UN’ESTATE SORPRENDENTE

Ogni estate ha la sua parola.

Quest’anno la mia ha 8 lettere: sorpresa.

Una sorpresa iniziata sin dal giorno della partenza,
quando ci siamo diretti verso la Basilicata, direzione Matera. Lo stupore qui
lo respiri subito, appena ti avvicini al cuore della città, fatto di tante
anime che convivono e si integrano nonostante le differenze.

Cammini tra i sassi e incontri prima il Messico, poi la Puglia, poi ancora la Tunisia,
insieme a sprazzi di Grecia e persino di Texas, nella natura che tutt’intorno
domina e affascina. Il tempo si è fermato nei vicoli in salita e nelle curve
strette, tra case calde di luce e la sensazione di essere dentro un presepe in
miniatura, in cui ogni porticina e finestra racconta già una storia tutta sua.

La sorpresa ci ha accompagnato anche in Puglia, dove un
luogo già ben conosciuto – Torre Vado, in Salento – ha saputo regalare nuovi
scenari. A iniziare dalla casa della masseria in cui siamo tornati per la terza
volta in 10 anni, a metà tra una baita di montagna e una dimora di campagna,
con il suo legno scuro che ricorda autunni dorati. Mi sono presa dunque una
pausa dal bianco della mia cucina per muovermi con piacere tra toni per me
insoliti…

Appena fuori casa, verde, atmosfera provenzale e un senso di lontanodalmondo che fa bene, tra colazioni, aperitivi, raccolta di frutta,
tramonti lenti…

In mezzo a quiete, ronzii di vespe e cicale, il colore
esplode improvviso, guardato attraverso un obiettivo macro che annulla le
distanze e ti fa sentire parte delle cose…

Mi sono trasformata in (mamma) gatta con il biberon che
scotta e li ho adottati senza pensarci neanche un secondo, anche se era la
prima volta che avevo a che fare con dei cuccioli così piccoli. Tra
omogeneizzati e tante coccole, li ho visti diventare sempre più forti giorno
dopo giorno…

Da 20 giorni Pittulina (la femmina birmana) e Tarallino
(il maschio rosso) sono diventati dei gatti romani. Sono cresciuti, stanno
bene, giocano e saltellano ovunque, sono vispi, vivacissimi, tenerissimi, affamati,
buffi… adorabili. Li ho presentati a Ulisse, che dopo 5 giorni di soffiate e
muso lungo ha scelto di essere il fratello maggiore di Tarallino. E’ scattata
una reciproca simpatia e ora li vedo sfrecciare in corridoio facendo scene da
cartone animato che presto immortalerò con foto e video.

Ho seriamente pensato – e sperato – di poter tenere tre
gatti in un appartamento, ma ho capito che era troppo complicato tra gestione,
spese e allergia di Matteo che si sta risvegliando. Anche se molto a malincuore
ho affidato Pittulina ad una signora che abita al quinto piano. So che è in
ottime mani, ha già fatto amicizia con la sua cagnetta e io salgo a trovarla
tutte le volte che voglio. Insomma, non è qui ma è comunque vicina. E questo mi
solleva…

Ecco cosa mi ha portato il rotolare verso Sud. Un
insieme di novità ben rappresentato da un mix di colori e sapori che si
incontrano in un unico piatto in cui c’è tutto: il piccante della meraviglia, il
giallo del sole, il verde del buonumore e la cremosità degli abbracci.

Vi offro una scodella che unisce Lucania e Puglia,
piena di orecchiette con peperoni cruschi, burrata e salvia. Questa vacanza la
ricorderò così: come un primo che lascia il segno, semplice ma non scontato,
gustato fino alla fine…

E già ne vorrei ancora…