LA MANUTENZIONE DEGLI AFFETTI
I libri sentono se gli vogliamo bene. Se conosciamo la storia di ognuno di loro e la strada che hanno fatto prima di abitare nella nostra casa. Ricordano se erano delicate le dita che li hanno toccati, attenti gli occhi che li hanno attraversati e morbide le punte delle matite che li hanno sottolineati.
Sanno se sono stati consigliati e citati, se sono riusciti a portarci dentro altre vite, se sono stati desiderati, se sono finiti sul comodino per caso o se sono loro ad aver scelto noi, facendosi notare grazie alla copertina, oppure all’incipit o al titolo.
Con “La manutenzione degli affetti” di Antonio Pascale (Einaudi) è successo così: un titolo, una scintilla. In una frase di solo quattro parole, ho visto tutto il senso di una materia fragile ma potentissima, viva e incandescente.
Sì, è vero: gli affetti hanno bisogno di manutenzione. Bisogna controllare se i segni dell’usura li hanno danneggiati, se vanno stretti i bulloni della pazienza o oliati i meccanismi della quotidianità, per renderli sempre fluidi. Non vanno abbandonati nè a se stessi nè in mani sbagliate, a volte serve cambiare le gomme se si tende a sbandare e ridare una passata di vernice dove le crepe sono diventate più profonde. E non bisogna mai privarli dell’acqua, perchè hanno continua sete.
Nei momenti più freddi, è necessario spargere sale per non farli ghiacciare, così come metterli al sole per fargli prendere aria, se viene a mancare. Vanno infarinati se diventano troppo appiccicosi, lucidati con del latte se sembrano opachi e spolverati di spezie se hanno perso sapore.
In alcuni casi, quando i rami inariditi non producono e non sorridono più, si deve fare una potatura. Decisa, coraggiosa. Recidere, per tornare a far scorrere la linfa. E per ammirare, con l’aiuto delle stagioni che di manutenzione degli affetti e di cura del tempo se ne intendono, la nascita di nuovi, sconosciuti e bellissimi frutti. Come questi, tutti da scoprire.
SORBE SCIROPPATE ALLE TRE SPEZIE
300 g di sorbe
100 ml di acqua
150 g di zucchero di canna bianco
2 chiodi di garofano
1-2 bastoncini di cannella o un cucchiaino di cannella in polvere
2-3 bacche di anice stellato
Semi di vaniglia (a piacere)
Fate una piccola croce, con un coltello, sulla base di ogni frutto.
In una casseruola, mettete l’acqua e lo zucchero. A fuoco basso, mescolate finchè lo zucchero si sarà sciolto. Alzate la fiamma e fate bollire per qualche minuto. Aggiungete le sorbe, le spezie e i semi di vaniglia. Cuocete per 15-20 minuti, o finchè le sorbe saranno morbide ma non sfatte. Togliete dal fuoco e fate raffreddare.
*Potete servire le sorbe cotte con una pallina di gelato e con lo sciroppo che avanza potete irrorare torte e macedonie
**Informazione importante: le sorbe vanno mangiate soltanto quando sono diventate mature, se no allappano!
*** Se non trovate le sorbe, preparate la ricetta con delle melette, saranno ottime sostitute!
88 Comments
Anna
1 Novembre 2015 at 20:35
…Sono in difficoltà, a cosa dare priorità nel commento?!?
I libri raccolgono lacrime e sorrisi, pensieri e riflessioni, speranze e delusioni… e lo sanno nel momento stesso in cui le loro pagine continuano a scorrere tra
le dita…
Vero, talvolta gli affetti
necessitano di manutenzione… e sarà il cuore, con la saggezza acquisita nel tempo, a dirci se ne vale la pena.
Può servire un po’ di luce per far
risplendere affetti appannati, un pizzico di lievito per ridare
vigore a quelli appassiti, o una buone dose di zucchero che li addolcisca se inaspriti. Ci vogliono attenzione, cura,
costanza…
Altre volte è invece indispensabile potare… con
amarezza e determinazione.
Per prepararsi a r-Accogliere frutti nuovi… che fanno bene al cuore!
Quanta luce in queste foto, che mette in risalto il tutto e il
particolare… la tua luce…
Anna
Francesca P.
1 Novembre 2015 at 21:42
Credo che i libri, come le persone e i film, spesso si incontrino al momento opportuno, quando è giusto che ci si conosca a vicenda e si possano condividere storie e sensazioni, che sia attraverso le parole, la voce o le immagini… si creano dei legami importanti che sono paragonabili agli affetti, alcuni libri diventano “di famiglia” oppure possono capirci quanto (o meglio) di un’amica, dicendoci le cose di cui abbiamo bisogno, in quel frammento di vita…
Lievito e zucchero saranno sempre presenti nella mia cucina… e mi hai scoperto, non li uso solo per i dolci ma anche per quello che hai scritto tu! 😉
La luce mi segue e mi fa compagnia perchè sa che provo per lei un grandissimo affetto… e senza, no, non so stare…
Ro
1 Novembre 2015 at 21:27
Sono sempre stata dell’idea che in un qualche magico modo, siano i libri a sceglierci. Come se ci fosse un tempo per ogni pagina, un tempo per ogni titolo, un tempo per la comprensione. Ed ognuno quando (e se) arriva a farsi spazio nella mente, allora l’attesa della sua lettura non è stata vana. Un nuovo piccolo pezzo di vita, una nuova consapevolezza!
Così gli affetti necessitano di un tempo tutto loro, di comprensione e riflessione, hanno bisogno di pazienza (la stessa che serve per fare un buon ragù alla vecchia maniera), di un pizzico di dolcezza e ottimismo, di cannella, vaniglia e spezie amiche per profumarli di casa. E’ vero che bisogna anche scuoterlli, mantenerli, lucidarli, coccolarli: sì, è vero. Ma io sento che non c’è una ricetta per questo. Io se potessi condirei la vita di spontaneità e la lascerei macerare in litri e litri di fiducia e lealtà. Ingrdienti sempre troppo rari e sottovalutati. Un po’ come quel pizzico di sincera ironia che rende tutto più bello!
Vengo al questa speziata ricetta che ha instillato immensa curiosità stasera (un altro ingrediente felino da tenere sempre a portata di mano!): qual è il sapore delle sorbe?
Che frutto è? Sai che non l’ho mai sentito nominare, né quindi credo di averlo mai assaggiato?
Mi lasci a bocca aperta (la posizione giusta per assaggiare un sapore nuovo: con gran stupore!)!
Peccato che io sappia siano foto, le tue. Son talmente belle che mi basterebbe allungar la mano per cogliere un frutto luccicante!
Francesca P.
1 Novembre 2015 at 21:54
Concordo, Ro, tantissime cose nella vita sono questioni di scelte spesso non cercate, che sembrano casuali anche se poi non lo sono davvero… sotto sotto ci vedo un “disegno”, se un libro finisce nella mia borsa è perchè lì vuole arrivare, così come se lo ricevo in dono è perchè chi me lo ha regalato pensa che possa essere adatto a me… e una possibilità di conoscenza/scoperta va sempre, sempre data! Se poi delude e resta indietro nella libreria, beh, significa che la prima fila la merita un altro…
In questi giorni la parola “spontaneità” è stata molto presente qui, non potevi saperlo ma è così… mi chiedo se io spontanea lo sia fin troppo, ma è un po’ il solito discorso: se dai, ti lanci e apri le braccia, devi per forza togliere il freno e fare ciò che senti… viene naturale! E chi spontaneo non lo è, magari reprimendosi, rischierà meno ma quanto si perde…compreso il sapore di questo nuovo (per me) frutto che sa un po’ di mela e un po’ di pera, quando è maturo è parecchio dolce e con le spezie ci sta benissimo… entra pure dentro la foto e assaggia con fiducia, quella che nei rapporti affettuosi come il nostro non manca! 🙂
Simo
1 Novembre 2015 at 21:30
Adoro i libri e non potrei mai farne a meno, tomi o ebook che siano….li curo, li leggo, li sfoglio e li conservo a dovere: per me sono degli amici preziosi…a volte più preziosi di certe personcine di mia conoscenza!
Un libro è sempre in grado di donarmi qualcosa: emozioni, sensazioni, riflessioni, ricette, poesie, dolci parole a volte…taglienti altre…li amo tutti, indistintamente.
…pensavo però che mi servirebbe proprio un libro che mi parli delle sorbe, che credimi…non ho mai visto prima, ci credi?!(di che sanno?)
Mi intriga molto però la tua ricettina…ne vorrei una bella tazza, qui, ora!
Bacione stella e buon inizio settimana
Francesca P.
1 Novembre 2015 at 22:04
Oh Simo, che gioia vederti di domenica sera e direttamente qui, senza passare dalla porta dello spam! Ce l’abbiamo fatta! 😀
Oltre al fatto che spesso sembrano parlare a noi e di noi, sai perchè amo i libri? Sono sempre lì, possiamo rivivere le loro storie tutte le volte che vogliamo e questo è impagabile! Cosa c’è di più bello di una presenza così costante? 🙂
Anche io non conoscevo le sorbe fino ad oggi, le ho prese al mercato e subito sono andata a informarmi in rete: esistono di due tipi, uno più simile alla mele e uno alla pere, sono un frutto antico e quasi dimenticato, altro motivo per cui l’ho amato… ha anima vintage come me! 😀
Virginia
1 Novembre 2015 at 21:36
Anche questa volta hai colpito nel segno: i libri sono un mio punto debole da sempre e parlo proprio di quelli di carta, da sfogliare, leggere, rileggere e annusare. Non ho subìto il fascino dei lettori digitali perchè io sono una lettrice che apprezza la carta sotto alle dita, le pagine che scorrono e che un’ora dietro l’altra si spostano a sinistra, il profumo dei libri nuovi… L’altra sera, passando davanti a una libreria dopo l’orario di chiusura, ho annusato nell’aria il profumo dei libri e non ho potuto fare a meno di sorridere. Con l’università ho quasi smesso di leggere, ma sto ricominciando piano piano a ritagliarmi uno spazio per la lettura e devo dire che mi piace ancora più di prima! Ho imparato a leggere ancor prima di andare a scuola e i libri sono sempre stati una costante della mia vita. Con loro ho un legame particolare e anche quelli che non mi sono piaciuti meritano uno spazio nella libreria! Colgo al volo il tuo consiglio e presto andrò alla ricerca di questo titolo 😉
Non ho ancora avuto il piacere di incontrare le sorbe, ma hanno un aspetto molto simpatico, quasi fiabesco, e sono sicura che le amerei!
Francesca P.
1 Novembre 2015 at 22:17
I libri per me sono solo quelli di carta, Virginia, il Kindle è uno degli oggetti tecnologici più freddi che esistono a mio parere, so che c’è chi lo ama o lo trova comodo ma mai, mai potrà sostituire la piacevolezza di una vera lettura! Hai detto bene, i libri hanno un profumo, un odore… sarà che io sono cresciuta in una casa in cui su quasi ogni parete c’è una libreria e quindi ci vivo immersa (e sommersa!) da sempre, ma non potrei concepire una vita senza mensole piene! 🙂 Adesso poi, da quando è esplosa la passione per la cucina, i libri letterari sono in buona compagnia… ma buona per davvero, ahaha!
Le sorbe sono deliziose, non avrei potuto lasciarle sul banco del mercato, dovevano essere qui con me e con voi! 🙂
Vanessa
1 Novembre 2015 at 22:56
Poche ore fa avevo una piccola stella profumata tra le dita… chiacchieravo con un’amica e continuavo a giocherellare con le sue punte e a respirarne la fragranza… Puoi immaginare il mio sorriso a trovare l’anice stellato qui nelle tue foto, proprio oggi! 🙂
Ci sono libri che ci vengono a cercare, libri che sanno come parlarci e che lasciano un segno dove altri lasciano poco o niente.
Grazie a te, stasera aggiungo un titolo alla mia to-read-list!
Pensa che pur avendo sempre associato gli affetti all’immagine di un fiore da curare, non ho mai avuto il pollice verde… sarà il mio inconscio a suggerirmi che sono una frana in materia? O più semplicemente un retaggio da “piccolo principe” Un abraccio! 😉
Francesca P.
1 Novembre 2015 at 23:57
L’odore dell’anice è persistente e lo amo per questo… avvolge di magia le mani! Io lo vedo come una stella cadente autunnale… 🙂 Ho anche libri sulle spezie, sai? Tra l’altro quelli di cucina, dato che sono tanti e in continuo aumento, hanno “invaso” una parte della libreria del salone e mi piace questa fusione tra generi del tutto diversi! E ovviamente è sottinteso che “Il piccolo principe” è in bella vista… sai che ho la versione in francese? 😉
Daniela
2 Novembre 2015 at 13:48
Anche io, anche io!
Scusate se irrompo…. Io ho anche quella in versione Pop Up e quella giapponese! Sono magiche!
Cara Vanessa, scusa l’intrusione, ma chi legge Francesca ha inevitabilmente affinità anche con me. Pazzesco perchè sotto ogni suo post, si aprono scrigni di commenti preziosi che io letteralmente divoro, perchè sono scorci dell’anima di chi scrive. Grazie. <3
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 14:30
Versione Pop Up e giapponese? Ma allora dovremmo raccoglierle tutte, metterle insieme e fare una foto di gruppo! 😀 Dani, è bellissimo questo scambio e questo volare di parole che uniscono, è la cosa di cui vado più fiera! :*
Ketty Valenti
2 Novembre 2015 at 1:23
Oh si si conosco questo frutto è bello anche a vedersi e mi piace parecchio l’uso che ne hai fatto,confesso che spesso mi son chiesta come “trasformali” ma tu li hai lasciati uguali rendendoli però ancora più preziosi.
I libri…che magnifica ricchezza,che bella invenzione,nulla di più bello che profumare la carta di un libro,maneggiarlo e sognare mentre si legge.
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 11:03
Ketty, secondo me le sorbe possono essere utilizzate per una confettura, magari in aggiunta alle mele o alle pere… ma sono talmente belle da vedere che ho voluto mantenerle “intere” almeno per questa prima ricetta, non potevo perdere il piacere di fotografarle! 🙂 Ci si può fare anche un crumble, magari con le nostre amate mandorle, ehehe!
Odore di libri e di spezie, da gatta annuso e mi sento contenta…
Laura e Sara Pancetta Bistrot
2 Novembre 2015 at 8:16
Buongiorno gatta, stamattina era impossibile non venire a bussare alla porta del tuo bistrot, abbiamo seguito il profumo intenso di anice e cannella ed eccoci qui a reclamare la nostra ciotolina di sorbe sciroppate, magari con una bella tazza di té nero. Ci sediamo a chiacchierare di libri, di quando i titoli ci hanno tratto in inganno, di quella volta da bambina che una di noi aveva letto nel titolo “castello” invece di “casello, scoperto il vero titolo non riuscì mai a terminarlo quel libro… il titolo che vediamo qui oggi lo annotiamo subito, un libro sul comodino fa fare sempre sogni più belli! Andando via ci mettiamo nella borsa il tuo personale manuale di manutenzione degli affetti, un piccolo tesoro da tenere sempre a mente e da sottolineare con colori pastello!
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 11:10
Bello accogliervi la mattina! Spezie e tè qui non mancano mai e se servono ad attirare le Pancette lascio aperti i barattoli così il profumo vi chiama… 🙂
I libri a volte sono dispettosi, quanti scherzi ci fanno?! Partono bene ma poi chissà dove finiscono, oppure al contrario ci mettono alla prova e diventano avvincenti solo dopo un po’, per testare la nostra fedeltà e la fiducia che riponiamo in loro, andando avanti nella lettura… questo è un libro di racconti, uno al giorno, magari per colazione! E mi raccomando, c’è scritto “affetti” e non “baffetti”, ehehe! Sai com’è, mi stavo sbagliando anche io, pensando ai baffi felini… 😛
Un abbraccio che sa di cannella a entrambe!
Anna
2 Novembre 2015 at 8:24
Ho un debole sia per i libri che per la cannella e l’anice stellato..i libri sono lì, nella mia libreria, un po’ impolverati, ma raccontano mille avventure che hanno attraversato le fasi della mia vita, dalle prime letture dell’infanzia, fino alle letture più adulte, ma non meno avvincenti 😀 Chissà se un giorno il mio futuro bambino avrà la mia stessa passione! (futuro ma concreto, in arrivo l’anno prossimo 😉 )
Le spezie le devo ancora ben scoprire, provare, sperimentare..adoro come le hai fotografate!
Non conoscevo le sorbe, ma so già che il connubio di sapori mi piacerebbe molto!!
Bravissima come sempre!!
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 11:15
Annaaaaaaa, ma mi dici qui, così, quasi facendo “la vaga”, questa super notizia?! Ho riletto almeno tre volte la frase, per sapere se avevo capito bene! Che bello, sono tanto felice per te, per voi! Prima il matrimonio, poi la casa, adesso il pancino… quante emozioni in poco tempo, te le meriti perchè anche se non ti ho mai abbracciato di persona so quanto sei speciale, come donna! E il tuo bimbo avrà i tuoi gusti e le tue passioni e quindi oltre ai libri amerà anche la cucina… e spero il mio blog, ahaha! 😀
Le spezie danno quel tocco magico in più ai cibi, forti, pungenti, profumatissime… buona conoscenza, se vuoi aiuto sai dove trovarmi insieme a una coppetta di sorbe dolci dolci!
Anna
2 Novembre 2015 at 11:38
Il tuo blog lo amerà senz’altro, lo legge insieme a me da cinque mesi 😉 Non ho pubblicizzato altrove perché non mi piace sbandierarlo ai 4 venti, ma mi faceva piacere che lo sapessi 😉 Fare la vaga per dare notizie simili è sempre stato il mio modo 😀 Grazie per l’affetto!!
m4ry
2 Novembre 2015 at 9:49
Penso di aver trovato un libro in più da leggere…La manutenzione degli affetti…già. Ci sono libri speciali, che occupano un posto speciale nel mio cuore, e risulta evidente anche dal modo in cui li ripongo nella mia libreria…mai nascosti, sempre in vista, quasi a richiamarne il ricordo con un semplice sguardo, per caso. Riaprirli, toccarli, cercare le righe e le parole sottolineate…poterne toccare ancora una volta il senso, il valore, e scoprire che le sensazioni sono ancora vive, presenti…oppure svanite, perché nel frattempo le cose cambiano, le emozioni si trasformano e ciò che faceva male un tempo o che magari ci ha portato a sottolineare una frase, è un ricordo lontano. Sedimentato. Che non fa più paura. Che è confluito nel nostro bagaglio di esperienze…lasciando cicatrici più o meno evidenti. Perché tutte le cose lasciano cicatrici. Sia le cose belle che quelle brutte. Sono i segni della vita.
La ricetta mi sembra una pozione magica 😉
Un abbraccio !
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 15:26
E’ un titolo bellissimo, vero, Mary? Sapevo ti avrebbe colpito… e anche tu sapresti scrivere un post “a modo tuo” partendo da lì, perchè sei esperta in materia! 😉
Anche io dò risalto ai libri preferiti… sanno di essere speciali anche per questo, perchè sono messi nei ripiani più in alto, baciati dalla luce e mai impolverati… da ragazzina non leggevo mai, mai senza una matita in mano, adoravo il gioco “trova le frasi da sottolineare” e ho fatto anche di più, anche se mi vergogno un po’ a dirlo: a volte ho messo una croce sul nome del protagonista e ho scritto quello della persona a cui quelle parole erano indirizzate, nella mia testa! E mi fa effetto, a distanza di tanto tempo, ritrovare tutti quei segni, come delle impronte… anche stavolta hai espresso il mio pensiero, il discorso sulle cicatrici non avrei saputo dirlo meglio… le sento, le tocco, quelle cicatrici… e ogni periodo di vita ne lascia di nuove, che si mettono lì, vicine…
Ti abbraccio anche io e ti lascio una canzone: “Battiti per minuto” dei Perturbazione… “è solo una ragazza che ha bisogno di magia e sa che il tempo ha fretta di fuggire altrove”…
m4ry
2 Novembre 2015 at 16:35
“..ed è obbligata a crescere.
Ma che bisogno c’è? …”
Meravigliosa…grazie <3
p.s. ma quanto sono belli questi scambi a distanza, ma cuore a cuore ? 🙂
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 16:53
Sono bellissimi e scaldano tanto… <3
m4ry
2 Novembre 2015 at 17:51
<3
silvia
2 Novembre 2015 at 10:19
Quanti spunti oggi! 🙂 Da dove parto? dal cuore…gli affetti richiedono tanta pazienza, lunghe chiacchierate per scoprire che nulla si perde mai o si allontana se lo vogliamo davvero, ci vuole attenzione perchè le parole parole siano sempre gentili, coccole alla vaniglia e al cioccolato quando sentiamo di proteggerli con un abbraccio dal ricordo intenso, continui massaggi con oli essenziali per curarli dalle crepe che possono formarsi lungo il percorso, e annaffiarli con amore, sempre. Però è cosi, se vediamo dei rami secchi, senza possibilità nuove, allora la scelta deve essere coraggiosa, anche se sofferta. E i libri ci vengono incontro per trovare nuovi occhi, per suggerirci talvolta la strada giusta da percorrere o gli ingredienti più azzeccati per mantenere vivi gli affetti. L’ultima volta che ho letto un libro consigliato da te mi è piaciuto…cercherò anche questo, mi fido dei tuoi gusti! E a proposito di sorbe, i miei genitori me ne hanno sempre parlato, un po’ come di frutti del passato, dei loro tempi insomma! Forse ci sarebbe bisogno oltre che di far manutenzione agli affetti, anche rispolverare qualcosa un po’ dimenticato, come se queste sorbe fossero dei valori che nella società di oggi si stanno perdendo…e tu ci sei riuscita perfettamente con questa ricetta! le foto sono cariche di colore, brillanti e luminose! a presto Franci e buona settimana!
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 15:47
Quanti commenti lunghi oggi, si vede che il tema libri e affetto sta a cuore a tante di noi! 🙂
Adoro le coccole alla vaniglia e cioccolato, questa frase rende perfettamente l’idea di tutta la dolcezza che serve nei rapporti, insieme alla tenerezza, alla comprensione, al venirsi incontro, alla tolleranza… quanti massaggi per mente e anima andrebbero fatti con l’olio di mandorla o di argan, per rendere setosa la pelle e la vicinanza che spesso sfugge anche quando si vive sotto lo stesso tetto… negli affetti servono poi determinazione e tenacia, ma la delicatezza non va mai sottovalutata, la stessa che hai tu, che hai scritto delle cose stu-pen-de e conosci anche le sorbe, wow! 😉 Quando ho letto che sono un frutto dimenticato mi sono piaciute ancora prima di scoprire che sapore avessero, perchè la memoria è così importante… e solo se non si dimentica si può andare avanti con più consapevolezza e conoscenza, anche di sè…
Un bacio e grazie, grazie, grazie per ogni riga piena di sensibilità!
Daniela
2 Novembre 2015 at 11:15
Ho seguito il profumo di spezie che mi ha portato fino qui, ma sai che non ho mai assaggiato le sorbe, pazzesco… Ciao Franci, ci sono è, un po ammaccata, sempre di corsa ma oggi ci tenevo a scriverti prima di sparire in mezzo ai fumi di caffè tisane e panini, e frullati.. ( ti devo scrivere) I libri, di carta assolutamente, quelli che conservo gelosamente, quelli che mi hanno lasciato un segno negli anni sono sempre con me, li sulle mensole che aggiungo di volta in volta anche un po a caso per fare posto a nuove storie, e anche a nuove ricette 🙂 . La spesa del sabato è quasi sempre accompagnata da un giretto in libreria, ed è proprio raro che esca senza una busta di carta con dentro un libro. Quando ne inizio uno nuovo, mi lascio colpire dal titolo, dai colori della copertina e dalla trama, mi piace scrivere all’interno la data e una piccola frase, così a ricordarmi quel momento, il mio stato d’animo, una sensazione. La cura del tempo. Ti abbraccio, buona settimana!!
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 17:01
Dani, se sparissi insieme a te in mezzo a quei fumi e ai frullati? Mi ispira questa “fuga nel cibo”, può portarci via in modo piacevole, un po’ come andare a raccogliere funghi (come tu ben sai!) e sorbe… quanto mi piacerebbe a questo punto vedere dal vivo un alberello di questo frutto!
Devo dire che anche io se entro in libreria non esco quasi mai a mani vuote… durante il festival del cinema di Roma avevo a un passo una libreria bellissima e beh, ho fatto acquisti quasi ogni giorno… meno male che poi il festival è finito, se no avrei speso tutto così, ahaha! 😀
La cura del tempo i libri la insegnano molto… loro sono lì, immutabili… le pagine possono ingiallirsi ma le storie restano vive, come appena raccontate, così presenti… e noto lo stesso coi libri di cucina di mia madre o di mia nonna, per quanto “antichi” trovo idee assolutamente attuali e spesso mi lascio ispirare! Certo, non ci sono le foto belle di adesso ma il gioco è rifarle noi, no? 😉
Un abbraccio a te e ci sentiamo in privato…
Rebecka
2 Novembre 2015 at 12:08
Ci sono cose che nella loro semplicità custodiscono una scintilla di magia, perfetta. Sorbe…sai da quanto non ne mangio? Pesavo 36 kg, i rami reggevano il mio peso ed io ne facevo incetta. Era molti decenni fa.
Un titolo e quanto basta per accendere la scintilla, ancora prima di leggerlo. Un titolo può far nascere una storia nella nostra mente, ancora prima di aver letto un solo capitolo. Così come per le musiche. Nascono con una nostra precisa emozione, ancor prima di essersi focalizzati sul testo.
Così questa teglia che custodisce una storia, la mia, la tua e quella di molti altri, forse diversa ma che importa, è una cosa sulla quale ci si focalizza solo dopo aver letto gli ingredienti, prima di quelli, c’è tutta la magia della luce, della lucentezza, del colore.
Tu sei una Maga, una abile Fanciulla che rimesta nel calderone dei ricordi.
Un abbraccio, simbolo della manutenzione del nostro affetto
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 17:10
… una bambina-scricciolo con i capelli lunghi al vento che richiamano la forma dei rami, che non si arrampicava sugli alberi ma ci arrivava direttamente volando o con un salto e che staccava piccoli frutti tondi e colorati, come palline con cui giocare… ecco, Reb, questa è l’immagine che ho di te dopo averti letto! 🙂 Ma saresti capace di fare lo stesso anche ora, “da grande”, io lo so!
Anche attraverso il blog teniamo lucidi e vivi gli affetti, è vero, lo scambio di parole, ricordi e presenza scava, costruisce, sedimenta e… trattiene. Gli abbracci sono speziati e magici più che mai quando c’è una vicinanza di cuore…
Daniela
2 Novembre 2015 at 13:33
Mi sono sempre sentita anomala e stramba, nelle mie preferenze. E quando ne ho parlato, ne ho sempre avuto conferma. Amo con tutta me stessa i libri usati. Ma di un amore sconfinato! Da piccola, ho finito l’intera sezione per bambini e poi per ragazzi della mia biblioteca. Amavo sfogliare quei libri che profumavano di vita, che avevano la consistenza tipica di un libro sfogliato e risfogliato… E ogni settimana aspettavo il lunedì per poter tornare a prenderne di nuovi. Alcuni con appunti segreti, altri con una sottolineatura che denotava gli interessi o il sentimento dell’ultimo lettore. Quelli trattati bene, quelli bistrattati che provavo a curare e coccolare io. Amo anche i libri nuovi, quelli che profumano di carta appena stampata e che si aprono vergini proprio a te, come un dono meraviglioso, investendoti della responsabilità di renderli importanti. Ma è un amore diverso… Meno poetico! I libri vecchi sono saggi. Carichi di insegnamenti tra le righe ma anche tra le pagine fisiche.
E i rapporti? Già sai quanto condivido le tue parole, quanto penso che le persone non si debbano mai dare per scontate e quanto credo che il coraggio di potare i rami secchi sia una delle azioni più difficili ma al contempo salvifiche.
Le sorbe, infine, non le avevo mai viste. Quanti frutti dimenticati che potrebbero abbondare sulle nostre tavole, se solo ci ricordassimo di cercare più a fondo!
Cannella, garofano, anice stellato, vaniglia! Sembra una pozione. E mi ha stregata!
Ti abbraccio forte. Non dimenticarti di guardare in alto… le nuvole sono magiche!
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 17:19
Dani, me la fai un’altra promessa, dopo quella della settimana scorsa? Mi lasci sempre sempre un commento? 😀 Te lo chiedo perchè adoro, ma adoro veramente leggerti e voglio parlarti sempre, per conoscerti ogni pezzetto e ogni pagina di più…
I libri usati piacciono anche a me, anni fa, nei miei viaggi milanesi, andavo sui Navigli al “Libraccio” e restavo ore a scegliere quelli che avrei portato via con me… alcuni libri avevano le dediche e come mi divertivo a immaginare storie, amori, lacrime e aneddoti legati a quelle storie “in transito” da una libreria e da una vita all’altra…
Sì, le potature sono dolorose, a volte proprio non vorresti farle e fino all’ultimo speri di vedere una gemma nuova.. ma se non spunta, meglio dei rami in meno ma dei sorrisi in più, per il futuro… e la primavera torna sempre, vero?
Grazie. In modo speciale, come te.
Daniela
2 Novembre 2015 at 18:42
Non ci crederai. Ma proprio oggi mi sono detta che continuare a non commentare sarebbe stato come non leggerti affatto. E quella promessa l’ho fatta a me per prima… ed ora eccoci qua, a toglierci le parole di bocca proprio come hai fatto tu per l’ennesima volta! Non ti stupisci, vero, se io al Libraccio nei miei anni universitari facevo lo stesso?! Se penso poi a rileggere i miei libri, sottolineati da me, scopro un mondo. Infinite sfaccettature della “piccola me”. E’ proprio vero che i libri sono specchio dell’anima. Ad ogni lettura, ti offrono la chiave per decifrare la tua vita e i tuoi problemi. E ogni volta offrono segreti diversi, perchè chi legge, in quel momento, è davvero diverso. Pazzesco. Sono viaggi in universi paralleli!
La primavera torna sempre. E’ nel sorriso e negli occhi di chi ti vuole bene davvero, se per caso tu non riesci a vederla fuori da te. Ma fidati che c’è. <3
Ileana
2 Novembre 2015 at 14:06
Eccomi qua, manco da un po’, ma sai che in realtà non sono mai andata via 🙂
Quanto hai ragione, vale per gli affetti, vale per noi stessi, vale un po’ per tutto. Arriva il momento in cui devi fermarti per capire a cos’è dovuto quel rumore, per capire se qualcosa si è rotto o ha solo bisogno di un po’ di manutenzione. Bisogna prestare attenzione agli affetti, così come bisogna avere il coraggio di recidere i rami secchi e voltare pagina, per innamorarsi di nuove storie…
Sai che le sorbe in realtà credo di averle pubblicate in un post di Settembre? Non riesco mai a utilizzarle in una ricetta, ma ci sono, credo che siano apparse anche lo scorso anno 🙂
Come ti dicevo sarebbe bellissimo raccoglierle insieme, perché sono frutti che stanno scomparendo, qui ci sono 3 o 4 alberi che ogni anno regalano piccole sorbe, ma in pochi le conoscono e rimangono quasi sempre sugli alberi ( o nel mio cestino! ) .
Qui c’è tutto quello che mi piace: l’anice stellato, la vaniglia, la cannella, le sorbe, la bellezza, quella vera. :*
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 17:27
Ile, sento la presenza, sento l’affetto e sento il legame… le streghette sono così, captano certe vibrazioni! 😉
“Innamorarsi di nuove storie”, ecco, avere il cuore sveglio e pronto, sintonizzato sul Bello dietro l’angolo, quello che può arrivare appena oltre la curva, magari appena si passa un albero (di sorbe?!) e il panorama si apre libero davanti a noi… e l’unico rumore che c’è è il verso delle cicale o quello dei grilli o quello di un ruscello! Dici che l’amore per la campagna mi sta facendo diventare bucolica? 😀
Un giorno verrò a prenderti sul serio e tu mi correrai incontro con due cestini, facendomi strada…
Alice
2 Novembre 2015 at 14:07
amo i libri, dolci compagni di vita, nelle mie varie case ho sempre avuto grandi librerie e mai abdicherò verso la tecnologia dei vari Kobo ecc. Amo sentirlo tra le mani, toccarlo, annusarlo, sfogliarlo…se camminando incontro una libreria, mi attrae dentro come una calamita e ne esco sempre con qualche acquisto. Le sorbe invece ammetto di non averle mai assaggiate ma neanche mai viste fino ad ora. Splendide le tue foto come sempre!
baci
Alice
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 17:33
Alice, sottoscrivo! La tecnologia non può tutto, ci saranno sempre delle cose che non riuscirà a sostituire o battere… e per fortuna! Non oso immaginare un mondo privo di libri come oggetto in sè, gli occhi vanno posati su una pagina vera, su parole d’inchiostro… non su schermi luminosi! E le sorbe che resistono al tempo e ogni tanto fanno ancora capolino nei mercati sono un esempio di come “l’antico” ha un fascino perenne…
Un bacio a te e grazie! 🙂
The Daydreamer
2 Novembre 2015 at 14:47
Già dal titolo mi avevi conquistata – come spesso accade con i tuoi articoli, devo dire. I libri? Amici per la vita, presenze indispensabili con i quali dialogo anche nei sogni. Tra questi, anche i libri di cucina, protagonisti di macchie, spruzzi, infarinate varie durante l’elaborazione dei miei piatti preferiti, dei miei tentativi falliti (l’importante è provarci, no?). Speciali le tue foto, accoglienti ed avvolgenti in questa fredda giornata autunnale… Fammi accoccolare qui… Un bacio!
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 19:44
Il merito del titolo qui non è mio, l’ho preso in prestito… 🙂 Ma è bello condividere parole altrui che hanno destato attenzione, interesse e ispirazione…
I libri di cucina a volte temo di “rovinarli” o ungerli, ma invece è così che prendono vita, vissuti, toccati e ritoccati… mi fa sorridere che le pagine di alcune ricette abbiano più impronte e segni delle nostre mani, perchè significa che le abbiamo sfogliate molto di più di altre! 🙂
Grazie del commento e salutami la Francia poetica e crepuscolare di questa stagione!
Manuela
2 Novembre 2015 at 15:55
I libri lo sentono bene quello che nasce quando finiscono tra le nostre mani.
La cosa più bella è quando ti ritornano certi pezzi letti e sottolineati, parti che rappresentano anni passati, che ci raccontano meglio di qualsiasi descrizione o biografia.
I libri sono tra gli oggetti da cui meno riesco a slegarmi, forse perchè più di tutti sono pezzi di persone e anime scritte.
Che bello questo pensiero Francy, davvero!
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 19:50
Riprendere in mano alcuni libri e rileggere alcune frasi è molto di più che fare un tuffo nel passato… è riavvolgere il nastro, è annullare quasi il tempo, è sentir risvegliarsi qualcosa di sedimentato, che giace sotto la terra e all’improvviso ribolle o germoglia di nuovo… hai amato questo post perchè capisci e senti ciò che ho scritto, ma d’altronde che noi avessimo un approccio emotivo (simile) anche verso i libri e non solo verso gli affetti era chiaro… 😉
Regalare libri e regalare pezzi di noi, ecco cosa tante persone dovrebbero imparare a fare… iniziare da lì, da un volume rilegato e tante parole messe in fila, come un primo passo per un dono (di sè) più ampio…
barbara @ Pane&Burro
2 Novembre 2015 at 16:44
… già ..
:*
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 19:53
… già già…
:*
(forse potrei indovinare quali frasi in particolare hanno suscitato il tuo già…)
barbara @ Pane&Burro
3 Novembre 2015 at 13:28
..già!
abbiamo trasmesso: come comunicare con sole 3 lettere dell’alfabeto e capirsi perfettamente… 😉
Francesca P.
3 Novembre 2015 at 14:59
Vedi, a volte è così semplice… 😉
Melania
2 Novembre 2015 at 18:47
Io ne sono profondamente gelosa! Fatico a lasciarli in giro o alla sola idea che qualcuno li tocchi. Raramente li presto! Ecco, scritto così sembrerò un mostro, ma ho un rapporto molto particolare con i libri. È una di quelle cose che amo regalare ma so per certo che non tutti apprezzano. Siamo talmente concentrati a star davanti pc, telefono che è diventato assai raro trovar qualcuno con un libro in mano. Eppure, vuoi mettere il profumo della carta, la bellezza che conserva anche dopo molto tempo. Io ne resto ammaliata!
Poi, col tempo presi una strana abitudine.
Quella di regalare al luogo che visitavo un libro.
Lo leggevo, ed una volta terminato lo lasciavo li con una piccola dedica. Perché qualcun’altro lo toccasse e sentisse magari quella flebile sensazione provata da me quando l’avevo tra le mani.
Conosco “la manutenzione degli affetti” ed è un libro speciale. Grazie per avermelo ricordato!
Le foto sono bellissime.
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 20:24
Ti capisco, Melania, sai? Anche io, proprio perchè ci tengo, sono gelosa di alcuni libri e li presto solo se so con certezza che mi tornano indietro e che la persona a cui li affido sa prendersene cura… è un discorso legato alla fiducia…
E’ vero, la vita di oggi ha rubato tempo al rito della lettura, è diventato quasi un privilegio potersi sdraiare sul divano con un libro in mano, suona persino come una cosa insolita, fuori dall’ordinario! E’ uno dei lati della modernità che amo meno, io stessa passo tante ore al pc ma voglio cercare di non trascurare mai troppo le storie su carta…
Immagino la sorpresa di chi ha trovato i libri che hai lasciato in giro, io avrei sorriso incredula e sarei stata felicissima… il tuo gesto è nobile e poetico e secondo me la dice lunga sull’anima bella e generosa che sei… 🙂
larobi
2 Novembre 2015 at 19:58
Ogni cosa bella ha bisogno di manutenzione ! Affetti, oggetti, ingredienti… il libro lo conosco ma non l ho ancora letto. Subito segnato nella wish list insieme a questa ricettina molto comfort food … I love !!! Baci cara !!!!( vogliamo parlare del verdino della stupenda pentolina? Ah ah ah )
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 20:28
Ecco, Robi, quando ho scattato queste foto io pensavo a te che le avresti viste e avresti commentato al 100% il mitico pentolino di Ikea, comprato in meno di un nano secondo quando me lo sono trovato davanti! 😀 Anche lui avrà bisogno di manutenzione e già mi ci sono affezionata, ahaha!
La frutta cotta a me piace parecchio e per renderla più “stuzzicante” le spezie sanno il fatto loro! Lo sciroppo poi è una delizia anche a parte, sentirai…
Margherita
2 Novembre 2015 at 20:23
Relativamente ai libri ho un’abitudine tutta mia. Appena ne finisco uno, fosse anche in mezzo alla notte, corro a metterlo in fila insieme agli altri già letti e a prendere il successivo, che rigorosamente mi aspetta dalla parte opposta della libreria. Lo prendo, lo apro, scelgo un segnalibro e lo appoggio sul comodino. Va così da diversi anni, diversi a due cifre. La magia di alcuni gesti, di alcune abitudini, rende gli stessi speciali. Non mi definirei una persona metodica, ma certi gesti, certe premure mi fanno sentire più sicura e più protetta, esattamente come queste sorbe, messe al sicuro insieme ad uno sciroppo profumato d’autunno…
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 20:35
Marghe, mi hai raccontato una piccola storia che già di per sè vale un racconto! Avrei già il titolo: “La ragazza che sistema i libri di notte”… 🙂 I riti come questo hanno un valore particolare, perchè non è semplice o banale routine, c’è tutto un (tuo) mondo dietro a quel gesto che fai perchè evidentemente ti fa stare bene o racchiude un significato preciso… io ci leggo un saper ricominciare qualcosa ogni volta, salutare una fine e celebrare un nuovo inizio…
Grazie della “confidenza”, aggiunge una pagina in più alla nostra conoscenza… 🙂
zia Consu
2 Novembre 2015 at 20:27
Quanta verità celata in quella frase di quattro parole! Le sorbe sono per me una vera novità e non sai che darei per fare l’assaggio! Mi accontenterò delle tue splendide e luminose immagine per saziarmi ^_^
Buona settimana Franci e a presto <3
Francesca P.
2 Novembre 2015 at 20:40
Noto che quasi nessuna di voi conosce questo frutto, mi verrebbe voglia di prendere intere cassette al mercato e organizzare una vasta spedizione di gruppo! E magari nel pacco metto anche una copia del libro… 😉
Chiara
3 Novembre 2015 at 0:03
la parola manutenzione mi fa pensare ad una lavatrice e a quegli odiosi libretti delle istruzioni che nessuno legge mai volentieri,a me piace coltivazione degli affetti, essere un buon giardiniere , un buon contadino è difficile, quando si ama qualcuno o qualcosa la sua coltivazione è fondamentale, ci vuole il giusto nutrimento, la giusta acqua, il giusto sole ….i libri possono morire come le piante quando non ci curiamo di loro, quando li abbandoniamo.Vanno toccati, portati come le perle….Le sorbe le ignoravo finora, il nome mi diceva qualcosa ma non riuscivo ad abbinarlo a queste piccole melette…Un abbraccio cara, buona settimana
Francesca P.
3 Novembre 2015 at 15:04
“Manutenzione” dà idea di gesti pratici e concreti che bisogna fare ma è assolutamente importante anche la “coltivazione”, certo! Vedo da sempre i rapporti come un orto o un giardino, le persone che meritano sono dentro al recinto, ognuna è una pianta e io mi sento una gatta contadina piena di buona volontà… 🙂
Le sorbe mi hanno conquistata e spero di ritrovarle ancora… se no resterà un amore di quelli un po’ impossibili, che fanno tribolare… 😀
Un bacio, Chiara!
Monica
3 Novembre 2015 at 11:16
Mi piace la tua capacità di cogliere le sfumature di ogni parola, di ogni testo, di ogni immagine che la vita ti offre. Questo libro non l’ho mai letto, e come tanti che vorrei leggere non sono nemmeno stati acquistati, per paura di farli finire impolverati in qualche scaffale lontano. Vorrei avere più tempo per tutto, e per tutti, libri e persone.
Sai che questo frutto meraviglioso non lo conoscevo? Bellissimo, con una forma unica e quei colori che tu hai saputo esaltare nelle foto e nella preparazione. Meravigliosa tu <3
Francesca P.
3 Novembre 2015 at 15:35
Sì, Monica, anche io lotto sempre contro il tempo e mi sembra una battaglia quasi persa in partenza… lui ci batte, è inutile, le vite di oggi procedono a ritmi elevatissimi, come quando mandi avanti i film in maniera accelerata! Ma proprio per questo, data la mia indole da gatta che ama la lentezza, mi sforzo di mantenere quei piccoli piaceri come leggere qualche capitolo, spegnere un’oretta prima il pc la sera e scattare con calma quando torno felice dal mercato con qualche nuova scoperta a forma di palletta, come in questo caso! 😀
Grazie mille, sei dolcissima… e fai foto di burger bellissime, ahaha! (ci siamo capite!)
Fabio
3 Novembre 2015 at 12:06
E’ proprio così, per gli affetti ci vogliono sempre attenzione e cure costanti, per mantenerli vivi.
Bellissima questa ricetta con le sorbe che hanno dei colori fantastici.
Fabio
Francesca P.
3 Novembre 2015 at 15:42
La cura e l’amore sono il segreto per tutto… sia per cucinare bene, sia per saper stare vicini senza allontanarsi…
Grazie, Fabio! Sono contenta di aver incontrato questo frutto per la prima volta sulla mia strada! 🙂
Francesco
3 Novembre 2015 at 12:09
Mi sia concesso prendere anch’io parte alla lettura del vostro incantevole libro.
Vi sembrerà strano che un uomo ami leggere le poesie intrise di generosa femminilità e amore persistente. E’ una delle tante vostre componenti, in quanto donne ed io vi ammiro e vi amo per tutto quello che tu, Francesca, con tutte le tue numerose amiche avete disegnato su queste pagine.
Sono i meravigliosi colori della vostra generosità affettiva, sono i sapori gustosi del vostro cuore, sono i profumi della vostra bellezza del cuore, elementi tutti che mancano a noi piccoli uomini, ma grandi mentitori.
Bene, io, da piccolo uomo, ma grandemente sincero, vi ringrazio.
Ho trascorso un’ora meravigliosa con voi e, anche se illusoriamente, vi amo tutte, come donne e, da oggi, come grandi amiche.
Mi sia concessa un’ultima licenza: vi bacio………..sulla guancia, come farebbe un vostro affettuoso papà!!!!
Francesca P.
3 Novembre 2015 at 15:46
Francesco, ti ringrazio per il pensiero… sono lieta che parole, ricette e parole si miscelino e creino questa belle rete di scambio e presenza che, nel caso mio e di Paola, la nostra conoscenza comune, è diventata da virtuale a reale con molta intesa e piacere! Sono le piccole grandi gioie che la cucina può portare, o meglio, che la passione e la condivisione sanno alimentare quando anime affini si sorridono…
Un saluto!
Elena
3 Novembre 2015 at 13:11
Hai ragione sui libri, sai che io li amo alla follia, mi catturano, mi affascinano e mi conquistato, se sono usati poi è ancora meglio portano tra le pagine le storie e i sentimenti di chi li ha già letti…
Gli affetti sono come delle piantine, vanno curati e coltivati e alcuni sopravvivono anche dopo molti anni, gli affetti quelli veri…
Che splendidi colori questa frutta sciroppata, mi piace tantissimo avvolta da tutto quello sciroppo! Un abbraccio
Francesca P.
3 Novembre 2015 at 15:50
Elena, certo che lo so… ho sempre ammirato il tuo secondo blog perchè parlare di libri, così come di cultura in generale, è musica per le mie orecchie! 🙂
Gli affetti veri come sono le ricette delle nonne… sicure, affidabili, non fanno sbagliare e portano, in tavola come nella vita di tutti i giorni, solo cose buone…
Lo sciroppo io l’ho mangiato anche con il cucchiaino, da solo, ma shhhh, non dirlo a nessuno… 😛
Martina
3 Novembre 2015 at 17:02
Questa volta ho impiegato più tempo del solito … ma con la frase ” quando i rami inariditi non producono e non sorridono più, si deve fare una potatura. Decisa, coraggiosa. Recidere, per tornare a far scorrere la linfa ” mi hai spalancato l’anima, quella che tengo ben nascosta!
E, nonostante il trascorrere dei giorni, ancora non so bene cosa dirti, o forse servirebbe molto più spazio e tempo … ( sarà forse uno dei tanti temi da affrontare davanti a quel caffè caldo).
Però ti dico che questa volta le foto hanno avuto la capacità di farmi sentire profumi e consistenze … e quel libro è già entrato a far parte della lista degli acquisti!
Francesca P.
4 Novembre 2015 at 0:15
Quella frase arriva alla fine non a caso, un po’ come si tengono per ultime le foto più belle o alcune frasi più importanti da dire… e sì, credo che potremmo parlarne a lungo, dalla colazione alla cena, ci prendiamo il tempo necessario e facciamo prendere aria a quell’anima nascosta… ho anche mollette per stenderla al sole, ad asciugare… 🙂
Se dovesse piacerti la scrittura di Pascale, dopo questo libro ho letto anche “Passa la bellezza”, altro titolo su cui ci si potrebbe soffermare…
MARI
3 Novembre 2015 at 19:01
Ti ho mai raccontato di quel libro di poesie trovato in treno? io che non sono mai stata capace di apprezzare la poesia… bè è stato il destino, perchè è uno dei libri che adoro e che ciclicamente vado a rileggerlo! Mi incuriosisce molto questo di Pascale… 😉 prendo nota! Ehi! quanto vorrei assaggiare queste sorbe… devono essere deliziose! 😛
Francesca P.
4 Novembre 2015 at 0:19
No, non sapevo di questo incontro fortuito e fortunato, Mari! La scintilla si è accesa dunque anche a te, quando non te l’aspettavi e in modo imprevisto… che poi è il modo più bello, quello che lascia il segno!
Le sorbe starebbero bene in qualche tua ricettina “verde”, magari prima o poi le trovi abbandonate da qualcuno come è successo con il libro in treno! 😀
Mary Vischetti
3 Novembre 2015 at 23:00
Sono gelosa dei miei libri, li presto raramente e qualche volta che l’ho fatto, me ne sono pentita. Tante persone non danno un grande valore ai libri…e non li restituiscono…e questo mi da tanto, ma tanto fastidio! Mi piace regalare libri però, non i miei sia chiaro, ma adoro donare sogni…libertà…poesia! Sai Francesca, la famiglia di mio marito ha un castagneto, purtroppo colpito da un terribile parassita. In questo castagneto, c’è un’antica pianta di sorbe, che non si è ammalata e regala frutti deliziosi e portentosi per la salute. Non ho mai pensato di fare le sorbe sciroppate, è un’idea davvero strepitosa! Sei sempre straordinaria! Un abbraccio forte, Mary
Francesca P.
4 Novembre 2015 at 0:24
Chi non restituisce le cose o le tratta male secondo me fa lo stesso anche coi rapporti… lo hai notato?! Perchè è tutta questione di cura, di tenerci, di rispetto e di considerazione del prossimo… e molte persone si sono perse tutto ciò per strada, purtroppo…
E’ bellissimo sapere che hai accesso libero ad un albero di questo frutto, è prezioso e raro… un piccolo gioiello antico da custodire! Se deciderai di assaggiare in questo modo le sorbe sarò felice di farti compagnia col pensiero… 🙂
Grazie mille, ricambio l’abbraccio!
Tatiana
4 Novembre 2015 at 12:50
Hai scelto le parole che io avrei usato per la lettura di un libro, perché ogni qualvolta una copertina mi attira non posso esimermi dal leggerlo, perché è vero che il fruscio delle pagine, il loro profumo, che cambia giorno dopo giorno in quanto la carta invecchia con te, ti riporta a istanti vissuti e sai già se quel libro è stato amato o meno.
Alla stessa maniera i rapporti umani si sentono a pelle come le pagine di un libro, vanno curati poiché mai sono scontati, vanno riempiti di coccole e riempiti di dolcezza, vanno trattati con i guanti bianchi per non sporcarli perché i sentimenti sono la cosa più potente e fragile che ci sia; non da meno sono necessari degli sfrondamenti, cosa che sempre più spesso metto in pratica perché non ho più né tempo né voglia per sottostare a dei compromessi con persone delle quali me ne importa meno di zero, perché dopo i quarant’anni mi sono resa conto che la vita è troppo breve e bella per sprecarla con chi non vale nulla, per perdere del tempo meglio impiegabile con chi ci entra nel cuore.
Ora mi metto in ammirazione della tua ricetta, tanto speciale poiché ha quale protagonista un frutto che non ho mai visto, che non conosco affatto e si sa che non è mai troppo tardi per apprendere qualcosa di nuovo!
Ti abbraccio tanto!!!
Francesca P.
4 Novembre 2015 at 22:35
Vedi perchè ti chiamo amica paroliera… ti meriti sempre di più questo appellativo! 😀
Tutte le frasi che hai scritto mi hanno colpito ma una in particolare l’ho letta più volte: “dopo i quarant’anni mi sono resa conto che la vita è troppo breve e bella per sprecarla con chi non vale nulla”… ecco, io di anni ne ho 37 e mi auguro che il tempo vada lento fino ai 40 (so che non sarà così, volerà, ma coccoliamoci nell’illusione…) ma già sposo in pieno questo concetto, al 100% e di più! Sento di aver “fatto un salto” dentro alcune consapevolezze, oltre che dentro me stessa… ed è verissimo, non ha senso perdere tempo con dimostra che non ci tiene quanto noi, con chi vale anche solo la metà delle nostre aspettative, con chi ci delude, con chi non sa voler bene e con chi non comprende davvero, fino in fondo, chi siamo… e come siamo…
Io, di mio, metterò sempre impegno, pazienza e costanza nei rapporti, perchè credo di aver capito, anche a caro prezzo, come mantenerli e alimentarli… E sì, non è mai tardi per imparare, scoprire, sorridere e… sperare. In qualcosa di buono e colorato, che sappia stupire… le sorbe insegnano e se la vita è un albero speriamo di raccogliere ancora tanto… 🙂
Lilli nel paese delle stoviglie
4 Novembre 2015 at 17:24
come mi ritrovo nelle tue parole, per me i libri sono sacri, divoratrice compulsiva li amo, li coccolo, li conservo con cura, li rileggo, li tengo in ordine, a volte li tocco e basta, per sentirli di nuovo miei! senza mi sentirei persa, quando ho poco tempo per leggere arranco! non conosco questo libro ma ho segnato il titolo, lo prenderò e me lo gusterò sul divano con una copertina, una prelibatezza speciale come la tua, mi manca solo il gatto e ho tutto!
Francesca P.
4 Novembre 2015 at 22:41
Bello pensare che ci sia qualcuno che tocchi i libri per sentire che sono lì e accarezzarli, come un gesto complice e affettuoso… sono questi dettagli che rendono speciali le persone, perchè non è da tutti avere questa sensibilità! E mi piace così tanto tutto ciò che hai detto che se vuoi posso rimediarti io il gatto… 😉
ely mazzini
4 Novembre 2015 at 21:04
Ma dai Francesca, non conoscevo le sorbe, sono meraviglioseeee!!! Tu, perfetta come sempre, me le presenti con una ricetta tanto semplice quanto golosa 🙂
Un grande abbraccio
Francesca P.
4 Novembre 2015 at 22:44
Ely, sembrano frutti delle favole o per bambini, vero? Così piccini, così mignon, così bellini…
La prossima volta farò una macedonia sciroppata, aggiungendo anche pere, kiwi e mandarini, così le sorbe saranno in compagnia! 🙂
Un abbraccio a te e grazie!
Paola
5 Novembre 2015 at 7:07
Che materia delicata, il cuore, custode degli affetti. Quanto difficilmente si può aprire dopo delle ferite. Quanto facilmente si può chiudere, nel baratro delle delusioni e delle paure. Quanto potrebbe donare, invece, se solo sapessi come aver cura degli affetti e delle persone. Quanto potrebbe donare se solo si spegnesse la ragione, “per sognare in pace”. Quanto potrebbe donare se solo si cominciasse a lasciar fluire le emozioni che sono nascoste in ogni angolo del mondo, se gli si permettesse di bussare alla porta e di entrare. Quanti cuori chiusi ci sono in giro, quanta inutile paura di soffrire, soffrendo. Quanti frutti da cogliere, di colori meravigliosi, non colti. Ma tu si che ci riesci a farlo invece, ed è questo che ti rende speciale, il vivere intensamente le emozioni, stagioni e frutti e di persone sognatrici. E tutte quelle emozioni si possono vedere in quel pentolino speziato e con profumi così familiari, ormai.
La manutenzione degli affetti, anche questo sarà da leggere… ormai siamo passate dai consigli in cucina a quelli letterari 😉
Francesca P.
5 Novembre 2015 at 19:40
“Quanti cuori chiusi ci sono in giro, quanta inutile paura di soffrire, soffrendo”… ecco, Paola, credo che in questa frase ci sia racchiuso tanto! Si ha paura di soffrire e si finisce per far soffrire, ma senza evitare la sofferenza neanche a se stessi… non sarebbe molto più facile lasciarsi un po’ andare, essere meno “costruiti”, rilassarsi, domare quelle paure, aprire il cuore anche se è rischioso ma almeno vedere che succede, con un briciolo di speranza e di fiducia? Se solo le (tante) persone capissero questo, che bisogna fuggire da ben altro e non dalle cose e dalle sensazioni belle… e che il cuore, quando ride, è molto più leggero…
“Perchè sei un essere speciale ed io avrò cura di te”…
Claudia
5 Novembre 2015 at 11:24
Proprio questa settimana parlavamo col mio lui di quanto, con i libri che si spostano sempre più verso il formato digitale, si perda pian piano quella bellezza del passaggio di mano in mano dei libri cartacei, così diversi dai freddi pdf. Io continuo a restarvi affezionata, e quando prendo libri dalla biblioteca, che sono passati per tante e tante mani, o prestati dalle mie amiche, con le loro sottolineature e foglie secche tra le pagine, ho ancora meno voglia di abbandonarli.
Di rami secchi ne ho potati molti negli ultimi anni (in questo la lontananza aiuta tanto) e queste potature hanno sicuramente aiutato la germinazione di nuove pianticelle, che stanno crescendo robuste.
Questa settimana mi stupisci: sei arrivata ben prima di me ad assaggiare uno di quei frutti dimenticati che tanto mi piacciono! Per ora posso solo dire che è bellissimo, o per lo meno che tu l’hai reso bellissimo. Se mai riuscirò a trovarlo ti dirò pure se mi piace 😉
Francesca P.
5 Novembre 2015 at 19:47
Mi hai fatto ricordare i pomeriggi passati in biblioteca ai tempi dell’università, tutti quei volumi in fila, il loro odore, le pagine consumate e vissute su cui ognuno aveva lasciato qualcosa… tracce di vita e di emozioni… a volte anche io mettevo una foglia secca tra le pagine, sai? Oppure un fiore… alcuni sono dentro i libri da tantissimi anni, quanti petali di rose mischiati alle parole…
Secondo me le sorbe ti possono piacere, sono una delicata via di mezzo tra mela e pera, non sono troppo dolci e con le spezie vengono esaltate! Prossima tappa sarà assaggiare le giuggiole… 😉
saltandoinpadella
5 Novembre 2015 at 12:55
Quanto son vere le tue parole, gli affetti hanno davvero bisogno di essere mantenuti. Purtroppo spesso la fretta ce lo fa dimenticare e e finiamo per darli per scontato, ed è l’errore più grande che si possa commettere. Anzi, dovremmo prenderci cura di ogni attimo della nostra vita perchè alla fine il tempo vola così veloce che non possiamo farci sfuggire niente.
Io ad esempio non mi voglio far sfuggire questa ricetta, mia ha incantato. Non ho mai assaggiato le sorbe, a dire il vero non le ho neanche mai viste al mercato. Qua devo chiedere aiuto alla mia spacciatrice di fiducia.
Francesca P.
5 Novembre 2015 at 19:53
Dare per scontato le persone che abbiamo vicino può portare a veri allontanamenti, Elena… perchè bisogna scegliersi e conquistarsi ogni giorno, parlarsi, guardarsi a fondo, rinnovarsi… è la ricetta più difficile, lo so… le spezie andrebbero messe non solo nei dolci ma anche nei rapporti, per dare vitalità e sapore piccantino… 🙂
Spero che la tua spacciatrice sappia guidarti in questa scoperta, fammi sapere!
Francesca
6 Novembre 2015 at 10:28
E io ho impiegato tanto per arrivare fin qui questa settimana, rischiando di perdermi (no, non sarebbe mai successo) questo post? Che ‘libri’ per me è una parola magica, e questo titolo è davvero azzeccatissimo. Quindi, per prima cosa, grazie per avermelo fatto conoscere, voglio cercarlo in biblioteca (è una delle strade che seguono i miei libri: biblioteca e, se sono speciali, poi arrivano a stabilirsi perennemente nella mia libreria 😉 anche se hai ragione e le vie che scelgono i libri sono davvero varie e talvolta curiose!).
Poi le foto: autunno, colore, luce, profumo … in una parola bellissime! Non che abbia dubbi, ormai, ma certe volte certe tue immagini mi colpiscono in modo speciale, lasciano il segno come una piccola incisione su sorbe mature 😉
Infine la ricetta, la devo assolutamente provare. Questa è di quelle che non aspetta! 🙂
Buon finesettimana, Franci!
Francesca P.
6 Novembre 2015 at 23:13
Fra, tranquilla che se non fossi arrivata qui con le tue zampette sarei venuta io a bussare al tuo uscio con questo pentolino in mano, pieno di pallette che puoi mangiare o mettere su qualche pezzo di stoffa… le sorbe potrebbero essere anche dei bottoni, no? 🙂
L’autunno romano fino ad oggi sta regalando sole, tepore, colore… e nelle foto amo catturare tutto questo, sperando che duri e che le pioggie possano tardare il loro arrivo perchè voglio ancora fare bagni nella luce e nello sciroppo speziato! Sentirai che buono… usa le mele e ti godrai lo stesso mio piacere al primo assaggio!
Valentina
6 Novembre 2015 at 19:39
Ho sempre pensato anche io all’anima dei libri.. si, hanno un’anima e “sentono”, è vero… Considero gli affetti come delle piantine da curare, è l’immagine che ho sempre associato ai rapporti d’amicizia o d’amore. Se dimentichi di annaffiare una piantina, beh, questa muore… se non c’è luce, muore… Ci vogliono cure e amore, sempre… nulla è scontato. Adoro le spezie e queste sorbe sciroppate devono essere deliziose ^_^ Un abbraccio grande, Francy, felice weekend! <3
Francesca P.
6 Novembre 2015 at 23:26
Sono sicura che tu sai essere una brava “innaffiatrice”, Vale… sì, sento – proprio come fanno i libri! – che sai curare il tuo orto, dedicandoti a ogni piantina e mettendo tanta dolcezza nei legami, la stessa che usi nella tua cucina! E hai ragione, nulla è scontato e tutto va conquistato o rinnovato ogni giorno… come una ricetta sicura e collaudata ma con un sapore sempre nuovo…
Un abbraccio a te! :*
Alice
7 Novembre 2015 at 1:49
Ma sai che non appena sono arrivata ho pensato: Che bel titolo!! Pensavo fosse tuo 😀
Anche per me è molto evocativo e voglie dritto nel segno. Troppo spesso diamo per scontate relazioni e amicizie che invece hanno sempre bisogno di nuova linfa, di cure e…di qualche rinfrescata ogni tanto!
Ricetta originale e versatile, foto…splendide come al solito!
Francesca P.
8 Novembre 2015 at 11:09
Ci sono tanti titoli (e tanti libri…) che vorrei aver scritto io! 😀
Aprire le finestre, far circolare nuova aria, dare una bella spolverata o lucidata, come si fa quando si mette in ordine una stanza della casa… e quella degli affetti è la stanza più importante…
Grazie Alice, un bacio! :*
haru
4 Febbraio 2016 at 22:47
I miei libri dicono di me che sono una lettrice un po’ rozza, ma avida. Sgualcisco gli angoli delle copertine, li sciupo proprio. Soprattutto, li riempio di orecchie. Alcuni grazie a questo trattamento sono raddoppiati di volume, il che secondo me rende l’idea del loro spessore in senso lato. La manutenzione degli affetti è il titolo magico che ha attirato anche me in questo post. Gli affetti sono cosa grande e delicata, e il più intenso dei paragoni è quello con le piante (ma sarà una metafora che risuona in particolare in me per l’amore che nutro nei loro confronti): la potatura, che mi ispira sempre un terrore reverenziale perché la segue quella fase di nudità e vuoto vertiginoso in cui si deve attendere mesi per scoprire se si è fatto un errore, e il farsi da parte, il lasciarle da sole, forti della convinzione che sanno il fatto loro e che a volte ce la fanno meglio che col nostro aiuto. Come con le piante con gli affetti bisogna avere il coraggio di interpretare il momento giusto, e attendere che le stagioni evolvano la creatura e ci sorprendano (con quanto già sapevamo in realtà, proprio come le stagioni sulle piante).