta che il piatto abbia riscosso successo, perchè la sua forza è questa: è facilissimo da preparare ma fa molto scena! E a volte anche curare l’impiattamento, con piccoli accorgimenti, aiuta a valorizzare qualcosa di già bello di suo… io adoro il cavolo viola, andrebbe usato e mangiato di più!
Tarallino non si è offeso anche se la ricetta gli ha rubato la scena e anzi, ti saluta con il suo miao un po’ acuto… 🙂
Su
18 Gennaio 2016 at 16:25
anch’io voglio naufragare nella stracciatella! Sono andata a vedermela sul sito perché non avevo ben presente. Mi piace molto questo piatto, come gusto e da vedere è meraviglioso.
un abbraccio
Su
Francesca P.
18 Gennaio 2016 at 20:55
La stracciatella è una delle invenzioni più “goduriose” in fatto di formaggi freschi! Come la burrata, ha la morbidezza delle nuvole e un sapore quasi di panna che conquista… se l’assaggerai, mi penserai! 🙂
Grazie del commento, piacere di rileggerti!
Cinzia
18 Gennaio 2016 at 22:46
…Viola, come quella gonna che amavo portare con degli stivali della stessa sfumatura lavanda.. E non ho mai avuto una penna Viola ma dio solo quanto l’avrei usata con attenzione..!
Queste tagliatelle sono magnifiche, con lo stesso principio della crema al crauto ogni tanto preparo un risotto, e ogni volta non posso fare a meno di “caderci dentro con gli occhi”!
Proverò le tagliatelle
Un abbraccio a presto
🙂
Francesca P.
19 Gennaio 2016 at 15:46
Sai che anche io sono affezionata a una gonna viola, un po’ lunga, che ho da anni e d’estate metto sempre, ancora oggi? Forse apparirà anche in alcune foto che voglio pubblicare presto… e no, non penso sia una coincidenza! 🙂
Ecco, mi hai dato un’idea buona anche per fare un risotto colorato, già immagino l’aspetto! E’ incredibile come in cucina – ma anche nella vita… – la semplicità regali spesso lo stupore più grande!
Grazie di essere passata, Cinzia, un abbraccio a te!
m4ry
19 Gennaio 2016 at 8:04
Eccomi da te, finalmente…ieri è stato un lunedì che mi è sembrato un lumedìmartedìmercoledì tutto insieme…e non contenta, ieri sera, per scaricarmi un po’, nonostante fuori ci fosse 1°, me ne sono andata a correre…e ho rischiato l’assideramento ! Ahahahah ! Stupida che sono, non ho messo nemmeno i guanti…le mie mani sono diventate bordeaux ( giusto per rimanere in tema di colori;) )
Il viola…è un colore che AMO ! Il mio secondo colore preferito dopo il verde. E’ bello dare un colore alle cose, ed è bello richiamare quel colore insieme ai ricordi. Negli ultimi giorni mi capita una cosa strana…perdo la percezione del tempo, dimentico le cose superflue e mi rintano nei ricordi più belli, quelli fatti di viaggi e di luoghi…forse ho solo bisogno di staccare un po’, vedremo…Gli accostamenti di questo piatto sono meravigliosi, sia nei sapori, che nei colori. Ti abbraccio Francesca mia bella e ti auguro una bellissima giornata, fatta di sole e di tutto ciò che ti fa star bene <3
Francesca P.
19 Gennaio 2016 at 15:50
Ahaha, è vero… a volte i giorni scorrono tuttiattaccati! Però, anche se il tempo ci sfugge di mano, almeno un nuovo weekend arriva presto e possiamo pasticciare, riposarci, fotografare e sentire ancora più canzoni! 😉 Anche io ho bisogno di staccare, forse perchè durante le feste di Natale non l’ho fatto e come ben sai la mente è stata molto impegnata… iniziamo il conto alla rovescia per Pasqua, mangiando in un boccone i dolci di Carnevale che stanno arrivando?!
Il sole ha ascoltato le tue parole ed è uscito, anche se fa freddissimo… se vuoi ti presto io dei guanti, puoi venirteli a prendere quando vuoi, così ti faccio subito organizzare un viaggetto, ehehe!
m4ry
19 Gennaio 2016 at 16:06
ahahahah ! 😛
Martina
19 Gennaio 2016 at 8:24
Arrivo qui di corsa ( un po’ meno rispetto a ieri) perché dovevo dirtelo. Ieri mattina, ai miei soliti orari, mi hai regalato un arcobaleno che non era presente nel cielo!
Buona giornata cara e a presto (e con più calma …)!
Francesca P.
19 Gennaio 2016 at 15:52
Prendi una fettuccina, stringila nelle mani e volate insieme, arrivando fin qui… non aver paura di cadere, in caso atterri sul morbido, in quel bianco soffice e saporito! La crema di stracciatella è qualcosa di sublime, da mangiare anche con il cucchiaio! 😀
Claudia
19 Gennaio 2016 at 9:33
Anche la mia tazza preferita è viola, un viola scuro, che si lega al giallo sole della sua gemella, nelle mani di una mia cara amica lontana. E il viola nella pasta voglio metterlo da un po’, anche se pensavo di farlo in fase di impasto, con questa soluzione mi sorprendi! Adoro il colore del cavolo rosso, come anche il verde del finocchietto, sai che non posso non amare quella nota selvatica in questo piatto stupendo.
Sai che non vedo l’ora di vedertici davvero in quel bistrot? Chissà…
Un abbraccio a buona settimana!
Francesca P.
19 Gennaio 2016 at 15:56
Bello pensare che una tazza leghi due amiche e sappia accorciare le distanze! Io regalo quasi sempre tazze alle persone a cui tengo, è un po’ il mio dono “classico”, chi mi conosce lo sa!
Se provi a mettere il cavolo direttamente nell’impasto fammi sapere come viene, o forse vedrò sul blog il risultato, se è positivo! Se hai la centrifuga puoi anche usare l’estratto per condire la pasta, si tingerà subito! Insomma, ci si può giocare in vari modi…
Chissà, quanti chissà sono nell’aria… 🙂
Un abbraccio a te, Claudia!
Francesca
19 Gennaio 2016 at 16:44
Viola è sicuramente il colore dei sogni, quelli belli, che cominciano ad occhi aperti sul far della sera, quando l’azzurro e il rosso del cielo al tramonto si abbracciano e si lasciano dietro strisce viola, fettuccine che si srotolano tra nuvole di stracciatella: è da lì che prendono il colore ed è lì che si aggrappano, si appendono a quelle linee per farsi portare su su, fino alle stelle.
Vorrei provare ad acchiapparne uno, ma non so decidere se trattenerlo qua per farlo avverare o provare a farmi trascinare un po’ e vedere se anch’io riesco ad assorbire un po’ del meraviglioso colore di questo piatto … difficile scelta 😉
Magari mi accomodo un’attimo sulla sedia e faccio una coccola a quei due micioni … sbaglio o Ulisse sembra un po’ sospettoso nei confronti del cavolo?
Buona settimana Franci!!!
Francesca
19 Gennaio 2016 at 16:47
… Comunque adesso mi boccio: un attimo con l’apostrofo … non si può!!!!!!!!
Francesca P.
20 Gennaio 2016 at 14:10
Ti si perdona tutto, anche un accento che spunta dove non deve, se scrivi frasi poetiche e belle come quelle iniziali! 😉 Anche il tuo accento birichino è viola, sai? Il colore dell’imprevisto, che diventa più chiaro quando decidiamo di lasciarci andare e di vivere quello che la sorte ci mette nel piatto… i sogni a noi non mancano mai, siamo sempre capaci di frullarli, di colorarli secondo l’estro del momento e di gustarceli con calma…
Ulisse è come la padrona, prima osserva bene per capire cosa ha davanti e se può fidarsi… 😉
Monica
19 Gennaio 2016 at 18:05
Arrivo, sempre tardi, ma arrivo.
E trovo un piatto delizioso e dai colori inebrianti. Sono davvero bellissime queste fettuccine, oltre che invitanti e immagino buonissime.
Mi piace perdermi nelle tue parole, nelle tue immagini e tra il pellicciotto morbido dei tuoi mici, sempre bravissimi (e diciamocelo, un po’ vanitosi) nel farsi fotografare <3
Bacioni cara
Francesca P.
20 Gennaio 2016 at 14:12
Qui non esiste il concetto di “tardi”… viviamo sempre affannate, almeno nei nostri bistrot non ci sono limiti di orario, tutto è in tavola, fresco, come fosse appena preparato! E quindi accomodati, i gatti sono al loro posto e ho fatto scorta nuova di viola… 🙂
Chiara
20 Gennaio 2016 at 0:07
per me è sempre stato il blu in tutte le sue tonalità, chissà perchè il viola mi ricorda mia zia che lo indossava spessissimo, io che sono un po’ scaramantica non lo sopportavo…Guardando le tue foto però devo ricredermi è un colore bellissimo !Un bacione
Francesca P.
20 Gennaio 2016 at 14:14
Quando ero più piccola anche io amavo il blu e tutte le gradazioni di celeste, l’amore per il viola è scoppiato dopo ma a ripensarci, scavando nei ricordi, era già molto presente allora… aspettava solo di essere ri-scoperto e valorizzato, come a volte capita anche coi cibi e con le persone! 🙂
Un bacio a te, Chiara!
Ileana
20 Gennaio 2016 at 14:07
Il viola mi fa pensare alla mia adolescenza, a quando il viola era uno dei pochi colori che indossavo…:)
Il viola è tuo, mi fa pensare immediatamente a te, così come penso a te quando penso al lilla o ai colori pastello!
“E viola è questo primo piatto che ci mostra una cosa possibile: si può diventare anche altro e ci si può reinventare, se si assorbe il colore e si intrecciano i fili degli eventi come fettuccine…”
Mi piace ritrovarmi tra le tue parole, mi piacciono gli intrecci, le sintonie..e questo piatto 🙂
Ileana
20 Gennaio 2016 at 14:10
Uh! Io ero da te e tu da me…se non è sintonia questa 🙂
Francesca P.
20 Gennaio 2016 at 14:17
Sintonia vera, eh sì! Io ho seguito il rosso dei tuoi taralli, tu il viola delle mie fettuccine… e a questo punto non ci resta che fermarci a gustare insieme le nostre ricette, partendo dall’aperitivo e proseguendo con un primo! 🙂
E ad unirci è anche la stessa aria che respiriamo: aria di nuovo… apri i polmoni, Ile, c’è tanto ossigeno da prendere…
Manuela
20 Gennaio 2016 at 22:43
Viola era un maglione che portavo ai tempi dell’università, uno dei più amati.
Viola nella credenza marocchina è il colore della serenità (lo scoprii proprio grazie a quel maglione e forse è per quello che non l’ho abbandonato per un po’…).
E viola sono anche le pareti della mia camera da letto, un colore tenue che richiama un po’ queste fettuccine…io giuro che l’avrei pensato per l’impasto, ma questa volta mi hai spiazzata!
Mi segno tutto e mi tengo queta magia tra le carte da giocare…sono sicura che si stupiranno in molti qui 😉
Francesca P.
21 Gennaio 2016 at 19:13
Devo saperne di più di quella credenza marocchina, forse può darmi sagge illuminazioni… 🙂
Tu hai la camera viola e io il bagno, come ricorderai… direi che anche in questo siamo allineate! E tu puoi allineare fettuccine fatte in casa con le tue esperte mani, provando a giocare con gli impasti, ma se avessi meno tempo e vuoi fare una magia più veloce, il frullatore è l’asso nella manica o il coniglio da tirar fuori dal cilindro! La facilità unita alla bontà di questo primo ha spiazzato me, in primis! Ed è bello immaginare, con il mio zampino, le faccine sorprese di tutti i tuoi ometti… 🙂
MARI
21 Gennaio 2016 at 11:49
Questo piatto parla da solo! è un vero capolavoro. certo sostituirei la stracciatella con qualcosa di vegetale, ma il sapore e la bellezza del piatto non muterebbe! bravissima! 😛
Francesca P.
21 Gennaio 2016 at 19:15
Mari, divertiti a sperimentare… e se trovi un degno sostituto della stracciatella, che adoro, fammelo sapere che provo subito! 🙂 Restando in tema di cremosità, puoi frullare un cavolfiore per avere uno stesso letto bianco…
Annalisa
21 Gennaio 2016 at 15:35
Bellissima ricetta!!!! Fantastico il colore della pasta!!!….Cosi’ la mangiano anche i bimbi.
Nella dinamica mentale il viola è il colore della spiritualita’…per quello che il naufragar m’è dolce in questo mar 😀 Bellissimo post! ciao e buona serata!
Francesca P.
21 Gennaio 2016 at 19:17
Ciao Annalisa, grazie! I colori naturali che ci regalano le verdure sono unici, ogni volta che frullo è lo stesso stupore…
Buona navigazione, tengo la mia barchetta sempre pronta, come la scodella! 😉
Tatiana
21 Gennaio 2016 at 19:36
In questo mondo tutto lilla ho ripensato all’importanza dei colori e al fatto che per un pio di decenni sono vissuta con l’arancione ovunque, nelle penne, nei fiocchi tra i capelli, negli abiti e negli accessori, ma poi un giorno ho scoperto il turchese, chissà perchè, e allora mi sono resa conto di avere da sempre nel cuore il contrasto tra il bianco della luce estiva e il colore del mare, del cielo cristallino di primavera e ho iniziato a vestire di turchese, a metterlo nella credenza, a stenderlo sul letto… chissà se riuscirei a metterlo anche nel piatto senza creare scandalosi ed improbabili accostamenti? Sono una persona molto irregolare, potrei farcela 🙂 E nell’ammirazione di questo post ho pensato che i colori ci rappresentano, altrimenti non avrei virato così bruscamente dalla passionalità dell’arancione alla riservatezza del turchese, ho capito che ognuno di noi è davvero di un colore dominante sugli altri, che appartiene al nostro carattere come i caratteri somatici rientrano nel DNA….
Un bacio bellissima donna lilla!
Francesca P.
22 Gennaio 2016 at 15:08
Non sono mai stata una frequentatrice dell’arancione ma da quando cucino l’ho riscoperto in modo inaspettato e quasi se la batte con il viola e con il verde, per quanto lo uso e mi piace! Sui vestiti ho sempre pensato che spiccasse troppo e la mia anima riservata che non ama essere notata o stare al centro della scena mi ha fatto preferire colori più delicati… ma se apri l’armadio ho tante cose color turchese, potremmo fare degli scambi! 🙂
Ognuno di noi ha il suo colore e credo cambi anche in base alle fasi della vita… il viola per me è apparso tardi ma adesso mi rappresenta bene e chissà quale sarà la prossima scoperta! E se cerchi il turchese nel piatto, questo cavolo, se cotto di più, diventa blu… quindi puoi schiarirlo con un po’ di latte o panna! 😀
Daniela Agnes
22 Gennaio 2016 at 11:24
Viola è anche il colore di un filo, che si sta intrecciando al suo fratello rosso, in via Forseungiornoaccadràdavvero n° infinito.
Viola che nasce dalla mescolanza di rosso (amore) e blu (saggezza) e diventa il colore della metamorfosi, della transizione, del mistero e della magia. Viola come le tua ali di farfalla, bellissime e vibranti!
Viola come le sfumature di questo primo piatto incantevole, che preparerò quanto prima per stupire una persona speciale.
Francesca P.
22 Gennaio 2016 at 15:21
Anche se tante parole scorrono tra noi altrove, è sempre un’emozione vederti spuntare qui, come se anche tu fossi una farfalla che si posa tra queste pagine e si sente bene. Sentirsi bene, Dani, ecco cos’è. Che sia tra colori amici e mani aperte, tra cose che succedono e nonsembravero e dialoghi che crescono…
La persona speciale saprà apprezzare tutto questo viola perchè apprezza te…
Ketty Valenti
24 Gennaio 2016 at 11:14
Eccomi finalmente anche da te a guardare e a bearmi con questo tuo piatto straordinario,davvero d’effetto e certamente gustoso.Credo che ognuno di noi ha affinità con una determinata cromia di colori sono espressione del nostro sentire,il tuo lo trovo raffinatissimo,complimenti.
Francesca P.
24 Gennaio 2016 at 13:08
Sì, è proprio così, con i colori nascono affinità e intese come tra le persone… ci si intende e ci si cerca, a volte anche in modo inconsapevole! 🙂 Il viola mi chiama e io rispondo… e quante belle chiacchierate ci facciamo, ehehe!
Contenta di rileggerti, Ketty! Un abbraccio e grazie!
interno storie
28 Gennaio 2016 at 18:30
Verde è il mio colore preferito e con il viola ci sta bene. Che ne dici? 🙂